Scelta universitaria: avrei bisogno di un consiglio

Buongiorno a tutti e buon martedí!! Premetto che quando mi sono diplomata al liceo scientifico, il mio sogno era quello di entrare nel mondo dell'ospedale, sogno che ora sto realizzando essendo al 2° anno di Infermieristica. Tuttavia, nell'anno successivo al diploma c'è stato una sorta di incidente di percorso che mi ha portato a frequentare un anno di Giurisprudenza (in cui ho fatto sia gli esami e nel frattempo mi preparavo al test) che per me è stato un percorso molto ricco e interessante.
Dopo essermi laureata non vorrei fermarmi, ma mi piacerebbe riprendere quel percorso che ho fatto, ma non nell'ambito giuridico: avevo pensato di convalidare gli esami che ho fatto per Scienze dell'amministrazione (non mi vedo avvocato o notaio o professioni di questo tipo). Pensate che sia una buona idea?
In realtà, mi era venuto in mente di iniziare invece tutt'altro percorso come Psicologia, Sociologia, Scienze della formazione primaria, Scienze dell'educazione o qualcosa nell'ambito letterario, ma sarebbe un peccato perdere quell'anno fatto (che tra l'altro potrebbe essere utile per lavorare nell'amministrazione dell'ospedale), e l'idea mi aggarba moltissimo.
Sono terribilmente indecisa e confusa!!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente

Non ho ben capito: lei ha terminato gli studi di infermieristica dopo aver lasciato legge. Dico bene?
Ha provato a lavorare come infermiera? È un lavoro che le piace?

Come mai vorrebbe tornare a studiare?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Ci scrive da tanto tempo per svariate problematiche inclusa l'indecisine marcata sul suo futuro professionale.

Tra scienze infermieristiche a giurisprudenza c'è davvero un abisso.

Nessuno può decidere per lei o suggerirle uno o l'altro percorso .....perché ogni scelta corrisponde a reali e profonde inclinazioni ed attitudini


Si è rivolta ad un nostro Collega come le abbiamo suggerito in passato?

Tra l'altro la sua confusione era anche rivolta alla sua dimensione di coppia, quindi più che analizzare il percorso di studi, si dovrebbe analizzare il sotto bosco psichico che la rende così insicura, certamente non online.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Vi ringrazio come sempre per la vostra attenzione e disponibilità.
Dottoressa, tengo molto in considerazione ció che lei mi ha detto nei precedenti post, ma purtroppo in questo periodo non posso proprio rivolgermi ad un vostro collega, e quindi nel frattempo cerco di ricevere delle risposte da voi per poi partire con un mio percorso che in seguito mi sará supportato da qualcuno piú esperto.
Sono desolata se ho piú volte approfittato del vostro aiuto anche se online, ma mi creda, non posso che rivolgervi i migliori complimenti perché siete dei professionisti eccezionali. Ecco perché ho sempre cercato il vostro supporto online.

Rispondo alle sue prime domande, dottoressa: sono al 2 anno di Infermieristica e mi piace tantissimo il percorso che sto facendo, anzi sono sempre più felice ogni giorno che passa, ma vorrei confessarle che purtroppo la professione infermieristica non viene molto stimata dall'utenza, e questo rattrista molto perché ci riteniamo anche noi dei professionisti e seguiamo un percorso di laurea serio e disciplinato da regole molto precise e rigide; questo rigore e questa professionalità ahimè non viene percepita dal pubblico, perché veniamo visti come 'aiutanti dei medici', e invece siamo assistenti, ovvero abbiamo una nostra autonomia di campo, non aiutiamo nessuno se non i pazienti e collaboriamo con altre figure sanitarie professionali.

Questo, quindi, mi spinge a non fermarmi a questa laurea triennale, ma a migliorarmi fin dove mi é possibile, e dunque mi piacerebbe riprendere gli studi giuridici (é stata poca cosa un anno, ma é stato molto ricco e formativo).
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente

Questo problema lo incontra chiunque se parla con gente svalutante... ma il punto è: come mai lei si lascia abbattere e convincere da ciò?
Se è l ' opinione di altri e non la sua, non è tenuta a sposarla!
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Utente
Utente
Ha ragione a porre attenzione sull'opinione comune che da parte mia certamente non viene condivisa, ma se le dico che questo purtroppo lo vedo riscontrare in tutti gli ambiti in cui faccio tirocinio universitario?
Intendo dire, al di lá del livello culturale, perché e com'é possibile che una professione di tutto rispetto venga sminuita in questo modo?

Il mio abbattimento nasce dal fatto che, per esempio, se mi viene rivolta da un paziente qualsiasi domanda sulla sua condizione di salute, successivamente quest'ultimo si rivolgerá al medico perché non considera sufficiente o forse 'affidabile' quello che viene detto da me o da qualsiasi altro infermiere.
Ecco, é questo ció che avvilisce: la stima parziale.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
I pz abitualmente chiedono a tutto il personale perché sono preoccupati della propria salute...si scambiano persino opinioni tra loro e poi chiedono al medico...
Se però parliamo di relazione il pz trascorre molto più tempo con gli infermieri in reparto.
Ha provato a confrontarsi con colleghi in reparto e chiedere un parere in merito durante il tirocinio?
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Utente
Utente
Si, anche i miei colleghi hanno notato questa sorta di 'stima di secondo livello' nei nostri riguardi e nella categoria infermieristica.
É un pó come se fosse un pregiudizio sociale che ci portiamo come marchio a causa della nostra storia anche piuttosto recente e degli atteggiamenti dei nostri colleghi di una certa età (non che tutti naturalmente li assumano).
É un pó come se questa professione apparisse come una professione che ci renda tali solo per metá.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

<<la professione infermieristica non viene molto stimata dall'utenza,<< Lei scrive.

peccato che Lei collochi PRIMA la considerazione sociale e POI il proprio gradimento: <<mi piace tantissimo il percorso che sto facendo, anzi sono sempre più felice ogni giorno che passa<<.

Una professione ha da piacere innanzi tutto a se stessi, considerato che la svolgeremo per anni, anzi decenni.
La "stima parziale" da parte dell'utenza deriva dal fatto che Lei non è medico e dunque non può rispondere al posto di un medico. Ma in cambio può dare indacazioni importantissime sul come e cosa fare, che forse un medico non dà e delega a Lei.

In ogni caso, se Lei cerca il prestigio sociale deve salire molto in alto per (forse) ottenerlo; se invece cerca dentro di sè quale è la strada che La appaga, sarà meglio.

Saluti cordilai.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#9]
Utente
Utente
Mia madre che é un'infermiera non voleva che facessi anch'io l'infermiera perché mi diceva che é appunto non dá prestigio, ma puó dare soddisfazioni dal punto di vista emotivo e personale; con questa consapevolezza di non prestigio, io ho scelto questa strada perché volevo aiutare il prossimo nel modo in cui mi prospettavo di fare: assistere.

"Grazie al cielo che non sono un medico!" le confesso schiettamente, e che dunque non rispondo come tale e che nessuna delega mi é fornita da loro, anzi rispondo delle mie azioni professionali responsabilmente e in prima persona da infermiera. Non che sia contro o abbia antipatie verso di loro, ma la cosa che ci viene insegnata dal principio é che siamo due mondi differenti, svolgiamo competenze differenti e le nostre strade si incrociano solo per un motivo: il benessere e la salute di una persona.

Per una considerazione sociale (o comunque che possa toccare in qualche modo la mia persona), credo che in qualche modo si riesca ad avere titoli e competenze piú specifiche e dunque piú stimolanti (molti miei insegnanti sono infermieri ma anche coordinatori di reparti, istruttori di BLS, docenti universitari).
Ció che non riesco a capire per me stessa é se sia giusto per me formarmi solo in questo campo o acquisire altre competenze (come sul diritto, per esempio).
Ecco, é proprio questo che non sto cercando di capire dentro di me: se la mia strada é unica e mi basta oppure no.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Se lei desidera fare l'infermiera non può pensare di essere medico e sentirsi inferiore, sono due cose distinte e separate e di valore entrambe.

Come se un fisioterapista si sentisse declassato rispetto all'ortopedico e così via./

Uno psicologo può trovarlo anche in convenzione, senza costi eccessivi, le suggerisco di richiedere una consulenza per dipanare le nubi che le fanno compagnia.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
<<Dopo essermi laureata non vorrei fermarmi, ma mi piacerebbe riprendere quel percorso che ho fatto, ma non nell'ambito giuridico: avevo pensato di convalidare gli esami che ho fatto per Scienze dell'amministrazione (non mi vedo avvocato o notaio o professioni di questo tipo). Pensate che sia una buona idea?<<

Gentile utente,
considerato che ha ancora un anno per completare gli studi in Infermieristica, il tempo , ed anche la pratica professionale, La aiuteranno a capire le sue esigenze.





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Utente
Utente
Grazie ancora.
Un saluto affettuoso.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Lieti di esserLe stati utili.


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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
É stato un piacere ascoltarla.