Non ho voglia di fare niente: è depressione?
Salve,
vi descrivo la mia situazione con la speranza di ottenere delle risposte che mi possano essere d'aiuto.
Da un pò di tempo non ho più voglia di fare niente, la mattina mi sveglio molto tardi e appena scesa dal letto vado a pranzare, dopo pranzo mi metto sul divano ma spesso non mi va nemmeno di seguire la tv e quindi mi riduco ad utilizzare passivamente il cellulare. Siccome frequento l'università, ogni tanto mi metto a studiare ma anche in questo caso, la voglia non è molta.
Mia madre a volte mi chiede di andare al mare o in piscina con lei ma ciò non mi entusiasma affatto, se ci vado lo faccio solo per lei.
Addirittura oggi sarei dovuta recarmi a Napoli per un provino televisivo ma, non capisco ancora bene il perché, non mi andava e sono rimasta a casa, co sapevo le di perdere una grande occasione per me.
È da aggiungere che sono fidanzata con un ragazzo da ben 7 anni (io ne ho 20), quando sto con lui tutto mi passa e sarei disposta anche ad arrivare fino in capo al mondo.
Appena lui se ne va, ricomincia la solita routine che mi rende apatica e pigra.
Vorrei un parere di un medico: la mia situazione potrebbe avere a che fare con una lieve forma di depressione?
Grazie in anticipo.
vi descrivo la mia situazione con la speranza di ottenere delle risposte che mi possano essere d'aiuto.
Da un pò di tempo non ho più voglia di fare niente, la mattina mi sveglio molto tardi e appena scesa dal letto vado a pranzare, dopo pranzo mi metto sul divano ma spesso non mi va nemmeno di seguire la tv e quindi mi riduco ad utilizzare passivamente il cellulare. Siccome frequento l'università, ogni tanto mi metto a studiare ma anche in questo caso, la voglia non è molta.
Mia madre a volte mi chiede di andare al mare o in piscina con lei ma ciò non mi entusiasma affatto, se ci vado lo faccio solo per lei.
Addirittura oggi sarei dovuta recarmi a Napoli per un provino televisivo ma, non capisco ancora bene il perché, non mi andava e sono rimasta a casa, co sapevo le di perdere una grande occasione per me.
È da aggiungere che sono fidanzata con un ragazzo da ben 7 anni (io ne ho 20), quando sto con lui tutto mi passa e sarei disposta anche ad arrivare fino in capo al mondo.
Appena lui se ne va, ricomincia la solita routine che mi rende apatica e pigra.
Vorrei un parere di un medico: la mia situazione potrebbe avere a che fare con una lieve forma di depressione?
Grazie in anticipo.
[#1]
Se cerchi un parere medico dovresti scrivere in area medica, la psicologia non lo è. Lo psicologo si occupa di altro.
Ma dal punto di vista psicologico è importante quello che dici: se soffri così tanto il distacco dal tuo ragazzo, e se le sensazioni negative sono correlate principalmente a queste circostanze, è probabile che tu soffra di una certa dipendenza da questa persona, o da una forma di dipendenza di carattere più generale.
Ci sono episodi in cui stai con lui e ti senti lo stesso giù?
Ma dal punto di vista psicologico è importante quello che dici: se soffri così tanto il distacco dal tuo ragazzo, e se le sensazioni negative sono correlate principalmente a queste circostanze, è probabile che tu soffra di una certa dipendenza da questa persona, o da una forma di dipendenza di carattere più generale.
Ci sono episodi in cui stai con lui e ti senti lo stesso giù?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Cara ragazza,
Direi che la Sua piu' che "depressione" sia noia. Demotivazione. Mancanza di stimoli.
Oltre al fidanzato (che le fa da propellente), che propellenti "suoi" ha?
Interessi? Amicizie? Sogni?
Direi che la Sua piu' che "depressione" sia noia. Demotivazione. Mancanza di stimoli.
Oltre al fidanzato (che le fa da propellente), che propellenti "suoi" ha?
Interessi? Amicizie? Sogni?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Utente
Gentilissimo Dottor Santonocito,
Innanzitutto la ringrazio per avermi risposto. Comunque no, non ci sono degli episodi in cui sto con lui e mi sento lo stesso giù. Con lui c'è sempre iniziativa e voglia di fare; quando sono sola non faccio altro che abbandonare me stessa.
Gentilissima Dottoressa Esposito,
Ringrazio anche lei per avermi risposto.
Comunque oltre al mio ragazzo non credo di aver "miei" propellenti.
Non ho interessi particolari, lo stesso riguardo le amicizie. Un sogno forse è l'unica cosa che ho: mettere su famiglia e avere un lavoro gratificante.
Innanzitutto la ringrazio per avermi risposto. Comunque no, non ci sono degli episodi in cui sto con lui e mi sento lo stesso giù. Con lui c'è sempre iniziativa e voglia di fare; quando sono sola non faccio altro che abbandonare me stessa.
Gentilissima Dottoressa Esposito,
Ringrazio anche lei per avermi risposto.
Comunque oltre al mio ragazzo non credo di aver "miei" propellenti.
Non ho interessi particolari, lo stesso riguardo le amicizie. Un sogno forse è l'unica cosa che ho: mettere su famiglia e avere un lavoro gratificante.
[#4]
Penso che per uscire da questo stato di apatia dovrebbe attivarsi in se'. Cercare attivita' hobby, interessi positivi, fattivi.
Per avere un lavoro gratificante e mettere su famiglia occorrono tante risorse personali e psichiche.
Oppure resta un sogno irrealizzabile che si trasforma in una zavorra emotiva.
Si faccia aiutare da una terapia psicologica a inquadrare la Sua vita senza zavorre.
A 20 anni sta ancora alla "prefazione" del libro. Inizi a scrivere almeno il primo capitolo, poi cerchi di proseguire!
Per avere un lavoro gratificante e mettere su famiglia occorrono tante risorse personali e psichiche.
Oppure resta un sogno irrealizzabile che si trasforma in una zavorra emotiva.
Si faccia aiutare da una terapia psicologica a inquadrare la Sua vita senza zavorre.
A 20 anni sta ancora alla "prefazione" del libro. Inizi a scrivere almeno il primo capitolo, poi cerchi di proseguire!
[#5]
Se guardi alla relazione attuale con il tuo ragazzo, ti sentiresti di affermare con sicurezza che tutto è a posto, che è esattamente quello che volevi e che vuoi? Oppure, avendola iniziata quando avevi solo 13 anni, quest'apatia potrebbe essere una parte di te che ti sta dicendo che forse ti sei persa qualcosa nel frattempo? Solo un'ipotesi.
[#6]
Utente
Gentilissimo Dr. Santonocito,
Le spiego subito: sono sempre stata una ragazza sin troppo matura rispetto la mia età, di conseguenza a 13 anni mi sono fidanzata e col passare del tempo, oggi come oggi posso dire di aver trovato l'uomo della mia vita (lui è 10 anni più grande di me).
Questa differenza d'età per me, come per lui, non è mai stato un ostacolo perché, come già detto, io sembro molto più grande, sia fisicamente che caratterialmente.
Purtroppo 4 mesi prima di fidanzarmi è accaduto un evento spiacevole, che mi ha cambiato la vita, in negativo purtroppo:la morte di mio padre.
Non mi sentivo aiutata e compresa da nessuno, forse un pò mia madre mi è stata d'aiuto, ma con lei non sono mai riuscita ad avere una grossa intesa.
Oggi posso dire che se non ci fosse stato il mio ragazzo a sostenermi, a rassicurarmi, a darmi conforto, non so se oggi fossi stata ancora qui..O pure se lo fossi, non so psicologicamente come starei..
Ciò è una risposta alla sua ipotesi..In questi anni non mi sono persa niente, anzi ho solo acquisito tanto!
Ecco perché la causa della mia apatia non è sicuramente il mio ragazzo.
Detto ciò però, mi deprimo in quanto non riesco a capire il perché del mio malessere, di conseguenza non posso trovare nemmeno un rimedio efficace..
Per questi motivi ho pensato di chiedere un vostro aiuto su questo sito.
Le spiego subito: sono sempre stata una ragazza sin troppo matura rispetto la mia età, di conseguenza a 13 anni mi sono fidanzata e col passare del tempo, oggi come oggi posso dire di aver trovato l'uomo della mia vita (lui è 10 anni più grande di me).
Questa differenza d'età per me, come per lui, non è mai stato un ostacolo perché, come già detto, io sembro molto più grande, sia fisicamente che caratterialmente.
Purtroppo 4 mesi prima di fidanzarmi è accaduto un evento spiacevole, che mi ha cambiato la vita, in negativo purtroppo:la morte di mio padre.
Non mi sentivo aiutata e compresa da nessuno, forse un pò mia madre mi è stata d'aiuto, ma con lei non sono mai riuscita ad avere una grossa intesa.
Oggi posso dire che se non ci fosse stato il mio ragazzo a sostenermi, a rassicurarmi, a darmi conforto, non so se oggi fossi stata ancora qui..O pure se lo fossi, non so psicologicamente come starei..
Ciò è una risposta alla sua ipotesi..In questi anni non mi sono persa niente, anzi ho solo acquisito tanto!
Ecco perché la causa della mia apatia non è sicuramente il mio ragazzo.
Detto ciò però, mi deprimo in quanto non riesco a capire il perché del mio malessere, di conseguenza non posso trovare nemmeno un rimedio efficace..
Per questi motivi ho pensato di chiedere un vostro aiuto su questo sito.
[#7]
>>> mi deprimo in quanto non riesco a capire il perché del mio malessere, di conseguenza non posso trovare nemmeno un rimedio efficace
>>>
Purtroppo si tratta di una deduzione fallace. Comprendere le "cause" del proprio malessere psicologico di per sé non dà nessuna indicazione su come risolverlo. In molti altri ambiti dell'esperienza umana sapere equivale a potere, ma nel caso della psiche non è così automatico. Almeno da un punto di vista strategico.
Riguardo al resto, il dato che aggiungi sulla scomparsa di tuo padre potrebbe avere importanza. Per quanto si possa essere precoci, 13 anni sono sempre 13 anni. Bisogni e necessità di un adolescente raramente coincidono alla perfezione con quelli di un adulto. È perciò possibile che non sia stato casuale il fidanzamento con un ragazzo più grande di te pochi mesi dopo la scomparsa del tuo genitore. Quasi, inconsapevolmente, a voler trovare un rimpiazzo per quella figura di riferimento che avrebbe dovuto accompagnarti ancora per tanti anni, ma che purtroppo non è riuscito a fare.
Questo potrebbe spiegare il tuo sentirti abbattuta e senza mordente non appena il tuo ragazzo si allontana, e potrebbe essere un'indicazione del fatto che, forse, quel lutto non lo hai ancora superato.
>>>
Purtroppo si tratta di una deduzione fallace. Comprendere le "cause" del proprio malessere psicologico di per sé non dà nessuna indicazione su come risolverlo. In molti altri ambiti dell'esperienza umana sapere equivale a potere, ma nel caso della psiche non è così automatico. Almeno da un punto di vista strategico.
Riguardo al resto, il dato che aggiungi sulla scomparsa di tuo padre potrebbe avere importanza. Per quanto si possa essere precoci, 13 anni sono sempre 13 anni. Bisogni e necessità di un adolescente raramente coincidono alla perfezione con quelli di un adulto. È perciò possibile che non sia stato casuale il fidanzamento con un ragazzo più grande di te pochi mesi dopo la scomparsa del tuo genitore. Quasi, inconsapevolmente, a voler trovare un rimpiazzo per quella figura di riferimento che avrebbe dovuto accompagnarti ancora per tanti anni, ma che purtroppo non è riuscito a fare.
Questo potrebbe spiegare il tuo sentirti abbattuta e senza mordente non appena il tuo ragazzo si allontana, e potrebbe essere un'indicazione del fatto che, forse, quel lutto non lo hai ancora superato.
[#8]
Utente
La problematica del lutto purtroppo è vero, non l'ho ancora superata e credo che mai la supererò.
Sento in ogni occasione la mancanza di mio padre e ciò mi fa star male.
Di rado vado a trovarlo al cimitero e ciò mi fa sentire in colpa. Ma forse questo mio comportamento deriva proprio dal fatto che non riesca ad accettare che lui non ci sia più.
Sento in ogni occasione la mancanza di mio padre e ciò mi fa star male.
Di rado vado a trovarlo al cimitero e ciò mi fa sentire in colpa. Ma forse questo mio comportamento deriva proprio dal fatto che non riesca ad accettare che lui non ci sia più.
[#9]
Cara Signorina,
Le vorrei fare notare il nesso che c'e' fra il lutto ancora non superato per la morte di Suo padre e il Suo fidanzamento subito con un uomo di 10 anni piu' grande di Lei.
Si potrebbe ipotizzare qualche problematica non elaborata , rispetto alle figure maschili.
Questo meccanismo potrebbe essere patogenetico e a mio avviso andrebbe indagato.
Che ne direbbe di parlarne con uno psicoterapeuta psicodinamico o psicoanalitico per verificare le Sue rappresentazioni profonde delle figure maschili di riferimento?
Le vorrei fare notare il nesso che c'e' fra il lutto ancora non superato per la morte di Suo padre e il Suo fidanzamento subito con un uomo di 10 anni piu' grande di Lei.
Si potrebbe ipotizzare qualche problematica non elaborata , rispetto alle figure maschili.
Questo meccanismo potrebbe essere patogenetico e a mio avviso andrebbe indagato.
Che ne direbbe di parlarne con uno psicoterapeuta psicodinamico o psicoanalitico per verificare le Sue rappresentazioni profonde delle figure maschili di riferimento?
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Cara Signorina,
Le vorrei fare notare il nesso che c'e' fra il lutto ancora non superato per la morte di Suo padre e il Suo fidanzamento subito con un uomo di 10 anni piu' grande di Lei.
Si potrebbe ipotizzare qualche problematica non elaborata , alle figure maschili.
Questo meccanismo potrebbe essere patogenetico e a mio avviso andrebbe indagato.
Che ne direbbe di parlarne con uno psicoterapeuta psicodinamico o psicoanalitico per verificare le Sue rappresentazioni profonde delle figure maschili di riferimento?
Le vorrei fare notare il nesso che c'e' fra il lutto ancora non superato per la morte di Suo padre e il Suo fidanzamento subito con un uomo di 10 anni piu' grande di Lei.
Si potrebbe ipotizzare qualche problematica non elaborata , alle figure maschili.
Questo meccanismo potrebbe essere patogenetico e a mio avviso andrebbe indagato.
Che ne direbbe di parlarne con uno psicoterapeuta psicodinamico o psicoanalitico per verificare le Sue rappresentazioni profonde delle figure maschili di riferimento?
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 174.2k visite dal 26/08/2015.
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