Blocco psicologico - sesso
Salve,
ho una relazione con una donna separata da sei mesi.
Con questa persona c'è stata subito una forte attrazione fisica ed un forte desiderio reciproco.
All'inizio tutto bene ma poi appena si è cominciato ad avere rapporti sessuali è iniziato un primo problema, ovvero i sensi di colpa da parte sua per motivi religiosi essendo separata.
Personalmente sono pure separato nonché divorziato e tali scrupoli religiosi non me li ero posti in passato essendo che vi è un divorzio ed il vecchio matrimonio è di fatto finito al di là di ciò che ne dica la Chiesa ed inoltre sembra sia pure nullo.
Comunque dal momento che lei ha manifestato questi scrupoli nei rapporti sessuali il dopo rapporto sessuale veniva vissuto anche da parte mia con un senso di colpa, acquisito per empatia o non so bene che altro.
Fatto sta che è stato così per tutta la quaresima. Il giovedì notte a mezzanotte si doveva interrompere qualsiasi attività sessuale essendo che il giorno dopo era il venerdì santo.
Rigorosamente il venerdì santo c'era da parte sua una sorta di retrofront a parole con mezze parole che manifestavano il suo senso di colpa.
Poi dopo la pasqua questo tipo di problemi è venuto meno parzialmente ma andando da un sacerdote le è stato detto di fare silenzio e preghiera per una settimana per cui per più giorni, dicendo che la decisione era presa di comune accordo, si è allontanata da me.
Poi però il suo/nostro padre spirituale ci ha detto di non fare nessun silenzio e preghiera ma di vivere la nostra relazione con una certa accortezza, concentrandoci maggiormente sulla reciproca conoscenza piuttosto che sull'aspetto fisico, da evitare ma non in modo perentorio, per evitare più che altro i sensi di colpa di lei.
Poi a maggio è stato il mese mariano e lì lei mi ha detto di portare pazienza per un mese nei rapporti sessuali. Poco prima mi aveva detto che non dovevamo per forza fare l'amore.
Poi dopo maggio sono venute meno tali restrizioni o quasi, perché comunque lei ha cominciato a non fare la comunione. Facendo l'amore anche avendo con lei un rapporto di penetrazione piuttosto lungo, dell'ordine di tre quarti d'ora alla fine lei risultava volere di più.
Per cui al meccanismo psicologico iniziale di desiderio e successivo rigetto suo e quindi in parte mio per empatia è venuto a seguire ansia da prestazione.
Poi inoltre è subentrata da parte sua una forma di abitudinarietà nel gestire i rapporti a letto con me come se fossi il marito, relegandoli agli orari da lei scelti, magari dopo aver cenato, essersi messa il pigiamino e aver detto le sue preghiere. Io in tutto questo mi sono cominciato a sentire un oggetto pur con tutte le sue premure nei miei confronti e pur con tutte le sue credo eccessive attenzioni di telefonate che di fatto erano un posticipare a dopo un dialogo per l'intera giornata (Lei: ciao ho fatto questo questo etc etc... ci sentiamo tra due ore). Ora c'è un'ansia che è un blocco reciproco alla penetrazione e lei non ha più restrizioni di sorta.
ho una relazione con una donna separata da sei mesi.
Con questa persona c'è stata subito una forte attrazione fisica ed un forte desiderio reciproco.
All'inizio tutto bene ma poi appena si è cominciato ad avere rapporti sessuali è iniziato un primo problema, ovvero i sensi di colpa da parte sua per motivi religiosi essendo separata.
Personalmente sono pure separato nonché divorziato e tali scrupoli religiosi non me li ero posti in passato essendo che vi è un divorzio ed il vecchio matrimonio è di fatto finito al di là di ciò che ne dica la Chiesa ed inoltre sembra sia pure nullo.
Comunque dal momento che lei ha manifestato questi scrupoli nei rapporti sessuali il dopo rapporto sessuale veniva vissuto anche da parte mia con un senso di colpa, acquisito per empatia o non so bene che altro.
Fatto sta che è stato così per tutta la quaresima. Il giovedì notte a mezzanotte si doveva interrompere qualsiasi attività sessuale essendo che il giorno dopo era il venerdì santo.
Rigorosamente il venerdì santo c'era da parte sua una sorta di retrofront a parole con mezze parole che manifestavano il suo senso di colpa.
Poi dopo la pasqua questo tipo di problemi è venuto meno parzialmente ma andando da un sacerdote le è stato detto di fare silenzio e preghiera per una settimana per cui per più giorni, dicendo che la decisione era presa di comune accordo, si è allontanata da me.
Poi però il suo/nostro padre spirituale ci ha detto di non fare nessun silenzio e preghiera ma di vivere la nostra relazione con una certa accortezza, concentrandoci maggiormente sulla reciproca conoscenza piuttosto che sull'aspetto fisico, da evitare ma non in modo perentorio, per evitare più che altro i sensi di colpa di lei.
Poi a maggio è stato il mese mariano e lì lei mi ha detto di portare pazienza per un mese nei rapporti sessuali. Poco prima mi aveva detto che non dovevamo per forza fare l'amore.
Poi dopo maggio sono venute meno tali restrizioni o quasi, perché comunque lei ha cominciato a non fare la comunione. Facendo l'amore anche avendo con lei un rapporto di penetrazione piuttosto lungo, dell'ordine di tre quarti d'ora alla fine lei risultava volere di più.
Per cui al meccanismo psicologico iniziale di desiderio e successivo rigetto suo e quindi in parte mio per empatia è venuto a seguire ansia da prestazione.
Poi inoltre è subentrata da parte sua una forma di abitudinarietà nel gestire i rapporti a letto con me come se fossi il marito, relegandoli agli orari da lei scelti, magari dopo aver cenato, essersi messa il pigiamino e aver detto le sue preghiere. Io in tutto questo mi sono cominciato a sentire un oggetto pur con tutte le sue premure nei miei confronti e pur con tutte le sue credo eccessive attenzioni di telefonate che di fatto erano un posticipare a dopo un dialogo per l'intera giornata (Lei: ciao ho fatto questo questo etc etc... ci sentiamo tra due ore). Ora c'è un'ansia che è un blocco reciproco alla penetrazione e lei non ha più restrizioni di sorta.
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Gentile utente,
la relazione tra religione e sessualità non è mai troppo semplice, ma questo lo sa anche Lei essendo pure Lei praticante.
Risentire il Vostro padre spirituale, quello che Vi ha tranquillizzato, non Vi farebbe male, anche perché questo problema ve lo porterete dietro altrimenti.
Per quanto riguarda la psiche - il nostro settore - immagino che con tutti questi rituali la spontaneità del gesto sessuale sia sparita; ora forse sostituita dal fare "come se Lei fosse un marito".
Se fosse condiviso, rivolgetevi ad uno Psicologo per parlarne di persona. Può essere importante.
la relazione tra religione e sessualità non è mai troppo semplice, ma questo lo sa anche Lei essendo pure Lei praticante.
Risentire il Vostro padre spirituale, quello che Vi ha tranquillizzato, non Vi farebbe male, anche perché questo problema ve lo porterete dietro altrimenti.
Per quanto riguarda la psiche - il nostro settore - immagino che con tutti questi rituali la spontaneità del gesto sessuale sia sparita; ora forse sostituita dal fare "come se Lei fosse un marito".
Se fosse condiviso, rivolgetevi ad uno Psicologo per parlarne di persona. Può essere importante.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentil utente
Lei definisce questa situazione "blocco" sebbene supportato da precise convinzioni religiose. Come mai blocco e non scelta? A lei che scrive questa cosa va bene così o inizia ad essere un problema?
Lei definisce questa situazione "blocco" sebbene supportato da precise convinzioni religiose. Come mai blocco e non scelta? A lei che scrive questa cosa va bene così o inizia ad essere un problema?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
Scienza e fede, come ben sa, non vanno proprio d'accordo e, quando si tratta di sessualità, si va incontro ad un ginepraio di emozioni, sensi di colpa e disguidi ....
Sarebbe utile una consulenza di coppia, luogo simbolico, non giudicante, dove poter dipanare la matassa emozionale e sensuale, sono certa che ne guadagnereste in empatia e dimensione ludica e spontanea della sessualità.
Consulenti queste letture sulla sessualità maschile, si renderà conto di quante variabili entrano in gioco per la spontaneità o disfunzionalità sessuale.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Scienza e fede, come ben sa, non vanno proprio d'accordo e, quando si tratta di sessualità, si va incontro ad un ginepraio di emozioni, sensi di colpa e disguidi ....
Sarebbe utile una consulenza di coppia, luogo simbolico, non giudicante, dove poter dipanare la matassa emozionale e sensuale, sono certa che ne guadagnereste in empatia e dimensione ludica e spontanea della sessualità.
Consulenti queste letture sulla sessualità maschile, si renderà conto di quante variabili entrano in gioco per la spontaneità o disfunzionalità sessuale.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.1k visite dal 03/08/2015.
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