Ho bisogno di psicofarmaci o posso farcela da solo?
Salve gentili medici,
sono un ragazzo di 24 anni e sono in crisi.
Da quando i miei genitori sono separati, ho vissuto per dodici anni con mia mamma e il suo compagno e con il fratellino avuto da questa loro relazione...il problema e´ che con loro non stavo bene e alla fine tre anni fa sono andato ad abitare con mio padre in una nuova citta´.
Circa 7 mesi fa ho subito uno sfratto (vivevo con mio padre) e mi sono dovuto fare aiutare dal comune di residenza per farmi avere un posto dove dormire, mentre mio padre si e´ fatto ospitare da un suo amico sempre qui in citta´.
Mi sono dato parecchio da fare e ho trovato anche un lavoro per due mesi in una scuola elementare.
I problemi sono iniziati circa un mese fa...e´ come se mi sentissi depresso, non ho piu´ voglia di uscire, faccio fatica a fare anche solo una doccia o a mangiare...ho veramente paura di essermi ammalato di depressione. Addirittura sono arrivato a rifiutare un´altra offerta di lavoro per la mia mancanza di volonta´...ho paura che se vado avanti cosi´ dovro´ ricorrere a degli psicofarmaci, ma non vorrei perche´ so che creano dipendenza.
Purtroppo ho saputo che per un determinato momento della sua vita mio padre e´ stato depresso e che aveva iniziato a prendere psicofarmaci per qualche giorno e poi aveva sospeso la terapia.
Se e´ vero che la depressione e´ ereditaria spero proprio di non averla presa da lui...
Oggi sono stato dal mio medico di base, ma mi ha detto che si rifiuta di darmi farmaci o di farmi fare delle analisi perche´ pensa che i miei problemi siano tutti materiali e meno psicologici.
A tutti i problemi economici aggiungo anche il fatto che sono gay e che mi pesa il giudizio che la gente potrebbe avere sul mio conto se lo sapesse.
Premetto che frequento una psicoterapeuta e che insieme stiamo affrontando un percorso con una tecnica che si chiama emdr.
Secondo voi posso uscirne da questa situazione senza l´uso degli psicofarmaci?
sono un ragazzo di 24 anni e sono in crisi.
Da quando i miei genitori sono separati, ho vissuto per dodici anni con mia mamma e il suo compagno e con il fratellino avuto da questa loro relazione...il problema e´ che con loro non stavo bene e alla fine tre anni fa sono andato ad abitare con mio padre in una nuova citta´.
Circa 7 mesi fa ho subito uno sfratto (vivevo con mio padre) e mi sono dovuto fare aiutare dal comune di residenza per farmi avere un posto dove dormire, mentre mio padre si e´ fatto ospitare da un suo amico sempre qui in citta´.
Mi sono dato parecchio da fare e ho trovato anche un lavoro per due mesi in una scuola elementare.
I problemi sono iniziati circa un mese fa...e´ come se mi sentissi depresso, non ho piu´ voglia di uscire, faccio fatica a fare anche solo una doccia o a mangiare...ho veramente paura di essermi ammalato di depressione. Addirittura sono arrivato a rifiutare un´altra offerta di lavoro per la mia mancanza di volonta´...ho paura che se vado avanti cosi´ dovro´ ricorrere a degli psicofarmaci, ma non vorrei perche´ so che creano dipendenza.
Purtroppo ho saputo che per un determinato momento della sua vita mio padre e´ stato depresso e che aveva iniziato a prendere psicofarmaci per qualche giorno e poi aveva sospeso la terapia.
Se e´ vero che la depressione e´ ereditaria spero proprio di non averla presa da lui...
Oggi sono stato dal mio medico di base, ma mi ha detto che si rifiuta di darmi farmaci o di farmi fare delle analisi perche´ pensa che i miei problemi siano tutti materiali e meno psicologici.
A tutti i problemi economici aggiungo anche il fatto che sono gay e che mi pesa il giudizio che la gente potrebbe avere sul mio conto se lo sapesse.
Premetto che frequento una psicoterapeuta e che insieme stiamo affrontando un percorso con una tecnica che si chiama emdr.
Secondo voi posso uscirne da questa situazione senza l´uso degli psicofarmaci?
[#1]
gentile utente la necessità dei farmaci dipende da una serie di fattori tra i quali la risposta del paziente alla psicoterapia, la gravità del problema. NON esiste uno standard ed una risposta corretta e definitiva al suo problema.
legga questo per un approfondimento
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
legga questo per un approfondimento
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
<<Premetto che frequento una psicoterapeuta e che insieme stiamo affrontando un percorso con una tecnica che si chiama emdr.>>
Gentile Ragazzo,
la sua situazione è oggettivamente delicata e non stupisce che possa essere accompagnata da momenti di scoraggiamento e tristezza.
Ha fatto bene a richiedere un parere al suo medico di base, ma se non è rimasto soddisfatto dalla sua risposta, può richiedergli la prescrizione di una visita specialistica da uno psichiatra in modo da avere una seconda opinione.
Fortunatamente ha già un supporto psicologico: si è già confrontato con la sua psicoterapeuta in merito allo stato del suo umore e all'opportunità o meno di affiancare alla psicoterapia una terapia farmacologica?
Cordialità.
Gentile Ragazzo,
la sua situazione è oggettivamente delicata e non stupisce che possa essere accompagnata da momenti di scoraggiamento e tristezza.
Ha fatto bene a richiedere un parere al suo medico di base, ma se non è rimasto soddisfatto dalla sua risposta, può richiedergli la prescrizione di una visita specialistica da uno psichiatra in modo da avere una seconda opinione.
Fortunatamente ha già un supporto psicologico: si è già confrontato con la sua psicoterapeuta in merito allo stato del suo umore e all'opportunità o meno di affiancare alla psicoterapia una terapia farmacologica?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Utente
Salve dottoressa Scalco,
no con la psicoterapeuta non abbiamo mai parlato di un eventuale supporto farmacologico, ma credo che sarebbe contraria perche´ i suoi metodi sono diversi e si basano di piu´ sull´azione e sul risolvere i problemi senza gli psicofarmaci.
Io quando sto con la gente vedo tutti che hanno una famiglia come si deve, con degli appoggi e io che sono solo, gay, senza voglia di uscire e con la paura (o la certezza) di diventare depresso come lo e´ o era stato mio padre. E questo purtroppo non mi fa stare bene, mi manca la volonta´ di reagire.
La ringrazio magari mercoledi´ parlero´ con la psicoterapeuta dei miei dubbi.
no con la psicoterapeuta non abbiamo mai parlato di un eventuale supporto farmacologico, ma credo che sarebbe contraria perche´ i suoi metodi sono diversi e si basano di piu´ sull´azione e sul risolvere i problemi senza gli psicofarmaci.
Io quando sto con la gente vedo tutti che hanno una famiglia come si deve, con degli appoggi e io che sono solo, gay, senza voglia di uscire e con la paura (o la certezza) di diventare depresso come lo e´ o era stato mio padre. E questo purtroppo non mi fa stare bene, mi manca la volonta´ di reagire.
La ringrazio magari mercoledi´ parlero´ con la psicoterapeuta dei miei dubbi.
[#4]
<<mercoledi´ parlero´ con la psicoterapeuta dei miei dubbi>>
Bene.
Ricordi che in ogni caso la decisione sul da farsi resta sua.
<<vedo tutti che hanno una famiglia come si deve, con degli appoggi>>
Questo è un giudizio che Lei dà dalla sua prospettiva, condizionato dalla sua storia personale e dallo stato d'animo di questo periodo, ma le assicuro che le cose non stanno, purtroppo, propriamente così...
<<sono gay e che mi pesa il giudizio che la gente potrebbe avere sul mio conto se lo sapesse>>
Gli ostacoli a vivere liberamente il suo orientamento sessuale non possono che alimentare ulteriormente il suo disagio, pertanto questo è certamente un tema altrettanto importante di cui occuparsi in terapia.
Saluti.
Bene.
Ricordi che in ogni caso la decisione sul da farsi resta sua.
<<vedo tutti che hanno una famiglia come si deve, con degli appoggi>>
Questo è un giudizio che Lei dà dalla sua prospettiva, condizionato dalla sua storia personale e dallo stato d'animo di questo periodo, ma le assicuro che le cose non stanno, purtroppo, propriamente così...
<<sono gay e che mi pesa il giudizio che la gente potrebbe avere sul mio conto se lo sapesse>>
Gli ostacoli a vivere liberamente il suo orientamento sessuale non possono che alimentare ulteriormente il suo disagio, pertanto questo è certamente un tema altrettanto importante di cui occuparsi in terapia.
Saluti.
[#5]
Gentile Utente,
È importante precisare che gli psicologi non sono medici e quindi non prescrivono farmaci. Eventualmente dovrebbe chiedere al medico psichiatra anche se mi pare che il suo medico che giá la conosce abbia espresso un parere autorevole. Lei che cosa ne pensa? Crede che il suo disagio sia legato alle problematiche economiche oppure ritiene ci sia altro (es. Famiglia)?
È importante precisare che gli psicologi non sono medici e quindi non prescrivono farmaci. Eventualmente dovrebbe chiedere al medico psichiatra anche se mi pare che il suo medico che giá la conosce abbia espresso un parere autorevole. Lei che cosa ne pensa? Crede che il suo disagio sia legato alle problematiche economiche oppure ritiene ci sia altro (es. Famiglia)?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Utente
Gentile dottoressa,
La cosa principale penso sia il fatto della famiglia, di non sapere bene dove sbattere la testa per avere un supporto da loro, con mio padre non si puo´ parlare perche´ tende sempre a dare la colpa agli altri e non si assume le proprie responsabilita´..., con mia madre il rapporto si e´ rovinato da quando me ne sono andato ad abitare con mio padre (in realta´ neanche prima parlavamo e tutte le decisioni le faceva prendere al patrigno, che vuole sempre aver ragione su tutto e chiaramente preferisce suo figlio a me).
Poi la situazione economica certo non mi ha aiutato per nulla a stare bene.
E se guardo al futuro lo vedo abbastanza nero, ho pensato dato che con la mia famiglia non e´ andata bene me ne costruisco una mia, ma con chi? Con un ragazzo e andare di nuovo contro tutti?
Magari se avessi avuto una famiglia piu´ unita sarei riuscito anche ad affrontare questa sfida dell´essere gay e dire: non importa se il mondo mi e´ ostile, tanto so che posso sempre contare sulla mia famiglia.
Invece, tutto l´insieme per me risulta difficile da sopportare...
La cosa principale penso sia il fatto della famiglia, di non sapere bene dove sbattere la testa per avere un supporto da loro, con mio padre non si puo´ parlare perche´ tende sempre a dare la colpa agli altri e non si assume le proprie responsabilita´..., con mia madre il rapporto si e´ rovinato da quando me ne sono andato ad abitare con mio padre (in realta´ neanche prima parlavamo e tutte le decisioni le faceva prendere al patrigno, che vuole sempre aver ragione su tutto e chiaramente preferisce suo figlio a me).
Poi la situazione economica certo non mi ha aiutato per nulla a stare bene.
E se guardo al futuro lo vedo abbastanza nero, ho pensato dato che con la mia famiglia non e´ andata bene me ne costruisco una mia, ma con chi? Con un ragazzo e andare di nuovo contro tutti?
Magari se avessi avuto una famiglia piu´ unita sarei riuscito anche ad affrontare questa sfida dell´essere gay e dire: non importa se il mondo mi e´ ostile, tanto so che posso sempre contare sulla mia famiglia.
Invece, tutto l´insieme per me risulta difficile da sopportare...
[#7]
Utente
inoltre il fatto di aver rifiutato il lavoro che mi era stato proposto alle poste mi ha buttato giu´...alla fine ho fatto tutto io, ma non riuscivo a rimettermi in gioco, non so cosa mi e´ preso ho semplicemente rinunciato forse perche´ non mi sentivo in grado di mettere altre responsabilita´ nella mia vita e perche´ pensavo ai miei problemi invece di reagire e andare avanti, vista la mia situazione.
Questo comportamento di evitamento in effetti lo attuavo anche quando ero a casa con mia mamma e il mio patrigno...quindi mi assumo anche io le mie colpe.
Sono in una situazione veramente difficile della mia vita e non so se ne usciro´.
Questo comportamento di evitamento in effetti lo attuavo anche quando ero a casa con mia mamma e il mio patrigno...quindi mi assumo anche io le mie colpe.
Sono in una situazione veramente difficile della mia vita e non so se ne usciro´.
[#8]
Lasciamo andare le colpe, tanto non ci sono funzionali e non servono per risolvere il problema e direi anche frasi quali " se avessi avuto una famiglia piu´ unita sarei riuscito anche ad affrontare questa sfida dell´essere gay e dire: non importa se il mondo mi e´ ostile, tanto so che posso sempre contare sulla mia famiglia."
Se avessi fatto, se avessi avuto, se non fosse accaduto, ecc... sono frasi che non ci servono a molto, perchè tali "imprevisti" o comunque qualcosa che va storto nella vita può capitare a tutti, ma un lavoro psicologico può servire per tirare fuori dal pz. quelle risorse che servono per affrontare queste difficoltà.
Ora, con tali condizioni, devi imparare ad affrontare la vita e le eventuali difficoltà che ti trovi davanti, non con l'atteggiamento di vedere un ostacolo insormontabile, ma un'opportunità di cambiamento e di crescita.
Se poi il tutto è anche correlato ad una bassa autostima ed insicurezza, sarebbe opportuno a maggior ragione una consulenza psicologica: prova a rivolgerti all'ASL della zona o presso lo Spazio Giovani del consultorio.
Cordiali saluti,
Se avessi fatto, se avessi avuto, se non fosse accaduto, ecc... sono frasi che non ci servono a molto, perchè tali "imprevisti" o comunque qualcosa che va storto nella vita può capitare a tutti, ma un lavoro psicologico può servire per tirare fuori dal pz. quelle risorse che servono per affrontare queste difficoltà.
Ora, con tali condizioni, devi imparare ad affrontare la vita e le eventuali difficoltà che ti trovi davanti, non con l'atteggiamento di vedere un ostacolo insormontabile, ma un'opportunità di cambiamento e di crescita.
Se poi il tutto è anche correlato ad una bassa autostima ed insicurezza, sarebbe opportuno a maggior ragione una consulenza psicologica: prova a rivolgerti all'ASL della zona o presso lo Spazio Giovani del consultorio.
Cordiali saluti,
[#9]
Gentile ragazzo,
da quello che scrive, è più che evidente che i suoi problemi non siano solo "materiali": ci sono sofferenze e vissuti da elaborare!
Ho come la sensazione, tuttavia, che l'autodiagnosi fatta (si definisce depresso come suo padre, giusto?) e la storia clinica di suo padre stiano influenzando non solo la sua vita, ma anche il percorso di psicoterapia intrapreso. Ne parli con la sua terapeuta e affronti questi aspetti con lei.
Resto a disposizione
da quello che scrive, è più che evidente che i suoi problemi non siano solo "materiali": ci sono sofferenze e vissuti da elaborare!
Ho come la sensazione, tuttavia, che l'autodiagnosi fatta (si definisce depresso come suo padre, giusto?) e la storia clinica di suo padre stiano influenzando non solo la sua vita, ma anche il percorso di psicoterapia intrapreso. Ne parli con la sua terapeuta e affronti questi aspetti con lei.
Resto a disposizione
Dr.ssa Valentina Nappo - Terapia individuale, di coppia e familiare a Napoli
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 9.7k visite dal 13/07/2015.
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