Problema in fase di degenerazione con un genitore

Salve a tutti
Sono una studentessa universitaria di 21 anni. Mio fratello, che ha 1 anno e mezzo meno di me, lavora da un paio d'anni. Sin da quando eravamo piccoli era prevalentemente nostro padre che si prendeva cura di noi per questioni di lavoro. In quel periodo il clima in casa era sereno. Le uniche "urla" che si sentivano erano quelle dei miei genitori (mia madre in particolare) nei confronti di mio fratello poiché è sempre stato poco bravo a scuola (non faceva i compiti, non studiava, ecc... è una persona bravissima al di fuori, un po' sbadato e nullafacente in casa, ma per il resto è bravo. Nel suo lavoro, fa il cameriere, è un asso. Non si è mai diplomato, ha solo finito le medie, che però ha impiegato 5 anni per terminare), mentre io me la sono sempre cavata. Da quando abbiamo raggiunto la maggiore età, mio padre ha incrementato le uscite nel weekend, tornando quasi sempre a casa tardissimo, ubriaco e, puntualmente, senza chiavi di casa (sebbene io gli ricordi sempre di prenderle, lui le scorda, e si attacca al citofono alle ora più tarde della notte). Le prime volte andavamo ad aprire noi e, quando accadeva, iniziava a farci discorsi insensati sulla vita, dicendoci quanto schifo gli facessero gli esseri umani, quanto schifo gli facciano le donne e quanto non veda l'ora di levare le tende. Le prime volte faceva questi discorsi sia a me che a mio fratello (che, secondo lui, è un dio incompreso) ma da quando ha visto che io non mi faccio mettere i piedi in testa, li fa solo più a mio fratello. Attualmente frequento la facoltà di psicologia e da quando studio questa materia mio padre mi sfotte urlando al mondo che "se lui andasse da uno psicologo questo si suiciderebbe nel giro di una settimana". Negli ultimi 4/5 mesi rientra ubriaco anche su settimana (sebbene il giorno dopo debba lavorare) e, oltre ad attaccarsi al citofono perché non ha MAI le chiavi, va poi a fare discorsi "di vita" a mio fratello. Mia madre spesso interviene, ma staccarlo da mio fratello è sempre un impresa (anche perché lui sta li e lo ascolta).
Non credo che si debba studiare psicologia per capire che qui c'è qualcosa che non va. Una volta ho provato ad affrontare il discorso, in modo pacifico, ma solo pronunciare la parola "psicologo" lo fa ridere.Lui dice di non avere nulla, dice che è l'umanità il problema.In casa non fa nulla, quando rientra dal lavoro si siede sul divano a guardare la tele. I lavori in casa devo sempre e solo farli io.
La situazione sta diventando insostenibile (siamo Mercoledì notte, e lui è rientrato 30 minuti fa).
Come fare per fargli capire che ha un problema?Quale problema potrebbe poi trattarsi nello specifico? Mia madre è al limite, vuole separarsi, e io vorrei riparare il riparabile. Ho paura che coinvolga anche mio fratello. Io ho imparato come tenergli testa e zittirlo, ma lui non è in grado di reggere una conversazione con mio padre quando è ubriaco anzi, si fa influenzare, e non mi piace. Che fare?Come reagire ed affrontare la cosa?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

evidentemente si è creata una dipendenza dall'alcol che ha ripercussioni su tutta la famiglia, come sempre succede.

Fin quando lui riuscirà a mantenere il lavoro, avrà modo di ritenersi "sano" e dunque sarà più difficile convincerlo a curarsi.

Oltre agli aspetti strettamente medici, una delle modalità efficaci sta nella frequentazione dei gruppi tipo "Alcolisti Anonimi", supportati anche dall'Azianda Sanitaria"; presso la quale in molte zone esiste l'"Unità di alcologia".




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

In aggiunta,
ho trovato nei "Minforma" del portale, questo contributo che Le consiglio di leggere:

https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/459-co-dipendenza-la-famiglia-e-le-dipendenze.html

Cordialità.