Disturbo d ansia e panico è depressivo
Salve sono una ragazza di 29 anni che da 6 soffro di ansia e panico.il mio primo attacco lo avuto dopo un periodo di stress di cui avevo perso un lavoro che ci tenevo molto,lavoravo molto distante da casa, dopo un anno circa avevo avuto un altra chiamata che non ho avuto più il coraggio di partire.dopo un paio di anni frustanti avevo trovato lavoro in un bar,di cui ho perso perché ho iniziato ad avere attacchi di panico.da quel momento ho iniziato a isolarmi,a non avere più contatto con la gente.da circa due anni sono aggravata.non mi allontano più dal paese,non prendo autobus treni ecc.la mia vita è diventata limitata.ho iniziato fare uso di alcol,ne bevevo anche prima,ma non più per divertirsi,ma per controllare la mia ansia,per prendere coraggio e per andare avanti (per me l alcol è come un sedativo)siccome sono stata sempre ccontraria ai psicofarmaci credevo di farcela da sola,ma quando ho visto che stavo solo peggiorando e rischiavo di diventare un alcolizzata ho deciso di intraprendere una terapia psicologica.sono 5 mesi che sono in terapia da una psicologa,avevo allontanato l alcol e stavo iniziando a superare delle paure,ma un mese fa ho avuto un trauma di un incidente quasi mortale del mio fidanzato(una settimana di coma ecc)ha fatto sì che oltre a bere dinuovo sono tornata punto di partenza con i sintomi ansiosi e fobie.oltre questo ho quasi sempre sofferto di paura di perdere i miei genitori e una paura di abbandono che me lo porto a va da quand'è ero bambina.la mia psicologa mi ha diagnosticato anche un disturbo depressivo,e mi ha consigliato siccome in questo periodo ho molti pensieri negativi anche rricorrenti alla morte di qualcuno è mi angosciano molto,una visita psichiatrica e secondo lei avrei bisogno di uno stabilizzatore dell umore.ne ho un po paura per l effetti indipendenza che potrebbe portare,ma se ho bisogno di farmaci sono pronta a cambiare la mia vita in meglio.
[#1]
Una valutazione psichiatrica potrebbe essere utile, l'affiancamento di una cura farmacologica nel suo caso potrebbe supportare il buon andamento della psicoterapia, soprattutto in questo particolare periodo che sta vivendo.
>>ho un po paura per l effetti indipendenza che potrebbe portare<<
spesso non sono i farmaci in se a dare "dipendenza", ma i tratti caratteriali di alcuni pazienti. Credo sia utile affrontare questo tema in terapia.
>>ho un po paura per l effetti indipendenza che potrebbe portare<<
spesso non sono i farmaci in se a dare "dipendenza", ma i tratti caratteriali di alcuni pazienti. Credo sia utile affrontare questo tema in terapia.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Signorina,
Sono assolutamente d'accordo nell'abolizione assoluta dell'alcol, che si comporta davvero in modo nocivo oltre ogni controllo, specie in presenza di psicofarmaci.
Riguardo le "dipendenze" da psicofarmaci sono in realta' leggende metropolitane: cio' che accade in realta' e' che tali sostanze tornano a dare tranquillita' in quanto sopperiscono a carenze organiche di neurotrasmettitori specifici e la loro sospensione crea di nuovo il deficit.
Ma di tali meccanismi dovra' parlarLe lo psichiatra.
Una psicoterapia invece potra' aiutarla a gestire nel modo migliore le sue difficolta', decodificandone le origini che quasi sempre sono inconsce. Anzi, vengono attivamente mantenute inconsce con l'utilizzo dei sintomi.
Spero di averla resa edotta di tutto e piu' libera di scegliere.
I migliori saluti.
Sono assolutamente d'accordo nell'abolizione assoluta dell'alcol, che si comporta davvero in modo nocivo oltre ogni controllo, specie in presenza di psicofarmaci.
Riguardo le "dipendenze" da psicofarmaci sono in realta' leggende metropolitane: cio' che accade in realta' e' che tali sostanze tornano a dare tranquillita' in quanto sopperiscono a carenze organiche di neurotrasmettitori specifici e la loro sospensione crea di nuovo il deficit.
Ma di tali meccanismi dovra' parlarLe lo psichiatra.
Una psicoterapia invece potra' aiutarla a gestire nel modo migliore le sue difficolta', decodificandone le origini che quasi sempre sono inconsce. Anzi, vengono attivamente mantenute inconsce con l'utilizzo dei sintomi.
Spero di averla resa edotta di tutto e piu' libera di scegliere.
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Gentile ragazza, d'accordo coi Colleghi le consiglio di rivolgersi ad uno psichiatra per un aiuto farmacologico, come le suggerisce la sua terapeuta, senza paure assurde.. Lasci l'alcool che le da' un falso aiuto e la intossica ..la sua vulnerabilita' parte da lontano, dalla sua storia, prenda questo periodo come una tappa maturativa, ne uscirà piu' forte.. restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Utente
Vi ringrazio per le risposte,ma il mio dubbio che ho sentito persone che soffrivano di depressione,curandosi solo con psicofarmaci,stare bene,mentre persone che soffrono di ansia fare tanti tentativi e non guarire.allora io mi chiedo è diversa l ansia dalla depressione?cioè con la depressione sono necessari i farmaci e per l ansia la psicoterapia?sono un po confusa.
[#5]
>>ho sentito persone che soffrivano di depressione<<
ogni caso è diverso, ma se non decide di farsi aiutare (nel senso più ampio del termine) i suoi dubbi e il suo procrastinare potrebbero essere più dannosi per il suo equilibrio psico-affettivo di qualsiasi altro "fantasma".
>>per me l alcol è come un sedativo..<<
lei si preoccupa per gli effetti dei farmaci, ma non di quelli dell'alcol?
ogni caso è diverso, ma se non decide di farsi aiutare (nel senso più ampio del termine) i suoi dubbi e il suo procrastinare potrebbero essere più dannosi per il suo equilibrio psico-affettivo di qualsiasi altro "fantasma".
>>per me l alcol è come un sedativo..<<
lei si preoccupa per gli effetti dei farmaci, ma non di quelli dell'alcol?
[#6]
Gentile Signorina,
"Ansia" e' una parola troppo generica e purtroppo viene trattata in modo troppo generico.
Se la persona ansiosa si rivolge al medico di famiglia, che non essendo uno specialista psichiatra non ha la competenza per trattare gli psicofarmaci "veri", e costui gli prescrive un ansiolitici non specifico, questo farmaco fallisce in quanto e' un sintomatico e non puo' "curare".
Potra' andare bene "una tantum" per blandi episodi di ansia ma niente di piu'.
Per curare l'ansia occorre uno psichiatra e la giusta terapia.
I migliori saluti
"Ansia" e' una parola troppo generica e purtroppo viene trattata in modo troppo generico.
Se la persona ansiosa si rivolge al medico di famiglia, che non essendo uno specialista psichiatra non ha la competenza per trattare gli psicofarmaci "veri", e costui gli prescrive un ansiolitici non specifico, questo farmaco fallisce in quanto e' un sintomatico e non puo' "curare".
Potra' andare bene "una tantum" per blandi episodi di ansia ma niente di piu'.
Per curare l'ansia occorre uno psichiatra e la giusta terapia.
I migliori saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.2k visite dal 09/08/2015.
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Approfondimento su Ansia
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