Non sto bene con me stessa
Buongiorno a tutti.
Ho 24 anni e mi ritrovo completamente da sola,senza nessuno con cui uscire,fare due chiacchiare,scherzare,fare tutto ciò che dovrebbe fare una ragazza della mia età,nessuno.La mia vita è abbastnza sedentaria,noiosa, non vivo in una grande città e le occasioni sono poche per consocere nuova gente in più economicamente non posso permettermi auto o grandi viaggi ne momenti di svago.Mi sento tremendamente da sola,la vita mi sembra un fardello,un pacco enorme di cui non so che farmene. In più ultimamente ho sviluppato una sorta di avversione verso tutto ciò che mi circonda, quasi come se questa condizione fosse colpa degli altri. Credo che a livello inconscio allontani tutti quelli che mi si avvicinano, non so bene per paura di cosa ma ogni volta che qualcuno mi si avvicina un pò di più sto sulle mie e mi chiudo non cerco nessuno.Ho avuto numerose delusioni,sembra che io non sia in grado di costruire nulla ma semmai di distruggere tutto.Ho avuto delle amicizie nel corso della mia vita ma sembra che non sia in grado di tenere i rapporti, nè di creare un rapporto vero, per un motivo o per un altro si rivelano persone false, che stanno con me finchè servo e finisce per essere un rapporto conflittuale,una lite,un discussione e fine. Ma mi rendo conto allo stesso che quelle non erano persone adatte a me,nel senso troppo diverse da me, che pur di non stare da sola me le facevo piacere. Tanto che una volta finita l'amicizia da un lato penso sia meglio così. Sembra che nessuno sia come me e mi capisca. In amore non sono mai riusciuta a instaurare un rapporto sui sentimenti, solo storielle fatte di sesso senza contenuto.Perchè? è come se fossi bloccata,penso di non essere all'altezza per una storia vera,ho pure di mostrarmi per quella che sono e finisco per accontantarmi di storie fatte di nulla,accetto pure di farmi usaare per i piaceri altrui. C'è qualcosa che non va in me. Mi sento spesso triste per tutto e provo un senso di vuoto,di negatività.in più soffro di ansia soprattutto se mi trovo con persone nuove mi sento a disagio e l'ansia aumenta leggendo su internet credo di avere uan fobia. La mia vita è un incubo!!! mi sento prigioniera di questa siotuazione. A questo punto mi cheido perchè allora non sto bene da sola? Sono da sola dovrei stare bene e invece no, sono triste per questa situaizone. Perchè non riesco a stare bene con me stessa?
Vi sarei grata se mi aiutaste a trovare delle risposte. Grazie
Ho 24 anni e mi ritrovo completamente da sola,senza nessuno con cui uscire,fare due chiacchiare,scherzare,fare tutto ciò che dovrebbe fare una ragazza della mia età,nessuno.La mia vita è abbastnza sedentaria,noiosa, non vivo in una grande città e le occasioni sono poche per consocere nuova gente in più economicamente non posso permettermi auto o grandi viaggi ne momenti di svago.Mi sento tremendamente da sola,la vita mi sembra un fardello,un pacco enorme di cui non so che farmene. In più ultimamente ho sviluppato una sorta di avversione verso tutto ciò che mi circonda, quasi come se questa condizione fosse colpa degli altri. Credo che a livello inconscio allontani tutti quelli che mi si avvicinano, non so bene per paura di cosa ma ogni volta che qualcuno mi si avvicina un pò di più sto sulle mie e mi chiudo non cerco nessuno.Ho avuto numerose delusioni,sembra che io non sia in grado di costruire nulla ma semmai di distruggere tutto.Ho avuto delle amicizie nel corso della mia vita ma sembra che non sia in grado di tenere i rapporti, nè di creare un rapporto vero, per un motivo o per un altro si rivelano persone false, che stanno con me finchè servo e finisce per essere un rapporto conflittuale,una lite,un discussione e fine. Ma mi rendo conto allo stesso che quelle non erano persone adatte a me,nel senso troppo diverse da me, che pur di non stare da sola me le facevo piacere. Tanto che una volta finita l'amicizia da un lato penso sia meglio così. Sembra che nessuno sia come me e mi capisca. In amore non sono mai riusciuta a instaurare un rapporto sui sentimenti, solo storielle fatte di sesso senza contenuto.Perchè? è come se fossi bloccata,penso di non essere all'altezza per una storia vera,ho pure di mostrarmi per quella che sono e finisco per accontantarmi di storie fatte di nulla,accetto pure di farmi usaare per i piaceri altrui. C'è qualcosa che non va in me. Mi sento spesso triste per tutto e provo un senso di vuoto,di negatività.in più soffro di ansia soprattutto se mi trovo con persone nuove mi sento a disagio e l'ansia aumenta leggendo su internet credo di avere uan fobia. La mia vita è un incubo!!! mi sento prigioniera di questa siotuazione. A questo punto mi cheido perchè allora non sto bene da sola? Sono da sola dovrei stare bene e invece no, sono triste per questa situaizone. Perchè non riesco a stare bene con me stessa?
Vi sarei grata se mi aiutaste a trovare delle risposte. Grazie
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
leggo da quello che scrive molti "devo", "dovrei", un generale senso di "errore" che grava sulla sua persona e identità, un giudizio severo e negativo su stessa, sulla sua esistenza e sulle scelte fatte.
Qualnque cambiamento voglia intraprendere un elemento importante da nutrire e coltivare è uno sguardo più compassionevole nei suoi confronti. Questo richiede sicuramente tempo e pazienza con se stessa e un percorso personale di comprensione ed esplorazione di quei fattori e condizioni che l'hanno portata fino a questo momento, a questa insoddisfazione che si porta dentro verso se stessa e la sua vita.
Le nostre menti sono complesse e difficili, quelle di tutti noi esseri umani. Ci siamo evoluti sotto spinte e impulsi che ancora oggi ci dirigono e che non sempre riusciamo a governare con saggezza e autocontrollo. Serve dunque una specie di addestramento per migliorarci in quelle aree dove siamo più fragili e le nostre storie di vita possono averci messo in condizioni di svantaggio per questo. Esistono però strumenti che con il tempo possono insegnarci a vivere in maggiore armonia.
Le prime relazioni che abbiamo avuto nella nostra vita, quelle con i nostri genitori, hanno lasciato come un imprinting nel nostro cervello che ci guida dunque anche nelle relazioni che abbiamo da adulti, e senza che ce ne accorgiamo, in modo meccanico, rimettiamo in atto il copione appreso. Anche qui, però un lavoro di consapevolezza rispetto al proprio percorso personale e ai propri "meccanismi automatici" possono aiutarci a fare più chiarezza e a mettere in atto strategie che ci aiutino a migliorare le nostre scelte, le nostre relazioni.
Provi a cercare nella sua zona qualcuno che l'aiuti a cominciare a comprendere se stessa e la sua storia, cercando da subito a provare a guardaresi con maggiore gentilezza e comprensione. Faccia questo tentativo, e persista. Inizi ad esempio ad osservare tutto ciò che di positivo ha fatto e fa. Il suo valore intrinseco come persona non viene scalfito da suoi errori o zone di debolezza, esso rimane.
Un caro saluto.
leggo da quello che scrive molti "devo", "dovrei", un generale senso di "errore" che grava sulla sua persona e identità, un giudizio severo e negativo su stessa, sulla sua esistenza e sulle scelte fatte.
Qualnque cambiamento voglia intraprendere un elemento importante da nutrire e coltivare è uno sguardo più compassionevole nei suoi confronti. Questo richiede sicuramente tempo e pazienza con se stessa e un percorso personale di comprensione ed esplorazione di quei fattori e condizioni che l'hanno portata fino a questo momento, a questa insoddisfazione che si porta dentro verso se stessa e la sua vita.
Le nostre menti sono complesse e difficili, quelle di tutti noi esseri umani. Ci siamo evoluti sotto spinte e impulsi che ancora oggi ci dirigono e che non sempre riusciamo a governare con saggezza e autocontrollo. Serve dunque una specie di addestramento per migliorarci in quelle aree dove siamo più fragili e le nostre storie di vita possono averci messo in condizioni di svantaggio per questo. Esistono però strumenti che con il tempo possono insegnarci a vivere in maggiore armonia.
Le prime relazioni che abbiamo avuto nella nostra vita, quelle con i nostri genitori, hanno lasciato come un imprinting nel nostro cervello che ci guida dunque anche nelle relazioni che abbiamo da adulti, e senza che ce ne accorgiamo, in modo meccanico, rimettiamo in atto il copione appreso. Anche qui, però un lavoro di consapevolezza rispetto al proprio percorso personale e ai propri "meccanismi automatici" possono aiutarci a fare più chiarezza e a mettere in atto strategie che ci aiutino a migliorare le nostre scelte, le nostre relazioni.
Provi a cercare nella sua zona qualcuno che l'aiuti a cominciare a comprendere se stessa e la sua storia, cercando da subito a provare a guardaresi con maggiore gentilezza e comprensione. Faccia questo tentativo, e persista. Inizi ad esempio ad osservare tutto ciò che di positivo ha fatto e fa. Il suo valore intrinseco come persona non viene scalfito da suoi errori o zone di debolezza, esso rimane.
Un caro saluto.
[#2]
Gentile ragazza,
hai ragione, hai fatto un'analisi molto accurata della situazione e credo che ora ciò di cui hai bisogno sia sapere COME FARE PER CAMBIARE.
Tu scrivi: " Credo che a livello inconscio allontani tutti quelli che mi si avvicinano, non so bene per paura di cosa ma ogni volta che qualcuno mi si avvicina un pò di più sto sulle mie e mi chiudo non cerco nessuno."
E' molto probabile che ci sia una chiusura da parte tua, forse per paura di relazioni più intime e di lasciarti conoscere per come sei davvero, ecc...
Però tale cambiamento può essere attuato attraverso un percorso psicoterapico, previa valutazione diretta, anche in tempi ragionevoli.
Cordiali saluti,
hai ragione, hai fatto un'analisi molto accurata della situazione e credo che ora ciò di cui hai bisogno sia sapere COME FARE PER CAMBIARE.
Tu scrivi: " Credo che a livello inconscio allontani tutti quelli che mi si avvicinano, non so bene per paura di cosa ma ogni volta che qualcuno mi si avvicina un pò di più sto sulle mie e mi chiudo non cerco nessuno."
E' molto probabile che ci sia una chiusura da parte tua, forse per paura di relazioni più intime e di lasciarti conoscere per come sei davvero, ecc...
Però tale cambiamento può essere attuato attraverso un percorso psicoterapico, previa valutazione diretta, anche in tempi ragionevoli.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
"ho paura di mostrarmi per quella che sono".
Forse sarebbe importante ripartire da qui, da lei, dalla sua autenticità.
Ci sono momenti in cui delusioni, amicizie non corrisposte ci fanno vedere tutto nero, sia il mondo fuori che quello che siamo noi, è normale, ma deve restare un momento.
Riscopra quello che è lei, con le sue qualità, i suoi pregi (e anche difetti), le sue paure e tutto quello che la caratterizza come essere unico e irripetibile, vedrà che pian piano riuscirà ad apprezzare e a vedere del buono nelle situazioni e nelle persone che la circondano.
Un caro saluto
Forse sarebbe importante ripartire da qui, da lei, dalla sua autenticità.
Ci sono momenti in cui delusioni, amicizie non corrisposte ci fanno vedere tutto nero, sia il mondo fuori che quello che siamo noi, è normale, ma deve restare un momento.
Riscopra quello che è lei, con le sue qualità, i suoi pregi (e anche difetti), le sue paure e tutto quello che la caratterizza come essere unico e irripetibile, vedrà che pian piano riuscirà ad apprezzare e a vedere del buono nelle situazioni e nelle persone che la circondano.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#4]
Cara ragazza,
Concordo con i pareri delle colleghe che mi hanno preceduto nel risponderle, ma vorrei proporle una visione diversa, che Lei puo' accogliere o meno:
Perche' le pesa tanto non essere conforme all'ambiente in cui vive?
La condiziona tanto?
Oggi la societa' e' strutturata in modo tale che la solitudine reale e' praticamente impossibile.
La solitudine vera la si sperimenta quando viene a mancare qualcuno che davvero "colmava" la solitudine, ma non e' il suo caso.
Non pensa che la solitudine sia una condizione esistenziale quando non c'e mai stato nella nostra vita qualcuno che abbia davvero saputo e potuto colmarla?
Non pensi che questo accadimento sia consueto.
Affatto.
Le compagnie/amicizie che Lei vorrebbe sono o possono essere dei "luoghi della solitudine" elettivi. Dove ai sorrisi si accompagna la desolante sensazione di estraneita'!
Purtroppo e' una condizione esistenziale che poche persone, molto capaci di amare, riescono a sfuggire.
Quindi si abitui a cio'.
Cerchi nei libri, nei contenuti profondi rari, rarissimi, quella "corrispondenza di amorosi sensi" che anche i poeti definivano "cosi' rara agli umani"!
Concordo con i pareri delle colleghe che mi hanno preceduto nel risponderle, ma vorrei proporle una visione diversa, che Lei puo' accogliere o meno:
Perche' le pesa tanto non essere conforme all'ambiente in cui vive?
La condiziona tanto?
Oggi la societa' e' strutturata in modo tale che la solitudine reale e' praticamente impossibile.
La solitudine vera la si sperimenta quando viene a mancare qualcuno che davvero "colmava" la solitudine, ma non e' il suo caso.
Non pensa che la solitudine sia una condizione esistenziale quando non c'e mai stato nella nostra vita qualcuno che abbia davvero saputo e potuto colmarla?
Non pensi che questo accadimento sia consueto.
Affatto.
Le compagnie/amicizie che Lei vorrebbe sono o possono essere dei "luoghi della solitudine" elettivi. Dove ai sorrisi si accompagna la desolante sensazione di estraneita'!
Purtroppo e' una condizione esistenziale che poche persone, molto capaci di amare, riescono a sfuggire.
Quindi si abitui a cio'.
Cerchi nei libri, nei contenuti profondi rari, rarissimi, quella "corrispondenza di amorosi sensi" che anche i poeti definivano "cosi' rara agli umani"!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#5]
Utente
Ringrazio tutti voi dott. per le utili risposte, ho alcuni spunti di riflessione e volevo dunque chiedere innanzitutto alla dott.ssa Ferroni, in merito alle relazioni con i nostri genitori, di cui mi diceva, non avendo un rapporto sereno con i miei, in particolare con mio padre, quale personalità deve avere un genitore per creare nel figlio questo senso di insicurezza,inadeguetezza, insoddisfazione? Questa può esserne la causa? io non mi sono mai sentita capita da loro, nè incoraggiata nelle mie scelte,inoltre non sono riuscita mai avere un dialogo,mio padre poi ,è molto irascibile,burbero.
Ho sempre pensato che è il mio carattere a rendermi così...quindi mi chiedevo, è possibile che "si nasca così"? Da piccola del resto tendevo a fare scenate di gelosia ad amici e parenti ciò significa che ero già da bambina molto insicura, oltre che un pò troppo aggressiva.
E inoltre a proposito di quanto scrive la dottssa La Manna "...Riscopra quello che è lei, con le sue qualità, i suoi pregi (e anche difetti), le sue paure e tutto quello che la caratterizza come essere unico e irripetibile, vedrà che pian piano riuscirà ad apprezzare e a vedere del buono nelle situazioni e nelle persone che la circondano."
ecco,Io non riesco a farlo, credo che manchi amore verso me stessa, e per quyesto tendo spesso a farmi usare dagli altri ma...come si fa ad amare sè stessi? Ad accettarsi?
Vorrei davvero vedermi più sicura di me,con entusiasmo senza negatività.ecco perchè sono pure una che tende a non avere entusiasmo.. ad esempio, superato un esame non sono nè contenta nè ho la sensazione di essermelo meritata, è come se non provassi emozioni.
Inoltre, ringraziando anche la dottssa Esposito,io mi rendendo conto di quanto sia vero ciò che scrive sulle compagnie come "luoghi della solitudine" e che oggi non si è mai davvero soli, ma proprio questo: stare bene da sola nonostante tutto, non riesco a raggiungerlo, come ho scritto alla fine del mio messaggio. Anche quando avevo più amici alla fine non stavo bene da sola, mi sentivo sempre come se mancasse qualcosa...
Ho sempre pensato che è il mio carattere a rendermi così...quindi mi chiedevo, è possibile che "si nasca così"? Da piccola del resto tendevo a fare scenate di gelosia ad amici e parenti ciò significa che ero già da bambina molto insicura, oltre che un pò troppo aggressiva.
E inoltre a proposito di quanto scrive la dottssa La Manna "...Riscopra quello che è lei, con le sue qualità, i suoi pregi (e anche difetti), le sue paure e tutto quello che la caratterizza come essere unico e irripetibile, vedrà che pian piano riuscirà ad apprezzare e a vedere del buono nelle situazioni e nelle persone che la circondano."
ecco,Io non riesco a farlo, credo che manchi amore verso me stessa, e per quyesto tendo spesso a farmi usare dagli altri ma...come si fa ad amare sè stessi? Ad accettarsi?
Vorrei davvero vedermi più sicura di me,con entusiasmo senza negatività.ecco perchè sono pure una che tende a non avere entusiasmo.. ad esempio, superato un esame non sono nè contenta nè ho la sensazione di essermelo meritata, è come se non provassi emozioni.
Inoltre, ringraziando anche la dottssa Esposito,io mi rendendo conto di quanto sia vero ciò che scrive sulle compagnie come "luoghi della solitudine" e che oggi non si è mai davvero soli, ma proprio questo: stare bene da sola nonostante tutto, non riesco a raggiungerlo, come ho scritto alla fine del mio messaggio. Anche quando avevo più amici alla fine non stavo bene da sola, mi sentivo sempre come se mancasse qualcosa...
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza,
sicuramente nasciamo con un bagaglio genetico che potenzialmente potrebbe influenzare le nostre esistenze, così come un temperamento che determina alcuni aspetti della nostra persona a livello neurobiologico. Siamo però completamente immersi in un ambiente fatto di eventi e condizioni di vita diversi, di esperienze, di altre persone che interagiscono con noi, e tutto ciò è a dir poco determinante nel plasmarci, anche se da parte nostra, essendo noi soggetto capace di scegliere, esiste sempre un ruolo attivo, e non passivo, di reagire a quella determinata esperienza/persona in uno specifico modo, a sua volta influenzato da nostre precedenti esperienze e rielaborazioni personali di esse.
In sintesi, non possiamo dire di essere quello che siamo perché da quando siamo nati abbiamo quel carattere. Esistono un'infinità di esperienze che ci modificano, in modi molto diversi.
E le primissime esperienze con i nostri "caregivers", coloro i quali si prendono cura di noi (genitori, nonni, educatrici), possono porre delle basi importanti per quel legame definito "di attaccamento" che determinerà il nostro comportamento di bambine/i e anche di adulte/i.
L'autore di questa teoria è John Bowlby, un ricercatore britannico che intorno agli anni '70 la elaborò studiando lo sviluppo infantile. Come può immaginare l'argomento è vasto. Ho visto che due colleghi hanno pubblicato qualcosa a riguardo su questo sito, le riporto i link:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5088-pattern-di-attaccamento.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/285-il-sistema-operativo-della-mente-l-attaccamento.html
Quello che posso consigliarle in questa sede è di osservare il suo passato e le sue prime relazioni con i genitori con questo nuovo sguardo un poco più consapevole delle profonde connessioni che abbiamo con loro, ma lo faccia per il tempo necessario a guardare la se stessa di oggi con quello sguardo compassionevole di cui le accennavo.
Con lo stesso sguardo cerchi di guardare anche loro, che hanno a loro volta sviluppato il loro stile di attaccamento, quindi il loro modo di interagire col mondo intorno a loro, attraverso altre esperienze significative che li hanno influenzati.
E poi guardi avanti, consapevole che il nostro cervello fino alla sua morte ha la possibilità di modificarsi. Si dia tempo e trovi modi per sviluppare, in questa fantastica plasticità che ci caratterizza, questo sguardo amorevole verso se stessa. Mi creda, può fare una grande differenza.
Ancora un caro saluto.
sicuramente nasciamo con un bagaglio genetico che potenzialmente potrebbe influenzare le nostre esistenze, così come un temperamento che determina alcuni aspetti della nostra persona a livello neurobiologico. Siamo però completamente immersi in un ambiente fatto di eventi e condizioni di vita diversi, di esperienze, di altre persone che interagiscono con noi, e tutto ciò è a dir poco determinante nel plasmarci, anche se da parte nostra, essendo noi soggetto capace di scegliere, esiste sempre un ruolo attivo, e non passivo, di reagire a quella determinata esperienza/persona in uno specifico modo, a sua volta influenzato da nostre precedenti esperienze e rielaborazioni personali di esse.
In sintesi, non possiamo dire di essere quello che siamo perché da quando siamo nati abbiamo quel carattere. Esistono un'infinità di esperienze che ci modificano, in modi molto diversi.
E le primissime esperienze con i nostri "caregivers", coloro i quali si prendono cura di noi (genitori, nonni, educatrici), possono porre delle basi importanti per quel legame definito "di attaccamento" che determinerà il nostro comportamento di bambine/i e anche di adulte/i.
L'autore di questa teoria è John Bowlby, un ricercatore britannico che intorno agli anni '70 la elaborò studiando lo sviluppo infantile. Come può immaginare l'argomento è vasto. Ho visto che due colleghi hanno pubblicato qualcosa a riguardo su questo sito, le riporto i link:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5088-pattern-di-attaccamento.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/285-il-sistema-operativo-della-mente-l-attaccamento.html
Quello che posso consigliarle in questa sede è di osservare il suo passato e le sue prime relazioni con i genitori con questo nuovo sguardo un poco più consapevole delle profonde connessioni che abbiamo con loro, ma lo faccia per il tempo necessario a guardare la se stessa di oggi con quello sguardo compassionevole di cui le accennavo.
Con lo stesso sguardo cerchi di guardare anche loro, che hanno a loro volta sviluppato il loro stile di attaccamento, quindi il loro modo di interagire col mondo intorno a loro, attraverso altre esperienze significative che li hanno influenzati.
E poi guardi avanti, consapevole che il nostro cervello fino alla sua morte ha la possibilità di modificarsi. Si dia tempo e trovi modi per sviluppare, in questa fantastica plasticità che ci caratterizza, questo sguardo amorevole verso se stessa. Mi creda, può fare una grande differenza.
Ancora un caro saluto.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 26.2k visite dal 18/08/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.