Pensieri megalomani, tremore
Salve. Ho 21 anni e frequento l'Università. Vado ad elencarvi i disturbi che mi affliggono:
-Irrequietezza, sbalzi d'umore, nervosismo e rabbia sproposita per tutti coloro che mi feriscono
-ansia continua, tremore alle mani e tensione muscolare su tutto il corpo, stato continuo di allarme
-pensieri megalomani, soprattutto quando ascolto musica con sonorità intense, suppongo stimoli le associazioni libere, ma le mie, benché io cerchi di attenuarle o controllarle, sfociano sempre in pensieri in cui mi sento una sorta di divinità, il più grande scrittore, musicista, ecc ecc, anche se non ho titoli né capacità per giustificare tali pensieri. Capita anche che siano violenti, o che mi vedano risolvere situazioni a mio favore con superiorità evidente, plateale. Ad incorniciare tali pensieri, spesso c'è un pubblico o persone della mia vita, per me influenti, come se volessi impressionarle e dimostrargli il mio valore. Il fastidio di questi pensieri mi impedisce di sviluppare un io coerente e stabile, sono come delle interferenze, degli excursus dalla mia realtà
Tutto ciò va a minare la mia serenità, mi trovo inoltre costretto a segnalare, una costante sensazione di costipazione allo stomaco, è come se lì ci fosse il focolare di tutto questo turbamento interiore, ed è come se sentissi continuamente un peso. Tuttavia nella mia vita non ho mai commesso azioni tali da giustificare una sensazione del genere. In generale, direi che questa situazione impedisce la mia crescita individuale o, se non altro, la rallenta di molto e mi costringe ad uno stato di inattività e di scarso impegno. Non sono totalmente nuovo alla psicologia, di mio ho già consultato qualche manuale e qualche autore rilevante sopratutto per interesse personale..di conseguenza, se poteste darmi un'indicazione (sopratutto per quei pensieri megalomani) ne sarei sollevato. Attualmente non posso intraprendere un percorso psicoterapeutico, per varie ragioni che non sto qui a spiegarvi, ma se riuscissi quanto meno ad avere indicazioni su come approcciare questo disturbo o un elenco delle possibili cause, ne sarei sollevato. Quando poi, ad esami finiti (è questo il mio impedimento) avrò il tempo, mi rivolgerò direttamente ad uno psicoterapeuta ma, come detto, gradirei per il momento, avere idea di cosa possa essere e se devo cercare di reprimere o assecondare questi pensieri, perché questa confusione e questo protratto stato di "ignoranza totale" per il mio stato, mi crea disagio. Confido in una risposta.
-Irrequietezza, sbalzi d'umore, nervosismo e rabbia sproposita per tutti coloro che mi feriscono
-ansia continua, tremore alle mani e tensione muscolare su tutto il corpo, stato continuo di allarme
-pensieri megalomani, soprattutto quando ascolto musica con sonorità intense, suppongo stimoli le associazioni libere, ma le mie, benché io cerchi di attenuarle o controllarle, sfociano sempre in pensieri in cui mi sento una sorta di divinità, il più grande scrittore, musicista, ecc ecc, anche se non ho titoli né capacità per giustificare tali pensieri. Capita anche che siano violenti, o che mi vedano risolvere situazioni a mio favore con superiorità evidente, plateale. Ad incorniciare tali pensieri, spesso c'è un pubblico o persone della mia vita, per me influenti, come se volessi impressionarle e dimostrargli il mio valore. Il fastidio di questi pensieri mi impedisce di sviluppare un io coerente e stabile, sono come delle interferenze, degli excursus dalla mia realtà
Tutto ciò va a minare la mia serenità, mi trovo inoltre costretto a segnalare, una costante sensazione di costipazione allo stomaco, è come se lì ci fosse il focolare di tutto questo turbamento interiore, ed è come se sentissi continuamente un peso. Tuttavia nella mia vita non ho mai commesso azioni tali da giustificare una sensazione del genere. In generale, direi che questa situazione impedisce la mia crescita individuale o, se non altro, la rallenta di molto e mi costringe ad uno stato di inattività e di scarso impegno. Non sono totalmente nuovo alla psicologia, di mio ho già consultato qualche manuale e qualche autore rilevante sopratutto per interesse personale..di conseguenza, se poteste darmi un'indicazione (sopratutto per quei pensieri megalomani) ne sarei sollevato. Attualmente non posso intraprendere un percorso psicoterapeutico, per varie ragioni che non sto qui a spiegarvi, ma se riuscissi quanto meno ad avere indicazioni su come approcciare questo disturbo o un elenco delle possibili cause, ne sarei sollevato. Quando poi, ad esami finiti (è questo il mio impedimento) avrò il tempo, mi rivolgerò direttamente ad uno psicoterapeuta ma, come detto, gradirei per il momento, avere idea di cosa possa essere e se devo cercare di reprimere o assecondare questi pensieri, perché questa confusione e questo protratto stato di "ignoranza totale" per il mio stato, mi crea disagio. Confido in una risposta.
[#1]
Salve,
l'espressione delle sue emozioni è molto intensa e immagino che quello che sta vivendo sia difficile, per quanto sento in lei una capacità di confronto con se stesso non di poco conto. Ha detto tante cose di sé e fornito molte risposte lei per primo.
Lei chiede: "Sono mondi immaginari che mi costruisco per compensare una vita piuttosto infelice o l'espressione di un disturbo di personalità?"
È la stessa cosa, dare un'etichetta diagnostica in psicologia serve a poco dal mio punto di vista, se non si coglie il senso della diagnosi. Cosa che lei in modo molto buono sta provando a fare. È sulla strada giusta.
Se le dicono "fai schifo, vergognati" è verosimile che lei si senta ferito, viva rabbia e non riesca a costituire un "io stabile". E fantasticare sì, potrebbe essere un modo per sentirsi al contrario finalmente grande e dimostrare la sua importanza.
Lei sottolinea una cosa fondamentale, la compensazione. Questo vuol dire che oscilla tra una dimensione di totale impotenza nella realtà a una dimensione di onnipotenza nella fantasia.
Il punto è come fare per modificare tutto questo, per diventare "potente" nella realtà, non più impotente né onnipotente. Con le sue qualità apprezzabili e anche i suoi limiti, che noi tutti abbiamo.
Mi consenta di dirle che due sedute da una psicologa non sono una psicoterapia. Può continuare anche da solo la sua ricerca interiore, ma un confronto con una persona che sente vicina potrebbe esserle d'aiuto.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
l'espressione delle sue emozioni è molto intensa e immagino che quello che sta vivendo sia difficile, per quanto sento in lei una capacità di confronto con se stesso non di poco conto. Ha detto tante cose di sé e fornito molte risposte lei per primo.
Lei chiede: "Sono mondi immaginari che mi costruisco per compensare una vita piuttosto infelice o l'espressione di un disturbo di personalità?"
È la stessa cosa, dare un'etichetta diagnostica in psicologia serve a poco dal mio punto di vista, se non si coglie il senso della diagnosi. Cosa che lei in modo molto buono sta provando a fare. È sulla strada giusta.
Se le dicono "fai schifo, vergognati" è verosimile che lei si senta ferito, viva rabbia e non riesca a costituire un "io stabile". E fantasticare sì, potrebbe essere un modo per sentirsi al contrario finalmente grande e dimostrare la sua importanza.
Lei sottolinea una cosa fondamentale, la compensazione. Questo vuol dire che oscilla tra una dimensione di totale impotenza nella realtà a una dimensione di onnipotenza nella fantasia.
Il punto è come fare per modificare tutto questo, per diventare "potente" nella realtà, non più impotente né onnipotente. Con le sue qualità apprezzabili e anche i suoi limiti, che noi tutti abbiamo.
Mi consenta di dirle che due sedute da una psicologa non sono una psicoterapia. Può continuare anche da solo la sua ricerca interiore, ma un confronto con una persona che sente vicina potrebbe esserle d'aiuto.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Caro ragazzo,
Anche io come il Dott de sanctis ipotizzo che la Sua sia una forma di compensazione, molto forte.
Il Suo modo di esprimersi trasmette una grande attenzione ai particolari di se'. Questo, se lo verifica spesso potrebbe essere un suo punto debole.
Se e' cosi' attento ai particolari di se' si chiede troppo, si spende troppo, si aspetta troppo.
Direi che dovrebbe abbassare un po' il suo livello di aspettative da se' stesso.
La Sua famiglia come e' composta? Ha fratelli, sorelle, piu' piccoli o piu' grandi?
Che Facolta' sta frequentando?
Anche io come il Dott de sanctis ipotizzo che la Sua sia una forma di compensazione, molto forte.
Il Suo modo di esprimersi trasmette una grande attenzione ai particolari di se'. Questo, se lo verifica spesso potrebbe essere un suo punto debole.
Se e' cosi' attento ai particolari di se' si chiede troppo, si spende troppo, si aspetta troppo.
Direi che dovrebbe abbassare un po' il suo livello di aspettative da se' stesso.
La Sua famiglia come e' composta? Ha fratelli, sorelle, piu' piccoli o piu' grandi?
Che Facolta' sta frequentando?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Ex utente
Ho una sorella più grande di cinque anni che è si distingue da me per ogni aspetto caratteriale. E' praticamente il mio opposto, benché credo abbia semplicemente adottato una diversa risposta all'ambiente in cui siamo vissuti. Anche lei è molto sensibile, e questa è una caratteristica che ci unisce, ma nella facilità dei giudizi ha ripreso l'atteggiamento dei miei genitori. Per quanto riguarda la facoltà, faccio lettere moderne, ma con risultati mediocri per via del mio scarso impegno. Questo mi pesa tanto, soprattutto perché in cuor mio so che quei risultati sono l'emblema della mia impotenza. Lei ha ragione, capisco cosa intenda. E concordo anche con le osservazioni del suo collega, è come se avessi una bomba dentro pronta ad esplodere ma che non esplode mai e quindi mi fa vivere in una situazione di costante attesa e di procrastinazione. Ma quando mi trovo ad affrontare la quotidianità... la giornata 'è lunga' e poiché mi trovo ad essere quasi sempre da solo, le ricadute e gli scivoloni sono frequentissimi. Rispondendole invece alle sue osservazioni, se mi osservo continuamente, impedisco il formarsi di una qualsiasi risposta continua alle situazioni della mia vita e, di conseguenza, impedisco anche che questa risposta diventi più forte e robusta, ma l'attenzione, forse ossessiva, ai dettagli, è l'unico elemento di me stesso che in qualche modo mi soddisfa.
[#4]
Io Le consiglierei di chiedere ai Suoi una disponibilita' economica per una psicoterapia dinamica.
Mi sembra che ci siano in Lei dei nuclei critici che sarebbe il caso di andare a verificare perche' non la intralcino davvero nel Suo percorso evolutivo.
Ci faccia sapere!
Mi sembra che ci siano in Lei dei nuclei critici che sarebbe il caso di andare a verificare perche' non la intralcino davvero nel Suo percorso evolutivo.
Ci faccia sapere!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.5k visite dal 28/08/2015.
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