Ansia affettiva e paura di essere lasciati
Carissimi dottori,
Sono un ragazzo di 35 anni. Sono di bella presenza, ho un buon reddito, un buon lavoro, tanti amici e un solido background culturale. Ma nella mia vita c'è sempre stato un dramma: il rapporto con le donne. Mi sento sempre insicuro con loro, quando frequento una ragazza sento di dire sempre le cose sbagliate, di risultare offensivo, ridicolo, patetico e noioso. Un giorno sono riuscito a costruirmi intorno un muro impenetrabile: soffrivo a stare da solo ma la mia vita era talmente ricca di attività e di interessi che riuscivo a "tenerle distanti". Alcuni giorni fa arriva per caso nella mia vita una ragazza di 36 anni per la quale, come sempre mi è successo, perdo immediatamente la testa. Iniziamo a frequentarci, andiamo al mare assieme, passiamo dei momenti splendidi insieme. Come sempre mi viene da trattarla come una principessa e di volerle offrire solo il meglio. Ma quando lei non c'è cado nello sconforto. Se non le scrivo in chat avverto ho paura che creda che mi sono disinteressato a lei, se le scrivo troppo ho paura di farmi vedere "appiccicoso". Quando sono con lei tendo ad annullarmi nelle sue decisioni per paura di indisporla. Cerco di controllare al massimo queste mie inclinazioni perché sento che una donna non ha bisogno di questo e arrivo a pensare che ogni volta che la incontro non faccia altro che accelerare la fine di tutto. La mia mente inizia a elaborare perversamente qualsiasi suo segnale, cerca di cogliere qualsiasi differenza per autoconvincermi che tutto stia finendo. Sento che il mio castello è crollato, mi sento vulnerabile, sento la voglia di andare avanti ma contemporaneamente penso: "chi me l'ha fatto fare"! Cosa posso fare per uscire da questo circolo vizioso e avere la serenità che credo di meritarmi?
Sono un ragazzo di 35 anni. Sono di bella presenza, ho un buon reddito, un buon lavoro, tanti amici e un solido background culturale. Ma nella mia vita c'è sempre stato un dramma: il rapporto con le donne. Mi sento sempre insicuro con loro, quando frequento una ragazza sento di dire sempre le cose sbagliate, di risultare offensivo, ridicolo, patetico e noioso. Un giorno sono riuscito a costruirmi intorno un muro impenetrabile: soffrivo a stare da solo ma la mia vita era talmente ricca di attività e di interessi che riuscivo a "tenerle distanti". Alcuni giorni fa arriva per caso nella mia vita una ragazza di 36 anni per la quale, come sempre mi è successo, perdo immediatamente la testa. Iniziamo a frequentarci, andiamo al mare assieme, passiamo dei momenti splendidi insieme. Come sempre mi viene da trattarla come una principessa e di volerle offrire solo il meglio. Ma quando lei non c'è cado nello sconforto. Se non le scrivo in chat avverto ho paura che creda che mi sono disinteressato a lei, se le scrivo troppo ho paura di farmi vedere "appiccicoso". Quando sono con lei tendo ad annullarmi nelle sue decisioni per paura di indisporla. Cerco di controllare al massimo queste mie inclinazioni perché sento che una donna non ha bisogno di questo e arrivo a pensare che ogni volta che la incontro non faccia altro che accelerare la fine di tutto. La mia mente inizia a elaborare perversamente qualsiasi suo segnale, cerca di cogliere qualsiasi differenza per autoconvincermi che tutto stia finendo. Sento che il mio castello è crollato, mi sento vulnerabile, sento la voglia di andare avanti ma contemporaneamente penso: "chi me l'ha fatto fare"! Cosa posso fare per uscire da questo circolo vizioso e avere la serenità che credo di meritarmi?
[#1]
Gentile Utente,
tenere distanti le donne immergendosi in mille attività non è la soluzione, tanto più che poi quando le capita di incontrarne una interessante il problema si ripresenta.
Paura del giudizio, di una fine prematura, di non essere e fare abbastanza per una donna posta su un piedistallo,e altro da qui non sappiamo, la portano probabilmente a comportarsi in modo poco naturale, faticoso e a stare con la lente di ingrandimento ad osservare le reazioni dell'altro tormentadosi con pensieri poco piacevoli.
Ciò che è abituato a fare e pensare non funziona, le costa fatica e la trattiene nel disagio, dovrebbe farsi aiutare da un nostro collega a spezzare il circolo vizioso descritto proprio per vivere in modo più sereno e appagante le sue relazioni.
Ci ha mai pensato?
tenere distanti le donne immergendosi in mille attività non è la soluzione, tanto più che poi quando le capita di incontrarne una interessante il problema si ripresenta.
Paura del giudizio, di una fine prematura, di non essere e fare abbastanza per una donna posta su un piedistallo,e altro da qui non sappiamo, la portano probabilmente a comportarsi in modo poco naturale, faticoso e a stare con la lente di ingrandimento ad osservare le reazioni dell'altro tormentadosi con pensieri poco piacevoli.
Ciò che è abituato a fare e pensare non funziona, le costa fatica e la trattiene nel disagio, dovrebbe farsi aiutare da un nostro collega a spezzare il circolo vizioso descritto proprio per vivere in modo più sereno e appagante le sue relazioni.
Ci ha mai pensato?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
sembra che Lei sia un po' ansioso nella relazione con le ragazze e che -a motivo di questa ansia- stia mettendo in pratica proprio quei comportamenti precauzionali che da una parte Le fanno perdere tante energie (cosa devo dire, parlo troppo, parlo poco, la cerco, non le scrivo...ecc?), dall'altra non Le fanno assaporare la relazione, perché troppo occupato a gestire queste preoccupazioni.
Io credo che una consulenza psicologica potrebbe aiutarLa moltissimo ad imparare a gestire l'ansia e vivere più serenamente la relazione, soprattutto se ci tiene come mi pare di aver capito.
Cordiali saluti,
sembra che Lei sia un po' ansioso nella relazione con le ragazze e che -a motivo di questa ansia- stia mettendo in pratica proprio quei comportamenti precauzionali che da una parte Le fanno perdere tante energie (cosa devo dire, parlo troppo, parlo poco, la cerco, non le scrivo...ecc?), dall'altra non Le fanno assaporare la relazione, perché troppo occupato a gestire queste preoccupazioni.
Io credo che una consulenza psicologica potrebbe aiutarLa moltissimo ad imparare a gestire l'ansia e vivere più serenamente la relazione, soprattutto se ci tiene come mi pare di aver capito.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
Alle riflesisoni già ricevute la invito a leggere anche queste letture sulla dipendenza affettiva, si ritroverà
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Alle riflesisoni già ricevute la invito a leggere anche queste letture sulla dipendenza affettiva, si ritroverà
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 18.6k visite dal 26/07/2015.
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Approfondimento su Ansia
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