Risolvere i problemi con i genitori
Gentili Dottori,
scrivo qui in merito a un problema che sta condizionando fortemente le mie giornate, il mio umore e la possibilità di realizzarmi nella vita. Non so neanche se sia una questione effettivamente risolvibile con la psicoterapia.
Nonostante la mia età, vivo ancora in famiglia. Sono iscritta all'università e mi mancano pochi esami alla laurea ma sembra che a loro non importi. Dirò di più, qualche volta ho come l'impressione che loro inconsciamente (mi scuserete per il termine forse usato impropriamente) preferiscano che io non arrivi a questo traguardo, poichè in casa io cerco di essere molto collaborativa, proprio per non far pesare il fatto che mi stiano mantenendo agli studi.
Questo è uno dei principali motivi per cui ho ritardato così tanto a laurearmi, infatti i pochi momenti in cui non dovevo seguire le lezioni e potevo concentrarmi sullo studio, lo passavo a fare commissioni per loro o aiutarli in qualche modo. Mi hanno sempre impedito di lavorare, nonostante io volessi pagarmi da sola gli studi da subito.
Ho una sorella che invece è la loro paladina perchè, nonostante non faccia altro che lamentarsi per i suoi (presunti) problemi, vive la sua vita e non mette a disposizione neanche cinque minuti del suo tempo. Infatti, nonostante lei sia più piccola di me, è prossima alla laurea. Loro sono fieri di lei e si sentono importanti quando riescono a risolvere i suoi (sempre presunti) problemi. Hanno bisogno di sentirsi importanti in questa maniera.
Io invece tento di risolvere da sola i miei e alleggerire quelli loro e, per tutta risposta, vengo quasi vessata.
Recentemente mi hanno diagnosticato dei problemi di salute. Nonostante loro sappiano questo, anzichè venirmi incontro, mi dicono che sono un problema e che con me non ce la fanno più.
Prima mi domandano questo e quel favore, poi mi rinfacciano che mi stanno mantenendo loro, poi mi dicono di ritirarmi (ripeto, a pochissimi esami dalla fine).
Con mia sorella parlano per ore e ore, con me neanche una parola. Se provo a intavolare un discorso, mi rispondono con un mugugno; se provo a manifestare il disagio che sto vivendo, mi aggrediscono dicendo che io faccio sempre la vittima. Vorrebbero che fossi sempre disponibile a risolvere anche i finti problemi di mia sorella.
Io non riesco più ad andare avanti. Mi sento di aver perso tutte le possibilità solo per voler accondiscendere al volere dei miei genitori. Ho perso molta autostima, mi sento stupida. Mi sento come loro mi trattano: inutile.
Quando sento le cose belle che, invece, le altre persone dicono di me, penso che siano in errore e che non vedano quello che sono realmente. Tra l'altro sono diventata balbuziente e incapace di articolare correttamente una frase a voce.
Non so come liberarmi da queste catene.
Spero di poter avere da Voi un aiuto, una direzione per uscire da questo tunnel.
Vi ringrazio per la cortese e paziente attenzione.
scrivo qui in merito a un problema che sta condizionando fortemente le mie giornate, il mio umore e la possibilità di realizzarmi nella vita. Non so neanche se sia una questione effettivamente risolvibile con la psicoterapia.
Nonostante la mia età, vivo ancora in famiglia. Sono iscritta all'università e mi mancano pochi esami alla laurea ma sembra che a loro non importi. Dirò di più, qualche volta ho come l'impressione che loro inconsciamente (mi scuserete per il termine forse usato impropriamente) preferiscano che io non arrivi a questo traguardo, poichè in casa io cerco di essere molto collaborativa, proprio per non far pesare il fatto che mi stiano mantenendo agli studi.
Questo è uno dei principali motivi per cui ho ritardato così tanto a laurearmi, infatti i pochi momenti in cui non dovevo seguire le lezioni e potevo concentrarmi sullo studio, lo passavo a fare commissioni per loro o aiutarli in qualche modo. Mi hanno sempre impedito di lavorare, nonostante io volessi pagarmi da sola gli studi da subito.
Ho una sorella che invece è la loro paladina perchè, nonostante non faccia altro che lamentarsi per i suoi (presunti) problemi, vive la sua vita e non mette a disposizione neanche cinque minuti del suo tempo. Infatti, nonostante lei sia più piccola di me, è prossima alla laurea. Loro sono fieri di lei e si sentono importanti quando riescono a risolvere i suoi (sempre presunti) problemi. Hanno bisogno di sentirsi importanti in questa maniera.
Io invece tento di risolvere da sola i miei e alleggerire quelli loro e, per tutta risposta, vengo quasi vessata.
Recentemente mi hanno diagnosticato dei problemi di salute. Nonostante loro sappiano questo, anzichè venirmi incontro, mi dicono che sono un problema e che con me non ce la fanno più.
Prima mi domandano questo e quel favore, poi mi rinfacciano che mi stanno mantenendo loro, poi mi dicono di ritirarmi (ripeto, a pochissimi esami dalla fine).
Con mia sorella parlano per ore e ore, con me neanche una parola. Se provo a intavolare un discorso, mi rispondono con un mugugno; se provo a manifestare il disagio che sto vivendo, mi aggrediscono dicendo che io faccio sempre la vittima. Vorrebbero che fossi sempre disponibile a risolvere anche i finti problemi di mia sorella.
Io non riesco più ad andare avanti. Mi sento di aver perso tutte le possibilità solo per voler accondiscendere al volere dei miei genitori. Ho perso molta autostima, mi sento stupida. Mi sento come loro mi trattano: inutile.
Quando sento le cose belle che, invece, le altre persone dicono di me, penso che siano in errore e che non vedano quello che sono realmente. Tra l'altro sono diventata balbuziente e incapace di articolare correttamente una frase a voce.
Non so come liberarmi da queste catene.
Spero di poter avere da Voi un aiuto, una direzione per uscire da questo tunnel.
Vi ringrazio per la cortese e paziente attenzione.
[#1]
<<Mi sento di aver perso tutte le possibilità solo per voler accondiscendere al volere dei miei genitori. <<
Gentile ragazza,
le relazioni con i genitori si costruiscono negli anni, con l'apporto di ambedue : genitori e figli.
Lei può unicamente pensare a come modificare il proprio modo di comportarsi, per provare a cambiare la situazione.
Tuttavia, considerato che manca poco alla fine dell'università, forse sarebbe più strategico concentrarsi sul concludere, per poi fare la sua vita anche andando via di casa.
Gentile ragazza,
le relazioni con i genitori si costruiscono negli anni, con l'apporto di ambedue : genitori e figli.
Lei può unicamente pensare a come modificare il proprio modo di comportarsi, per provare a cambiare la situazione.
Tuttavia, considerato che manca poco alla fine dell'università, forse sarebbe più strategico concentrarsi sul concludere, per poi fare la sua vita anche andando via di casa.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Mi incuriosisce moltissimo quanto scrive:
"i pochi momenti in cui non dovevo seguire le lezioni e potevo concentrarmi sullo studio, lo passavo a fare commissioni per loro o aiutarli in qualche modo. Mi hanno sempre impedito di lavorare, nonostante io volessi pagarmi da sola gli studi da subito."
I Suoi genitori sono autosufficienti? Che tipo di commissioni deve fare Lei che loro stessi non possono fare e come mai Lei non ce la fa a rifiutare?
Come mai deve aiutarli?
Se avrebbe desiderato lavorare e se riusciva a conciliare studio e lavoro, come mai non lo ha semplicemente fatto?
Come mai lascia spazio ai Suoi genitori per decidere al posto Suo?
Gli altri ci trattano come noi permettiamo loro di farci trattare e quindi dovrebbe prendere in mano Lei la situazione e cambiare. Se da sola non ce la fa, uno psicologo psicoterapeuta potrebbe essere molto utile.
Cordiali saluti,
"i pochi momenti in cui non dovevo seguire le lezioni e potevo concentrarmi sullo studio, lo passavo a fare commissioni per loro o aiutarli in qualche modo. Mi hanno sempre impedito di lavorare, nonostante io volessi pagarmi da sola gli studi da subito."
I Suoi genitori sono autosufficienti? Che tipo di commissioni deve fare Lei che loro stessi non possono fare e come mai Lei non ce la fa a rifiutare?
Come mai deve aiutarli?
Se avrebbe desiderato lavorare e se riusciva a conciliare studio e lavoro, come mai non lo ha semplicemente fatto?
Come mai lascia spazio ai Suoi genitori per decidere al posto Suo?
Gli altri ci trattano come noi permettiamo loro di farci trattare e quindi dovrebbe prendere in mano Lei la situazione e cambiare. Se da sola non ce la fa, uno psicologo psicoterapeuta potrebbe essere molto utile.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 15/06/2015.
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