Cambiare terapeuta
Salve.
Vi scrivo in merito a qualche dubbio sull' efficacia di una psicoterapia. Ho 25 anni e ho iniziato un percorso terapeutico più di un anno fa, ad indirizzo cognitivo-comportamentale.
Ho avuto già qualche titubanza a metà percorso perché avevo l' impressione di non aver ottenuto risultati e temevo di fare resistenza alla terapia senza accorgermene. Dopo essere stata rassicurata dal terapeuta ho optato per il proseguimento della terapia. Sono passati altri mesi ma la situazione non è cambiata. Ultimamente andare dal terapeuta sta diventando un peso. Mi chiedevo, è possibile che nonostante la competenza del terapeuta e la mia buona volontà, semplicemente non funzioniamo in questo rapporto di terapia? Magari per come sono io il suo approccio, che potrebbe essere validissimo per altre persone, non va bene.
Le impressioni che ho, ne dico alcune a titolo di esempio, sono varie. Ho ad esempio la sensazione di stare antipatica al terapeuta. O ultimamente mi sento in colpa perché credo di essere sbagliata io e di essere incapace io di seguire questa terapia. A volte ho "disagio" all' idea di parlare di qualcosa perché ho l' impressione che si infastidisca o annoi come racconto. Non mi pare di ricevere aiuto concreto, mi sento persa e senza alcuna indicazione. Inoltre ho l' impressione che ripeta sempre le stesse cose: cambia qualcosa, ascoltati. Consigli utilissimi. Ma il fatto è che questi sono i motivi per cui mi sono rivolta alla terapia. So che c'è qualcosa da cambiare nella mia vita e so che devo imparare ad ascoltarmi, ma non riesco da sola. Sentire qualcuno che mi ripete che devo farlo non ha molti risultati, perché sono cose che già so e le avrei già fatte da sola se potessi. Ho tentato comunque di seguire queste due indicazioni un po' alla cieca perché mi è stato spiegato che il terapeuta non può dirti cosa fare o non fare, ma appunto non ho concluso nulla.
Ho aspettato un bel po' prima di prendere questa decisione, perché non volevo essere impulsiva e volevo fidarmi e dare tempo al terapeuta di conoscermi e di "lasciargli fare il suo lavoro". Ma a questo punto, a prescindere che le impressioni che ho scritto siano vere o appunto solo mie impressioni, ha senso continuare con questo terapeuta?
Vi chiedo consiglio perché ancora una volta il mio timore è di essere io la causa e il motivo del mancato giovamento, e non vorrei cadere in una spirale eterna di continui cambiamenti terapeutici passando da un professionista all' altro senza concludere nulla.
Grazie anticipatamente.
Vi scrivo in merito a qualche dubbio sull' efficacia di una psicoterapia. Ho 25 anni e ho iniziato un percorso terapeutico più di un anno fa, ad indirizzo cognitivo-comportamentale.
Ho avuto già qualche titubanza a metà percorso perché avevo l' impressione di non aver ottenuto risultati e temevo di fare resistenza alla terapia senza accorgermene. Dopo essere stata rassicurata dal terapeuta ho optato per il proseguimento della terapia. Sono passati altri mesi ma la situazione non è cambiata. Ultimamente andare dal terapeuta sta diventando un peso. Mi chiedevo, è possibile che nonostante la competenza del terapeuta e la mia buona volontà, semplicemente non funzioniamo in questo rapporto di terapia? Magari per come sono io il suo approccio, che potrebbe essere validissimo per altre persone, non va bene.
Le impressioni che ho, ne dico alcune a titolo di esempio, sono varie. Ho ad esempio la sensazione di stare antipatica al terapeuta. O ultimamente mi sento in colpa perché credo di essere sbagliata io e di essere incapace io di seguire questa terapia. A volte ho "disagio" all' idea di parlare di qualcosa perché ho l' impressione che si infastidisca o annoi come racconto. Non mi pare di ricevere aiuto concreto, mi sento persa e senza alcuna indicazione. Inoltre ho l' impressione che ripeta sempre le stesse cose: cambia qualcosa, ascoltati. Consigli utilissimi. Ma il fatto è che questi sono i motivi per cui mi sono rivolta alla terapia. So che c'è qualcosa da cambiare nella mia vita e so che devo imparare ad ascoltarmi, ma non riesco da sola. Sentire qualcuno che mi ripete che devo farlo non ha molti risultati, perché sono cose che già so e le avrei già fatte da sola se potessi. Ho tentato comunque di seguire queste due indicazioni un po' alla cieca perché mi è stato spiegato che il terapeuta non può dirti cosa fare o non fare, ma appunto non ho concluso nulla.
Ho aspettato un bel po' prima di prendere questa decisione, perché non volevo essere impulsiva e volevo fidarmi e dare tempo al terapeuta di conoscermi e di "lasciargli fare il suo lavoro". Ma a questo punto, a prescindere che le impressioni che ho scritto siano vere o appunto solo mie impressioni, ha senso continuare con questo terapeuta?
Vi chiedo consiglio perché ancora una volta il mio timore è di essere io la causa e il motivo del mancato giovamento, e non vorrei cadere in una spirale eterna di continui cambiamenti terapeutici passando da un professionista all' altro senza concludere nulla.
Grazie anticipatamente.
[#1]
Gentile Utente,
pur non mettendo in discussione in discussione la competenza del suo terapeuta è possibile che:
Lei ed il terapeuta non vi troviate bene insieme
Che la sua formazione non sia consona alle sue aspettative ed alle sue problematiche
Che lei necessiti di più tempo
Che trattasi di resistenze al cambiamento ( i sintomi che si difendono)
E tantissimo altro.
Posso chiederle per cosa è in cura?
Prima di scegliere questo terapeuta ha effettuato qualche colloquio preliminare con altri terapeuti, magari con altre formazioni?
pur non mettendo in discussione in discussione la competenza del suo terapeuta è possibile che:
Lei ed il terapeuta non vi troviate bene insieme
Che la sua formazione non sia consona alle sue aspettative ed alle sue problematiche
Che lei necessiti di più tempo
Che trattasi di resistenze al cambiamento ( i sintomi che si difendono)
E tantissimo altro.
Posso chiederle per cosa è in cura?
Prima di scegliere questo terapeuta ha effettuato qualche colloquio preliminare con altri terapeuti, magari con altre formazioni?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Mi sono rivolta ad un terapeuta per un disagio generale e per cercare di gestire lo stress che è causa di problemi di salute abbastanza importanti. Inoltre la mia vita è in stallo da un bel po' di tempo ormai, e volevo cercare di smuovere questo blocco. Ero arrivata a un punto in cui scoppiavo a piangere senza motivo e dappertutto. Non so bene identificare il problema con termini tecnici e specifici, ma mi serviva una mano.
Non ho possibilità di fare molti colloqui o cercare troppe alternative perché non posso permettermi la spesa di un privato. Quindi mi sono rivolta all' unico centro che ho trovato che fa tariffe sociali e mi è stato assegnato un terapeuta, non ho scelto.
Non ho possibilità di fare molti colloqui o cercare troppe alternative perché non posso permettermi la spesa di un privato. Quindi mi sono rivolta all' unico centro che ho trovato che fa tariffe sociali e mi è stato assegnato un terapeuta, non ho scelto.
[#3]
Quindi si è ritrovata con un terapeuta e basta,
È possibile che questi approccio non sia adatto alla sua storia di vita, alle sue esigenze, alle sue più profonde necessità,,..
Puó sempre chiedere, anche se nel pubblico, di cambiare terapeuta .
Prima però ne parli con lui, potrebbe esserci dell'altro che da quì è difficile comprendere.
È possibile che questi approccio non sia adatto alla sua storia di vita, alle sue esigenze, alle sue più profonde necessità,,..
Puó sempre chiedere, anche se nel pubblico, di cambiare terapeuta .
Prima però ne parli con lui, potrebbe esserci dell'altro che da quì è difficile comprendere.
[#4]
Gentile Utente,
Non so dirle da qui che cosa non sta funzionando in questa terapia ma una cosa è certa dal racconto che lei fa: non mi pare proprio che lei stia facendo una cognitivo comportamentale che in realtà ha prescrizioni molto molto chiare e il terapeuta non dice al pz di ascoltarsi e di cambiare a caso ma insegna al pz attraverso precise e personalizzate indicazioni come fare. Niente consigli dunque ma prescrizioni chiare.
Quindi posso chiedere quali erano gli obiettivi della terapia?
Quanto al fatto di pensare di stare antipatica lo ha chiesto alla terapeuta? Se il pz non esprime al tp anche questo tipo di perplessità la tp non può funzionare perché il tp non ha la a sfera di cristallo...
Invece parlare di questi aspetti è fondamentale soprattutto per pz con diagnosi gravi perché non sono capaci di leggere le intenzioni altrui.
Ha già cambiato altri terapeuti?
Non so dirle da qui che cosa non sta funzionando in questa terapia ma una cosa è certa dal racconto che lei fa: non mi pare proprio che lei stia facendo una cognitivo comportamentale che in realtà ha prescrizioni molto molto chiare e il terapeuta non dice al pz di ascoltarsi e di cambiare a caso ma insegna al pz attraverso precise e personalizzate indicazioni come fare. Niente consigli dunque ma prescrizioni chiare.
Quindi posso chiedere quali erano gli obiettivi della terapia?
Quanto al fatto di pensare di stare antipatica lo ha chiesto alla terapeuta? Se il pz non esprime al tp anche questo tipo di perplessità la tp non può funzionare perché il tp non ha la a sfera di cristallo...
Invece parlare di questi aspetti è fondamentale soprattutto per pz con diagnosi gravi perché non sono capaci di leggere le intenzioni altrui.
Ha già cambiato altri terapeuti?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Utente
Grazie Dott.ssa Randone, ne parlerò sicuramente col terapeuta in ogni caso prima di lasciare.
Dott.ssa Pileci, avevo già espresso eventuali perplessità una volta al terapeuta, sopratutto perché credevo che queste mie impressioni fossero dovute a una resistenza alla terapia. Sono stata rassicurata che non era così perciò avevo deciso di continuare. Ora riproverò a esporre il problema prima di lasciare e insieme si deciderà cosa fare. Sicuramente il terapeuta non ha una sfera di cristallo, lo so bene.
Gli obiettivi principali erano appunto riuscire a gestire lo stress e uscire da questa situazione di blocco che ho da anni (sono ferma con gli studi e non riesco a trovare alternativa), e uscire da questa situazione di umore pessimo che dura da troppo tempo. Non ho cambiato e provato altri terapeuti per ora. Grazie anche a lei per il parere.
Dott.ssa Pileci, avevo già espresso eventuali perplessità una volta al terapeuta, sopratutto perché credevo che queste mie impressioni fossero dovute a una resistenza alla terapia. Sono stata rassicurata che non era così perciò avevo deciso di continuare. Ora riproverò a esporre il problema prima di lasciare e insieme si deciderà cosa fare. Sicuramente il terapeuta non ha una sfera di cristallo, lo so bene.
Gli obiettivi principali erano appunto riuscire a gestire lo stress e uscire da questa situazione di blocco che ho da anni (sono ferma con gli studi e non riesco a trovare alternativa), e uscire da questa situazione di umore pessimo che dura da troppo tempo. Non ho cambiato e provato altri terapeuti per ora. Grazie anche a lei per il parere.
[#6]
A me questi obiettivi sembrano davvero troppo generici.
Che cosa vuole dire gestire lo stress e soprattutto uscire dalla situazione di blocco e umore pessimo?
Li avete scritti insieme questi obiettivi? Oppure non sono mai stati mai concordati?
Di solito in una psicoterapia gli obiettivi sono MOLTO SPECIFICI.
Ad esempio "uscire dalla situazione di blocco" non dà alcuna indicazione chiara, quindi capisco le Sue difficoltà e perplessità e soprattutto capisco che Lei non sappia che fare né come fare.
Al contrario, mettere a fuoco con il terapeuta il COME poter affrontare delle specifiche difficoltà (dichiarate ed elencate) che generano un eventuale blocco è tutta un'altra storia.
Per questo motivo mi sembra molto strano che il metodo usato dal curante sia di tipo cognitivo-comportamentale che, a onor del vero, funziona in ben altra maniera.
Legga qui per approfondimenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
In ogni caso, se in tempi ragionevoli (qualche mese... entro 3-4- mesi) la psicoterapia non produce risultati in base agli obiettivi fissati è molto sensato iniziare a problematizzare con il terapeuta e cambiare.
Cordiali saluti,
Che cosa vuole dire gestire lo stress e soprattutto uscire dalla situazione di blocco e umore pessimo?
Li avete scritti insieme questi obiettivi? Oppure non sono mai stati mai concordati?
Di solito in una psicoterapia gli obiettivi sono MOLTO SPECIFICI.
Ad esempio "uscire dalla situazione di blocco" non dà alcuna indicazione chiara, quindi capisco le Sue difficoltà e perplessità e soprattutto capisco che Lei non sappia che fare né come fare.
Al contrario, mettere a fuoco con il terapeuta il COME poter affrontare delle specifiche difficoltà (dichiarate ed elencate) che generano un eventuale blocco è tutta un'altra storia.
Per questo motivo mi sembra molto strano che il metodo usato dal curante sia di tipo cognitivo-comportamentale che, a onor del vero, funziona in ben altra maniera.
Legga qui per approfondimenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
In ogni caso, se in tempi ragionevoli (qualche mese... entro 3-4- mesi) la psicoterapia non produce risultati in base agli obiettivi fissati è molto sensato iniziare a problematizzare con il terapeuta e cambiare.
Cordiali saluti,
[#7]
Utente
Dott.ssa Pileci, a dire il vero no non è stato scritto nulla. Io le ho riferito i motivi per cui mi sono rivolta al terapeuta, come li ho riferiti al terapeuta stesso quando mi ha chiesto perché ero andata da lui. Non abbiamo concordato assieme qualcosa, non sapevo bisognasse averne di più specifici. So che è di tipo cognitivo-comportamentale perché tutta la clinica a cui mi sono rivolta segue questo indirizzo.
Grazie mille per i chiarimenti.
Grazie mille per i chiarimenti.
[#9]
Al di là della TCC, in ogni forma di psicoterapia si fissano prima degli obiettivi.
Nella TCC tali obiettivi sono molto precisi perchè poi si aiuta il pz. a modificare proprio quei comportamenti che sono "problematici" e quelle convinzioni disfunzionali che generano il problema.
Come ho già detto sopra, se a distanza di mesi un trattamento psicoterapico non produce risultati, è opportuno cambiare.
Inoltre è importante sapere una diagnosi, perchè a seconda della diagnosi il trattamento è diverso pur utilizzando la medesima metodologia.
Cordiali saluti,
Nella TCC tali obiettivi sono molto precisi perchè poi si aiuta il pz. a modificare proprio quei comportamenti che sono "problematici" e quelle convinzioni disfunzionali che generano il problema.
Come ho già detto sopra, se a distanza di mesi un trattamento psicoterapico non produce risultati, è opportuno cambiare.
Inoltre è importante sapere una diagnosi, perchè a seconda della diagnosi il trattamento è diverso pur utilizzando la medesima metodologia.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.8k visite dal 25/07/2015.
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