Non riuscirsi a staccare da un padre per fare le proprie esperienze

Salve a tutti!
Volevo porvi la mia situazione.. Sono una ragazza di 25 anni senza lavoro(purtroppo) e senza una laurea. Mi sono iscritta all'università ma ho degli esami indietro. Vivo con mio padre(mia mamma è mancata 13 anni fa). Vivendo,percio',da sola con mio padre,lui mi ha dovuto fare da "mammo" e io pero' ho dovuto responsabilizzarmi sin dall'età di 12 anni facendo un po' la piccola donnina di casa.
Lui,quindi,è sempre stato molto protettivo ed apprensivo nei miei confronti.. Anche solo per un'uscita con i miei amici si preoccupava molto,viveva nell'ansia..tanto che,a volte,io ho rinunciato a queste uscite o a weekend che loro organizzavano. Mi ricordo che ad un capodanno(ma ormai avevo già 18 anni),rinunciai ad andare con i miei amici per stare con lui(perchè si era preoccupato all'idea di farmi trascorrere 2 giorni fuori casa). Eppure(grazie alle regole e ai valori che mi hanno dato i miei genitori)sono sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle,non ho mai dato problemi e preoccupazioni.
Cosi' facendo,però,nel corso degli anni credo di essere diventata un po' una chioccia..sto sempre attaccata al mio nido,alla mia casa e cosi' anche a lui. Un sacco di miei amici alla mia età hanno fatto un sacco di esperienze all'estero..o viaggiato per mezzo mondo. Ed io quando gliene parlo,a mio padre,inizia ad agitarsi,a preoccuparsi,a chiedermi "perchè" voglio andarmene,come farò a cavarmela da sola...
Io lo capisco,da una parte,però vorrei che mi spronasse un po' di piu'..mi incoraggiasse.. Anche perchè,anche io vorro' farmi una famiglia un giorno..andarmene di casa..e questo deve metterlo in conto. Ma dall'altra è anche colpa mia...visto che non riesco a smuovermi..anche solo per una vacanza con le amiche.. non riesco ad andare,a "lasciare" mio padre...Anche perchè,non essendo piu' tanto giovane,mi spiace lasciarlo solo. Però mi sto perdendo gli anni piu' belli..queste esperienze se non le faccio ora,quando le faccio? Anche perchè inizio a pensare che nella città in cui vivo (ma del resto un po' in tutta Italia)non ci sia tanta speranza di lavoro e futuro.
Quindi,vi chiedo...come dovrei comportarmi? Cosa è meglio per me ma anche per mio papà? Come posso superare questa paura di andare/partire?
Grazie mille
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
dovrebbe riuscire per così dire a staccare il cordone ombelicale" che la tiene legata a suo padre.
La perdita della mamma ha certamente inciso sulle dinamiche tra lei e suo padre che le impediscono di progettare e vivere una vita autonoma al di fuori delle mura familiari, così come sarebbe consono alla sua età.

Credo che si dovrebbe fare aiutare da un nostro collega se non ce la fa da sola, per modulare diversamente il rapporto con un padre che sembra ansioso e un un po' troppo preoccupato per lei.

Sarebbe opportuno fare passi concreti verso la sua autonomia facendo i conti con probabili sensi di colpa nel lasciare suo padre e forse con sue insicurezze o difficoltà ad abbandonare a poco a poco il nido.
Lei non è tenuta, né ha il dovere di prendere il posto della sua cara mamma scomparsa. Suo padre è una persona adulta e in grado di cavarsela da solo.

Non si aspetti incoraggiamenti da lui, ma si attivi lei in prima persona, per spezzare questo circolo vizioso che la trattiene ferma e ancorata in una situazione che ostacola il suo cammino verso un futuro che la possa vedere protagonista della sua vita.

Pensare alla propria vita, fare passi avanti non è un tradimento, né un abbandono, l'affetto che vi lega non verrà meno se lei si sentirà libera di progettare il suo futuro e vivere una vita più appagante. E suo padre capirà, i genitori desiderano la felicità dei propri figli. Se lui non ce la fa a darle quella spinta in avanti verso la sua autonomia, ci pensi lei, è un dovere verso se stessa.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille,dottoressa.
In effetti si,devo "staccarmi" da questo cordone e prendere in mano la mia vita.
Anche perchè,a dirla tutta,mio papà ha una compagna da 4 anni..ma sembra che la cosa sia a senso unico.
Questa signora non vive con noi e non sta nella nostra città..vive in un paese a 25 km da noi. E la cosa che mi fa innervosire e che è sempre lui ad andare da lei,a farsi km in macchina..quando lei sta male lui corre..quando sta male lui,lei non viene mai. E lui,pur di difenderla,piuttosto viene "contro" di me. Un altro esempio,ad un capodanno di due anni fa,lui non è stato bene,lei lo sapeva ma ha preferito passarlo con gli amici al ristorante..e io,per non lasciarlo solo,l'ho passato in casa con lui. Ma non mi è pesato piu' di tanto,perchè è mio padre,però se questa persone dice di volergli bene come vuole fargli credere,pensavo che facesse qualcosa di piu'.
Anche perchè,se lui avesse una compagna con cui condividere la quotidianità,i problemi,i momenti belli..io starei piu' tranquilla e forse riuscirei a farmi la mia vita con maggiore serenità.
Ha ragione quando dice che non posso sostituire mia madre e che lui è grande per cavarsela da solo..però ho sempre paura di sentirmi in colpa..di farlo sentire solo..
E poi non le ho detto che in questa famiglia ci sono altri 2 componenti..2 fratellastri(da parte di mia mamma). Sono molto piu' grandi,hanno famiglia e anche loro a volte sembrano approfittarsi della mia bontà e disponibilità.. Infatti,a volte,vorrei proprio scappare..cambiare aria..anche solo per un po'..
Però non capisco perchè facciano cosi'...insomma,prima,quando c'era mia mamma..eravamo tutti piu' felici,sereni.. Alcune penso che se ci fosse ancora lei,molte cose non sarebbero succese o andate diversamente.. Forse se ne approfittano perchè sanno che non sono capace a dire "NO"..perchè non riesco a difendermi e far sentire le mie ragioni senza sentirmi in colpa...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
< sanno che non sono capace a dire "NO"..perchè non riesco a difendermi e far sentire le mie ragioni senza sentirmi in colpa...>

Un punto importante su cui riflettere. Dovrebbe far pace con i suoi sensi di colpa e conquistare una maggiore assertività.

Per il resto, il rapporto tra suo padre e la sua compagna è cosa loro...lasci perdere e anche lì eviterei di sopperire alle eventuali mancanze.

Resto dell'idea che l'apporto diretto di un nostro collega sarebbe utile per accompagnarla a conquistare una maggiore assertività, la sua autonomia e a modulare diversamente il rapporto con suo padre.

Ci pensi.

Un caro saluto
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Utente
Utente
Grazie mille,dottoressa.
Ci pensero'.
Cordiali saluti.