Dolore al petto e al braccio sinistro

Buon giorno dottori. Vorrei un vostro parere.
Da qualche tempo sto soffrendo di dolori al petto. Verso fine aprile inizi maggio ho fatto elettrocardiogramma ed ecocuore e per fortuna non è stato riscontrato nulla.
Da qualche giorno il dolore al petto (che spesso mi viene anche al collo fino ad avere la sensazione di non resporare e raramente sullo stomaco) è affiancato ad un fastidio al braccio sinistro. Il tutto accompagnato già da un po a vampate si calore in volto.
Secondo voi questi potrebbero essere sintomi di ansia o devo preoccuparmi e fare qualche indagine?
Grazie mille
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Gentile utente,
prima di attribuire cause psicologiche ai sintomi corporei, è necessario effettuare indagini mediche. Si rivolga al suo medico curante per gli accertamenti del caso. Mi sento di invitarla caldamente a consultarlo al più presto visti i dati che ha inserito e che sembrano indicare una sua obesità.

Se a livello fisico è tutto a posto, si può parlare di una probabile ansia che andrebbe comunque diagnosticata da uno psicologo.

Un caro saluto, ci tenga aggiornati su vuole

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Utente
Utente
Gentile dottoressa, la ringrazio per la velocità nella risposta. Effettivamente sono obesa e appena tornerò dalle vacanze avevo già previsto di prendere appuntamento da un medico che mi è stato consigliato per essere seguita con una dieta.
Per quanto riguarda il medico di base non mi da molta fiducia visto che già prima di partire per le vacanze sono andata più volte a parlare con lui riguardo i miei sintomi ma lui ha dato tutto per scontato e non si è mai espresso su cosa potesse essere e cosa poter fare.
Tra aprile e maggio ho fatto ecocuore, elettrocardiogramma ed analisi del sangue per controllare la tiroide solo perché una notte mi sono svegliata con tachicardia, sudorazione e tremore alle gambe e la pressione alta. Per fortuna le analisi mi sono riuscite buone a parte il colesterolo un pochino alto (circa 206 su 200). Mi ha fatto fare anche una tac al cervello perché accusavo anche mal di testa e anche qualche fitta al cranio ma anche la tac è andata bene. Da quel momento il mio medico si è chiuso in mutismo non dicendomi più nulla ma dandomi solo una pillola per la pressione che io non ho mai preso visto che poi la pressione si è normalizzata. Si è sempre pensato potesse essere un periodo di stress perché dal 5 aprile data in cui è morto mio zio in poi sono stata sempre super agitata ma ora questo dolore al petto mi inizia a preoccuparmi visto che non passa. Cosa Potrei Fare Fin Quando Non Torno A Casa?
Grazie
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Se ha già effettuato tutte le indagini mediche, e sono risultate negative (ovvero non ci sono patologie) non le resta che rivolgersi ad un nostro collega psicoterapeuta di persona.

I sintomi che ci descrive possono essere attribuiti all'ansia.

Lei ci dice che sta attraversando un periodo di stress, legato ad un lutto. Forse è giunto il momento di affrontare alcune problematiche e il suo corpo glielo comunica in questo modo.

Consideri anche che l' obesità è spesso legata a disagi emotivi.

Ci chiede cosa può fare finché non torna a casa. Sposti le energie rivolte ai suoi malesseri fisici impiegandole in altro modo. Ha effettuato molti esami medici che per fortuna non rivelano patologie. Probabilmente è ancora influenzata dalla perdita di suo zio. Fissi un appuntamento per quando tornerà dalle ferie.

Provi a sentire uno psicoterapeuta specializzato anche in disturbi alimentari, da affiancare al medico dietologo al quale si rivolgerà.

Cari saluti,

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Utente
Utente
Purtroppo la mia ansia non dipende solo dalla morte di mio zio ma ci sono altri fattori che mi tengono preoccupata e in ansia.
Grazie mille per le risposte che mi ha dato!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
In sintonia con quanto detto dalla Dott.Ferretti, anche io le dico di investigare le cause "altre" che contribuiscono al mantenimento, oltre che all'insorgenza, del suo malessere.

La diagnosi differenziale è quel processo che esclude le cause organiche e fa luce, in modo che il clinico che si occuperà di lei potrà orientarsi nel percorso di cura.

Posso chiederle da quanto tempo è obesa?
E, secondo lei, perché?


Ha mai provato a dimagrire, se pur con difficoltà?

Non ci dice nulla della sua vita affettiva, familiare, relazionale, sessuale...

I sintomi sono sempre una spia di altro, una sorta di campanello d'allarme, una malsana cominicazione del nostro disagio tramite il corpo...vanno ascoltati, interpretati, tradotti in parole....e non solo tacitati.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentile dottoressa Randone , innanzitutto la ringrazio per la risposta datami.
Per quanto riguarda le sue domande sulla mia obesa le posso dire che già dalle elementari ero in po più in carne rispetto agli altri bambini ma poi nel corso degli anni, specialmente gli ultimi 10 anni circa, sono arrivata a superare i 100 chili. Di diete ne ho fatte tantissime e di vari tipi (con pillole, senza pillole, la tisanoreica, la dukan) e con alcune sono riuscita anche a perdere 20 chili ma poi o per un motivo o per un altro ho sempre smesso le diete riprendendo non solo i chili persi ma anche gli interessi.
I motivi per cui mi butto sul cibo, secondo me, sono svariati. Vanno dal fatto di voler occupare in qualche modo il tempo libero che ho (e ne ho molto visto che non lavoro) al fatto di volermi rifare di tutto quello che mia madre mi ha sempre vietato di mangiare o che non vuole cucinare proprio perché io sono grassa e non devo mangiare
Per il resto ....... insomma ....... la mia vita non è semplice. È una continua tensione e incamerare le varie tensioni ansie preoccupazioni e delusioni per poi non potermi sfogare con nessuno.