Disturbo evitante di personalità

Buongiorno gentlissimi Dottori, avrei una domanda da porvi. Sono cresciuta in una famiglia in cui eravamo in otto io i miei genitori, mia nonna i miei due cugini e i
Miei die zii,
Le die famiglie nn sono mai andate d'accordo e sia mia nonna ke mia zia ke mia madre sfogavano le loro frustrazioni su di me ke subivo in silenzio i loro maltrattamenti psicologici facendomi
Crescere fragile e insicura. Morale della favola nel 2012 sono stata ricoverata sotto tso per sei settimane con diagnosi disturbo delirante, gli psichiatri ke mi seguirono dissero ai miei familiari ke il mio problema ha radici nell'infanzia. Per qllo ke ho vissuto da piccola da adolescente ho iniziato a pensare ke se i miei familiari ce l'avevano con me allora anke il mondo fuori mi odiava e sparlava di me essendo stata un'adolescente leggera ke cambiava ragazzino in continuazione alla continua ricerca delle attenzioni ke nn trovavo nel mio ambiente familiare. Il mio problema principale e' ke pur essendo sposata madre di due adolescenti stanchi di una madre perennemente depressa e' ke la mia vita sociale e' ridotta a zero, il mio sogno sarebbe di avere un'amica del cuore ma quando entro in contatto con le persone mi chiudo a riccio nn riuscendo a legare con nessuna di loro lo stesso atteggiamento ce l'ho nei riguardi delle persone ke conosco, nn posso farci nulla il mio pensiero fisso e' ke tutti pensino male di me quando parlo
Con loro. Mi sto chiedendo se qsti pensieri siano dovuti ad un disturbo evitante di personalità o al disturbo delirante o tutte due insieme? Devo aggiungere ke da tre anni sto seguendo una cura antipsicotica ma tuttora e ciò nonostante i miei pensieri permangono sono soltanto leggermente migliorati. Cordiali saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,
certamente seguire la cura farmacologica è essenziale. Esegue regolari visite di controllo dallo psichiatra per la modulazione dei farmaci?
La terapia farmacologica è accompagnata anche da una psicoterapia? E' molto consigliabile in questo caso.

Il sogno di avere un'amica del cuore non è tanto facile da realizzare da adulti, nella fase adolescenziale è invece molto frequente.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signora,
Il Suo problema e' di genere "relazionale" e non e' il caso di volere fare dei distinguo fra il disturbo evitante e quello delirante. Possono essere uno la conseguenza dell'altro.
Ma non serve la classificazione.
Senza dubbio la Sua vita e' stata segnata da traumi pesanti.
Come vanno i rapporti con i Suoi figli adolescenti?
Le amiche del cuore sono un po' rare superata l'eta' della fanciullezza e penso che il Suo obiettivo dovrebbe essere cercare di agire sulla Sua relazionalita' senza caricarla troppo.
Si accontenti di conoscenze non profonde ma che resistano.
Senza che Lei senta quella paura di loro che la porta a distruggerle per difendersene.
E' un cammino fatto di piccoli passi. Di timori tenuti a freno.
Per avere anche Lei la Sua quota di serenita'. Almeno quella!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Gentilissime dottoresse grazie per le Vostre celeri risposte. Spero con la psicoterapia di riuscire a superare i miei timori e del sogno di trovare un'amica del cuore nn voglio perdere la speranza, sono stanca di rimanere sempre sola. A causa della mia depressione ho trascurato molto i rapporti con i miei figli al punto ke il più grande da anni vive con i nonni materni, mentre la più piccola proprio e soprattutto a causa delle mie difficoltà temo ke come mi ha detto
L'assistente sociale ke dal lunedì al venerdì verrà mandata in una scuola dove si fermerà a dormire per poi tornare a casa nel fine settimana. Immaginate come posso sentirmi e quali sensi di colpa mi assalgono per nn aver saputo fare meglio. La piu piccola in particolare ha un rapporto molto conflittuale con me mi ha detto ke nn riesce a perdonare quando nel 2012 e nel 2014 sono stata ricoverata in regime di tso nn perdona il fatto ke quando sono stata male io abbia fatto cose ke se fossi stata in me nn avrei mai fatta in particolare mi volevo separare da mio
Marito perché ero stanca della sua gelosia e perche in quei momenti pensavo ke lui mi volesse ammazzare e sono arriva a picchiar lo davanti ai suoi occhi. Da allora il nostro rapporto e' cambiato, nn mi vede più con gli stessi occhi con me e' sempre scontrosa e dispettosa nel vero senso del termine. Ancora adesso sono sottocuta per la depressione ke la psichiatra mi ha spiegato deriva dalla malattia base. Credete ke un giorno i miei figli capiranno le difficoltà ke tuttora ho e sapranno perdonarmi? E mia figlia se verrà portata in qsta scuola dall'assistente sociale credete ke se la prenderà con me? Da professioniste quali siete mi sapete dire quali ripercussioni avrà mia figlia una volta ke verrà portata in qsta scuola? Vi ringrazio e Vi porgo i miei più cordiali saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Quanto male si e' fatta! Anche attraverso i sentimenti "di ritorno" dai figli.!
Certo per i Suoi figli non sentire di essere "al centro" delle attenzioni della mamma non deve essere stato facile.
Se saranno aiutati ad elaborare i loro sentimenti forse capiranno. Chi lo sa?
Ma ora non pensi al passato.
Pensi al futuro. A quanto potrebbe fare per loro da domattina!
Che ne dice?
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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Gentilissima d.ssa mi dice di cominciare da domani a fare qualcosa per loro? Cosa potrei fare se nn mi sento bene e ho poca forza anke x curare la mia igiene personale, tanto per fare un esempio? Accetto qualunque consiglio utile, ma nn deve pensare ke per me sia stato facile, avrei voluto fare anke io ciò ke farebbe qualunque mamma in qsto mi
Sono sempre sentita diversa e ho sofferto anke io nel vedere ke x i miei figli riuscivo a fare poco o niente, io ho sofferto insieme a loro sentendosi costantemente una nullità, mi creda il solo
Scrivere dei miei figli mi sta facendo piangere anke in qsto momento. Nn so cos'altro fare. Cordiali saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
E' Lei la loro mamma!
E' nel Suo cuore che deve trovare l'energia.
Che Lei non ne abbia si sa!
Ma Le basta?
I figli sono Suoi?
Vuole che svaniscano nel nulla mentre Lei si dice di "non farcela"?
Si attivi! Gli chieda di loro, della loro vita!
Non sa che profonda comunicazione istintiva esista fra una mamma e i suoi figli? A meno che lei non la blocchi per egocentrismo?
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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Nn so dirle se il mio sia egocentrismo, nn so più nulla. Comunque nn e' giudicando una persona ke ha delle difficoltà oggettive e una malattia mentale ke nn si e' cercata e ke le condiziona pesantemente la vita. Mi dica Lei, cosa farebbe al mio posto? Ha provato a mettersi nei miei panni?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
No cara Signora.
Non cerchi complicita'!
Se io fossi nei Suoi panni lotterie in ogni modo per i miei figli.
Ma questo desiderio e' Lei a doverlo provare. O non trovera' neanche l'energia!
Ci pensi su!
Pensi a quando saranno lontani, dimentichi di Lei!
Ci pensi e si risponda?
Le basterà dirsi "Ke ha una difficolta' oggettiva o una malattia mentale Ke non si e' cercata?
Che ne dice cara Signora?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile Signora,
Stavo riflettendo alla sua domanda:
<<Credete ke un giorno i miei figli capiranno le difficoltà ke tuttora ho e sapranno perdonarmi?<<
e ritenevo che non ci fosse risposta. E dunque ... non ho scritto nulla.

Ad un tratto mi è apparsa la risposta, quando mi è tornata alla mente la vita di Alda Merini, grande poetessa e mamma, che ha trascorso lunghi periodi in manicomio (così si chiamavano), mentre le sue figlie crescevano in collegio. Una - se ben ricordo - aveva solo 7 anni; si ritrovarono anni dopo.
Alda diceva di sè:
"Anche la follia merita i suoi applausi";
e ancora:
"Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri." Quanta verità.

Cosa dicono - ora che sono adulte - le figlie della loro madre?
Tra le tante cose Barbara scrive:
"Come tutti i grandi amori, c'erano fra noi anche gli scontri. Ho capito quanto avessi bisogno di lei, proprio quando lei aveva bisogno di me, quando potevo carezzarle il corpo, aiutandola nei momenti di debolezza del corpo.
Era una donna speciale: e non perchè è la poetessa più grande del Novecento, ma perchè per me era, prima di tutto, mia madre."
(Nel sito di Alda Merini potrà leggere il racconto di questa storia difficilissima e meravigliosa, per certi versi simile alla Sua, e che solo in tarda età troverà un certo acquietarsi.)

Vorrei solo dire che ognuno di noi può dare ai propri figli qualcosa: non sappiamo bene cosa; forse un abbraccio di tanto in tanto quando se la sente, la sincerità del rapporto, la testimonianza di una fatica non cercata.
E chissà, forse loro capiranno, da adulti; o forse ancora dopo, quando i figli diventeranno genitori dei loro genitori.

Saluti cari.







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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Carissima Brunialti grazie di cuore per le sue toccanti parole, mi ha infuso un po' di fiducia a differenza della sua collega. Seguirò i suoi consigli un bacio una carezza l'ascolto. Prima mi ero un po' scoraggiata ma adesso ke ho trovato Lei ke subito mi ha capita alla perfezione mi sento già meglio. Ancora GRAZIE!!! Cordialissimi saluti.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Sono lieta di averLe "infuso un po' di fiducia"!

Cari saluti.