Philofobia

Gentili Medici, vi sarei davvero molto grata se rispondeste al mio quesito. Si può guarire dalla philofobia senza aiuto terapeutico nè farmacologico, ma confidando soltanto nel tempo, nella comprensione, nella collaborazione e nell'amore del partner?
Vi ringrazio sentitamente per la disponibilità.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Si può guarire dalla philofobia..<<
prima di tutto bisognerebbe comprendere se si tratta di philofobia o di qualcos'altro.

E' il suo partner che ha questo disagio?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dr. Giuseppe Del Signore, la ringrazio per il celere riscontro.
Sì, questo disagio riguarda il mio compagno, Filippo. Cercherò di illustrarle la situazione.
Premetto che non sono stata io ad ipotizzare che si tratti di philofobia, ma un medico a cui mi sono rivolta presso un consultorio della mia città, che esclusivamente in base a dati da me accuratamente forniti (in quanto il mio compagno si rifiuta nettamente di recarsi da uno specialista), ha ipotizzato che potrebbe trattarsi della summenzionata "fobia di amare", ma ha anche insistito nel conoscere di persona il paziente, affinché possa dare certezza alla sua diagnosi.
Ho cercato ripetutamente di convincere il mio compagno a rivolgersi ad un medico, ma ogni tentativo è stato vano, quindi, non mi resta che raccogliere quante più possibili informazione sul da farsi.
Le racconto la mia storia: conosco Filippo da un anno e mezzo circa, ci siamo fidanzati dopo solo un mese di conoscenza. Filippo ha 38 anni, ha avuto poche relazioni sentimentali nella sua vita e nessuna è stata importante. La sua relazione più lunga, precedente alla nostra, è durata solo 7 mesi, conclusasi per sua volontà. Inoltre, non ha mai presentato una sua compagna alla famiglia, né mai conosciuto la famiglia di una sua precedente compagna. Io ho massima fiducia in lui, ma se può esserle utile, sappi che l'attendibilità di tali dati è confermata da amici in comune, quindi è certa la veridicità di tali informazioni.
Filippo è una persona dall'animo buono, estremamente sincera, sempre gentile con tutti, molto accondiscendente, mai superficiale, molto scrupoloso e riflessivo, dall'apparenza forte, con piena sicurezza di sé, ma in realtà fortemente insicuro ("insicuro", non del suo essere ma di ciò che desidera).
Fra noi c'è sempre stata una forte sintonia, siamo molto simili, non abbiamo mai litigato, né mai ci sono stati disaccordi. Io sono sempre stata amorevole e comprensiva nei suoi confronti, non sono mai stata oppressiva, gli ho sempre lasciato i suoi spazi e ho sempre rispettato ogni sua decisione.
L'intero anno trascorso assieme è stato idilliaco, lui mi ha costantemente dimostrato un amore forte, talvolta irrazionale, ad esempio, mi ha più volte confidato di non riuscire a compiere le normali attività quotidiane e lavorative a causa del pensiero di me che l'ossessionava. Filippo, ha fatto di me il centro della sua vita.
La situazione ha cominciato a complicarsi quando dopo 7 mesi assieme ha deciso, e sottolineo "lui ha deciso", di conoscere la mia famiglia. Da quel momento ha cominciato ad avere gravi problemi di insonnia, riuscendo a dormire, dalla otto, nove ore abituali, alle due, tre, quattro ore a notte, con continue interruzioni (la relazione fra l’insonnia e la conoscenza dei miei, è stata da lui individuata). Contestualmente si è presentata una irrazionale “paura del legame”, così come lui stesso, in lacrime, mi confidò. Da quel momento l’insonnia non è più andata via, e le sue paure relative alla nostra relazione sono andate sempre più complicandosi e peggiorando. Alla “paura del legame”, si è aggiunta “la paura della dipendenza affettiva”, “la paura della transitorietà dei miei sentimenti nei suo confronti”, “la paura della insincerità del mio amore”, “la paura di affidarsi totalmente a qualcuno”, ed altro. Le frasi virgolettate sono testuali parole di Filippo.
La situazione è degenerata negli ultimi mesi quando alle sue “paure” si è aggiunto un malessere fisico e psicologico che lo ha visibilmente debilitato, manifestandosi con frequenti, improvvise e immotivate crisi di pianto, irrequietezza, sbalzi di umore, sofferenza psicologica. Tutto ciò ha portato Filippo a troncare la nostra storia dopo pochi mesi dall'inizio di tale tracollo.
Dopo il distacco, durante i mesi lontani, il mio compagno riprendeva gradualmente a dormire, l’insonnia andava scomparendo, Filippo ritornava al suo “naturale equilibrio”. Ma nonostante ciò, “era infelice perché io non c’ero più”.
Dopo due mesi di rottura ci siamo riavvicinati, ma dopo solo una settimana di riconciliazione, Filippo ha cominciato nuovamente a non dormire e ad avvertire quei stati psicologici devastanti che lo deprimono, e tutto ciò è accompagnato da frequenti sbalzi di umore e da atteggiamenti contradditori e irrazionali.
Ma, è importante sottolineare, che Filippo, nonostante ciò, sostiene che io sia tutto ciò che desidera, che se non avesse questo problema non mi lascerebbe mai, che quando è in mia compagnia sta bene, che vuole stare con me, che non riesce mai ad allontanarsi dal pensiero di me e questo lo limita nelle normali attività quotidiane, che non riesce a gestire un sentimento così forte come quello che prova per me. Tutto ciò mi è stato da lui più volte detto. Inoltre, Filippo è cosciente della natura irrazionale e contradditoria dei suoi comportamenti.
Gentile dottore, da come può dedurre, pare che la causa del malessere di Filippo sia l’amore stesso che lui prova per me. Attualmente stiamo riprovando a stare assieme, ma data l’evolversi della situazione, presumo che a breve si allontanerà di nuovo.
Gentile dottore, io amo quest’uomo e farei di tutto pur di salvare il nostro rapporto, quindi, confido in lei e le chiedo di aiutarmi e di indirizzarmi verso le scelte più opportune. Le ricordo che Filippo si rifiuta categoricamente di sottoporsi a visita medica.
Attendo una sua risposta, la ringrazio sentitamente.

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Si può guarire dalla philofobia senza aiuto terapeutico nè farmacologico, ma confidando soltanto nel tempo, nella comprensione, nella collaborazione e nell'amore del partner? "

Posso chiederLe come mai Lei vuole questo ruolo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..da come può dedurre, pare che la causa del malessere di Filippo sia l’amore stesso che lui prova per me..<<
non mi sembra, perché non si tratta di una semplice "fobia". Credo invece che il malessere di questa persona sia abbastanza pervasivo e invalidante e a mio avviso necessita di un intervento specifico (previa valutazione), forse anche psichiatrico.

Se ci sono dei tratti di personalità disfunzionali, questi tendono a rimanere stabili nel tempo, se non trattati adeguatamente.

Però se Filippo non ha intenzione di fare alcunché per stare meglio o per migliorare la sua situazione emotiva e relazionale, non ci sono alterative valide, se non adattarsi alla suddetta situazione senza incaponirsi per migliorarla perché probabilmente non servirebbe.

Detto questo sarebbe utile per Lei comprendere quali dinamiche profonde muovono il suo bisogno di "salvare" Filippo, considerando l'ipotesi di contattare un collega di persona.






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