Crescere con una madre ansiosa
Buongiorno gentili Dottori,
in questo periodo della mia vita, complice un lungo periodo di vacanza dopo la laurea, sono tornata a casa dai miei genitori e sto riflettendo a lungo sul nostro rapporto (soprattutto su quello tra me e mia madre) e su quanto questo abbia inciso e incida sulla mia vita.
Mia madre è una persona molto ansiosa. Come dice lei, ha "il cervello sempre acceso" e tende ad ingigantire molto i problemi che, anche se risolvibili, diventano scogli insormontabili a cui dedicare ore e ore di pensiero. Ecco, sin da bambina è sempre stata iperprotettiva. Ricordo le mie gite scolastiche, da piccola, a cui potevo andare solo se anche lei mi accompagnava, tutti i "pericoli" che vedeva nell'imparare ad andare il bicicletta, se facevo un giro in motorino con un amico e cose del genere . Questo mi ha condizionata molto. Solo col tempo ho imparato a capire che è comunque una forma di amore, ma malato, perché mi ha resa una persona molto fragile, poco coraggiosa e purtroppo, vedo anche in me quelle forme di ansia e ossessione sulle cose che ha lei (che mi hanno portato in passato anche a disturbi alimentari). E quello che mi sono sempre detta è "non sarò mai come mia madre!".
Mio padre, invece, è tutto l'opposto, e meno male che è così, perché è stato sempre una grande forma di compensazione. Paziente, per niente ansioso, equilibrato, tenace. Penso che abbia "subito" anche lui il carattere di mia madre, e soffriva quando vedeva che io soffrivo perché non potevo andare in gita da sola, in bicicletta ecc.
Sto col mio ragazzo da 5 anni, ed ha per molti versi il carattere di mio padre (forse uno dei più classici clichée della psicologia :-)). Questo mi ha aiutata moltissimo. Insieme a lui ho imparato a vincere molte paure, a ridimensionare i problemi e vederli con un po' di lucidità in più. Ma non sempre questo accade perché, come dicevo, mi sto riscoprendo molto ansiosa anch'io, e questo purtroppo mette in pericolo il nostro rapporto. Però, a differenza di mia madre, io voglio cambiare (lei invece vede nel suo carattere qualcosa di positivo, perché la sua è un'"ansia buona che la aiuta a vedere i pericoli ed evitare le catastrofi"). La vede come una forma di protezione verso le persone che ama. In realtà non lo è. Non cerco miracoli, mi piacerebbe solo sapere se posso "cambiare" il mio carattere, cosa dovrei fare.... Insomma, vorrei un consiglio da voi esperti.
Ringraziandovi vi saluto e auguro buona giornata
in questo periodo della mia vita, complice un lungo periodo di vacanza dopo la laurea, sono tornata a casa dai miei genitori e sto riflettendo a lungo sul nostro rapporto (soprattutto su quello tra me e mia madre) e su quanto questo abbia inciso e incida sulla mia vita.
Mia madre è una persona molto ansiosa. Come dice lei, ha "il cervello sempre acceso" e tende ad ingigantire molto i problemi che, anche se risolvibili, diventano scogli insormontabili a cui dedicare ore e ore di pensiero. Ecco, sin da bambina è sempre stata iperprotettiva. Ricordo le mie gite scolastiche, da piccola, a cui potevo andare solo se anche lei mi accompagnava, tutti i "pericoli" che vedeva nell'imparare ad andare il bicicletta, se facevo un giro in motorino con un amico e cose del genere . Questo mi ha condizionata molto. Solo col tempo ho imparato a capire che è comunque una forma di amore, ma malato, perché mi ha resa una persona molto fragile, poco coraggiosa e purtroppo, vedo anche in me quelle forme di ansia e ossessione sulle cose che ha lei (che mi hanno portato in passato anche a disturbi alimentari). E quello che mi sono sempre detta è "non sarò mai come mia madre!".
Mio padre, invece, è tutto l'opposto, e meno male che è così, perché è stato sempre una grande forma di compensazione. Paziente, per niente ansioso, equilibrato, tenace. Penso che abbia "subito" anche lui il carattere di mia madre, e soffriva quando vedeva che io soffrivo perché non potevo andare in gita da sola, in bicicletta ecc.
Sto col mio ragazzo da 5 anni, ed ha per molti versi il carattere di mio padre (forse uno dei più classici clichée della psicologia :-)). Questo mi ha aiutata moltissimo. Insieme a lui ho imparato a vincere molte paure, a ridimensionare i problemi e vederli con un po' di lucidità in più. Ma non sempre questo accade perché, come dicevo, mi sto riscoprendo molto ansiosa anch'io, e questo purtroppo mette in pericolo il nostro rapporto. Però, a differenza di mia madre, io voglio cambiare (lei invece vede nel suo carattere qualcosa di positivo, perché la sua è un'"ansia buona che la aiuta a vedere i pericoli ed evitare le catastrofi"). La vede come una forma di protezione verso le persone che ama. In realtà non lo è. Non cerco miracoli, mi piacerebbe solo sapere se posso "cambiare" il mio carattere, cosa dovrei fare.... Insomma, vorrei un consiglio da voi esperti.
Ringraziandovi vi saluto e auguro buona giornata
[#1]
Cambiare e correggere le influenze ricevute durante l'infanzia è certamente possibile. È qualcosa che vediamo accadere ogni giorno nel nostro lavoro. Solo che non si può fare con i "consigli" sporadici, tanto meno quelli ricevuti per email.
Se sei realmente motivata e intenzionata a investire su te stessa, per così dire, dovresti rivolgerti a un professionista di persona.
Se sei realmente motivata e intenzionata a investire su te stessa, per così dire, dovresti rivolgerti a un professionista di persona.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Cara ragazza,
Il "carattere" e' per definizione fisso.
Ci si nasce e si mette a punto con il crescere, a seconda dell'ambiente e delle esperienze che si incontrano.
Ma Lei e' senz'altro fortunata perche' la vita Le ha offerto la possibilità di avere un contesto perfetto: una madre e un padre con due caratteri diversi.
Cio' l'aiutera' a fare delle scelte "ad hoc" tenendo presente quale sarebbe stata la scelta di ognuno dei Suoi genitori. Con raziocinio.
Prevarra' sempre il "suo" carattere. Ma a modulare avra' accanto un uomo "con il carattere di Suo padre".
Penso che questo contesto Le dara' la possibilita' di essere sempre in equilibrio. O di cercarlo sempre!
Auguri!
Ci tenga informati!
Il "carattere" e' per definizione fisso.
Ci si nasce e si mette a punto con il crescere, a seconda dell'ambiente e delle esperienze che si incontrano.
Ma Lei e' senz'altro fortunata perche' la vita Le ha offerto la possibilità di avere un contesto perfetto: una madre e un padre con due caratteri diversi.
Cio' l'aiutera' a fare delle scelte "ad hoc" tenendo presente quale sarebbe stata la scelta di ognuno dei Suoi genitori. Con raziocinio.
Prevarra' sempre il "suo" carattere. Ma a modulare avra' accanto un uomo "con il carattere di Suo padre".
Penso che questo contesto Le dara' la possibilita' di essere sempre in equilibrio. O di cercarlo sempre!
Auguri!
Ci tenga informati!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Utente
Grazie ad entrambi. L'idea di rivolgermi a uno specialista l'ho sempre avuta. Poi devo dire che un po' per pigrizia un po' perché ancora dipendo economicamente dai miei genitori e dovrei giustificare una spesa di questo tipo mi sono sempre tirata indietro. Ma questa resta una questione aperta che dovrò affrontare.
Dr.ssa Esposito, sa che non l'ho mai vista da questo punto di vista? Forse per abitudine e inclinazione, nelle scelte della mia vita mi sono quasi sempre chiesta "cosa avrebbe fatto mia madre?", per cercare di agire diversamente, difficilmente riuscendoci. Non mi sono invece mai chiesta "cosa avrebbe fatto mio padre?", magari seguendo il suo esempio, oppure quello del mio ragazzo. Mettersi nei panni di una persona diversa da noi è difficile. E' più facile accomodarsi nelle proprie sicurezze, a volte ossessioni... che infondo ci confortano, perché la routine, anche mentale, rassicura. Ma continuerò a tentare.
Dr.ssa Esposito, sa che non l'ho mai vista da questo punto di vista? Forse per abitudine e inclinazione, nelle scelte della mia vita mi sono quasi sempre chiesta "cosa avrebbe fatto mia madre?", per cercare di agire diversamente, difficilmente riuscendoci. Non mi sono invece mai chiesta "cosa avrebbe fatto mio padre?", magari seguendo il suo esempio, oppure quello del mio ragazzo. Mettersi nei panni di una persona diversa da noi è difficile. E' più facile accomodarsi nelle proprie sicurezze, a volte ossessioni... che infondo ci confortano, perché la routine, anche mentale, rassicura. Ma continuerò a tentare.
[#4]
E' molto opportuno esplorare le differenze, specie quelle che sussistono con le persone care, che conosciamo e apprezziamo.
Certamente l'identificazione con Sua madre e' sempre stata piu' facile se non altro in quanto donna come Lei.
Ma mi sembra di capire che le affinita' con Suo papa' sono rilevanti per Lei!
Mi faccia sapere! E auguri!
Certamente l'identificazione con Sua madre e' sempre stata piu' facile se non altro in quanto donna come Lei.
Ma mi sembra di capire che le affinita' con Suo papa' sono rilevanti per Lei!
Mi faccia sapere! E auguri!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 15.8k visite dal 26/08/2015.
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