Interpretazione sogno e apatìa

Buonasera a tutti. Vi scrivo per chiedervi l'interpretazione di un sogno che ho fatto stanotte e che, pur non angosciandomi particolarmente, mi mette quantomeno di fronte alla necessità di fermarmi un attimo a riflettere. Avrei voluto non disturbarvi, cercare l'interpretazione sul web, ma non ho trovato riscontri attendibili e poi quale migliore soluzione, se non chiedere il parere di un esperto. Comunque, a parte il fatto che mi capita spesso di fare sogni particolari e che puntualmente dimentico (come stanotte, dei quali 2/3 sogni diversi ricordo solo questo), questo mi è rimasto particolarmente impresso: sono in un prato, all'esterno di un edificio vago, non noto (forse una struttura maestosa, tipo un municipio, non è chiaro), forse sto uscendo da questo edificio, non ricordo. Ci sono un gruppo di cani, io mi dileguo tranquillamente quando mi accorgo che questi cani sono un po' agguerriti, non sembrano avercela con me e non fanno neanche tanta paura, sembrano rivolgersi verso quell'edificio. Comunque di colpo inizio a dileguarmi più velocemente, come spinto dall'aver intuito di essere in pericolo. Ricordo di aver dato un'occhiata ai cani, e aver pensato: "vabe, proprio dovesse succedere qualcosa, speriamo non mi attacchi quello là", riferendomi a un cane scuro, credo non nero comunque, di razza che potrei ricordare essere un Corso, abbastanza feroce e temibile. Fattostà che inizio a correre e puntualmente, proprio quel cane lì inizia a rincorrermi. Mi raggiunge in breve tempo, mi salta addosso, è più grosso di me: sono spacciato. Cerco allora di ripararmi subito con le braccia la faccia e il collo, sarà perchè ho sempre avuto questa concezione qui del collo come una parte molto a rischio in quanto esposta, a volte me lo sono pure fatto qualche flash del genere, di un cane che ti morda al collo. Il cane scuro, grigio fumo forse, non si lascia comunque intimorire e mi scaglia un morso nella parte finale del braccio, fra il polso e la mano: mano che si stacca dinanzi alla maestosa potenza mascellare del cane, che a questo punto non ricordo continuare ad attaccare. Ricordo solo l'immagine del braccio senza mano, con in corrispondenza del polso, la visione della parte carnosa del braccio all'esterno, e l'osso all'interno. Ricordo che non c'era nemmeno sangue, ma soprattutto ricordo, che non c'era dolore. Forse paura appena prima, ma non un pizzico di dolore. Mi sveglio e finisce il sogno, ma non sono né angosciato ne niente, solo curioso e consapevole che c'è qualcosa che devo risolvere, da troppo tempo mi sento apatico. Le emozioni non ci sono, sono spento e sicuramente non felice, alla ricerca di qualcosa che non so cosa, non riesco da troppo a capire ciò che la parte più autentica di me vuole veramente dalla vita. Grazie del tempo che vorrete dedicarmi e scusate se mi sono dilungato, volevo apportare quanti più dettagli possibili. Un buon fine settimana.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
l'interpretazione dei sogni non è possibile on line, ma solo in un setting terapeutico che preveda la conoscenza approfondita del sognatore, come in uno di tipo psicodinamico.
Quanto dice al di là del sogno sul suo sentire e vissuti è però molto importante <consapevole che c'è qualcosa che devo risolvere, da troppo tempo mi sento apatico. Le emozioni non ci sono, sono spento ...>

Cos'è cambiato da questo suo precedente consulto?
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/425496-grande-apatia-e-ansia-generalizzata-come-ne-esco.html

Ha pensato di riprendere un percorso psicoterapeutico?
Sarebbe opportuno che si prendesse cura di sé, è importante che si faccia accompagnare da un nostro collega in un percorso che la conduca ad uscire dalla fase di apatia, impasse, malessere che denuncia e che riportava anche in precedenza e a riconquistare il suo benessere.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
E' cambiato che successivamente ho intrapreso un nuovo percorso terapeutico con un altro psicologo, sono stato 6 mesi in terapia, ho capito diverse cose, mi sono iscritto all'università, in economia, con discreti risultati, dandomi già 3 materie e con altre 3 che dovrei farle entro settembre, e considerando che non aprivo un libro ormai da 3 anni, anzi 5, dato che praticamente ho smesso di farlo al terzo superiore, non è male. Abito solo, torno a casa per il weekend, so fare tante cose che ragazzi di 22 anni non sanno fare, a casa, come è ovvio che sia, mi tocca cucinare, lavare e in genere fare tutte le cose necessarie al mio sostentamento. Quest'anno ho anche giocato a calcio in un squadra dilettantistica, mi piace tenermi in forma, vado a correre due volte a settimana e il resto praticare esercizi anaerobici quali flessioni, piegamenti, addominali, insomma tutto si può dire tranne che la mia vita sia fatta di ozio. Anche se devo ammettere che oziare mi è sempre piaciuto e tuttora quando torno a casa per il weekend (come adesso), non è che sia molto attivo. E' cambiato che non avverto più la sensazione di disagio perenne che provavo prima, la mia autostima è salita senza dubbio, insomma faccio qualcosa, lotto per diventare qualcosa/qualcuno, mi do da fare nella vita, mi sto creando una strada e se la portassi a termine non si potrebbe dire che sia un fallito; più che altro potremmo stare qui a dibattere se sia la scelta giusta, se mi sto davvero realizzando facendo questo, se sto davvero realizzando la mia unicità, più di una volta ho pensato di (ri)mollare, ogni tanto è come se non la sentissi mia questa cosa, anche se devo ammettere che anche adesso mentre scrivo, mi sembra di pensare "ma finiscila coglio*e"...; non è cambiato che non avevo una ragazza prima e non ce l'ho ora, non che sia fondamentale però non mi dispiacerebbe avere una persona accanto, invece quelle che sono prese da me continuo sempre ad usarle e mandarle via e continuano a piacermi quelle per cui alla fine non ci provo nemmeno... ah, è cambiato anche che prima scrivevo volentieri in cerca di aiuto, adesso mentre scrivo continuo a pensare di essere uno stupido e che sono queste le cose che poi, alla fine, fanno calare la mia autostima e che invece di stare qui, dovrei uscire a prendermi quello che voglio (ammesso che sappia cosa)... scusatemi se questo è sembrato più uno sfogo. Grazie dottoressa comunque.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Non trattasi di disturbo, ma dell'assoluta impossibilità di analizzare un sogno con criterio e non in modo dilettantistico senza un setting adeguato e protetto di tipo psicoterapico.

Tra l'altro non tutti gli orientamenti analizzano i sogni, spesso sono le terapie analitiche.

Quindi ne web ne consulti online, ma solo de visu

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

un sogno singolo, senza un contorno personale di riferimento è impossibile da interpretare, come Le hanno detto le Colleghe.

Nel suo consulto però sono rimasta colpita da quanto è "cresciuto" attraverso il percorso di psicoterapia. Complimenti!

Vorrei però darLe un punto di attenzione sul Suo mondo affettivo:
<<non mi dispiacerebbe avere una persona accanto, invece quelle che sono prese da me continuo sempre ad usarle e mandarle via e continuano a piacermi quelle per cui alla fine non ci provo nemmeno... <<

Indipendentemente dal sogno, perchè non riprendere il percorsp Psy per lavorare su questo aspetto? Ha fatto già molto per sè, si è dato la prova di poter cambiare; perchè non applicarlo anche a quest'area della vita così importante? Per capire e cambiare questi circuiti dell' affettività che La portano sempre allo stesso punto?



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Cara dottoressa Brunialti, grazie davvero. Ho sentito una scossa quando si è complimentata con me, è vero, la terapia mi ha aiutato, ed io ci ho messo la volontà. Diciamo che mi voglio più bene. Poi questa cosa di cambiare aria mi ha anche fatto bene, mi ha permesso di conoscermi meglio. La terapia l'ho interrotta perchè prima la mantenevo col lavoro, adesso studio, non ho nemmeno un lavoretto e mi verrebbe pesantissimo mantenerla. E chiederlo a mio padre non ci penso nemmeno... almeno non ora, che non sto poi così male. Certo, probabilmente non sono felice, lotterò con tutte le mie forze comunque. E un giorno magari riprenderò la terapia. Dal punto di vista affettivo, quello sì, le cose non è che vadano granché bene. Non lo sono mai andate. Una storia seria non l'ho mai avuta, non che sia fondamentale per me, però se conoscessi una persona con la quale mi trovo bene, beh perché no... anzi forse la desidero proprio questa cosa. Vede il fatto è che ogni volta che torno nella mia città mi distruggo un po', non so se riesce a trovare l'attinenza, ma il mio umore cala sempre un po' e mi sembra quasi di tornare indietro. Lo so che non è facile comprendermi, però per me è così difficile... quando sono fuori per lo studio, non è che io sia felice, però quantomeno mi do da fare, in tutto e per tutto, anche nel coltivare rapporti interpersonali, come se avessi ricominciato un un po' da zero in un certo senso... poi quando torno sono felice di tornare, che bello, la famiglia, gli amici, la mia città... si direbbe le mie certezze, ma poi quando torno, è tutto così difficile... e puntualmente me ne vado giù di morale. Solo. Ogni volta che vado mi sento solo, ma sollevato forse. Il fatto è che le certezze di cui le parlavo prima in realtà certezze non lo sono, o forse sì, ma sono negative; vede, il punto è che nella mia città sento di aver accumulato solo sconfitte. Una vita di sconfitte. E pur avendo adesso comunque una buona autostima, una vita (quasi) piena, ogni volta che torno mi sembra di cadere di nuovo giù. Come se la gente, qua, ormai mi conoscesse in un modo, ed io ogni volta, puntualmente, è come se mi riimmedesimassi nella parte; anche fossi diventato il premier nel frattempo, ogni volta che sono qua mi sembra di riiniziare a non volermi bene. E' per me è così frustrante... credo che nel profondo di me stesso lo desideri tornare nella mia città e stare bene, avere il piacere di andare a passeggiare in centro e godermi le bellezze della mia città, con un po' di felicità... e invece mi sento schiavo delle mie paure, del giudizio degli altri... vorrei che la domenica fosse il mio giorno preferito, e invece non lo è. Spero un giorno possa esserlo, felice. Io mi sto impegnando attivamente, anche se, ogni volta che sto qua, non è facile. Grazie a tutti.

P.s. capisco il non poter dare un interpretazione al sogno così, ma quantomeno potrei sapere, in genere, a cosa si collega sognare un cane? Io ho pensato ai miei istinti...
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazzo,
ho letto con interesse la analisi, dettagliata e accurata, che Lei fa di sè e dei suoi stati d'animo e comportamenti quando è nella Sua sede universitari e quando torna nella sua città.
La città di origine ci riporta a "come eravamo", a come gli altri ci considerano ecc. E questo - a parte gli affetti che si ritrovano - risulta pesante.
Il Lei "nuovo" è l'altro, quello del fuori sede, che chiede però ancora di consolidarsi le nuove acquisizioni. Questione di tempo e di costanza.

Riguardo al cane non ne ho la minima idea... che non sia pura magia. Ma come mai pensa ai sui istinti? Come collega le cose?



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Utente
Utente
Cara dottoressa Brunialti, non posso che ringraziarla per l'interesse. Fra l'altro credo abbia colto in pieno il senso delle mie parole e del mio disagio, anche se adesso che mi rendo conto di migliorare, il fatto stesso di chiamarlo disagio mi procura fastidio... comunque credo (e spero) sia come dice lei, questione di tempo e costanza; anche perché devo ammettere che, anche nel contesto della mia città, non sempre va male e anzi soprattutto ultimamente cerco di migliorare, di imporre il "nuovo me", quello più consapevole di sè e delle proprie certezze: diciamo anche che mi sono conosciuto meglio, probabilmente grazie al fatto di vivere fuori, in una nuova realtà e senza le vecchie credenze "limitanti", e adesso cerco di applicare la mia crescita anche nella mia città, portandomi qualche strascico certo, dovuto al fatto che la gente, anche magari gli amici, si aspettano da te comportamenti e usanze che, di fatto, fanno parte del tuo vecchio (e morto) modo di essere, e che, se tornate ad essere messe in atto, non possono che darti un bel contraccolpo. Con conseguente (ri)caduta dell'autostima, che tuttavia non ci sto molto a recuperare. Ecco, sto lavorando su questo. Tempo e costanza, come dice lei. Per poter essere sereno (magari felice) anche (e soprattutto) nella mia città. Questo è fondamentale per me e io ci sto lavorando. Sarebbe una sconfitta troppo grande essere a disagio nella propria città. La mia città è la mia casa. Ho grandi progetti, tanti obiettivi e aspettative, e molto probabilmente la mia residenza un giorno sarà altrove. Ma ogni volta che avrò bisogno di tornare, dovrò poterlo fare senza essere vittima dei miei fantasmi, quello è il mio rifugio.

Riguardo al cane non so, forse l'avrò letto da qualche parte, o forse ho semplicemente pensato al cane in sogno come la parte animalesca di ognuno di noi, la parte irrazionale che ci anima, gli istinti ecco... e magari pensavo agli istinti che, se non lasciati liberi di emergere, non possono che ritorcertisi contro... e particolare stupore mi destava il fatto di non sentire dolore, come segno di un'infame apatia. O chissà che non debba vedere meno film. In ogni caso, la ringrazio e la saluto.

Buonanotte.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Prego.

Ci siamo.