Problema esami universitari

Salve
sono uno studente iscritto al 4 anno di medicina.
A gennaio ho iniziato a studiare per l'esame di neurofisiologia.
A gennaio e febbraio non ho studiato troppo intensamente, ma da marzo ho iniziato a studiare seriamente svegliandomi alle 7 di mattina e studiando 5-6 ore al giorno. Ad aprile sono andato all'esame ma non ho risposto all'appello.
A giugno sono stato bocciato.
Dal 7 luglio ho iniziato a ripetere con un mio amico, che a 10 giorni dall'esame ancora non aveva neanche letto molti capitoli.
Abbiamo studiato abbastanza intensamente in quei giorni e la nostra preparazione era più o meno simile.
Ieri siamo andati a fare l'esame, io con 7 mesi di studio ho preso 25 e lui con 1 mese 28.
Una cosa simile è successa a dicembre con un altro esame.

Ci sono rimasto malissimo anche perché questo esame dava dei punti per la scuola di specializzazione che vorrei fare io.

A me succede spesso che studio molto e prendo dei voti bassi, infatti ho una media bassa e questo mi fa stare male visto che a medicina praticamente tutti hanno medie del 28-29.

Avendo ascoltato il mio esame questo mio amico mi ha detto che il problema non è il fatto di sapere o no le cose ma che vado nel pallone.

Da quando ho iniziato l'università combatto per riuscire a migliorare, ho cambiato moltissimi metodi di studio ma nessuno ha funzionato.
Se il prblema fosse davvero andare nel pallone non saprei proprio come fare.

Ora dovrei studiare per un esame di giovedì che devo assolutamente fare per la borsa di studio, è semplice ma come inizio a leggere penso a ieri e mi dispero e comincio a piangere.
La stessa cosa mi è successa dopo l'esame di dicembre.

Sto veramente male non ho voglia di fare niente,né studiare né uscire. Penso solo ai miei fallimenti e al fu che nonostante m'impegni molto agli esami non riesco a rendere. Ho paura di fare gli esami perché questa sensazione che provo è veramente brutta.
È un insieme di depressione, invidia, odio.
Oltretutto quando succedono queste cose per giorni non vorrei vedere questo mio amico perché è come se in lui vedessi quello che non riesco ad essere io e al tempo stesso vorrei che lui mi desse una mano.

[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Avendo ascoltato il mio esame questo mio amico mi ha detto che il problema non è il fatto di sapere o no le cose ma che vado nel pallone.>

Gentile Utente,
davvero probabile sia così.
Probabilmente si presenta all'esame con la preoccupazione di non farcela, di non sapere abbastanza e quant'altro, ma forse anche mentre studia la sua concentrazione non è al massimo magari perché si affaccia allo studio preoccupato.

Se questo corrispondesse a quanto accade sembra evidente che le premesse per studiare con profitto non sono le migliori..
L'ansia è nemica della concentrazione, dello studio proficuo e di buone prestazioni.

<Se il prblema fosse davvero andare nel pallone non saprei proprio come fare.> Le sarebbe di aiuto rivolgersi allo sportello di ascolto della sua facoltà oppure al Consultorio Familiare ASL per megliio affrontare il suo problema e trovare una soluzione per studiare con serenità e affrontare gli esami al meglio.

Intanto legga qui può trovare ottimi spunti
http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf

Cordialità
.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

leggendo la tua richiesta ho avuto la sensazione che non sia tanto il metodo di studio ad essere sbagliato in sé, anche perché dici di averne cambiati diversi, quanto passa l'idea che tu abbia molta preoccupazione per l'esame, anticipando cognitivamente eventuali problemi, fallimenti, voti bassi, ecc...

Qui hai riassunto il tutto: "Penso solo ai miei fallimenti e al fu che nonostante m'impegni molto agli esami non riesco a rendere. Ho paura di fare gli esami perché questa sensazione che provo è veramente brutta."

Se ci approcciamo ad un compito che già di suo è ansiogeno come un esame o una competizione con tale predisposizione, il risultato non può che essere negativo.
Allora è necessario per prima cosa imparare a credere molto di più in te stesso, ad avere un'immagine di te diversa, come una persona competente che affronta l'esame con maggior sicurezza. Ma quella sicurezza non viene dal numero di ore passate sul libro (che per carità sono necessarie) quanto dal modo in cui tut sai di poter avere padronanza su ciò che fai e sugli eventi della vita.

Tutto ciò ti capita solo nello studio o anche in altri ambiti personali?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Dott.ssa Rinella la ringrazio. Mi informerò sui servizi offerti dall'università.

Dott.ssa Pileci, so che è importante credere in sé ma per me è molto difficile.
Ho cercato di leggere argomenti a riguardo e anche "Messaggio a un'aquila che si crede un pollo" ma non mi sono stati troppo d'aiuto.

La mia ansia e insicurezza non riguarda solo la sfera universitaria ma anche altri aspetti.
A volte cerco di fare delle cose "obbligandomi" (ad esempio mi sono iscritto in palestra nonostante la timidezza) per superare questi miei aspetti negativi.
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Potrebbe anche rivolgersi alle strtture ASL del suo territorio, come ad esempio il Consultorio Familiare.

Un consulto diretto sarebbe opportuno dato quanto espone.

In bocca al lupo per i suoi studi
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Obbligando a fare delle cose possiamo ritenere troppo elevate per noi, non alla nostra altezza o capacità è un modo per iniziare a costruire una immagine diversa di noi stessi come competenti e capaci. Infatti l ' autostima si costruisce in questo modo e non leggendo dei libri. Una capacità e la rappresentazione mentale si costruiscono mentre facciamo esperienza. Anche le delusioni e le sconfitte servono per poter costruire la nostra autostima.
Quindi partirei da una consulenza psicologica proprio per avere l ' aiuto necessario per costruire tutto ciò e risolvere le problematiche ansiose.
Sei giovane e puoi risolvere il problema velocemente.

Cordiali saluti
[#6]
Utente
Utente
Non so se può significare qualcosa, ma se non sbaglio avevo letto da qualche parte che poteva essere d'aiuto immaginare noi stessi mentre si raggiunge un obiettivo.
Ci ho provato ma mi è difficile immaginare la felicità che provavo bel raggiungere quell'obiettivo; viceversa mi era molto più facile sentire lo sconforto derivante dall'immaginazione del fallimento.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Mah.. quella è una tecnica che potrebbe, con i giusti accorgimenti e ben calibrata, essere utilizzata in una psicoterapia, ma a me pare di capire che tu voglia farcela a tutti i costi da solo... Credimi, fai meno fatica se ti lasci aiutare da uno psicologo psicoterapeuta per modificare questo aspetto che è importante e che riguarda molti aspetti della tua vita, non solo lo studio.

Cordiali saluti,
[#8]
Utente
Utente
Indubbiamente mi rivolgerò ad un professionista, volevo sapere se quella tecnica poteva aiutare.
Grazie ancora
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Una tecnica, se sganciata da una psicoterapia o da comunque se improvvisata da autodidatta, può non avere alcun effetto o addirittura rafforzare il problema.
La visualizzazione del gesto atletico ad es. viene usata con gli atleti, ma è senz'altro preferibile che sia lo psicologo che segue l'atleta a mostrare come fare.
Poi, certamente, una volta appresa la tecnica, il pz. può utilizzarla come e quando meglio ritiene.
Nel tuo caso, io credo che più che una tecnica del genere, tu possa partire proprio dalla modificazione di alcuni comportamenti specifici che ti creano problemi e che potrai selezionare con lo psicologo psicoterapeuta, in modo da cambiare anche il modo di pensare a te stesso e a come ti muovi nel mondo.
Ti è mai capitato di fare cose che magari a livello emotivo o cognitivo temevi e che poi, al contrario, una volta fatte, ti hanno fatto rendere conto che non erano difficili, nè spaventose, nè nulla del genere e che ti è venuta anche voglia di rifare?
Ecco, intendo una cosa del genere... :-)

In bocca al lupo per tutto!
[#10]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Non ci dice nient'altro di se...

Fa sport?
Ha delle passioni?
Ha un amore?
Ha degli animali?
Come è stato amato in famiglia?
È stato rinforzato in autostima?

Il rendimento ed i voti - ansia da prestazione inclusa- dipendono da tantissimo altro, oltre che dal metodo di studio.


Trovare la giusta modalità di studio - scrivere, ripetere, visualizzare, ascoltare ed ascoltarsi e così via - sono di fondamentale importanza, ma tutto quello che c'è "oltre" lo studio, la sua vita psichica ed emotiva, lo è ancor di più.

Auguri per tutto.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#11]
Utente
Utente
Sì faccio sport. Ho fatto per 10 anni pallavolo e nonostante l'averci messo l'anima (a differenza di altri che nonostante fossero titolari saltavano gli allenamenti o venivano a "tempo perso") ho dovuto lasciare perché ho capito che non ero portato ed inoltre gli ultimi anni l'allenatore ha iniziato a non vedermi di buon occhio, dicendomi che non dovevo fargli un piacere ad andare ad allenamento.

Ora faccio da due anni palestra ma nonostante ciò non vedo i risultati (ho anche cambiato l'alimentazione impegnandomi a mangiare cose che magari eviterei volentieri, tipo l'albume a colazione o i fiocchi di latte a merenda per le proteine ).

Non sono mai stato fidanzato. Quando ero ragazzino magari se c'era qualche ragazza che mi piaceva cercavo di avvicinarmi ma, non curando troppo il mio aspetto fisico, non ho mai avuto successo.
Ora non penso di essere un brutto ragazzo,anzi, cerco anche di curare molto l'aspetto fisico ma se dovesse esserci una ragazza che mi piace non proverei ad avvicinarmi o parlarle perché penso che caratterialmente non ho quello che una ragazza cerca.

Ho un gatto cieco in casa, 3 cani e 4 gatti fuori casa; sono molto legato a loro e agli animali in generale tant'è che non mangio carne.

I miei genitori mi hanno sempre dato tutto l'affetto necessario, forse anche troppo. Mentre mia madre qualche volta mi ha spronato a fare le cose, mio padre è sempre stato un po' più "protettivo" (magari mia madre mi ha spronato ad iniziare ad uscire nonostante io non volessi, mentre mio padre le diceva di farmi fare quello che volevo).

Il periodo delle medie e i primi anni delle superiori ero preso in giro dai miei compagni di classe e quando uscivo il sabato dai ragazzi più grandi che stavano là (che mi davano del gay) e penso quella cosa mi abbia segnato molto, tant'è che ancora oggi,mentre quando sono con gli amici parlo sempre e tiro fuori nuovi discorsi o battute per parlare, con persone che non conosco sto zitto e non mi espongo troppo,limitandomi a rispondere, per paura di dare la stessa impressione che davo ai ragazzi che mi prendevano in giro da piccolo.

Chiedo scusa se ho scritto troppo.
[#12]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Come vede è tutto strettamente collegato

Affettività , autostima, famiglia d'origine, fallimenti o successi sportivi e così via

Chieda un supporto psicologico, migliorerà in tutto e perché no, troverà anche l'amore

Coraggio!!!
[#13]
Utente
Utente
Sì infatti è da un po' che penso che sia tutto un problema mio,del modo in cui penso.

Domani chiamerò il consultorio (sperando che i tempi di attesa non siano troppo lunghi ).

Grazie ancora!
[#14]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Lieta di averla ascoltata