Ansia e attacchi di panico
Buonasera, mi chiamo Tommaso, ho 25 anni a breve 26. Godo di un buono stato di salute fisica, sono alto 175 cm peso 71 chili, ex sportivo a livello semiprofessionista, adesso pratico quando ho tempo, non in modo sporadico. Il mio problema è legato alla comparsa di ansia, forse a seguito di un precedente svenimento o attacco di panico, o per lo più assocerei la sua comparsa con quell'episodio, anche se non nego che già da qualche mese prima ero più irrequieto e in qualche sporadica occasione ho percepito alcuni sintomi tipici dell'ansia ai quali non ho però dato peso. Ho avuto un grave lutto all'età di 18 anni e mezzo, con la perdita improvvisa di mio padre, stroncato da un infarto, in concomitanza con il lutto ho dovuto insieme ai miei parenti farmi carico dell'attività paterna, in modo tale da riallacciare rapporti con i clienti, appianare situazioni finanziarie e finire lavori pregressi. Ho avuto forti delusioni d'amore, una dopo una lunga relazione, altre per svariati motivi. Nel contempo dovevo far fronte alla situazione lavorativa, che personalmente mi ha creato molta frustrazione per gli introiti scadenti e per i litigi con i parenti, dopo aver concluso malamente una relazione ho smesso di lavorare nell'attività di famiglia, cominciato e ormai concluso un corso professionale come tatuatore e ho instaurato una relazione stabile con una splendida ragazza. Da un anno e mezzo a questa parte soffro di ansia, sono stato in cura da uno psicologo, con il quale, giunto un periodo nel quale credevo si fosse attenuata, abbiamo convenuto di sospendere i nostri colloqui. Ho smesso di bere da circa 9 mesi dopo un lungo periodo nel quale ho abusato di ogni genere di alcolico. Effettivamente ho passato periodi in cui mi sentivo meglio, ho ricominciato ad uscire e cerco quanto meno di affrontare ogni situazione comprese quelle che mi causano disagio, in particolare, nei primi mesi vivevo in una costante paranoia legata alla paura di svenire e/o sentirmi male, con conseguente sentimento di vergogna che ne sarebbe scaturito se in presenza di altre persone. Ad ogni modo mi sento a disagio in luoghi molto affollati, ma anche in luoghi che non conosco, con persone che non conosco, alterno periodi nei quali cerco di essere positivo a periodi catastrofici, nei quale emerge il mio lato più misantropo e dove rimane in me una sorta di disprezzo per il prossimo in generale, sento di essere combattuto dentro e di avere in serbo per gli altri sia le migliori intenzioni e il bene che il disprezzo e la sfiducia. Mi scuso se sono un po' dispersivo, ad ogni modo altri sintomi che compaiono, sono senso di disorientamento, talvolta anche alla guida, spesso in autostrada,tachicardia, sebbene dopo esami specialistici è emerso che ho un cuore sano senza problema alcuno, tristezza estrema, sfiducia, difficoltà a deglutire, da poco dispnea (credo sempre legata all'ansia), depersonalizzazione, in rari casi rabbia eccessiva. Confido in vostra risposta, grazie mille, cordiali saluti.
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Gentile utente,il duro periodo che ha attraversato dopo la morte di Suo padre, le grandi difficolta' lavorative e relazionali con cui ha dovuto fare i conti in qualche modo, con fatica e coraggio, mi inducono a consigliarle di rivolgersi ad un Collega de visu, lei ha cercato di farcela da solo...auto curandosi con l'alcool.. Per farsi coraggio , per non cedere alla paura, ora si dia aiuto davvero e mi ascolti.. Sara' aiutato e compreso nel suo porsi con la famiglia,il lavoro, gli affetti.. Cosa ne pensa ? Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Ex utente
La ringrazio molto per la sua pronta risposta Dottoressa, per quanto concerne l'alcol sono 9 mesi che non ne faccio uso, neanche occasionalmente, sono molto tenace in questo, l'ho presa come una sfida, è presto per dire che l'ho vinta, ma per ora ci sto riuscendo e non ne sento il bisogno. In particolare le problematiche a livello familiare sono dovute a i litigi fra mia mamma e mio fratello che lavoravano con me, ho sempre cercato di mediare, la cosa mi ha procurato un certo stress non lo nego, adesso alcune situazioni si sono appianate, però qualche tensione è rimasta, non so neanche bene per cosa. Personalmente ho preso le parti dell'uno o dell'altra a seconda della situazione, non è mia intenzione scendere in dettagli troppo specifici, ma anche la successione è stata una fase che ho vissuto in modo piuttosto triste, perchè mentre cercavo di elaborare il lutto dovevo pensare anche agli interessi, sebbene, lo dico davvero con onestà, mi ha fatto soffrire dovermi concentrare sugli interessi, perchè ero davvero molto attaccato a mio padre, figura che nell'arco dell'infanzia mi è mancata, per ritrovarla poi durante l'adolescenza e perderla poco dopo. Convengo con lei che probabilmente, nonostante abbia fatto il passo di smettere di bere e stia cercando di affrontare la quotidianità in modo "normale", forse ho bisogno di riprendere una terapia, perchè non sto bene, sono irrequieto e i sintomi anche se provo a gestirli mi stanno a poco a poco esaurendo. Scusi la risposta prolissa.
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< forse ho bisogno di riprendere una terapia, perchè non sto bene, sono irrequieto e i sintomi anche se provo a gestirli mi stanno a poco a poco esaurendo>
Riprendere una terapia può certamente giovarle dato il periodo davvero stressante vissuto, la sintomatologia che lamenta e i carichi familiari che sta ancora sostenendo, sebbene alcune cose si siano appianate.
Che tipo di terapia ha svolto in passato, di quale orientamento?
Da quanto tempo ha interrotto?
Riprendere una terapia può certamente giovarle dato il periodo davvero stressante vissuto, la sintomatologia che lamenta e i carichi familiari che sta ancora sostenendo, sebbene alcune cose si siano appianate.
Che tipo di terapia ha svolto in passato, di quale orientamento?
Da quanto tempo ha interrotto?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
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Alla luce di quanto ci ha raccontato successivamente, la incoraggio a riprendere la psicoterapia, il corpo parla per noi coi suoi sintomi , e davvero Lei ha chiesto molto a se' stesso, sara' bene anche imparare ad essere meno esigente e autocolpevolizzante..a non essere troppo esigente con se' stesso..cari suguri
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Ex utente
Inizialmente ho utilizzato semplicemente dei fiori di bach, poichè la mia erborista me li ha consigliati per attenuare i sintomi e ripristinare la "quiete" nell'immediato, francamente ho notato che se inizialmente potevano avere un blando effetto placebo, nel tempo non mi sono serviti più di tanto, perciò mi sono fatto coraggio e sono andato in cura da uno psicologo, secondo il suo punto di vista c'erano una concomitanza di fattori che hanno creato questo stato ansiogeno in me, abbiamo parlato molto di mio padre e del rapporto che ho avuto con lui, delle incomprensioni familiari, delle delusioni d'amore, dell'abuso di alcol... Il medico di base, d'accordo con lo psicologo, mi ha prescritto una terapia a base di xanax, che ho seguito in modo costante, ma per poco tempo, poichè non volevo assuefarmi al farmaco e la leggevo come una sorta di sconfitta, ne ho fatto uso per circa 1 mese nel quale sono andato a dimezzare la dose gradualmente, i dosaggi erano comunque minimi e francamente non ho sentito i sintomi attenuarsi dopo l'assunzione che avveniva prima di andare a letto. Ho letto qualche libro che trattava il tema dell'ansia, avevo imparato a gestirla un minimo, adesso i sintomi sono abbastanza forti in diverse circostanze, mi ripeto costantemente che posso gestirla e che non può accadermi niente, ma delle volte non ne ho la forza... Questo per quanto riguarda la terapia e l'approccio che ho avuto e che ho con l'ansia. Per rispondere alla gentile Dr Laura Rinella. Dovrei essere meno esigente e auto colpevolizzarmi meno, ho fatto anche io queste considerazioni, però purtroppo non spesso riesco a mantenere i propositi che mi pongo e tendo inevitabilmente ad auto colpevolizzarmi, ad aver paura di sbagliare o di non ottenere i risultati che vorrei, per rispondere alla gentile Dr Magda Muscarà
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<adesso i sintomi sono abbastanza forti in diverse circostanze>
Un buon motivo per riprendere la psicoterapia non le pare?
Riprenda contatti con il suo terapeuta se si è trovato bene e ha ottenuto benefici oppure si rivolga a un nuovo psicoterapeuta.
Dalle problematiche legate all'ansia si può uscire anche in tempi non necessariamente lunghi con le cure adeguate come ad esempio terapie attive e focalizzate.
Cordialità
Un buon motivo per riprendere la psicoterapia non le pare?
Riprenda contatti con il suo terapeuta se si è trovato bene e ha ottenuto benefici oppure si rivolga a un nuovo psicoterapeuta.
Dalle problematiche legate all'ansia si può uscire anche in tempi non necessariamente lunghi con le cure adeguate come ad esempio terapie attive e focalizzate.
Cordialità
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Gentile Utente,
ha fatto bene a rivolgersi al medico di base in prima battuta ma, considerata la situazione, anche io Le suggerisco di riprendere la psicoterapia che ha intrapreso.
Se si è trovato bene con il professionista che già La seguiva, potrebbe ricontattarlo, altrimenti potrebbe valutare terapie attive e focalizzate come già suggeriva la Collega, cercando qui:
www.sitcc.it
www.aiamc.it
Cordiali saluti,
ha fatto bene a rivolgersi al medico di base in prima battuta ma, considerata la situazione, anche io Le suggerisco di riprendere la psicoterapia che ha intrapreso.
Se si è trovato bene con il professionista che già La seguiva, potrebbe ricontattarlo, altrimenti potrebbe valutare terapie attive e focalizzate come già suggeriva la Collega, cercando qui:
www.sitcc.it
www.aiamc.it
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.2k visite dal 15/08/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.