Dispepsia cronica
Buonasera,
Mi permetto di scrivervi perché soffro di dispepsia dall'estate 2002. Con questo intendo dire che i sintomi si verificano ogni giorno, e non solamente in occasione di momenti particolarmente difficili. Anche in occasione di pasti ridotti ed estremamente leggeri, la digestione è lunga e difficile (fino ad 8 ore, al termine di cui non ho mai lo stimolo della fame). Tutto questo contribuisce ad inasprire una forma particolarmente ostica di reflusso gastrico. Nel corso di questi 13 anni ho provato tutti i farmaci possibili ed immaginabili, dai procinetici agli antidepressivi, passando per gli ansiolitici. Nulla ha funzionato. Ho recentemente terminato un percorso di psicoterapia ipnotica della durata di 12 mesi che non ha minimamente scalfito il problema. Nel corso degli anni ho iniziato a soffrire anche di ansia, depressione, attacchi di panico (leggeri), sintomi che non si sono minimamente attenuati, né con i farmaci, né con la psicoterapia. Anche il medico di base, non notando miglioramenti, neppur minimi, mi ha consigliato di cambiare approccio. Mi rivolgo al vostro team chiedendo quale potrebbe essere il tipo di psicoterapia più adatto a queste somatizzazioni così resistenti ad ogni tipo di trattamento. Il mio obiettivo è quello di risolvere totalmente il problema, ovviamente posso essere paziente e accettare un cammino lungo, ma vorrei beneficiare quanto prima anche solo di lievi miglioramenti che mi facciano capire di essere sulla strada giusta. Purtroppo questi problemi digestivi non mi consentono di nutrirmi adeguatamente. Il mio peso attuale è di 46 kg (altezza 172 cm), la mia eccessiva magrezza mi fa sentire esteticamente sgradevole. Ovviamente anche le forze sono ridotte, il che mi penalizza da ogni punto di vista (anche e soprattutto in ambito professionale). Grazie mille per l'attenzione.
Mi permetto di scrivervi perché soffro di dispepsia dall'estate 2002. Con questo intendo dire che i sintomi si verificano ogni giorno, e non solamente in occasione di momenti particolarmente difficili. Anche in occasione di pasti ridotti ed estremamente leggeri, la digestione è lunga e difficile (fino ad 8 ore, al termine di cui non ho mai lo stimolo della fame). Tutto questo contribuisce ad inasprire una forma particolarmente ostica di reflusso gastrico. Nel corso di questi 13 anni ho provato tutti i farmaci possibili ed immaginabili, dai procinetici agli antidepressivi, passando per gli ansiolitici. Nulla ha funzionato. Ho recentemente terminato un percorso di psicoterapia ipnotica della durata di 12 mesi che non ha minimamente scalfito il problema. Nel corso degli anni ho iniziato a soffrire anche di ansia, depressione, attacchi di panico (leggeri), sintomi che non si sono minimamente attenuati, né con i farmaci, né con la psicoterapia. Anche il medico di base, non notando miglioramenti, neppur minimi, mi ha consigliato di cambiare approccio. Mi rivolgo al vostro team chiedendo quale potrebbe essere il tipo di psicoterapia più adatto a queste somatizzazioni così resistenti ad ogni tipo di trattamento. Il mio obiettivo è quello di risolvere totalmente il problema, ovviamente posso essere paziente e accettare un cammino lungo, ma vorrei beneficiare quanto prima anche solo di lievi miglioramenti che mi facciano capire di essere sulla strada giusta. Purtroppo questi problemi digestivi non mi consentono di nutrirmi adeguatamente. Il mio peso attuale è di 46 kg (altezza 172 cm), la mia eccessiva magrezza mi fa sentire esteticamente sgradevole. Ovviamente anche le forze sono ridotte, il che mi penalizza da ogni punto di vista (anche e soprattutto in ambito professionale). Grazie mille per l'attenzione.
[#1]
Gentile Utente,
per le crisi d'ansia sono particolarmente adatti gli approcci terapeutici attivi e focalizzati come la terapia cognitivo-comportamentale ad esempio.
Cordiali saluti,
per le crisi d'ansia sono particolarmente adatti gli approcci terapeutici attivi e focalizzati come la terapia cognitivo-comportamentale ad esempio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile Utente,
oltre al sintomo riportato non dice nulla di se.
Lavora?
Le piace quello che fa?
Ha delle passioni?
Un amore?
Che infanzia ha avuto?
Oltre alla magrezza che, da quanto leggo, le crea disagio, come sono le sue relazioni?
la terapia psicologica è stata effettuata " congiuntamente" alla terapia farmacologica?
Spesso per problematiche come le sue la terapia combinata è la migliore.
oltre al sintomo riportato non dice nulla di se.
Lavora?
Le piace quello che fa?
Ha delle passioni?
Un amore?
Che infanzia ha avuto?
Oltre alla magrezza che, da quanto leggo, le crea disagio, come sono le sue relazioni?
la terapia psicologica è stata effettuata " congiuntamente" alla terapia farmacologica?
Spesso per problematiche come le sue la terapia combinata è la migliore.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Gentilissime,
Buongiorno e grazie per avermi dedicato il vostro tempo.
Rispondo in particolar modo alla dottoressa Randone, riepilogando con un elenco le fasi cruciali della mia vita.
- 1982 > 1985 primi contatti sessuali con un bambino più grande di me di 3 anni [secondo la psicoterapeuta la dinamica "se piangi (all'asilo) ne parlo con tua mamma] può essere vista come una sorta di "abuso".
- 1986 pancreatite acuta: il pancreas si riprende entro 6 mesi ma restano, problemi gastrointestinali, distrofia, apatia. Nel corso degli anni recupero il senso dell'appetito.
- 1991 > 1992 ricovero (causa dispepsia, senso di sazietà precoce, peso insufficiente) di sette mesi con alimentazione parenterale, sondino, flebo, poca assistenza psicologica. Aumento del peso da 19 kg a 31 kg (età 13 anni).
- 1991 > 1994 psicoterapia (nessun risultato)
- 1993 > 1998 studi superiori terminati con successo (voto massimo alla maturità)
- 2002 trauma dovuto alla perdita del posto di lavoro a tempo indeterminato causa chiusura azienda ("il lavoro della mia vita") e inizio sintomi: dispepsia, ansia, depressione
- 2002 > 2003 qualche mese di psicoterapia presso la stessa psicologa che mi aveva seguito in precedenza
- 2003 > consapevolezza orientamento sessuale omosessuale
- dal 2003 ad oggi: attività lavorativa discontinua, perdita di un secondo posto di lavoro abbastanza soddisfacente (chiusura azienda, 2009), tentativi con farmaci di tutti i tipi
- 2012 > 2014 esperienza di lavoro all'estero, terminata per incapacità di gestire i ritmi di lavoro e peggioramento condizioni psico-fisiche.
- 2015: breve collaborazione professionale (molto soddisfacente, ai livelli di quella del 2002).
Al momento sono in cerca di una nuova occupazione (la precedente collaborazione si è conclusa a causa del subentro di un coinvolgimento amoroso con il collaboratore). Poche amicizie (alcune decennali), anche se a mio avviso profonde. Vita sentimentale passata insoddisfacente, attualmente entusiasta di una recente conoscenza (da riprendere tra pochi giorni dopo le sue lunghe vacanze nella terra d'origine). Al momento nessuna attività sessuale (ci sono stati periodi di astinenza di ben 5 anni). Passioni: musica (indispensabile), cinema, viaggiare (che purtroppo avviene poco per via della debolezza), studiare (lingue straniere, ricerche storiche), passeggiare.
Elementi estremamente ricorrenti emersi con la psicoterapia (interpretazione sogni): paura del fallo (serpenti, siringhe, coltelli...), ladri/vicini invadenti (sentirsi violati?), ripetizione esame maturità e impreparazione scolastica (sogni d'ansia?), paura di viaggiare verso i Caraibi (reale paura di prendere l'aereo)...
La magrezza mi crea molto disagio perché se è vero che soffro di bassa autostima, obiettivamente sono sottopeso e non mi vedo bello. La dispepsia mi costringe ad una dieta castigata (seppur sana) e alla repressione di una mia innata golosità.
Attualmente (e per tutta la durata della psicoterapia) sto assumendo antidepressivi (paroxetina) e ansiolitici. Gli antidepressivi non hanno mai avuto alcun risultato (tranne la paroxetina, per un mese e mezzo, nel 2004).
Grazie infinite per l'attenzione e buona domenica.
Buongiorno e grazie per avermi dedicato il vostro tempo.
Rispondo in particolar modo alla dottoressa Randone, riepilogando con un elenco le fasi cruciali della mia vita.
- 1982 > 1985 primi contatti sessuali con un bambino più grande di me di 3 anni [secondo la psicoterapeuta la dinamica "se piangi (all'asilo) ne parlo con tua mamma] può essere vista come una sorta di "abuso".
- 1986 pancreatite acuta: il pancreas si riprende entro 6 mesi ma restano, problemi gastrointestinali, distrofia, apatia. Nel corso degli anni recupero il senso dell'appetito.
- 1991 > 1992 ricovero (causa dispepsia, senso di sazietà precoce, peso insufficiente) di sette mesi con alimentazione parenterale, sondino, flebo, poca assistenza psicologica. Aumento del peso da 19 kg a 31 kg (età 13 anni).
- 1991 > 1994 psicoterapia (nessun risultato)
- 1993 > 1998 studi superiori terminati con successo (voto massimo alla maturità)
- 2002 trauma dovuto alla perdita del posto di lavoro a tempo indeterminato causa chiusura azienda ("il lavoro della mia vita") e inizio sintomi: dispepsia, ansia, depressione
- 2002 > 2003 qualche mese di psicoterapia presso la stessa psicologa che mi aveva seguito in precedenza
- 2003 > consapevolezza orientamento sessuale omosessuale
- dal 2003 ad oggi: attività lavorativa discontinua, perdita di un secondo posto di lavoro abbastanza soddisfacente (chiusura azienda, 2009), tentativi con farmaci di tutti i tipi
- 2012 > 2014 esperienza di lavoro all'estero, terminata per incapacità di gestire i ritmi di lavoro e peggioramento condizioni psico-fisiche.
- 2015: breve collaborazione professionale (molto soddisfacente, ai livelli di quella del 2002).
Al momento sono in cerca di una nuova occupazione (la precedente collaborazione si è conclusa a causa del subentro di un coinvolgimento amoroso con il collaboratore). Poche amicizie (alcune decennali), anche se a mio avviso profonde. Vita sentimentale passata insoddisfacente, attualmente entusiasta di una recente conoscenza (da riprendere tra pochi giorni dopo le sue lunghe vacanze nella terra d'origine). Al momento nessuna attività sessuale (ci sono stati periodi di astinenza di ben 5 anni). Passioni: musica (indispensabile), cinema, viaggiare (che purtroppo avviene poco per via della debolezza), studiare (lingue straniere, ricerche storiche), passeggiare.
Elementi estremamente ricorrenti emersi con la psicoterapia (interpretazione sogni): paura del fallo (serpenti, siringhe, coltelli...), ladri/vicini invadenti (sentirsi violati?), ripetizione esame maturità e impreparazione scolastica (sogni d'ansia?), paura di viaggiare verso i Caraibi (reale paura di prendere l'aereo)...
La magrezza mi crea molto disagio perché se è vero che soffro di bassa autostima, obiettivamente sono sottopeso e non mi vedo bello. La dispepsia mi costringe ad una dieta castigata (seppur sana) e alla repressione di una mia innata golosità.
Attualmente (e per tutta la durata della psicoterapia) sto assumendo antidepressivi (paroxetina) e ansiolitici. Gli antidepressivi non hanno mai avuto alcun risultato (tranne la paroxetina, per un mese e mezzo, nel 2004).
Grazie infinite per l'attenzione e buona domenica.
[#4]
Leggendola scorgo la sua sofferenza ...
Una vita difficile, sofferta, in salita...
Il corpo sembra essere il palcoscenico dove ha messo in scena il dolore e la fatica del vivere....
Non demorda però, presso una struttura pubblica - quindi risparmiando - potrà rivalutare il suo quadro clinico e stabilire cosa si può ancora fare che non è stato fatto.
Il corpo va anche ascoltato, decodificato e non solo tacitato...solitamente non mente mai!
Una vita difficile, sofferta, in salita...
Il corpo sembra essere il palcoscenico dove ha messo in scena il dolore e la fatica del vivere....
Non demorda però, presso una struttura pubblica - quindi risparmiando - potrà rivalutare il suo quadro clinico e stabilire cosa si può ancora fare che non è stato fatto.
Il corpo va anche ascoltato, decodificato e non solo tacitato...solitamente non mente mai!
[#5]
Ex utente
Grazie mille dottoressa Randone.
A luglio, dopo aver interrotto la psicoterapia ipnotica, ho conosciuto una psicanalista presso la quale penso proprio di iniziare un nuovo percorso a settembre (non mi ha consigliato di fare sedute a luglio, interrompendo ad agosto per le vacanze estive, perché secondo lei sarebbe stato inutile), sperando che porti a piccoli ma costanti risultati (a meno che nel frattempo non venga a contatto con qualcuno che mi proponga percorsi più adatti alle mie somatizzazioni). Non lo dico per sfogarmi, ma, sono onesto, se i miei sintomi fossero ritenuti validi ai fini di un'eutanasia, lo farei domani stesso con totale serenità. E' vero che non si tratta di una malattia terminale, ma così come sono passati 13 anni ne potrebbero passare tanti altri, vivendo così uno stato di invalidità.
Struttura pubblica: si riferisce ad un centro psico-sociale?
Grazie ancora.
A luglio, dopo aver interrotto la psicoterapia ipnotica, ho conosciuto una psicanalista presso la quale penso proprio di iniziare un nuovo percorso a settembre (non mi ha consigliato di fare sedute a luglio, interrompendo ad agosto per le vacanze estive, perché secondo lei sarebbe stato inutile), sperando che porti a piccoli ma costanti risultati (a meno che nel frattempo non venga a contatto con qualcuno che mi proponga percorsi più adatti alle mie somatizzazioni). Non lo dico per sfogarmi, ma, sono onesto, se i miei sintomi fossero ritenuti validi ai fini di un'eutanasia, lo farei domani stesso con totale serenità. E' vero che non si tratta di una malattia terminale, ma così come sono passati 13 anni ne potrebbero passare tanti altri, vivendo così uno stato di invalidità.
Struttura pubblica: si riferisce ad un centro psico-sociale?
Grazie ancora.
[#6]
Gentile Signore,
Potrebbe optare per un approccio diverso dalla psicoterapia classica , ovvero l'approccio psicosomatico.
Il tipo di sintomi che descrive rientra infatti fra le patologie psicosomatiche, quelle che si manifestano sul "soma" (apparato gastroienterico nel Suo caso) bypassando la psiche.
Cerchi nella Sua citta' uno psicoterapeuta che operi in questa specializzazione.
Ci mandi Sue notizie!
I migliori saluti
Potrebbe optare per un approccio diverso dalla psicoterapia classica , ovvero l'approccio psicosomatico.
Il tipo di sintomi che descrive rientra infatti fra le patologie psicosomatiche, quelle che si manifestano sul "soma" (apparato gastroienterico nel Suo caso) bypassando la psiche.
Cerchi nella Sua citta' uno psicoterapeuta che operi in questa specializzazione.
Ci mandi Sue notizie!
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5.2k visite dal 23/08/2015.
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Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
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