Confusione totale

Buongiorno,
vorrei avere dei consigli su come affrontare questo mio periodo. Ho 34 anni e mi sento assolutamente confusa, non so che direzione far prendere la mia vita. Sin da piccola avevo degli obbiettivi, ma nel momento in cui avrei dovuto scegliere e far valere le mie scelte non l'ho fatto, lasciandomi guidare dai miei genitori. A 18 anni avrei voluto intraprendere l'università di medicina e chirurgia, ma ricordo bene che all'epoca mia madre mi disse che non faceva per me, in fondo per una ragazza 10 anni di studio erano troppi, non mi sarebbe rimasto il tempo di formare una famiglia, mio padre invece si è opposto perché non aveva la possibilità di pagarmi i corsi di preparazione ecc ecc. (anche se eravamo una famiglia benestante, i capricci non mancavano, cellulari, auto, vestiti firmati, alimentazione fatta da aragoste ostriche ecc) cosi mi consigliarono di iscrivermi in Economia, visto la mia propensione per le materie scientifiche/matematiche. E cosi feci. Poi però dopo neanche 4 mesi, ed aver sostenuto i primi 2 esami, mio padre mi chiese di andare a lavorare c/o un'azienda, in quanto il titolare, suo grande amico, aveva bisogno di una figura che gli informatizzasse tutto il sistema contabile e chi meglio di me avrebbe potuto fare questo tipo di lavoro? Iniziai a lavorare, sviluppando tutto il necessario, in pochissimo tempo il titolare mi ha nominato Responsabile Amministrativa per l'ottimo lavoro che stavo svolgendo. Ma non riuscivo a conciliare lavoro e studio, cosi per un po' ho abbandonato l'Università. Dopo 4 anni decisi che era il momento di lasciare tutto ed inseguire l'obiettivo della Laurea. Ma non quella che avevo iniziato, cosi ho provato i test alla Bocconi, per una classe altamente specializzata, formata solo da 20 persone circa, ed io sono riuscita a superare i test di ammissione, anche se mio padre era assolutamente contrario che io andassi a fare i test. All'epoca avevo indipendenza economica, cosi decisi di andare anche se contro la loro volontà, riuscendo a dimostrare che ne ero capace. Ma questo bastò. Infatti non mi permisero di frequentarla, perché troppo lontana da loro (Io vivo in Sicilia). Cosi decisi di riprendere a frequentare la facoltà che avevo abbandonato, ma con la condizione di non fare la pendolare e prendere in affitto una stanza. Avevo l'indipendenza economia di poterlo fare e l'ho fatto. Cinque anni d'inferno. Se ad ogni esame non c'era la lode era motivo di frustrazioni varie. Se ogni venerdi non tornavo a casa erano continui sensi di colpa. Nonostante tutto sono andata avanti. Quasi giunta alla fine del percorso (una materia alla laurea) ho iniziato ad inviare CV, mi chiamavano pressoché aziende del Nord. Ogni colloquio poterlo andare a fare era un incubo. Finché sono stata richiamata da un'azienda a carattere internazionale, per andare a ricoprire un ruolo di responsabilità. Non avevo più fondi per prendere un aereo e non sono potuta andare. Da quel momento è calato il buio in tutto.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
quanti obiettivi pienamente centrati, nonostante le difficoltà, i compromessi tra ciò che lei desiderava e le imposizioni familiari, grazie alle sue doti!

Purtroppo però le dinamiche in seno alla sua famiglia, di cui anche lei è partecipe attiva, sono di ostacolo al perseguimento di scelte autonome e di una piena emancipazione.

Si comprende come le forti pressioni famigliari abbiano inciso e incidano ancora sulle sue scelte, ma lei che così pervicacemente è andata avanti con i suoi mezzi, a un passo da una importante scelta si è bloccata. Può essere il costo di un biglietto aereo il solo motivo?

Dovrebbe fare pace con i sensi di colpa, non arrendersi e maturare un distanza emotiva maggiore dai suoi genitori, andare avanti con scelte autonome, al di là delle pressioni e degli ostacoli familiari, costruire il suo futuro.

Per questi motivi credo le sarebbe utile il supporto di un nostro collega che può incontrare anche presso il swervizio pubblico, informandosi presso le strutture ASL del suo territorio.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
E' da 4 anni che provo a fare pace con i miei sensi di colpa, più volte ho provato a consultarmi con dei suoi colleghi, ma non sono mai riuscita ad eliminarli. In tutto questo tempo la mia mancata Laurea era una "forma di punizione" nei confronti di coloro i quali mi hanno sempre impedito la realizzazione delle mie aspirazioni, finché invece ho capito coscientemente che quel pezzo di carta ormai dovevo prenderlo come soddisfazione personale ed avere la possibilità di intraprendere il mio percorso finalmente, una materia in fondo è fattibilissima ! Ma adesso, che mi ritrovo sbattuta fuori di casa (perché nonostante abbia assecondato la volontà dei miei genitori di iniziare un lavoro c/o il loro ufficio e non allontanarmi da casa, più di una volta mio padre mi ha picchiato e incitato ad andarmene perché ero solo un peso incapace finché l'ultima volta, 4 mesi fa, ho deciso di andarmene sul serio), ho rabbia e voglia di riscatto, ma nel momento in cui mi siedo per studiare è come se un vortice mi inghiottisse ! Adesso il mio ragazzo mi sta aiutando in tutti i modi, con il sostentamento economico (visto che mi sono stati anche prosciugati i risparmi accumulati in questi ultimi anni di lavoro) ma non riesce a capire come non ho la grinta di voler fare di più ! Eppure io lo vorrei sul serio !! Sostiene che le mie siano solo scuse e paura di crescere, ma di contro io sento invece questa necessità impellente ! Ho paura di perdere ogni cosa, ma nello stesso tempo sento questo continuo stato di angoscia che non mi permette di concentrarmi !!! Ho anche preso dei farmaci tempo fa, ma non hanno prodotto alcun risultato, anzi cresceva sempre di più la voce farla finita perché davvero inutile per la società !
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Utente
Utente
Aggiungo anche che per via di tutte queste vicende mi rendo conto di non riuscire più ad esprimere la mia vera personalità ! Mi sento sempre come se dovessi vergognarmi di ogni cosa che faccia, tanto che se mi trovo in situazioni informali, dove ci sono persone che conosco appena, sono sempre in silenzio, non interagisco e non mi confronto, perché cosa dovrei raccontare di me ? Cosa ci sarebbe di interessante da sapere se non frustrazioni e confusioni varie ? Non riesco più neanche a cercare i miei amici, che anche loro in tutto questo tempo mi hanno dato una mano a superare questa impasse, e cerco continuamente scuse per non vederli, perché mi faccio prendere dall'ansia e non avendo più la capacità di ridere o anche semplicemente dialogare, preferisco rinchiudermi a casa e non dovermi far compatire ! Ma non ce la faccio più ! Sono sempre stata solare, ho sempre avuto la voglia di fare 10 miliardi di cose e più ! Appunto i miei amici mi prendevano come punto di riferimento per qualsiasi cosa, perché riuscivo in poco a trovare la miglior soluzione o semplicemente come porto sicuro dove naufragar i loro pensieri ! E' come se non fossi più io e questa cosa mi sta distruggendo, come sta distruggendo anche il mio rapporto !
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Si faccia aiutare, è davvero importante. Quanto ha vissuto in merito ai suoi rapporti familiari ancora si ripercuote fortemente sul suo benessere e qualità di vita.
L'ansia che prova, unitamente ad ogni suo vissuto interiore, la blocca e paralizza e le impedisce di andari avanti,.
Gli amici possono sostenere, il fidanzato anche, seppure sembra non comprendere appieno, ma non possono accompagnarla a superare i suoi disagi e l'impasse che sperimenta nonostante tutta la buona volontà.
Non ci dice quali le sue esperienze pregresse con nostri colleghi, la loro durata, come siano andate, per quali motivi più di un professionista e il perché degli abbandoni.
Non ci dice chi le abbia prescritto farmaci (non il nome lo specialista), se sia stato un fai da te o cosa.

Non si arrenda, ma combatta con al fianco un supporto utile ed efficace, come quello che un nostro collega potrebbe darle per uscire dal tunnel in cui si trova e mettere a frutto le sue numerose risorse.

Un caro saluto e molti auguri


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Utente
Utente
Le esperienze con i suoi colleghi si riconducono sostanzialmente a due. Uno presso un consultorio, il quale però era sempre iper impegnato e gli appuntamenti li dava una volta ogni due/tre mesi e quindi lasciai perdere. Il secondo, presso una struttura privata, il quale mi prescisse Zoloft, lo trovai troppo superficiale con un rapporto qualità/prezzo eccessivo e probabilmente non sono riuscita ad instaurare un rapporto adeguato. Quindi non so più cosa fare ... anche perché non lavorando più ed essendo mantenuta completamente dal mio ragazzo non riesco a chiedere denaro per questa cosa. Già sta facendo troppo, non posso, non riesco, a chiedergli anche questo. Sto provando in tutti i modi a trovare anche un lavoretto giusto per contribuire e sentirmi meno di peso, ma il periodo storico/economico non è dei migliori, soprattutto per chi già ha superato i 30 anni di età. (Anche per fare la cameriera è diventato estremamente difficile alla mia età, perché o sei già nel settore o sei troppo vecchia!)