Ansia e rancore verso i propri genitori
Buonasera,
Sono una ragazza di 27 anni, l'anno scorso ho deciso di riprendere a studiare e terminare l'università ma non riesco più a studiare, mi siedo e passo ore osservando il libro e mi sento in uno stato confusionale. Da quando mio fratello si è suicidato (sono passati 4 anni) ho iniziato ad avere problemi di ansia ed attacchi di panico ma ho cercato di resistere e ho lottato con tutte le mie forze per aiutare i miei genitori, li ho ascoltati spesso ed ero contenta nel vederli accennare un sorriso. Sono tornata in Italia apposta per stargli vicino (io lavoravo e studiavo all'estero). Ho passato quasi tre anni ad ascoltare le loro lamentele, i loro litigi ,urla e minacce..ho accumulato tutto e l'ansia ogni giorno aumenta, ogni volta che litigano mi sento male. Provo rabbia nei loro confronti, in tutti questi anni non mi hanno mai domandato come sto, mi è capitato di chiedere aiuto a mia mamma e la sua risposta è stata : "Io non ti posso fare niente". Per pagarmi gli studi ho fatto la cameriera e mio padre è anche contento di questo ( economicamente stiamo bene, anzi LUI STA BENE), non mi ha mai dato soldi...gli ho parlato del mio progetto di fare un master all'estero ma lui non mi vuole aiutare. Sono andata sia da uno psicologo che da uno psichiatra ma non mi è servito a nulla.
Dottori, cosa posso fare? Durante la notte mi sveglio a causa di crisi d'ansia e credo che l'eccessiva ansia sia dovuta alla mia non giovane età e agli studi da portare a termine (oltre che dal rapporto che ho con i miei). Ho vissuto per conto mio, lontano da loro e stavo bene. Tutte le volte che torno da loro mi sento male. Come posso fare per affrontare questo malessere?
Sono una ragazza di 27 anni, l'anno scorso ho deciso di riprendere a studiare e terminare l'università ma non riesco più a studiare, mi siedo e passo ore osservando il libro e mi sento in uno stato confusionale. Da quando mio fratello si è suicidato (sono passati 4 anni) ho iniziato ad avere problemi di ansia ed attacchi di panico ma ho cercato di resistere e ho lottato con tutte le mie forze per aiutare i miei genitori, li ho ascoltati spesso ed ero contenta nel vederli accennare un sorriso. Sono tornata in Italia apposta per stargli vicino (io lavoravo e studiavo all'estero). Ho passato quasi tre anni ad ascoltare le loro lamentele, i loro litigi ,urla e minacce..ho accumulato tutto e l'ansia ogni giorno aumenta, ogni volta che litigano mi sento male. Provo rabbia nei loro confronti, in tutti questi anni non mi hanno mai domandato come sto, mi è capitato di chiedere aiuto a mia mamma e la sua risposta è stata : "Io non ti posso fare niente". Per pagarmi gli studi ho fatto la cameriera e mio padre è anche contento di questo ( economicamente stiamo bene, anzi LUI STA BENE), non mi ha mai dato soldi...gli ho parlato del mio progetto di fare un master all'estero ma lui non mi vuole aiutare. Sono andata sia da uno psicologo che da uno psichiatra ma non mi è servito a nulla.
Dottori, cosa posso fare? Durante la notte mi sveglio a causa di crisi d'ansia e credo che l'eccessiva ansia sia dovuta alla mia non giovane età e agli studi da portare a termine (oltre che dal rapporto che ho con i miei). Ho vissuto per conto mio, lontano da loro e stavo bene. Tutte le volte che torno da loro mi sento male. Come posso fare per affrontare questo malessere?
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Quale diagnosi era stata posta dallo psicologo e dallo psichiatra? Quali erano gli obiettivi terapeutici?
Nessuno si questi è stato raggiunto?
Nessuno si questi è stato raggiunto?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile utente,
Lei ci presenta alcuni fatti:
- anni fa Le era stata diagnosticata una origine famigliare dei Suoi disturbi
- per cui aveva assunto farmaci;
- lontano dai Suoi sta meglio.
Tutto ciò dovrebbe "parlaLe", indicarLe la via da seguire oggi.
Più sta "lì" e - forse- più si intossica in rapporti non sani. Tuttavia dire questo online non può rappresentare una diagnosi: è, al contrario, uno stimolo a chiedere aiuto "fuori" dalla famiglia e dalla rete, perchè solo di persona un/A collega Psicologa La potrà aiutare a vedere più chiaramente "su misura" per Lei.
C'è inoltre da riprendere il gravissimo episodio relativo al decesso di Suo fratello.
Che ne pensa?
Lei ci presenta alcuni fatti:
- anni fa Le era stata diagnosticata una origine famigliare dei Suoi disturbi
- per cui aveva assunto farmaci;
- lontano dai Suoi sta meglio.
Tutto ciò dovrebbe "parlaLe", indicarLe la via da seguire oggi.
Più sta "lì" e - forse- più si intossica in rapporti non sani. Tuttavia dire questo online non può rappresentare una diagnosi: è, al contrario, uno stimolo a chiedere aiuto "fuori" dalla famiglia e dalla rete, perchè solo di persona un/A collega Psicologa La potrà aiutare a vedere più chiaramente "su misura" per Lei.
C'è inoltre da riprendere il gravissimo episodio relativo al decesso di Suo fratello.
Che ne pensa?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Gentile Dottoressa, la ringrazio per la sua risposta. Ho valutato l'idea di rivolgermi nuovamente ad uno psicologo ma non avendo patente dovrei chiedere proprio ai miei genitori di accompagnarmi. Purtroppo a causa dell'ansia non ho avuto coraggio di fare la patente. Ho intenzione di andare a vivere da sola una volta laureata ma mi mancano 6 esami e ho paura di non farcela.
Nel frattempo mi domando come posso continuare a vivere con loro e "sopportarli". Ho provato ad ignorarli ma ci sono dei giorni che la loro presenza mi infastidisce, tra l'altro li ritengo responsabili, anche se in parte, del suicidio di mio fratello.
Nel frattempo mi domando come posso continuare a vivere con loro e "sopportarli". Ho provato ad ignorarli ma ci sono dei giorni che la loro presenza mi infastidisce, tra l'altro li ritengo responsabili, anche se in parte, del suicidio di mio fratello.
[#6]
Utente
No,viviamo nella periferia della città e non ci sono mezzi pubblici. Mi scusi se mi permetto, per quale ragione potrei non farcela da sola? Mi rendo conto di trovarmi in una situazione non bella e penso sempre che la mia carriera universitaria è compromessa e lo stesso vale per la mia futura carriera lavorativa. Dare la colpa ai miei genitori mi fa provare oltre che rabbia anche un senso di colpa, basterebbe che loro mi chiedessero "come stai" per farmi sentire meglio, vorrei poterli perdonare e guardarli con occhi diversi ma le mie sono solo speranze. L'unica cosa che posso fare è richiedere un consulto con uno degli psicologi che mettono a disposizione per gli studenti universitari ma non so se fa al caso mio.Non esiste la possibilità di consulti online a distanza?
[#7]
<<per quale ragione potrei non farcela da sola?<<
Perchè è da tanto che ci prova senza riuscirci
perchè più il tempo passa e più i disturbi mettono radici
perchè il proprio miglioramento lo basa sul cambiamento dei Suoi (Come stai?) su cui Lei non ha "potere".
I consulti a distanza non sostituiscono mai la relazione terapeutica di persona, purtroppo.
Iniziare con lo psicologo dell'Università sabbe già in buon primo passo. Non attenda oltre.
Perchè è da tanto che ci prova senza riuscirci
perchè più il tempo passa e più i disturbi mettono radici
perchè il proprio miglioramento lo basa sul cambiamento dei Suoi (Come stai?) su cui Lei non ha "potere".
I consulti a distanza non sostituiscono mai la relazione terapeutica di persona, purtroppo.
Iniziare con lo psicologo dell'Università sabbe già in buon primo passo. Non attenda oltre.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 8.3k visite dal 13/06/2015.
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Approfondimento su Ansia
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