Malessere psicologico e bloccata in terapia


Dopo quasi dieci anni anni di terapia credevo di essere giunta quasi al fine delle mie sofferenze e di essere lì per guarire, invece scopro la beffa: avevo soltanto risolto i "sintomi"preistorici che mi portavo dietro, avevo solo visto la punta dell'iceberg!
Ho già chiesto qualche consulto tempo addietro , ma vi rifaccio la sintesi: ho sofferto di anoressia, disturbo narcisistico di personalità e D.o.c fobico-ipocondriaco.Ho avuto una dissociazione cinque anni fa dopo aver appresso delle tecniche maledette di meditazione e di cui ne ho fatto un uso manipolativo. Vivo nel limbo ,in uno stato di irrealtà, senza spazio e tempo, credendo, perchè suggestionata da teorie new age contrarie alla terapia ufficiale, che il mio malessere non è mai dipeso dal mio passato, dalla mia famiglia,che qualsiasi emozione sia un mia illusione mentale (sono stata molto suggestionata da quelle dannate tecniche meditative),e che tutto è manipolabile. Ho continuato a fare terapia, anche perchè avrei voluto, da una parte, recuperare il mio stato di realtà, la verità della mia storia personale, senza dare credito a certe teorie assurde che negano la mia sofferenza passata, ma c'è la beffa delle mie resistenze, del mio essere egosintonica..Io stessa amo negare i mie problemi, io non voglio crescere, non voglio separarmi dai bisogni infantile e adolescenziali mai vissuti.
-Le responsabilità mi spaventano;
-Non riesco a vedermi in un altra identità - vita diversa da quella che sono sempre stata, quindi lo status quo mi protegge e mi da un senso di stabilità e integrità.
-L'ignoto mi spaventa.
-Essendo narcisista sono legata ad un idea di perfezione(bellezza, eterna giovinezza,tra l'altra fittizie perchè mai vissute e raggiunte!)
-Non credo più in questo percorso che avevo intrapreso con tanto entusiasmo, mi sento letteralmente tradita!
Io credevo che sarebbe stato naturale raggiungere una piena guarigione,certo non pensavo che potevo uscirne sconfitta o addirittura rischiare di stare peggio!Mi sento in un incubo senza fine!Alla fine cosa mi dovevo aspettare da questo percorso?COME FACCIO A RISOLVERE LA VITA?Come faccio a vivere felice sapendo che qualcosa di grave e fuori e controllo può accadermi da un momento all'altro?Posso fare un incidente stradale, avere una gravissima malattia, mortale o che mi tiene in vita in condizione pietose o irreversibili (leucemia, stato vegetativo, sclerosi multipla,essere sfigurata etc).Dopo tutte le privazioni , le aspettative grandiose devo subire ancora altre gravi ingiustizie dalla vita? Io credevo che facendo una terapia mi sarei salvata dal rischio di incorrere in cose gravi nel mio futuro.Credetemi, sto peggio, non so come aiutare me stessa, come avere fiducia nella vita,come credere che si può vivere senza depressione, ma non ci credo che il mio malessere dipende solo dalla depressione.
Ho smarrito il sesno di questo percorso, ne ho perso la fiducia.Vorrei che il mio terapeuta facesse di più per aiutarmi, ma non lo fa!Ditemi voi.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

rileggendo anche il Suo precedente post https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/364833-resitenza-alla-terapia-e-dubbi-sul-terapeuta.html
e la Sua richiesta qui, in prima battuta Le suggerirei di chiedere al terapeuta ciò che Le serve dal Suo punto di vista.
Quali sono gli obiettivi che ora avete fissato?
Lei come sta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Non abbiamo fissato un obbiettivo in modo rigido, insieme sappiamo quali sono i miei problemi attuali (dipendenza, ipocondria, depressione etc.) e diciamo che lui mi ha fatto capire che sarebbe meglio risolverli, ma non spinge più di tanto, credo per non assumersi il carico di sofferenza che ne uscirebbe se mi addentrassi nel profondo di tutto ciò, lui dice che spetta a me la scelta, però io vorrei che lui in qualche modo mi incoraggiasse o facesse qualcosa.
Fatto sta che cmq sto male perché so di lasciare qualcosa di interrotto e che potrebbe portarmi altri problemi in futuro.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

potrebbe essere più precisa, perché non vorrei ci fossero fraintendimenti: il terapeuta non può fare scelte nè agire al posto del pz, quindi è importante capirsi quando Lei dice di aver bisogno di incoraggiamento.
C'è qualcosa nello specifico che rende difficile la terapia?
Come mai dice di non aver più fiducia? Lo ha detto al terapeuta?
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Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Per me tutto è diventato difficile in questa fase della terapia.
Qualche volta ho provato a chiedere al mio terapeuta di incoraggiarmi ma lui ha detto che non è possibile e che la scelta deve essere mia.Mi sono sentita tradita e abbandonata sinceramente. Prima , per anni, mi si fa credere che la guarigione ci sarà, che se ci sia ammala è perché nella famiglia si è quei bambini dotati che ha "una marcia in più in termini di sensibilità" e poi mi ritrovo a fare i conti sola con me stessa.Mi sono sentita abbandonata a me stessa in una situazione molto più grande di me.Avrei preferito non riporre tante aspettative in questo percorso in tutta onestà, solo che non potevo non fare una terapia per come stavo messa quindici anni fa!
Io vorrei che il mio terapeuta in questa fase "ANALIZZASSE" di meno e mi stesse , invecem più vicino a livello umano,che mi parlasse più da amico.Non mi va di sentire il mio passato..ma il punto è: se non lo guardo adesso questo passato, quando lo faccio?Non sono una pischella!
Lui afferma di aver compreso la mia situazione ma io non credo che abbia afferrato davvero tutti i miei attuali blocchi.Penso che sottovaluti le mie lamentele perché , a suo dire, sono caratterizzata a dal vittimismo e allarmismo facile., il che è anche vero ,ma ora sto male davvero, mi sento davvero in un incubo..se non ho bisogno di ascolto e aiuto adesso......?!
Sono in un circolo vizioso:resistenze , difese e INCOMUNICABILITA' col mio terapeuta.

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Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Aggiungo: il terapeuta non può sostituirsi al paziente, ma mette in atto delle strategie suppongo, quindi, non potrebbe mettere in atto qualcosa che mi aiuti ad abbassare le resistenze? Ammesso che si tratti solo di queste.Io vivo crogiolata nella passività e nel limbo, mi caratterizza l'assenza di desiderio, di iniziativa,come faccio a smettere di crogiolarmi e provare piacere in tutto ciò?
Sto malissimo per dove sto andando?Come è possibile stare così? Sento di essere in una condizione irreversibile grave.Aiutatemi!
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Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Cosa non è chiaro della mia situazione? Mi piacerebbe avere maggiori risposte.....e pareri. Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

condivido il fatto che è necessario analizzare di meno e fare (operativamente parlando, quindi) di più, o meglio qualcosa di DIVERSO rispetto a quanto Lei sia abituata a fare e che soprattutto La mette in difficoltà.
Preciso però, anche a beneficio di altri Utenti, che lo psicoterapeuta NON può né deve fare l'amico del pz e che le Sue richieste di iperaccudimento dovrebbero essere colte e trattate dal terapeuta.
Anche io penso che il Collega stia agendo per aiutarLa, ma da qui non posso sapere in che modo: forse ciò che Lei percepisce come distanza da parte del terapeuta fa proprio parte del Suo problema (relazionale e di interazione con l'altro che è tipico dei disturbi della personalità) e quindi è sensato discuterne con lui in seduta.

Cordiali saluti,
[#8]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
D'accordo Dottoressa Pileci, forse , anzi sicuramente, il mio terapeuta è in buona fede. Ma io sono entrata in terapia pensando di raggiungere degli obiettivi e di raggiungerli in un certo modo e in certi tempi, ma alla lunga si è rivelata un incubo senza fine.
Quando parlo di incoraggiamento e sostegno , intendo che lui smuovesse delle motivazioni dentro di me.Vengo dal narcisismo, per me non è semplice abbandonare certe dinamiche, ma spesso mi sono sentita non accolta in questa mia parte "malsana", ma malsana a suo dire, non al mio!
Mi sono sentita delusa da lui quando ho sentita la distanza emotiva e la non comprensione di quello che stavo vivendo,di quello che mi asepttavo e desideravo, mi sono sentita anche giudicata, ed è una situazione che si è ripetuta più volta e gliel'ho fatto presente, lui dal canto suo,dice che è normale , può capitare e non posso aspettarmi la comprensione totale etc. Ma io sono rimasta delusa, l'ho messo in dubbio, in discussione, ho paura che se stessi male di nuovo, lui potrebbe non capirmi di nuovo.. Non lo cambio sia per motivi economici e pratici ma anche perchè significherebbe ammettere un fallimento, che anche in terapia, questa persona in cui avevo creduto,alla fine ha fallito,ha fallito anche lui perchè non mi ha fornito l'alternativa che mi aspettavo, non mi ha acceso in me la fiducia e la luce che mi serve per poter intravedere la possibilità di un cambiamento. Mi sono sentita sempre ripresa, quella sbagliata, quella che pretende, che rivendica, che pensa di essere chissà chi e invece dovrebbe "accontentarsi".
Non sono d'accordo su come viene gestito il narcisismo in terapia.Vedo tanto fastidio e meraviglia intorno a questo disturbo, e poca comprensione.Un approccio di superiorità al narcisismo per me è arrogante.Alla fine anche uno psicologo se è tale e vive bene è perchè ha delle basi che gliel'hanno permesso, se il narcisista è tale, è perchè quelle base non le ha mai avute.Quindi di cosa vi vantate?Di essere stati più fortunati e amati nella vita???
Poi, ho il problema con la rabbia,come si può iniziare un percorso , e poi non poter vivere la propria rabbia?Tutti bravi col sederino degli altri.
Come ci si può separare se prima non mi si da la possibilità di dipendere? Invece a quanto pare non mi è concesso manco quello.In più se io vedo che qualcuno mi allontana , mi isolo, mi distacco, e non volgio manco dipendere e stare appresso a un altro.Il mio psicologo dovrebbe fare i salti di gioia nel vedermi dipendere, invece di lamentarsi, visto che non ho mai potuto farlo in tutta la mia vita, invece che fa? Mi parla di separazione?
Detesto lui e questo percorso.Detesto con tutte le forze me stessa e la mia vita misera, stupida e insignificante.
Non volgio essere me stessa, vogio essere qualcosa di valido, che è diverso.Deciderò di guarire solo scoprirò di essere una persona valida.Ma tanto questa soddisfazione non me la vuole dare nessuno, quindi rimango così...
[#9]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
"Gentile Utente,

condivido il fatto che è necessario analizzare di meno e fare (operativamente parlando, quindi) di più, o meglio qualcosa di DIVERSO rispetto a quanto Lei sia abituata a fare e che soprattutto La mette in difficoltà."

Mi può fare un esempio di cosa potrebbe fare secondo Lei?
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Che cosa fare è proprio l'obiettivo specifico che viene calibrato, dopo diagnosi e valutazione diretta, per il singolo pz.
Quindi da qui non posso dare alcuna prescrizione.
Non per cattiveria, ma è come se Lei chiedesse ad un medico di avere qui la prescrizione di un farmaco per una determinata patologia: ciò che potrebbe andare bene per Lei magari non va bene per qualcun altro e inoltre è assolutamente vietato prescrivere da qui.
La stessa cosa vale per le prescrizioni terapeutiche.

Cordiali saluti,
[#11]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Che non possa avere una vera seduta qui è un conto, ma che lei mi chieda solo quali sono gli obiettivi stabiliti col mio terapeuta, dopo la lunga richiesta di aiuti e dubbi , è un altro conto.
Non perché scrivere in un forum e a questo punto perchè ho scritto io.
Grazie in ogni caso.
[#12]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Prego.
Credo che se lei interpreta parzialmente ciò che le dice il suo terapeuta come fa qui dove è tutto scritto comprendo che c ' è un bel problema nella relazione col terapeuta ma anche da un punto di vista più cognitivo. Purtroppo nei disturbi della personalità si riscontrano problemi da un punto di vista metacognitivo che devono essere affrontati.
Ribadisco che le indicazioni precise (prescrizioni) può fornirle al pz solo il terapeuta e non chi non conosce il pz e quindi potrebbe addirittura recare un danno alla persona con una prescrizione a distanza e probabilmente inadatta a quel pz.

Cordiali saluti,
[#13]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Salve Dottoressa, le rispondo con ritardo perchè non ho potuto farlo prima.
Capisco che non si possono fare diagnosi a distanza, ma io come risolvo la questione?Non sto cercando una diagnosi, ma qualcuno che entri in contatto con la mia difficoltà attuale, che la capisca, e mi aiuti a cercare una direzione. Io da sola non ce la faccio , e se sono bloccata in un loop comunicativo ( e cognitivo) ci sarà pure un modo per uscirne. Se vado in terapia e chiedo aiuto ad una persona e perchè ovviamente io da sola non ce la faccio, che senso ha andare in terapia per me se poi non si sblocca questa circolo vizioso prima nella comunicazione e poi in tutto il resto? E soprattutto se il mio terapeuta non riesce farlo?Io cosa devo fare?Io ne parlo,.mando dei segnali, spesso sono chiara nelle richieste, ma nulla.....sempre ingolfata nel problema cominicativo.Io penso invece che il mio terapeuta abbia preso le distanze da me, dalla mia situazione perché è complicata, (deresponsabilizzazione?).
Il punto è questo:il mio psicologo non riesce a fare di più. Se parlo con altri psicologi, per esempio qui con lei, mi si dice che non si può fare nulla a distanza...quindi cosa devo fare? Devo iniziare un'altra serie di incontri con un altro e, raccontare tutto daccapo (che scocciatura),e "sperare" di trovare una buon' anima che riesce davvero a mettersi nei mie panni. e che mi aiuti a sbloccare qualcosa! (?)
Sono molto molto arrabbiata e delusa.
Iperaccudimento: ha ragione dottoressa Pileci, ma io non sono mai stata accudita in vita mia, mica me ne esco su due piedi da questi bisogni?!Rimpiango il girono che ho inziato a "sperare" e che ho inziato questo fallimentare percorso!
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