Università
Buongiorno dottori,
Sono una studentessa universitaria al terzo anno di una triennale in Legge. Sono a 5 esami dalla fine, di cui uno tra 10 giorni.
Ma non riesco a prepararmi come vorrei, io sono abituata a ripetere più volte e leggere solo 2 volte non mi basta. In più ho un altro esame il 24 luglio e uno da dare a metà settembre.
Sono molto in crisi, anche perché ho contattato una docente per fare la tesi e mi ha detto che se effettivamente a settembre ho solo più un paio di esami riesco a fare la tesi con lei altrimenti dovrò cercare un altro tutor perché lei viene nella mia sede universitaria solo il primo semestre.
Sento parecchio la pressione, soprattutto per l'esame che ho tra 10 giorni, tanto da pensare di darlo ad inizio settembre prima delle vacanze; però mi sembra di mancare di rispetto ai miei genitori, che mi pagano gli studi, ma anche a me stessa, perché ho dei progetti di lavoro e di vita che voglio realizzare e mi sembra di essere un'incapace che non riesce a preparare un esame quando ha solo quello da fare..
Non so davvero che fare, mi sento in colpa a rimandarlo perché a giugno ho provato un esame ma non è andato bene e se rimando questo a settembre mi sembra di aver sprecato dei mesi importanti, anche perché ci ho messo quasi un mese per fare i riassunti...
Non so davvero dove sbattere la testa.
Sono una studentessa universitaria al terzo anno di una triennale in Legge. Sono a 5 esami dalla fine, di cui uno tra 10 giorni.
Ma non riesco a prepararmi come vorrei, io sono abituata a ripetere più volte e leggere solo 2 volte non mi basta. In più ho un altro esame il 24 luglio e uno da dare a metà settembre.
Sono molto in crisi, anche perché ho contattato una docente per fare la tesi e mi ha detto che se effettivamente a settembre ho solo più un paio di esami riesco a fare la tesi con lei altrimenti dovrò cercare un altro tutor perché lei viene nella mia sede universitaria solo il primo semestre.
Sento parecchio la pressione, soprattutto per l'esame che ho tra 10 giorni, tanto da pensare di darlo ad inizio settembre prima delle vacanze; però mi sembra di mancare di rispetto ai miei genitori, che mi pagano gli studi, ma anche a me stessa, perché ho dei progetti di lavoro e di vita che voglio realizzare e mi sembra di essere un'incapace che non riesce a preparare un esame quando ha solo quello da fare..
Non so davvero che fare, mi sento in colpa a rimandarlo perché a giugno ho provato un esame ma non è andato bene e se rimando questo a settembre mi sembra di aver sprecato dei mesi importanti, anche perché ci ho messo quasi un mese per fare i riassunti...
Non so davvero dove sbattere la testa.
[#1]
Gentile Ragazza,
la pressione del tempo che scorre, il "dovere" da cui non è possibile derogare, i sensi di colpa per i suoi e il timore di deluderli, sembrerebbero concorrere alla sua condizione e ad limentare una certa quota di ansia.
L'ansia non aiuta nello studio che richiede concentrazione e mente serena oltre a un buon metodo.
Non passare a un esame è un evento direi comune tra gli studenti universitari, ma comprendo come questo fatto incida ancora di più sulla sua percezione di aver perso tempo e dovere fare in fretta rispetto ai tempi della tesi.
Naturalmente anche questo non fa altro che aumentare ulteriormente la pressione e inficiare i suoi studi.
Raggiungere una maggiore serenità, anche staccando un po' e trovando tempo per sé, per svagarsi e distrarsi quel tanto che occorre, la aiuterebbe a studiare meglio.
Insomma un po' più di calma e serenità unitamente a un buon metodo di studio.
Le segnalo una lettura ricca di spunti utili che potrebbero esserle di aiuto
http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf
Può comunque riferirsi allo sportello di ascolto della sua facoltà, se presente.
Un caro saluto
la pressione del tempo che scorre, il "dovere" da cui non è possibile derogare, i sensi di colpa per i suoi e il timore di deluderli, sembrerebbero concorrere alla sua condizione e ad limentare una certa quota di ansia.
L'ansia non aiuta nello studio che richiede concentrazione e mente serena oltre a un buon metodo.
Non passare a un esame è un evento direi comune tra gli studenti universitari, ma comprendo come questo fatto incida ancora di più sulla sua percezione di aver perso tempo e dovere fare in fretta rispetto ai tempi della tesi.
Naturalmente anche questo non fa altro che aumentare ulteriormente la pressione e inficiare i suoi studi.
Raggiungere una maggiore serenità, anche staccando un po' e trovando tempo per sé, per svagarsi e distrarsi quel tanto che occorre, la aiuterebbe a studiare meglio.
Insomma un po' più di calma e serenità unitamente a un buon metodo di studio.
Le segnalo una lettura ricca di spunti utili che potrebbero esserle di aiuto
http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf
Può comunque riferirsi allo sportello di ascolto della sua facoltà, se presente.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Grazie per la tempestiva risposta dottoressa.
Il problema è che se mi svago o "stacco la spina" per un po' mi sembra di sottrarre tempo utile all'esame.
Avevo già avuto queste crisi diciamo, quando andavo in un'altra sede universitaria, ma non mi trovavo bene; una volta cambiata sede però ho iniziato a passare gli esami senza difficoltà, con qualche incidente di percorso ma senza drammi. Avevo in quell'occasione consultato lo sportello di ascolto della mia facoltà e loro mi avevano dato lo stesso Suo consiglio: staccare per un po' e non pensare al tempo.
Però non è semplice non pensare al tempo che passa quando i tuoi genitori ti pagano l'università. Io effettivamente ho solo quello da fare, non ho un lavoro part ti è che mi occupa del tempo; aiuto una volta a settimana una ragazza a fare i compiti e per il resto del tempo, a parte preparare le robe da
lavoro al mio ragazzo e portarlo a lavorare non faccio nulla di più.
Arrivo poi però al punto di essere talmente tanto tesa da piangere disperata per mezz'ore intere e perdere quindi ulteriore tempo.
Il problema è che se mi svago o "stacco la spina" per un po' mi sembra di sottrarre tempo utile all'esame.
Avevo già avuto queste crisi diciamo, quando andavo in un'altra sede universitaria, ma non mi trovavo bene; una volta cambiata sede però ho iniziato a passare gli esami senza difficoltà, con qualche incidente di percorso ma senza drammi. Avevo in quell'occasione consultato lo sportello di ascolto della mia facoltà e loro mi avevano dato lo stesso Suo consiglio: staccare per un po' e non pensare al tempo.
Però non è semplice non pensare al tempo che passa quando i tuoi genitori ti pagano l'università. Io effettivamente ho solo quello da fare, non ho un lavoro part ti è che mi occupa del tempo; aiuto una volta a settimana una ragazza a fare i compiti e per il resto del tempo, a parte preparare le robe da
lavoro al mio ragazzo e portarlo a lavorare non faccio nulla di più.
Arrivo poi però al punto di essere talmente tanto tesa da piangere disperata per mezz'ore intere e perdere quindi ulteriore tempo.
[#3]
Psicologo
Gentilissima,
se è vero che è fondamentale avere una visione e un programma sul lungo termine, talvolta pensare troppo al "dopo" aumenta l'ansia e impedisce di concentrasi sul presente.
Proporrei di cercare di non pensare troppo ai 5 esami che le mancano (e quindi alla tesi) - anche se è naturale che più ci si avvicina al traguardo, più si avverta la tensione - e di concentrarsi su questo esame, uno alla volta.
Fatto questo potrà pensare al successivo, e senza quasi accorgersene (un eufemismo!) arriverà alla discussione.
Provi a porsi in sostanza micro-obiettivi: un capitolo al giorno, un argomento alla volta, un esame alla volta. Quando la concentrazione se ne va e si accorge di stare già pensando al "poi" torni sul presente, magari inserendo più pause nello studio.
Spero di esserle stata d'aiuto, tenga duro, se è arrivata fino a qui scalerà la vetta!
In bocca al lupo!
se è vero che è fondamentale avere una visione e un programma sul lungo termine, talvolta pensare troppo al "dopo" aumenta l'ansia e impedisce di concentrasi sul presente.
Proporrei di cercare di non pensare troppo ai 5 esami che le mancano (e quindi alla tesi) - anche se è naturale che più ci si avvicina al traguardo, più si avverta la tensione - e di concentrarsi su questo esame, uno alla volta.
Fatto questo potrà pensare al successivo, e senza quasi accorgersene (un eufemismo!) arriverà alla discussione.
Provi a porsi in sostanza micro-obiettivi: un capitolo al giorno, un argomento alla volta, un esame alla volta. Quando la concentrazione se ne va e si accorge di stare già pensando al "poi" torni sul presente, magari inserendo più pause nello studio.
Spero di esserle stata d'aiuto, tenga duro, se è arrivata fino a qui scalerà la vetta!
In bocca al lupo!
[#4]
<Arrivo poi però al punto di essere talmente tanto tesa da piangere disperata per mezz'ore intere e perdere quindi ulteriore tempo.>
Appunto, se rilegge quanto ha scritto comprende come lei stessa alimenti il problema.
I genitori desiderano soprattutto figli felici e in salute, dovrebbe fare pace con i suoi sensi di colpa e cercare di ridimensionare le cose.
Può comunque rivolgersi al Consultorio Familiare ASL, per un aiuto magari più consistente che la possa accompagnare a spezzare il circolo vizioso descritto.
Cari auguri
Appunto, se rilegge quanto ha scritto comprende come lei stessa alimenti il problema.
I genitori desiderano soprattutto figli felici e in salute, dovrebbe fare pace con i suoi sensi di colpa e cercare di ridimensionare le cose.
Può comunque rivolgersi al Consultorio Familiare ASL, per un aiuto magari più consistente che la possa accompagnare a spezzare il circolo vizioso descritto.
Cari auguri
[#5]
Utente
Grazie mille ad entrambe dottoresse!
A volte mi rendo poi conto che ingigantisco problemi che in realtà non meriterebbero la metà del tempo e delle energie che spreco per loro e be basta un confronto con i colleghi (come nel frattempo ho fatto) per capire che non è così drammatico come sembra dare questo esame.
In questi 10 giorni mi ci metterò di impegno, più del solito, per dimostrare a me stessa che se voglio posso.
Spero di portare buoni risultati e arrivare entro il tempo che mi sono stabilità al mio obiettivo.
Grazie ancora di cuore!
A volte mi rendo poi conto che ingigantisco problemi che in realtà non meriterebbero la metà del tempo e delle energie che spreco per loro e be basta un confronto con i colleghi (come nel frattempo ho fatto) per capire che non è così drammatico come sembra dare questo esame.
In questi 10 giorni mi ci metterò di impegno, più del solito, per dimostrare a me stessa che se voglio posso.
Spero di portare buoni risultati e arrivare entro il tempo che mi sono stabilità al mio obiettivo.
Grazie ancora di cuore!
[#6]
Cara Ragazza,
Aggiungo qualche riflessione a quelle delle Colleghe che condivido.
Come è stata educata?
Con rigore?
Empatia?
Tollerenza?
La sua scelta di giurisprudenza a quale bisogno profondo corrispode?
Di "giustizia"?
A volte essere un po' più tolleranti, riposare ed anche svagare, farsi un regalo o fare una passeggiata aiuta a riprendere a correre....
Coraggio!
Aggiungo qualche riflessione a quelle delle Colleghe che condivido.
Come è stata educata?
Con rigore?
Empatia?
Tollerenza?
La sua scelta di giurisprudenza a quale bisogno profondo corrispode?
Di "giustizia"?
A volte essere un po' più tolleranti, riposare ed anche svagare, farsi un regalo o fare una passeggiata aiuta a riprendere a correre....
Coraggio!
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#7]
Utente
Buonasera dottoressa Randone,
per quanto riguarda la mia educazione, i miei genitori sono sempre stati molto tolleranti con me, quando sbagliavo qualcosa me l'hanno fatto capire senza darmi punizioni esemplari o che altro. Però, a mio avviso giustamente, hanno voluto vedere dei risultati visto che loro accontentano le mie richieste e per questo sento molto pensate il fardello dell'Università, per far felice me stessa e anche loro che comunque hanno totalmente contribuito a pagarmi. Sono stata educata con l'idea che i soldi sono in bene prezioso e vedo il duro lavoro che loro fanno per mandare avanti la nostra famiglia.
La scelta di giurisprudenza invece è stata dettata da una gran curiosità per il diritto, che non ho mai studiato durante gli anni di liceo, e mi affascina capire come funziona tutto quello che facciamo durante il giorno, dall'andare a comprare il pane al rapportarci con i vari enti pubblici con cui entriamo in contatto quotidianamente. E questa curiosità non è andata via, mi piace "capirne di più" e capire cosa sento in TV o leggo sui giornali.
Non ho mai avuto dubbi sulla mia scelta, perché non c'erano altre facoltà che stuzzicavano la mia voglia di conoscere come giurisprudenza.
per quanto riguarda la mia educazione, i miei genitori sono sempre stati molto tolleranti con me, quando sbagliavo qualcosa me l'hanno fatto capire senza darmi punizioni esemplari o che altro. Però, a mio avviso giustamente, hanno voluto vedere dei risultati visto che loro accontentano le mie richieste e per questo sento molto pensate il fardello dell'Università, per far felice me stessa e anche loro che comunque hanno totalmente contribuito a pagarmi. Sono stata educata con l'idea che i soldi sono in bene prezioso e vedo il duro lavoro che loro fanno per mandare avanti la nostra famiglia.
La scelta di giurisprudenza invece è stata dettata da una gran curiosità per il diritto, che non ho mai studiato durante gli anni di liceo, e mi affascina capire come funziona tutto quello che facciamo durante il giorno, dall'andare a comprare il pane al rapportarci con i vari enti pubblici con cui entriamo in contatto quotidianamente. E questa curiosità non è andata via, mi piace "capirne di più" e capire cosa sento in TV o leggo sui giornali.
Non ho mai avuto dubbi sulla mia scelta, perché non c'erano altre facoltà che stuzzicavano la mia voglia di conoscere come giurisprudenza.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.5k visite dal 28/06/2015.
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