Mi faccio schifo
Buona sera.
La mia famiglia non è benestante e siccome il terapeuta più economico che ho trovato vuole 70 euro a botta e non me lo posso permettere, mi rivolgo a voi nella speranza che desideriate aiutarmi entro le vostre possibilità.
Io non credo di essere stupido. Ho ottenuto dei risultati più che buoni a scuola. Non sono neanche debole fisicamente, anzi, da quel punto di vista potrei vivere di prepotenza.
Purtroppo però sono dannatamente pigro e poco furbo. Se fossi pigro e furbo me la caverei, ma furbo non sono.
Ho lasciato due università e sto lasciando anche la terza. Anche quando ci metto tutta la buona volontà non riesco a studiare per più di una settimana di fila. La cosa peggiore è che io disprezzo le persone come me. Le ritengo superflue. Se non mi sono eliminato è perché credo ancora di poter cambiare o di riuscire a sfruttare le mie capacità. Quando mi sono impegnato, in passato, ho ottenuto risultati superiori alla media.
Inoltre credevo di avere carattere, ma da quando mi accorsi per la prima volta che gli altri non mi vedevano come credevo mi vedessero, non so più bene chi io sia. Non ho un'identità, non ho nessun concetto per definirmi. E pensare che ho sempre disprezzato le persone prive di identità.
In passato ero molto servizievole, aiutavo tutti in ciò che potevo e questo mi riusciva bene. Poi mi sono reso conto che aiutare gli altri non è solo un gesto d'affetto, ma anche e soprattutto una forma di sottomissione e di debolezza. Dipende dalla mancanza di attributi, di sovranità. Almeno nel mio caso, dato che aiutavo tutti indiscriminatamente e in qualunque mansione. Volevo essere sempre amico di tutti e non ho mai lottato per niente. Ora vorrei cambiare, ma non ne sono capace, ho troppa paura di perdere, soprattutto con me stesso. Ho sempre accettato passivamente tutte le prepotenze nei miei confronti e non ho imparato a reagire. Ho paura di fare o dire idiozie, di essere preso in giro. D'altro canto perché mai se una persona è migliore di me dovrebbe prendermi in considerazione o rispettarmi? Mi sento come una mosca solitaria, che al massimo può dare fastidio a qualcuno, ma di cui ci si libera facilmente. Ho la sensazione di precipitare in un abisso ogni volta che faccio uno sforzo per ottenere quello che voglio, come se tutto l'universo perdesse di senso, come se dovessi abbandonare il mondo in cui vivo per riuscire anche solo a provarci. Ma abbandonare il mondo significa morire...
Le mie relazioni con le ragazze sono state pessime, ma per fortuna non ho trovato ragazze dal carattere troppo forte, altrimenti sarei diventato dipendente da loro.
Vi chiedo aiuto perché vorrei riuscire a dare gli esami di settembre, ma non riesco a mettermi in moto.
Metto in "disturbi d'ansia" perché mi suona meglio degli altri. Sono fin troppo rilassato a dire il vero, ma è quando mi metto in gioco che mi sudano le mani e la confusione mentale prende il sopravvento.
La mia famiglia non è benestante e siccome il terapeuta più economico che ho trovato vuole 70 euro a botta e non me lo posso permettere, mi rivolgo a voi nella speranza che desideriate aiutarmi entro le vostre possibilità.
Io non credo di essere stupido. Ho ottenuto dei risultati più che buoni a scuola. Non sono neanche debole fisicamente, anzi, da quel punto di vista potrei vivere di prepotenza.
Purtroppo però sono dannatamente pigro e poco furbo. Se fossi pigro e furbo me la caverei, ma furbo non sono.
Ho lasciato due università e sto lasciando anche la terza. Anche quando ci metto tutta la buona volontà non riesco a studiare per più di una settimana di fila. La cosa peggiore è che io disprezzo le persone come me. Le ritengo superflue. Se non mi sono eliminato è perché credo ancora di poter cambiare o di riuscire a sfruttare le mie capacità. Quando mi sono impegnato, in passato, ho ottenuto risultati superiori alla media.
Inoltre credevo di avere carattere, ma da quando mi accorsi per la prima volta che gli altri non mi vedevano come credevo mi vedessero, non so più bene chi io sia. Non ho un'identità, non ho nessun concetto per definirmi. E pensare che ho sempre disprezzato le persone prive di identità.
In passato ero molto servizievole, aiutavo tutti in ciò che potevo e questo mi riusciva bene. Poi mi sono reso conto che aiutare gli altri non è solo un gesto d'affetto, ma anche e soprattutto una forma di sottomissione e di debolezza. Dipende dalla mancanza di attributi, di sovranità. Almeno nel mio caso, dato che aiutavo tutti indiscriminatamente e in qualunque mansione. Volevo essere sempre amico di tutti e non ho mai lottato per niente. Ora vorrei cambiare, ma non ne sono capace, ho troppa paura di perdere, soprattutto con me stesso. Ho sempre accettato passivamente tutte le prepotenze nei miei confronti e non ho imparato a reagire. Ho paura di fare o dire idiozie, di essere preso in giro. D'altro canto perché mai se una persona è migliore di me dovrebbe prendermi in considerazione o rispettarmi? Mi sento come una mosca solitaria, che al massimo può dare fastidio a qualcuno, ma di cui ci si libera facilmente. Ho la sensazione di precipitare in un abisso ogni volta che faccio uno sforzo per ottenere quello che voglio, come se tutto l'universo perdesse di senso, come se dovessi abbandonare il mondo in cui vivo per riuscire anche solo a provarci. Ma abbandonare il mondo significa morire...
Le mie relazioni con le ragazze sono state pessime, ma per fortuna non ho trovato ragazze dal carattere troppo forte, altrimenti sarei diventato dipendente da loro.
Vi chiedo aiuto perché vorrei riuscire a dare gli esami di settembre, ma non riesco a mettermi in moto.
Metto in "disturbi d'ansia" perché mi suona meglio degli altri. Sono fin troppo rilassato a dire il vero, ma è quando mi metto in gioco che mi sudano le mani e la confusione mentale prende il sopravvento.
[#1]
"Ho la sensazione di precipitare in un abisso ogni volta che faccio uno sforzo per ottenere quello che voglio"
Gentile ragazzo,
frasi come quella riportata fanno sospettare forti sentimenti di insicurezza che necessiterebbero di psicoterapia adeguata.
Un consulto da qui pertanto può darle solo delle indicazioni su quella che sembra la problematica principale che però va risolta come già detto.
A Roma o altrove può sicuramente trovare tariffe inferiori e psicoterapie brevi che di per sè abbattono il costo totale.
Non mi soffermo su altre problematiche da lei sollevate perchè ritengo debba focalizzarsi su quella che le ostacola il successo negli studi o nella vita.
cordiali saluti
Gentile ragazzo,
frasi come quella riportata fanno sospettare forti sentimenti di insicurezza che necessiterebbero di psicoterapia adeguata.
Un consulto da qui pertanto può darle solo delle indicazioni su quella che sembra la problematica principale che però va risolta come già detto.
A Roma o altrove può sicuramente trovare tariffe inferiori e psicoterapie brevi che di per sè abbattono il costo totale.
Non mi soffermo su altre problematiche da lei sollevate perchè ritengo debba focalizzarsi su quella che le ostacola il successo negli studi o nella vita.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Caro ragazzo,
Da quanto esprime esistono vari temi dei quali dovrebbe parlare con uno psicoterapeuta. Da qui non possiamo aiutarla.
I nuclei si intravedono (rapporto forza/debolezza, amicizia/sottomissione) ma sono temi profondi che si sono strutturati dall'infanzia e perche' Lei possa elaborarli per star meglio occorre un lavoro psicoterapeutico.
Cerchi delle psicoterapie a costo piu' contenuto magari!
I migliori saluti
Da quanto esprime esistono vari temi dei quali dovrebbe parlare con uno psicoterapeuta. Da qui non possiamo aiutarla.
I nuclei si intravedono (rapporto forza/debolezza, amicizia/sottomissione) ma sono temi profondi che si sono strutturati dall'infanzia e perche' Lei possa elaborarli per star meglio occorre un lavoro psicoterapeutico.
Cerchi delle psicoterapie a costo piu' contenuto magari!
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Ex utente
Gentili dottoresse, vi ringrazio molto.
Gentile dottoressa Sciubba, io più che insicurezza chiamerei la mia situazione codardia. Mancanza di coraggio. Non che io non sia insicuro, ma non è proprio l'insicurezza il nocciolo della questione.
Le faccio due esempi: mi trovo a dover fare una cosa che grossomodo so fare, oppure ad imparare una cosa nuova, in entrambi i casi mi prendo del tempo per riflettere, cerco di non tirar via, sono perfezionista. Ecco, questo mi sembra un segno di insicurezza, nel senso che magari anche dopo aver capito una frase di un libro "avverto" di non averla capita con sufficiente profondità, di non essermici concentrato al cento per cento, come se avessi due teste una delle quali studiava e capiva, l'altra guardava al futuro. Così di solito rileggo la frase con entrambe le teste se ci riesco.
Però quando arriva la codardia è diverso. Compaiono talvolta persone e parole che dicono cose che mi suonano strane, irreali, assurde, eccessivamente nuove, di un nuovo che vuole scalzare via il vecchio ad ogni costo, un nuovo che non accetta di essere messo in discussione o elaborato, che si presenta come un'intuizione di una genialità a me estranea. Quando mi trovo davanti a questo tipo di novità provo paura e non trovo il coraggio di indagare, perché per indagarlo bisogna viverlo e per viverlo si deve accettare l'oblio. Io so che senza l'oblio vivere in generale non è possibile, ma si tratta comunque di un mettere da parte ciò che è stato, continuando ad averlo disponibile. Invece questo nuovo oblio è qualcosa di terrificante, che vuol solo distruggere ciò che è stato, ciò che io sapevo, come se non avessi mai saputo.
In effetti è fin troppo complesso come discorso...
Io vi ringrazio per i vostri consigli, ma se poteste darmene sul tipo di terapia che faccia al caso mio da un punto di vista economico ve ne sarei grato... Dite che a livello ospedaliero potrei ridurre al minimo i costi?
Io non ho proprio soldi, quasi. Non sono ancora sulla soglia della povertà, ma cosa avverrà in futuro a riguardo non è certo. Perciò mi piacerebbe trovare la soluzione meno dispendiosa.
Vi ringrazio ancora molto. Buon giorno.
Gentile dottoressa Sciubba, io più che insicurezza chiamerei la mia situazione codardia. Mancanza di coraggio. Non che io non sia insicuro, ma non è proprio l'insicurezza il nocciolo della questione.
Le faccio due esempi: mi trovo a dover fare una cosa che grossomodo so fare, oppure ad imparare una cosa nuova, in entrambi i casi mi prendo del tempo per riflettere, cerco di non tirar via, sono perfezionista. Ecco, questo mi sembra un segno di insicurezza, nel senso che magari anche dopo aver capito una frase di un libro "avverto" di non averla capita con sufficiente profondità, di non essermici concentrato al cento per cento, come se avessi due teste una delle quali studiava e capiva, l'altra guardava al futuro. Così di solito rileggo la frase con entrambe le teste se ci riesco.
Però quando arriva la codardia è diverso. Compaiono talvolta persone e parole che dicono cose che mi suonano strane, irreali, assurde, eccessivamente nuove, di un nuovo che vuole scalzare via il vecchio ad ogni costo, un nuovo che non accetta di essere messo in discussione o elaborato, che si presenta come un'intuizione di una genialità a me estranea. Quando mi trovo davanti a questo tipo di novità provo paura e non trovo il coraggio di indagare, perché per indagarlo bisogna viverlo e per viverlo si deve accettare l'oblio. Io so che senza l'oblio vivere in generale non è possibile, ma si tratta comunque di un mettere da parte ciò che è stato, continuando ad averlo disponibile. Invece questo nuovo oblio è qualcosa di terrificante, che vuol solo distruggere ciò che è stato, ciò che io sapevo, come se non avessi mai saputo.
In effetti è fin troppo complesso come discorso...
Io vi ringrazio per i vostri consigli, ma se poteste darmene sul tipo di terapia che faccia al caso mio da un punto di vista economico ve ne sarei grato... Dite che a livello ospedaliero potrei ridurre al minimo i costi?
Io non ho proprio soldi, quasi. Non sono ancora sulla soglia della povertà, ma cosa avverrà in futuro a riguardo non è certo. Perciò mi piacerebbe trovare la soluzione meno dispendiosa.
Vi ringrazio ancora molto. Buon giorno.
[#6]
Guardi, il termine insicurezza poteva essere un modo sfumato per comunicarle il suo problema che lei stesso ora accentua con il termine codardia.La questione non cambia.
Se all'ASL non dovesse trovarsi bene, le consiglio le terapie Brevi, a motivo della loro durata e perciò del loro costo.
Inoltre problemi di insicurezza, fobia sociale, ecc.si possono risolvere con poche sedute ben mirate di psicoterapia della Gestalt, ma concordi bene all'inizio scopi e durata del trattamento con il terapeuta.
saluti
Se all'ASL non dovesse trovarsi bene, le consiglio le terapie Brevi, a motivo della loro durata e perciò del loro costo.
Inoltre problemi di insicurezza, fobia sociale, ecc.si possono risolvere con poche sedute ben mirate di psicoterapia della Gestalt, ma concordi bene all'inizio scopi e durata del trattamento con il terapeuta.
saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.7k visite dal 10/08/2015.
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