Blocco psicologico autostima

Salve,
mi sono decisa a scrivere su questo sito perché non so se sia il caso di intraprendere una psicoterapia oppure no.Ho 27 anni,sono laureata in biologia da due anni quasi,in realtà il mio sogno era quello di diventare medico,ma si sa, la vita porta su altre strade e forte del fatto che quello che studiavo non mi dispiaceva affatto,mi convincevo che se mi fossi impegnata moltissimo ed avessi ottenuto il massimo dei risultati,sarei riuscita ad ottenere una posizione lavorativa che mi avrebbe permesso di sentirmi "appagata". Sin da piccola ho sempre sofferto, per cosi dire, di complessi di inferiorità: non mi sentivo mai abbastanza magra, abbastanza attraente, abbastanza sicura di me stessa, non lo so perché, ma avevo (ed ho) la sensazione di sentirmi fuori posto, inadeguata. Ho avuto una infanzia poco felice, dai 10 ai 18/19 anni posso dire che mio padre era completamente assente, preso da problemi di alcolismo e depressione che rendevano il clima familiare abbastanza teso, per cui mi rinchiudevo nella mia stanza e non facevo altro che leggere e studiare, sperando che prima o poi sarei diventata grande e sarei andata via, mi sarei realizzata, sarei diventata indipendente, mi sarei comprata le cose che mi piacevano e avrei fatto quello che più mi andava di fare, perché tanto "me lo sarei potuta permettere".Ho studiato, ho mantenuto la media alta per non pagare tasse, ho fatto lavoretti per mantenermi e pagarmi i libri e quando non ce li avevo il senso di colpa di prendermi quei "20 euro e portami il resto" di mio padre mi faceva stare tanto male. Non ho mai coltivato una passione - perché non potevamo permettercelo, ho sempre e solo studiato ecco. E mi ritrovo a 27 anni che sono disoccupata.Il senso di inadeguatezza, di sentirmi sbagliata, mi invadeva sia durante il mio periodo di tesi, mi sentivo sempre guardata male, come quella che magari "non lavorava bene", sia durante i lavoretti che ho fatto successivamente, come call center, supermercati, e durante l'ultimo lavoro stagionale in un laboratorio di controllo qualità.Poi ho vinto un progetto Leonardo in UK e sono stata all'estero per 4 mesi.Li mi sentivo stranamente bene,appagata realizzata nelle cose che facevo,non trattata da stupida.Poi rientrata, tutto è tornato come prima...senso di fallimento,di incapacità,sentirmi "povera" perché non posso permettermi un master, mentre tante altre persone, non migliori di me, si o magari hanno una posizione.Ho portato mille cv,ma non è abbastanza,non c'è mai nessuno che mi dia "fiducia", o non ci sono posizioni aperte.Quindi non trovo motivazione,mi viene da piangere,la mattina non ho nemmeno voglia di alzarmi e farmi il letto,a volte penso che ho sbagliato scelte,se avessi fatto il medico forse ora non starei così.Però non me la sento di ricominciare a studiare, sono stanca e non ho nemmeno soldi.Vorrei solo una occupazione che mi permettesse di essere autonoma ed indipendente.Per cui rimango così.Immobile.Rassegnata.Senza sapere che fare.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Prima di pensare ad un psicoterapia potrebbe effettuare qualche consulenza psicologica de visu, luogo simbolico sove si metteranno a fuoco le sue problematiche.

Potrebbe anche servire un sostegno psicologico e non una terapia vera e propria.

Ha sicuramente un passato doloroso e, forse, ingombrante, ma è riuscita a star bene anche se per poco e fuori casa...questo fa ben sperare.

Ha delle passioni?
La lettura?
La scrittura?
Il cinema?
Gli animali, altro?

Una more?

Spesso amore, lavoro ed autostima sono correlati.

Adesso si ved bella o non è ancora "abbastanza"?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Cara dottoressa,
grazie per la rapida risposta. Bhe, si, ho un amore e delle sorelle, che mi sono vicine e mi sostengono, mi consigliano di impegnarmi a fare anche altre cose, giusto per essere occupata con la mente, ma spesso mi "bastonano" dicendomi che se non credo prima io in me stessa e nelle mie capacità, non potrà farlo neanche chi avrò di fronte.
Il fatto è che mi sento come se avessi un peso nello stomaco, come se tra l'idea di voler fare qualcosa e poi le azioni associate all'attuazione della stessa, ci fosse un blocco che mi impedisse di andare oltre, una sorta di paura del fallimento, di non riuscire a farcela, di mettermi in gioco e poi un senso di apatia. E quindi...mi arrendo in partenza, dicendomi "Non ce la faccio, cosa lo faccio a fare, sarà l'ennesimo fallimento". Non so come affrontare questa cosa....Penso continuamente a cosa ho sbagliato, cosa ho io di sbagliato, non ho stimoli per fare nulla e ho paura di prendere decisioni. E rimango così qui, in attesa di qualche evento esterno che possa smuovermi da questa non-attività.


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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Gentile Utente,

nonostante questo diffuso senso di "non abbastanza" che ha sempre sentito è riuscita comunque a realizzare cose importanti come la laurea e il progetto all'estero; tuttavia l'idea che ha di se stessa è di una persona che, per quanto si impegni, non otterà mai quello che hanno gli altri, non sarà mai alla loro altezza.
Concordo sull'utilità di un percorso di sostegno psicologico per focalizzare e gestire al meglio questo momento che sta attraversando.
Nel frattempo un utile spunto di riflessione sarebbe capire perchè quando era all'estero si sentiva "stranamente bene": cosa le ha permesso di sentirsi così? Cosa pensava? Come agiva? Forse con persone che non la conoscevano si sentiva meno sotto pressione o sotto giudizio?
La paura del fallimento può nascondere la paura di non deludere le aspettative degli altri, se dagli altri faccio dipendere il mio valore come persona.
Riparta da se stessa e da quello che di positivo ha realizzato.

Un caro saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova