Problemi di coppia. Relazione a tre?

Ho 44 anni e una relazione da oltre 6 anni con una donna di 35.
Il nostro rapporto è tendenzialmente felice e vive tra i due estremi di una forte attrazione emotiva e sessuale da un lato e di una conflittualità profonda tra il mio bisogno di autonomia e il suo bisogno di sicurezza dall'altro. Abbiamo fatto alcuni tentativi di convivenza che non hanno funzionato per mia colpa. A dispetto di questa situazione il nostro rapporto continua a resistere fortemente a dispetto di tante crisi.
Dopo tanti anni stiamo considerando l'ipotesi di un figlio con paure diverse e opposte. Lei non ha grossi dubbi sulla mia sensibilità e solidità di padre ma teme fortemente che la mia attenzione si rivolga su nostro figlio a suo discapito. Io non credo che la nascita di un figlio possa cambiare il nostro (dis)equilibrio di coppia. Credo che un figlio giustifichi una convivenza e non sono spaventato, credo però che la presenza di un bimbo non muterà la natura conflittuale del nostro rapporto.

Il nostro rapporto è sempre stato impostato in una logica di apertura e sincerità che contemplava la possibilità di avere altri partner sessuali. Se oggi siamo entrambi certi della solidità della nostra relazione è anche per avere sperimentato il "tradimento" dell'altro.
Sono però io la persona che con maggiore frequenza ha avuto esperienze sessuali extra-coniugali. In particolare con una mia amica storica che anche la mia compagna ha avuto modo di conoscere finendo per stabilire con lei un legame di una certa empatia sebbene non ancora di vera amicizia.
Per me questa amica è una figura di mediazione che mi aiuta a comprendere con sincerità le difficoltà della mia compagna spingendomi a migliorare la relazione.
In virtù di questo rapporto in un paio di occasioni abbiamo avuto modo di condividere in tre un'esperienza sessuale. Si è trattato evidentemente di occasioni che hanno fortemente gratificato il mio narcisismo ma contemporaneamente reso più profondo e forte il nostro rapporto a due. La mia compagna le ha vissute con sentimenti più ambivalenti ma alla fine anche in lei hanno fatto crescere la sua complicità con me.

In questo scenario ho iniziato a ipotizzare la costruzione di una famiglia allargata alla presenza di questa amica lasciando centralità al rapporto di coppia e all'eventuale figlio. Una situazione che potrebbe rispondere - oltre che a problemi pratici - al desiderio di sicurezza della mia compagna (che potrebbe contare su due persone) e al mio bisogno di autonomia (poiché mi sentirei più libero da un vincolo unilaterale). Curiosamente questo scenario potrebbe essere praticamente possibile.
Ne abbiamo iniziato a parlare ma vorremmo un punto di vista esterno. Si tratta di una follia?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

che cosa è emerso dalle conversazioni con la Sua compagna e l'altra donna? Come mai cerca un punto di vista esterno?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

il parere che chiede può arrivarle a mio avviso solo da uno psicologo che prenda in analisi la situazione approfondendo di persona con voi le tematiche che ci ha illustrato.

La progettazione della genitorialità in un contesto come quello che descrive, conflittuale e ambiguo, è da ponderare con grande cautela a causa della confusione che la situazione a tre può ingenerare in un bambino che vi si trovi coinvolto e in ogni caso considerando il prevedibile mutamento degli equilibri attuali fra voi adulti, che forse non state tenendo in considerazione.

Per questo consiglio a entrambi di richiedere una consulenza psicologica di coppia per discutere seriamente della situazione prima di concretizzare il progetto di avere un bambino.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pileci,
ovviamente con l'altra donna non ho parlato di questa ipotesi. Io e la mia compagna abbiamo livelli di perplessità diversi - più forti quelli della mia compagna - su cui però pesano probabilmente le abitudini culturali. Per questo cercavamo un riscontro sul piano più strettamente psicologico.

[#4]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Massaro,
il nostro rapporto è conflittuale in modo chiaro e trasparente, come in tante relazioni che funzionano. Non è affatto un rapporto ambiguo.
Dalla sua risposta sui problemi di genitorialità evinco un pregiudizio etico-religioso che evidentemente non caratterizza la nostra relazione. La nostra preoccupazione è sulla serenetià relazionale tra adulti, ovvio è che se la relazione non è sostenibile non ci sono le premesse per avere un figlio.

grazie
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
La Psicologia è svincolata dall'Etica, che è una branca della Filosofia, oltre che dalla religione, ma tiene conto degli studi relativi all'Età Evolutiva e non mi risulta che la Scienza dimostri che un rapporto di coppia aperto stabilmente ad un'altra persona rappresenti un presupposto per la serenità dei figli, quanto piuttosto un fattore confusivo.
Esistono contesti sociali e religiosi in cui vigono la poligamia o la poliandria, ma si tratta di situazioni diverse e soprattutto estranee a quella che state vivendo voi.

Non intendevo dire che è ambiguo il vostro rapporto, ma che lo sarebbe la situazione agli occhi di un bambino che si rendesse conto che i genitori formano un triangolo e non una coppia.
Se la sua compagna, da madre, si ritenesse in diritto di avere la priorità sull'altra donna e rifiutasse di proseguire la relazione a tre potrebbe inoltre portare il figlio dalla propria parte e il bambino la percepirebbe come vittima dei tradimenti del papà, vivendo un conflitto di lealtà e anche sentimenti negativi nei suoi confronti.

Queste considerazioni sono ovviamente non fondate sulla conoscenza diretta della situazione, ma se si sta preoccupando del benessere di un eventuale figlio affronti di persona il discorso con un nostro collega approfondendone tutti i risvolti, anche quelli che ad oggi parrebbe non aver considerato.
Anche se si sta preoccupando esclusivamente della serenità di voi tre adulti a mio avviso un consulto non può che essere utile, perchè a distanza e senza sentire tutte le persone coinvolte non è possibile darle alcuna risposta certa.

Cordiali saluti,
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
il parere che lei chiede, immagino di tipo professionale, è incompatibile con il consulto online, vista anche la complessità della situazione.

Mi chiedo perché necessita di autonomia ed al contempo di stabilità ...
Di mettere al mondo un figlio e di un'altra donna per reggere la famiglia...

Una coppia, solitamente, si fonda su un patto di esclusività, se necessita di altro, forse non trattasi di una coppia destinata ad avere un futuro, forse ha delle defezioni, forse non è la donna della sua vita o forse lei ha delle paure o esistenze da poter analizzare in sede di consultazione de visu.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#7]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Massaro,
sono molto interessato a conoscere gli studi scientifici sui fattori di confusione prodotti nell'età evolutiva da una famiglia allargata. Le sarei davvero grado se mi potesse indicare qualche pubblicazione.

Ovviamente in una famiglia di qualsiasi tipo possono insorgere problematiche di relazione tra le parti che ricadono sui piccoli ("se la donna si rifiutasse di proseguire la relazione"). Ma da questo punto di vista il rischio mi pare sia analogo in una coppia tradizionale.

Certo non mi aspetto risposte definitive qui. Semplicemente prima di pensare ad un consulto professionale speravo mi poteste aiutare a trovare delle tematiche di riflessione che non abbiamo considerato e che possono essere occasione di confronto per noi come coppia. Anche magari per portarci naturalmente verso scelte più "tradizionali".

la ringrazio ancora
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non siamo parlando di una "famiglia allargata", ma di una situazione in cui padre e madre conviverebbero con una terza persona che è amante di entrambi.
E' molto diverso.

Sottoscrivo il parere della dottoressa Randone, che le ha indicato alcuni spunti di riflessione che può approfondire con la sua compagna.
Il tipo di quesito che ci sottopone è troppo delicato per essere evaso con un consulto orientativo online, che è sempre un parere professionale ma non può oltrepassare un certo limite perchè manca la conoscenza diretta del caso.
[#9]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Randone,
come dicevo sopra sono consapevole di non poter avere risposte in senso proprio qui on-line. Daltronde credo che questo sia vero per tutte le problematiche psicologiche.
Sottolineo però che anche la nostra coppia si fonda su un patto di esclusività anche se non di tipo sessuale. Siamo entrambi convinti di avere un futuro e volerlo perseguire insieme. Ognuno con le proprie diversità e i propri timori. Davvero siamo felici insieme da oltre sei anni, anche affrontando apertamente riflessioni come questa.
Cosa le fa pensare che il nostro rapporto possa non essere duraturo?

grazie
[#10]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Cosa le fa pensare che il nostro rapporto possa non essere duraturo?"

Non conosco nè lei, nè la sua coppia, ma le dinamiche che lei propone sono portatrici sane di problemi.

[#11]
Utente
Utente
Scusate se mi permetto un giudizio. Io vi ho presentato la mia situazione chiedendo un parere nel merito.
Ho ricevuto risposte che sono a monte ("forse non trattasi di una coppia destinata ad avere un futuro") o a valle del problema ("la situazione agli occhi di un bambino").
Mi rendo conto che la mia richiesta può apparire eccentrica,
ma ho la sensazione che stiate rispondendo con automatismi e pregiudizi culturali. Sinceramente se esiste una bibliografia in merito sarei curioso di conoscerla (credo di avere gli strumenti culturali per comprendere questi studi, almeno in parte). Posso avere qualche riferimento?
Se devo sentirmi dire che ho dei problemi passati irrisolti, che non può funzionare o che siamo destinati ad avere figli disagiati, posso ottenere lo stesso parere in un bar di paese.
Non voglio tirare in ballo le teorie di Jaques Attali ma credo che su queste tipologie relazionali sarete chiamate a intervenire sempre più frequentemente nel merito.
Quello che chiedevo era semplicemente: la soluzione è congrua al tipo di relazione? quali sono i fattori che è necessario considerare?
[#12]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Il sito, non equiparabile ad un bar, non offre scambi di opinioni, nè bibliografia per avallare la sua richiesta, ma consulenze su problematiche - o eventuali problematiche - che l'Utente pone a noi professionisti.

In psicologia esiste un fenomeno che si chiama "analisi della domanda" , più o meno è l'andare oltre la semplice domanda che l'utente/paziente ci pone, ponendolo nelle condizioni di riflettere ed analizzare la sua richiesta, o meglio quello che c'è dietro la sua richiesta....

L’analisi della domanda obbliga il professionista ad evitare "agiti collusivi" - anche se siamo online - cioè una sorta di alleanza disfunzionale con il paziente/utente.

Se è certo delle sue scelte non vedo il motivo perchè scrivere a dei clinici che, ovviamente, andranno ben "oltre' la sua richiesta.

Auguri per tutto.
[#13]
Utente
Utente
Non sono affatto certo delle mie ipotesi di scelta. Altrimenti non avrei scritto. Tantomeno ricerco una collusione. Al contrario mi aspetto di essere spiazzato nel senso di trovare nuove piazze su cui riflettere.

Però sinceramente, esiste una bibliografia? Le poche cose che ho trovato io parlano di insufficienza dei paradigmi diadici nell'analisi delle relazioni familiari multipersonali.
[#14]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Veda la cosa in questo modo: la situazione che lei ha in mente potrebbe funzionare, ma potrebbe anche non funzionare.

Troppo banale?

Ma la sua domanda è del tutto identica a quella delle persone "normali" che ingenuamente ci chiedono: sto per mettermi con questa persona, fatta così e così. Potrà funzionare?

E noi come facciamo a saperlo?

Lo psicologo non è un indovino. Non possiamo sapere come andranno le cose in anticipo. Nessuno può saperlo. Le relazioni si costruiscono strada facendo, l'esito è sempre difficile da prevedere.

In altre culture le famiglie allargate sono la regola. Esistono studi sul campo realizzati da antropologi che riportano un alto tasso di armonia e funzionalità in tali famiglie, dove addirittura i figli sono istituzionalmente tolti ai genitori appena nati e affidati alle cure degli zii. E tutti sono felici.

Ma qui non siamo là. La nostra società, nel bene e nel male è fatta in un certo modo. E ogni società, in larga parte, si aspetta che gli individui si comportino secondo certi canoni e non altri. Altrimenti si creano le premesse per un grado più o meno alto di ostracismo.

Certo, uno può dire: ma non bisogna essere moralisti, non bisogna essere bacchettoni, se uno non prova a cambiare le cose non cambierà mai nulla ecc. ecc. Tutto vero, tutte cose che lo psicologo (per primo, se me lo consente) già sa.

Ma lei non ci ha fatto una domanda generica, astratta o a carattere sociologico. Lei ci ha rivolto una domanda precisa, che riguarda lei. Perché è di lei e della sua situazione nello specifico che si preoccupa.

E la risposta è: non possiamo saperlo.

Nessuna ricerca, per quanto approfondita, le potrà dare le certezze che cerca. Ogni coppia composta da due individui e con figli ha alte probabilità di incontrare problemi, strada facendo. Si figuri una famiglia atipica composta da tre persone + figli.

E badi bene, non è moralismo: solo pragmatismo.

Ma se lei è disposto a sopportare i giudizi, la riprovazione, le occhiatine, i commenti alle spalle (e perché no, le invidie) delle altre persone, vada pure avanti con il progetto che ha in mente. Credo ne abbia il diritto. Sulle altre persone che sarebbero coinvolte nell'affare, invece, mi sentirei meno sicuro. In particolare sugli eventuali figli.
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