Attacco di angoscia
Salve,
volevo chiedere il vostro parere in merito a una cosa che mi è appena successa. Stavo lavorando tranquillo al mio computer e a un certo punto sono stato investito da una forte sensazione di angoscia e ansia, come se avessi paura di qualsiasi cosa intorno a me. E' durato pochissimo, qualche minuto, lentamente sono tornato in me, ma mi ha lasciato a dir poco interdetto (e spaventato). Non credo si tratti di un attacco di panico perché non c'è stato nulla di fisico, nemmeno tachicardia, solo questo forte senso di paura, ansia, smarrimento e angoscia. Breve ma forte, e molto brutto. Completamente a ciel sereno, anzi serenissimo.
Il quadro generale è questo: effettivamente vengo da un anno circa di leggera ansia iniziata (credo) a causa della mia tendenza a "pensare troppo", rimuginare e rimettere tutto in discussione. Ansia con qualche sfumatura ossessiva (da autodiagnosi...), il tutto leggero ma presente per qualche mese, finché non sono riuscito a reagire, ora sto decisamente meglio. Ero certo fosse dovuto a un mio ripiegamento eccessivo su di me e una eccessiva sedentarietà. Ho ripreso a fare sport, a uscire di più, e va meglio. In generale vivo tranquillamente, non ho problemi di salute né di stress (eccessivo).
Effettivamente questo episodio di oggi potrebbe avere un collegamento con un problema che ho in questi giorni, il mio (adoratissimo) cane ha un problema di salute, il primo della sua vita, e sono stato molto preoccupato ieri e l'altro ieri, quasi sul punto anche di piangere in un frangente (dopo cattive notizie dal veterinario).
Stamattina mi sono svegliato tranquillo ma capisco che in questi giorni questa faccenda mi dà apprensione, ho pensato che questo "sfogo" apparentemente a ciel sereno in realtà possa essere dovuto a questo. Che ne pensate?
Grazie.
volevo chiedere il vostro parere in merito a una cosa che mi è appena successa. Stavo lavorando tranquillo al mio computer e a un certo punto sono stato investito da una forte sensazione di angoscia e ansia, come se avessi paura di qualsiasi cosa intorno a me. E' durato pochissimo, qualche minuto, lentamente sono tornato in me, ma mi ha lasciato a dir poco interdetto (e spaventato). Non credo si tratti di un attacco di panico perché non c'è stato nulla di fisico, nemmeno tachicardia, solo questo forte senso di paura, ansia, smarrimento e angoscia. Breve ma forte, e molto brutto. Completamente a ciel sereno, anzi serenissimo.
Il quadro generale è questo: effettivamente vengo da un anno circa di leggera ansia iniziata (credo) a causa della mia tendenza a "pensare troppo", rimuginare e rimettere tutto in discussione. Ansia con qualche sfumatura ossessiva (da autodiagnosi...), il tutto leggero ma presente per qualche mese, finché non sono riuscito a reagire, ora sto decisamente meglio. Ero certo fosse dovuto a un mio ripiegamento eccessivo su di me e una eccessiva sedentarietà. Ho ripreso a fare sport, a uscire di più, e va meglio. In generale vivo tranquillamente, non ho problemi di salute né di stress (eccessivo).
Effettivamente questo episodio di oggi potrebbe avere un collegamento con un problema che ho in questi giorni, il mio (adoratissimo) cane ha un problema di salute, il primo della sua vita, e sono stato molto preoccupato ieri e l'altro ieri, quasi sul punto anche di piangere in un frangente (dopo cattive notizie dal veterinario).
Stamattina mi sono svegliato tranquillo ma capisco che in questi giorni questa faccenda mi dà apprensione, ho pensato che questo "sfogo" apparentemente a ciel sereno in realtà possa essere dovuto a questo. Che ne pensate?
Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
non ci è possibile stabilire se l'episodio di malessere che riferisce sia dovuto alle preoccupazioni di questi ultimi giorni o all'ansia che ha sentito nell'ultimo anno, che lei dice essersi attenuata, ma che forse è ancora presente.
Anche se non ha esperito sintomi sul piano fisico è possibile che quello da cui è stato colpito fosse un attacco di panico, ma apporre all'episodio un'etichetta piuttosto che un'altra non cambia le sostanza delle cose.
In ogni caso se il problema si ripresentasse le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo di persona per un inquadramento della situazione ed un eventuale percorso di sostegno o psicoterapia.
Un caro saluto,
non ci è possibile stabilire se l'episodio di malessere che riferisce sia dovuto alle preoccupazioni di questi ultimi giorni o all'ansia che ha sentito nell'ultimo anno, che lei dice essersi attenuata, ma che forse è ancora presente.
Anche se non ha esperito sintomi sul piano fisico è possibile che quello da cui è stato colpito fosse un attacco di panico, ma apporre all'episodio un'etichetta piuttosto che un'altra non cambia le sostanza delle cose.
In ogni caso se il problema si ripresentasse le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo di persona per un inquadramento della situazione ed un eventuale percorso di sostegno o psicoterapia.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Utente,
potrebbe essere che la preoccupazione per il suo cane abbia concorso a slatentizzare/amplificare una certa quota di ansia pregressa, non risolta ma solo apparentemente placata.
Comprensibile se lei ha vissuto un anno stressante, nel quale i meccanismi ansiosi hanno occupato la sua mente<a causa della mia tendenza a "pensare troppo", rimuginare e rimettere tutto in discussione. Ansia con qualche sfumatura ossessiva (da autodiagnosi...> ma dato che parla di tendenza, sembrerebbe che lei si riferisca non solo a tale periodo, è così?
In ogni caso le diagnosi fai da te non andrebbero fatte, occorrerebbe affidarsi direttamente a uno specialista, per una valutazione diretta e comprendere se sia il caso di intervenire e come.
Sport e vita più attiva sono sicuramente di beneficio per il benessere psicofisico, tuttavia potrebbero non essere sufficienti se il malessere si è in qualche modo cronicizzato o rimasto latente.
Noto poi dai dati in scheda che è in una condizione di sottopeso, ci vorrebbe dire qualcosa in merito?
Cosa ne pensa il suo medico di base, gli ha riferito quanto ha esposto qui a noi?
potrebbe essere che la preoccupazione per il suo cane abbia concorso a slatentizzare/amplificare una certa quota di ansia pregressa, non risolta ma solo apparentemente placata.
Comprensibile se lei ha vissuto un anno stressante, nel quale i meccanismi ansiosi hanno occupato la sua mente<a causa della mia tendenza a "pensare troppo", rimuginare e rimettere tutto in discussione. Ansia con qualche sfumatura ossessiva (da autodiagnosi...> ma dato che parla di tendenza, sembrerebbe che lei si riferisca non solo a tale periodo, è così?
In ogni caso le diagnosi fai da te non andrebbero fatte, occorrerebbe affidarsi direttamente a uno specialista, per una valutazione diretta e comprendere se sia il caso di intervenire e come.
Sport e vita più attiva sono sicuramente di beneficio per il benessere psicofisico, tuttavia potrebbero non essere sufficienti se il malessere si è in qualche modo cronicizzato o rimasto latente.
Noto poi dai dati in scheda che è in una condizione di sottopeso, ci vorrebbe dire qualcosa in merito?
Cosa ne pensa il suo medico di base, gli ha riferito quanto ha esposto qui a noi?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Utente
Gentili psicologhe,
grazie per le risposte. Come avete notato entrambe, sì, l'ansia leggera di quest'ultimo anno non si è mai completamente "risolta" ma rimane presente, diciamo che non mi è sembrata sufficientemente grave da richiedere un sostegno e quindi ho provato con cautela a cercare di "smontarla" da solo e capirne il perché. Un po' per via di letture in ambito psicologico, un po' a buon senso, ho tentato la presunzione di provare a cambiare quello che mi sembrava più deleterio nella mia vita, e un po' ha funzionato perché sto molto meglio, visti anche i tempi credo lunghi di questo tipo di manifestazioni ho pensato di essere sulla via di un comportamento più salutare. Diciamo che forse sto imparando a gestirla, minimizzarla, conoscerla ("e quindi evitarla", come si dice). Continuo a essere piuttosto sicuro che sia stato uno sfogo per via di anni di vita troppo sedentaria e, per così dire, ego-riferita. Per capirci, per "ansia" intendo appunto un lieve senso altalenante di ansia e preoccupazione, senza particolari somatizzazioni fisiche, senza crisi né episodi "forti", soprattutto non abbastanza potente da impedirmi di fare le stesse cose che facevo prima, o da farmi ripiegare su me stesso. Al contrario, l'ha preso come un segnale e ho cercato di "sfidarla" capendo cosa la causasse e cosa correggere della mia vita, e almeno in parte mi sembra di stare facendolo.
Per "tendenza" a rimuginare intendo che sono di carattere così da sempre, un po' chiuso e "pensatore": fino a una certa età mi è piaciuto e mi ha fatto comodo, forse di recente (parlo sempre dell'ultimo anno) la cosa si è esasperata portandomi appunto a una situazione di ansia generale che però, appunto, non mi è sembrata grave (almeno per come mi pare di capire siano gli stati di ansia gravi).
Ancora più in generale aggiunto che vengo da 3 anni di cambio di vita (prima casa, lavoro ecc.), ho pensato anche che in parte questo sbocciare ansioso dell'ultimo anno abbia visto il contributo anche dei vari stress della vita nuova. Diciamo insomma: 3 anni di novità e stress ("positivi", nuove sfide ecc, ma sempre stress) sono stati la goccia che ha fatto spuntare l'anno scorso una condizione ansiosa. Che appunto, forse presuntuosamente, cerco di gestire ancora in autonomia finché è lieve.
Relativamente al sottopeso, è un'altra caratteristica che ho fin da bambino, ma sono perfettamente in salute (ho fatto gli esami del sangue proprio qualche mese fa, lievissima anemia che già sapevo, congenita).
Al medico di base non ho detto nulla (né dell'episodio odierno né in generale della mia inclinazione ansiosa). Ho già pensato ogni tanto di rivolgermi a un terapeuta, però ho pensato di farlo nel caso la cosa si facesse più grave, e finora non lo è stata, anzi è probabilmente andata migliorando. Non scarto l'idea, ovviamente, solo per un misto di oggettiva lievità dei problemi, di orgoglio (di superare i problemi da solo) e timore (di sentirmi dire di avere un problema più grave di come lo percepisca io), finora ho posticipato.
L'episodio di oggi mi ha incuriosito perché molto forte e molto rapido. Non mi ha "buttato giù" come umore e non ho timore che riaccada... ma è stato davvero molto brutto per quella manciata di secondi!
grazie per le risposte. Come avete notato entrambe, sì, l'ansia leggera di quest'ultimo anno non si è mai completamente "risolta" ma rimane presente, diciamo che non mi è sembrata sufficientemente grave da richiedere un sostegno e quindi ho provato con cautela a cercare di "smontarla" da solo e capirne il perché. Un po' per via di letture in ambito psicologico, un po' a buon senso, ho tentato la presunzione di provare a cambiare quello che mi sembrava più deleterio nella mia vita, e un po' ha funzionato perché sto molto meglio, visti anche i tempi credo lunghi di questo tipo di manifestazioni ho pensato di essere sulla via di un comportamento più salutare. Diciamo che forse sto imparando a gestirla, minimizzarla, conoscerla ("e quindi evitarla", come si dice). Continuo a essere piuttosto sicuro che sia stato uno sfogo per via di anni di vita troppo sedentaria e, per così dire, ego-riferita. Per capirci, per "ansia" intendo appunto un lieve senso altalenante di ansia e preoccupazione, senza particolari somatizzazioni fisiche, senza crisi né episodi "forti", soprattutto non abbastanza potente da impedirmi di fare le stesse cose che facevo prima, o da farmi ripiegare su me stesso. Al contrario, l'ha preso come un segnale e ho cercato di "sfidarla" capendo cosa la causasse e cosa correggere della mia vita, e almeno in parte mi sembra di stare facendolo.
Per "tendenza" a rimuginare intendo che sono di carattere così da sempre, un po' chiuso e "pensatore": fino a una certa età mi è piaciuto e mi ha fatto comodo, forse di recente (parlo sempre dell'ultimo anno) la cosa si è esasperata portandomi appunto a una situazione di ansia generale che però, appunto, non mi è sembrata grave (almeno per come mi pare di capire siano gli stati di ansia gravi).
Ancora più in generale aggiunto che vengo da 3 anni di cambio di vita (prima casa, lavoro ecc.), ho pensato anche che in parte questo sbocciare ansioso dell'ultimo anno abbia visto il contributo anche dei vari stress della vita nuova. Diciamo insomma: 3 anni di novità e stress ("positivi", nuove sfide ecc, ma sempre stress) sono stati la goccia che ha fatto spuntare l'anno scorso una condizione ansiosa. Che appunto, forse presuntuosamente, cerco di gestire ancora in autonomia finché è lieve.
Relativamente al sottopeso, è un'altra caratteristica che ho fin da bambino, ma sono perfettamente in salute (ho fatto gli esami del sangue proprio qualche mese fa, lievissima anemia che già sapevo, congenita).
Al medico di base non ho detto nulla (né dell'episodio odierno né in generale della mia inclinazione ansiosa). Ho già pensato ogni tanto di rivolgermi a un terapeuta, però ho pensato di farlo nel caso la cosa si facesse più grave, e finora non lo è stata, anzi è probabilmente andata migliorando. Non scarto l'idea, ovviamente, solo per un misto di oggettiva lievità dei problemi, di orgoglio (di superare i problemi da solo) e timore (di sentirmi dire di avere un problema più grave di come lo percepisca io), finora ho posticipato.
L'episodio di oggi mi ha incuriosito perché molto forte e molto rapido. Non mi ha "buttato giù" come umore e non ho timore che riaccada... ma è stato davvero molto brutto per quella manciata di secondi!
[#4]
La decisione spetta a lei ed è importante che una richiesta d'aiuto sia sostenuta da adeguata motivazione da parte del paziente, quindi si rivolga ad un nostro collega quando sarà convinto di farlo.
Tenga presente che per rivolgersi ad uno psicologo non è necessario aspettare di stare male, ma che sono molto utili anche i percorsi di counselling psicologico o sostegno psicologico da attuare prima che una situazione evolva in senso psicopatologico e necessiti quindi di una psicoterapia.
Un caro saluto,
Tenga presente che per rivolgersi ad uno psicologo non è necessario aspettare di stare male, ma che sono molto utili anche i percorsi di counselling psicologico o sostegno psicologico da attuare prima che una situazione evolva in senso psicopatologico e necessiti quindi di una psicoterapia.
Un caro saluto,
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.4k visite dal 14/06/2015.
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