Indecisionismo ed autosabottagio
Buonasera dottori, scrivo a causa di un problema che mi contraddistingue da sempre, nonostante alcuni anni di psicoterapia: l'incapacità di prendere decisioni, o scappare di fronte a tutto. Ho 27 anni e sono stato in psicoterapia dai 23 ai 26 a causa di estrema insicurezza e timidezza. Cose che devo dire ho parzialmente risolto, costruendo solide amicizie ed ottenendo anche un buon risultato quasi 3 anni fa con una laurea in scienze politiche con 110.
Il mio non ingresso mondo del lavoro ha accentuato nuovamente alcuni aspetti del mio carattere che credevo di aver limato.
Ho passato tutto il 2013 senza lavorare, alternando rari invii di cv a periodi di non ricerca di lavoro, accompagnata dalla crescita di un discreto senso di colpa.
Probabilmente è anche stata colpa mia, mi sono iscritto a 18 anni ( non avendo alcuna idea di che fare nella vita) ad un corso di laurea generico e con pochi sbocchi. In mio aiuto è giunto un parente, che fa il libero professionista e si occupa di grafica e web design. Da circa un anno sto svolgendo un tirocinio presso il suo studio e mi sono notevolmente appassionato al lavoro, cercando di colmare le lacune dovute all'assenza di una formazione adeguata a tale campo con un corso di formazione, studio individuale e anche la realizzazione di alcuni siti internet per conto mio.
A brever però mi ritroverò nella situazione di inizio 2013. Mio zio non può assumermi e abbiamo già rinnovato il tirocinio sei mesi fa, quindi dovrò cercare lavoro presso un altro studio o darmi alla libera professione. Due cose che mi terrorizzano letteralmente. In questi mesi ho avuto un paio di occasioni di trovare commesse per conto mio ( cose un po più serie del sito al gruppo musicale di amici) ma sono sempre fuggito avanti ad esse, inventandomi periodo di intenso lavoro, scusandomi e consigliando di rivolegersi a persone piu competenti ( ce ne sono a bizzeffe ovviamente, ma erano cose che probabilmente avrei potuto fare anche io). Adesso sono letteralmente terrorizzato dall'arrivo di settembre, mese in cui dovrò vedere con le mie forze di trovare lavoro altrove. Sono discorsi che odio fare in periodi di crisi economica e con gente alla disperata ricerca di lavoro, ma purtroppo non ho proprio la forza in me di propormi come persona dotata di certe capacità in un ambito ed i grado di svolgere delle mansioni. E' un po la storia della mia vita (altro esempio: suon il basso elettrico, da circa 10 anni e sono circa 2 che suono solo. non ho mai suonato se non con amici e mai combinato granchè, ma ho sempre rifiutato tutte le situazioni musicali più serie, l'ultima 10 giorni fa. sempre con scuse di ogni tipo). Temo che il mio problema sia una tendenza all'autosabotaggio che non so come affrontare. una cosa del genere non va bene a 27 anni. non mi terrorizza il non costruirmi un futuro, ma l'aver una tale paura del presente da non affrontare nemmeno ciò che mi si propone nel quotidiano. semplicemente subirlo, convivendo con l'ansia
Il mio non ingresso mondo del lavoro ha accentuato nuovamente alcuni aspetti del mio carattere che credevo di aver limato.
Ho passato tutto il 2013 senza lavorare, alternando rari invii di cv a periodi di non ricerca di lavoro, accompagnata dalla crescita di un discreto senso di colpa.
Probabilmente è anche stata colpa mia, mi sono iscritto a 18 anni ( non avendo alcuna idea di che fare nella vita) ad un corso di laurea generico e con pochi sbocchi. In mio aiuto è giunto un parente, che fa il libero professionista e si occupa di grafica e web design. Da circa un anno sto svolgendo un tirocinio presso il suo studio e mi sono notevolmente appassionato al lavoro, cercando di colmare le lacune dovute all'assenza di una formazione adeguata a tale campo con un corso di formazione, studio individuale e anche la realizzazione di alcuni siti internet per conto mio.
A brever però mi ritroverò nella situazione di inizio 2013. Mio zio non può assumermi e abbiamo già rinnovato il tirocinio sei mesi fa, quindi dovrò cercare lavoro presso un altro studio o darmi alla libera professione. Due cose che mi terrorizzano letteralmente. In questi mesi ho avuto un paio di occasioni di trovare commesse per conto mio ( cose un po più serie del sito al gruppo musicale di amici) ma sono sempre fuggito avanti ad esse, inventandomi periodo di intenso lavoro, scusandomi e consigliando di rivolegersi a persone piu competenti ( ce ne sono a bizzeffe ovviamente, ma erano cose che probabilmente avrei potuto fare anche io). Adesso sono letteralmente terrorizzato dall'arrivo di settembre, mese in cui dovrò vedere con le mie forze di trovare lavoro altrove. Sono discorsi che odio fare in periodi di crisi economica e con gente alla disperata ricerca di lavoro, ma purtroppo non ho proprio la forza in me di propormi come persona dotata di certe capacità in un ambito ed i grado di svolgere delle mansioni. E' un po la storia della mia vita (altro esempio: suon il basso elettrico, da circa 10 anni e sono circa 2 che suono solo. non ho mai suonato se non con amici e mai combinato granchè, ma ho sempre rifiutato tutte le situazioni musicali più serie, l'ultima 10 giorni fa. sempre con scuse di ogni tipo). Temo che il mio problema sia una tendenza all'autosabotaggio che non so come affrontare. una cosa del genere non va bene a 27 anni. non mi terrorizza il non costruirmi un futuro, ma l'aver una tale paura del presente da non affrontare nemmeno ciò che mi si propone nel quotidiano. semplicemente subirlo, convivendo con l'ansia
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Gentile Utente,
Lei parla di percorsi di psicoterapia effettuati nel passato con discreti risultati. Per insicurezze e paure, che tipo di lavoro psicoterapico ha svolto? In che modo è stato aiutato nello specifico?
Lei parla di percorsi di psicoterapia effettuati nel passato con discreti risultati. Per insicurezze e paure, che tipo di lavoro psicoterapico ha svolto? In che modo è stato aiutato nello specifico?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Gentilissima Dott.ssa, la ringrazio per la pronta risposta. La psicoterapia era di tipo psico analitico. le sedute vertevano su lunghe conversazioni, con la terapeuta. penso l'obiettivo primario fosse quello di esternare e ridimensionare i miei timori e le mie difficoltà relazionali verso il mondo esterno. ( per fare un esempio prima delle terapia ero quasi incapace di relazionarmi a coetanei che non fossero gli amici di lunga data, o uscire con gente con cui avevo poca confidenza, o propormi ed organizzare una qualsiasi attività....laurearmi, scrivere la tesi, andare dal relatore....cose del genere... ). in generale il problema principale è sempre stato quello affrontare di petto le cose, fare esperienza.....e se per certi aspetti della mia vita sono riuscito a venirne a capo, quando si tratta di far leva su mie "abilità" o mostrarmi capace di fare qualcosa, è un balzo nel vuoto
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Gentile utente,siamo sicuri che Lei non ingigantisca le difficoltà lavorative ? Mi pare che Lei tenga acceso un suo "sabotatore interno" che le fa notare quello che NON sa fare bene , ancora bene del tutto.. e temo che alle spalle di questo ci sia un'educazione rigida , troppe norme e pochi rinforzi.. avrete parlato di questo,immagino,con la Collega che l'ha seguita..Ma adesso deve darsi una mossa, cioè darsi un pò di coraggio guardando a tutte le molte cose che ha fatto, superato, e quello che Le resta da fare e .. buttarsi..Peccato aver rifiutato quel lavoro, conveniva prenderlo che tanto , caso mai più che perderlo cosa poteva succedere.. invece lei .. ha anticipato questa perdita.. davanti alle difficoltà deve essere un pò cinico .. della serie.." avrei paura, ma intanto provo, peggio di così non può andare, forse sono io che ingigantisco , ma dai, che anche gli altri non sono poi troppo fantastici.." e vedrà che si può.. il meglio è nemico del bene !!
Le faccio molti auguri e pensi anche, se non sia il caso di chiedere aiuto al medico di base.. un piccolo aiuto farmacologico, ben scelto, potrebbe funzionare da.. starter.., come quando si tirava l'aria per far ripartire la macchina....
Le faccio molti auguri e pensi anche, se non sia il caso di chiedere aiuto al medico di base.. un piccolo aiuto farmacologico, ben scelto, potrebbe funzionare da.. starter.., come quando si tirava l'aria per far ripartire la macchina....
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Ex utente
gentile dottoressa grazie per la risposta. per quanto riguarda la storia del " sabotatore interno" come darle torto. per quanto concerne l'educazione devo dire che alle spalle ho una famiglia tutt'altro che rigida, ma comprensiva che non mi ha messo alcuna pressione in tale situazione. magari non sono stati in grado di dotarmi di grande autostima in età puerile, ma penso che dall'adolescenza in poi tocchi ad ognuno di noi cercare di formare una propria coscienza di sè.
la soluzione medicinali mi è stata proposta anche durante la terapia, ma mi sono rifiutato a causa di paura di conseguenze (ho la dermatite atopica da sempre e non sempre lo stato della mia pelle reagisce bene a medicinali o sbalzi d'umore).
stavo pensando che forse sarebbe il caso di riprendere la psicoterapia, magari da qualcun altro visto che temo di non aver portato a compimento il processo, interrotto a causa di mancanza di risultati negli ultimi mesi ed altri motivi, con il precedente terapeuta
la soluzione medicinali mi è stata proposta anche durante la terapia, ma mi sono rifiutato a causa di paura di conseguenze (ho la dermatite atopica da sempre e non sempre lo stato della mia pelle reagisce bene a medicinali o sbalzi d'umore).
stavo pensando che forse sarebbe il caso di riprendere la psicoterapia, magari da qualcun altro visto che temo di non aver portato a compimento il processo, interrotto a causa di mancanza di risultati negli ultimi mesi ed altri motivi, con il precedente terapeuta
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 08/07/2015.
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