Un consulto medico
Buon pomeriggio.
Sono una ragazza di appena diciotto anni. Da otto mesi soffro di continue "ossessioni", immagini intrusive e indesiderate che si manifestano sempre contrariamente al mio credo o ai miei valori. Sto sperimentando quello che, essendomi documentata su internet, sembra si chiami doc aggressivo e doc religioso. Ciò detto, non credo di essere particolarmente soggetta a compulsione irrefrenabili né queste ossessioni limitano di per sé la serenità e la spensieratezza che la mia giovane età dovrebbe portare. Il problema risiede nel mio stato di ansia costante, che talvolta si traduce in ipocondria e paura della morte. Forse sarebbe opportuno fare presente che soffro anche di vitiligine da quando avevo 14 anni. Questo ultimi anni sono stati per me molto difficili, ho dovuto affrontare un lutto, da cui è seguita l'ansia cronica e successivamente la vitiligine. Come se non bastasse, adesso c'è anche la possibilità che possa soffrire di disturbo ossessivo compulsivo. Inutile dire che non sto bene, non sono serena, a distanza di pochi giorni insorgono diverse ossessioni che mi rendono incredibilmente fragile e impaurita. Passata da poco una fase di ipocondria totalmente ingiustificata, infatti, questa notte ho sognato delle croci nere al contrario che mi hanno profondamente turbata. Sono credente, anche se non eccessivamente praticante, la mia famiglia è sempre stata molto religiosa e mi chiedo se tutto questo possa avere qualcosa a che fare con la mia ossessione del demonio. In particolar modo avverto la forte paura di diventare una persona malvagia, che possa compiere atti osceni che vadano contro i miei personali valori, che possa addirittura far del male ai propri cari. Come già detto, a parte un frequente dialogo interiore che intrattengo con me stessa per rassicurarmi, non mi pare di attuare alcun tipo di rituale compulsivo. Chiedo a voi dottori un consulto perché non riesco a capire se la mia condizione è patologica o se è soltanto frutto di alcune mie affrettate congetture, complice anche le numerose ricerche su internet che non fanno altro che suggestionarmi. La mia famiglia è molto presente, mi supporta ma non crede che abbia bisogno di un consulto medico di alcun tipo.
Un'ultima domanda: cosa potrebbe voler significare questo mio incubo dal significato ambiguo? Sono molto scossa e sfiduciata.
Ringrazio chiunque di voi mi risponda in anticipo.
Sono una ragazza di appena diciotto anni. Da otto mesi soffro di continue "ossessioni", immagini intrusive e indesiderate che si manifestano sempre contrariamente al mio credo o ai miei valori. Sto sperimentando quello che, essendomi documentata su internet, sembra si chiami doc aggressivo e doc religioso. Ciò detto, non credo di essere particolarmente soggetta a compulsione irrefrenabili né queste ossessioni limitano di per sé la serenità e la spensieratezza che la mia giovane età dovrebbe portare. Il problema risiede nel mio stato di ansia costante, che talvolta si traduce in ipocondria e paura della morte. Forse sarebbe opportuno fare presente che soffro anche di vitiligine da quando avevo 14 anni. Questo ultimi anni sono stati per me molto difficili, ho dovuto affrontare un lutto, da cui è seguita l'ansia cronica e successivamente la vitiligine. Come se non bastasse, adesso c'è anche la possibilità che possa soffrire di disturbo ossessivo compulsivo. Inutile dire che non sto bene, non sono serena, a distanza di pochi giorni insorgono diverse ossessioni che mi rendono incredibilmente fragile e impaurita. Passata da poco una fase di ipocondria totalmente ingiustificata, infatti, questa notte ho sognato delle croci nere al contrario che mi hanno profondamente turbata. Sono credente, anche se non eccessivamente praticante, la mia famiglia è sempre stata molto religiosa e mi chiedo se tutto questo possa avere qualcosa a che fare con la mia ossessione del demonio. In particolar modo avverto la forte paura di diventare una persona malvagia, che possa compiere atti osceni che vadano contro i miei personali valori, che possa addirittura far del male ai propri cari. Come già detto, a parte un frequente dialogo interiore che intrattengo con me stessa per rassicurarmi, non mi pare di attuare alcun tipo di rituale compulsivo. Chiedo a voi dottori un consulto perché non riesco a capire se la mia condizione è patologica o se è soltanto frutto di alcune mie affrettate congetture, complice anche le numerose ricerche su internet che non fanno altro che suggestionarmi. La mia famiglia è molto presente, mi supporta ma non crede che abbia bisogno di un consulto medico di alcun tipo.
Un'ultima domanda: cosa potrebbe voler significare questo mio incubo dal significato ambiguo? Sono molto scossa e sfiduciata.
Ringrazio chiunque di voi mi risponda in anticipo.
[#1]
Salve, la sua richiesta di consulto è importante e ha fatto bene a porla.
Il fatto che lei voglia affrontare questa situazione mi sembra indice di una sua forza, nonostante il senso di sfiducia che dice di provare. La sua famiglia non sembra a favore di un consulto, mi spiace per questo.
Tenga presente che può muoversi autonomamente, essendo maggiorenne. Certo è un peccato non poter condividere questo con i suoi cari e mi rendo conto che si trova ad affrontare sulle sue spalle un carico che può essere pesante. Capisco molto bene il senso smarrimento e paura, che lei descrive chiaramente attraverso le sue parole.
Posso dirle il mio pensiero, cioè che quello che viviamo ha un suo senso. Lascerei stare le diagnosi, che sono delle definizioni tecniche, sicuramente internet può creare confusione e, come lei dice, suggestionare più del dovuto.
Lei parla di immagini indesiderate, parla di valori e di un vissuto personale che sembra in contrasto con essi. Da una parte sembra esserci qualcosa di positivo, dall'altra qualcosa di "malvagio".
Quanto al sogno, sembra lei stessa dare un'indicazione preziosa, definendolo "ambiguo". Nel mio modo di interpretarlo, il sogno parla delle esperienze personali e relazionali di chi lo fa. Nessuno più di lei è in grado di sapere cosa significa, è lei l'autrice. Per poterne dare una lettura, quindi, è quanto meno necessario conoscere la sua storia in modo approfondito. I sogni non hanno un senso in assoluto dal mio punto di vista.
Certo, a spanne, sembra piuttosto coerente con ciò che ha descritto di se stessa: da una parte i suoi valori, dall'altra il "contrario", che lei teme e per cui, forse, si sente colpevole?
Tutto questo apre numerosi interrogativi su quello che sta vivendo, che a mio parere è giusto poter approfondire in una sede di consultazione dal vivo, come lei stessa sembra desiderare.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Il fatto che lei voglia affrontare questa situazione mi sembra indice di una sua forza, nonostante il senso di sfiducia che dice di provare. La sua famiglia non sembra a favore di un consulto, mi spiace per questo.
Tenga presente che può muoversi autonomamente, essendo maggiorenne. Certo è un peccato non poter condividere questo con i suoi cari e mi rendo conto che si trova ad affrontare sulle sue spalle un carico che può essere pesante. Capisco molto bene il senso smarrimento e paura, che lei descrive chiaramente attraverso le sue parole.
Posso dirle il mio pensiero, cioè che quello che viviamo ha un suo senso. Lascerei stare le diagnosi, che sono delle definizioni tecniche, sicuramente internet può creare confusione e, come lei dice, suggestionare più del dovuto.
Lei parla di immagini indesiderate, parla di valori e di un vissuto personale che sembra in contrasto con essi. Da una parte sembra esserci qualcosa di positivo, dall'altra qualcosa di "malvagio".
Quanto al sogno, sembra lei stessa dare un'indicazione preziosa, definendolo "ambiguo". Nel mio modo di interpretarlo, il sogno parla delle esperienze personali e relazionali di chi lo fa. Nessuno più di lei è in grado di sapere cosa significa, è lei l'autrice. Per poterne dare una lettura, quindi, è quanto meno necessario conoscere la sua storia in modo approfondito. I sogni non hanno un senso in assoluto dal mio punto di vista.
Certo, a spanne, sembra piuttosto coerente con ciò che ha descritto di se stessa: da una parte i suoi valori, dall'altra il "contrario", che lei teme e per cui, forse, si sente colpevole?
Tutto questo apre numerosi interrogativi su quello che sta vivendo, che a mio parere è giusto poter approfondire in una sede di consultazione dal vivo, come lei stessa sembra desiderare.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Gentile ragazza
È molto probabile che tali pensieri che cerchi di controllare tramite il rimuginio siano l ' espressione di un problema ansioso-ossessiva.
Secondo l approccio cognitivo comportamentale non è tanto importante il contenuto (es religioso )quanto la forma del pensiero e quindi è su questo problema che bisogna agire.
Poi sono consapevole che il tema possa spaventare chi soffre di ossessioni.
Potresti quindi rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta per evitare che il problema possa peggiorare.
Cordiali saluti
È molto probabile che tali pensieri che cerchi di controllare tramite il rimuginio siano l ' espressione di un problema ansioso-ossessiva.
Secondo l approccio cognitivo comportamentale non è tanto importante il contenuto (es religioso )quanto la forma del pensiero e quindi è su questo problema che bisogna agire.
Poi sono consapevole che il tema possa spaventare chi soffre di ossessioni.
Potresti quindi rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta per evitare che il problema possa peggiorare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Ringrazio di cuore entrambi i dottori per le loro rapide risposte! I vostri consulti sono preziosi e avere a disposizione le parole di specialisti mi rincuora un po'.
Vorrei intanto rispondere al dr. De Sanctis: al momento, l'unica interpretazione che riesco a dare al mio incubo è che sembra essere la rappresentazione interiore di quello che mi spaventa molto, cioè trasformarmi in una persona "malvagia" che non sento (o almeno fino a qualche tempo fa non sentivo) di essere. La paura del "contrario", del paradosso, è ciò che spesso fa scattare nella mia mente le mie ossessioni. Mi spiego meglio: se dico di voler bene ad una persona, come ad esempio mio fratello o i miei amici, subito dopo arriva il temuto pensiero paradossale, ovvero, ritengo che quanto detto precedentemente sia solo una bugia, tutto il contrario di ciò che pensavo essere vero. Vede, è questo che rischia di farmi impazzire... La paura di non riuscire più a fidarmi di me stessa e di conseguenza dei miei pensieri! Realisticamente parlando non ho mai fatto del male a nessuno, non intenzionalmente almeno, e non ho mai compiuto atti talmente gravi da andare contro il mio credo. Non so per quale motivo, ma la paura mi attanaglia sempre più. Comunque grazie per aver condiviso il suo pensiero, mi sta aiutando a riflettere molto.
Vorrei intanto rispondere al dr. De Sanctis: al momento, l'unica interpretazione che riesco a dare al mio incubo è che sembra essere la rappresentazione interiore di quello che mi spaventa molto, cioè trasformarmi in una persona "malvagia" che non sento (o almeno fino a qualche tempo fa non sentivo) di essere. La paura del "contrario", del paradosso, è ciò che spesso fa scattare nella mia mente le mie ossessioni. Mi spiego meglio: se dico di voler bene ad una persona, come ad esempio mio fratello o i miei amici, subito dopo arriva il temuto pensiero paradossale, ovvero, ritengo che quanto detto precedentemente sia solo una bugia, tutto il contrario di ciò che pensavo essere vero. Vede, è questo che rischia di farmi impazzire... La paura di non riuscire più a fidarmi di me stessa e di conseguenza dei miei pensieri! Realisticamente parlando non ho mai fatto del male a nessuno, non intenzionalmente almeno, e non ho mai compiuto atti talmente gravi da andare contro il mio credo. Non so per quale motivo, ma la paura mi attanaglia sempre più. Comunque grazie per aver condiviso il suo pensiero, mi sta aiutando a riflettere molto.
[#4]
Le sue parole mi fanno pensare a una cosa: come esseri umani proviamo anche sentimenti negativi per gli altri, per tante ragioni. Prenda con le dovute cautele quello che sto dicendo qui, essendo online, ma mi chiedo se è abituata a giudicare fortemente e a reprimere questi sentimenti, che sono senz'altro scomodi, però ci sono.
A volte capita che l'immagine di noi stessi debba essere irreprensibile e altruista, ci sono dei valori che ci hanno insegnato, a cui noi crediamo fermamente. E questo va benissimo.
Solo che a volte ci sono dei valori che dobbiamo riconquistare, attraverso la nostra voce, che magari va contro.
E la nostra voce va contro perché abbiamo anche la nostra soggettività, che si scontra con quella degli altri. E questo diventa molto complesso se questi altri sono persone a cui siamo particolarmente legati.
Allora lei non è malvagia, lei sarebbe solo se stessa, umana come tutti gli altri. Alla ricerca dei suoi valori, che questo incubo forse le sta suggerendo. Ed è un incubo che la spaventa perché perde le sue certezze, e dovendo riformulare una nuova se stessa, non è ancora pronta a fidarsi, perché al momento la teme, si teme.
Mi fa pensare a una frase di Ghoete, che dice: ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero.
Se vorrà approfondire tramite una consultazione la sua storia e i suoi vissuti sono sicuro che troverà quella fiducia per se stessa che merita, senza più paura per la sua soggettività.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
A volte capita che l'immagine di noi stessi debba essere irreprensibile e altruista, ci sono dei valori che ci hanno insegnato, a cui noi crediamo fermamente. E questo va benissimo.
Solo che a volte ci sono dei valori che dobbiamo riconquistare, attraverso la nostra voce, che magari va contro.
E la nostra voce va contro perché abbiamo anche la nostra soggettività, che si scontra con quella degli altri. E questo diventa molto complesso se questi altri sono persone a cui siamo particolarmente legati.
Allora lei non è malvagia, lei sarebbe solo se stessa, umana come tutti gli altri. Alla ricerca dei suoi valori, che questo incubo forse le sta suggerendo. Ed è un incubo che la spaventa perché perde le sue certezze, e dovendo riformulare una nuova se stessa, non è ancora pronta a fidarsi, perché al momento la teme, si teme.
Mi fa pensare a una frase di Ghoete, che dice: ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero.
Se vorrà approfondire tramite una consultazione la sua storia e i suoi vissuti sono sicuro che troverà quella fiducia per se stessa che merita, senza più paura per la sua soggettività.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
[#5]
Cara ragazza, d'accordo coi Colleghi vorrei consigliarle di rendersi conto che i pensieri sono come nuvole, passano, cambiano, non vanno inseguiti, controllati, analizzati, tutto questo rimuginare e cercare su internet, è faticoso, stressante , conta quello che si fa e Lei sembra una ragazza sensibile, intelligente, forse troppo sola ..Prenda contatto de visu con un Collega per sentirsi compresa, accolta e mai giudicata..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.5k visite dal 23/08/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.