Una vita a metà
Salve sono una ragazza di quasi 28 anni. Scrivo perchè sono completamente insoddisfatta di me e penso di non vivere e di non aver mai vissuto a pieno.
Sono stata una bambina molto timida e suggestionata da mio padre. Ho quasi sempre un espressione triste e impaurita, e sono una persona estremamente emotiva, in particolare non riesco a parlare di me senza piangere.
L'adolescenza, come tanti, è stata caratterizzata da scontri continui con i miei genitori, ma nonostante il mio risentimento e il mio rifiuto nei confronti di mio padre e delle sue idee , raggiunta la maggiore età decido di intrapendere la carriera che tanto voleva e che ha cercato di inculcarmi sin da piccolissima. Questo sono riuscita ad elaborarlo dopo qualche anno, perchè a quei tempi credevo fosse quello che volevo io.
All'età di 23 mi fermo un attimo e mi chiedo cosa veramente voglio fare, e decido di iscrivermi all'università senza ricevere nessun sostegno ne emotivo ne economico dai miei. Sono riuscita a darmi 20 materie su 30 con il minimo sforzo passando molti momenti di stasi; e ad oggi sono in uno di questi dove mi trovo insoddisfatta delle cose fatte e ad aver paura del futuro, di non riuscire in niente. In questi momenti la mia mente si distrae fantasticando.
Sò di avere delle capacità ma ho come un blocco dentro di me che mi impedisce di dare il meglio di me e di esprimermi per quello che sono. In questi anni ho sempre pensato di dover riuscirci da sola lavorando su di me, ma non ci riesco.
Vorrei un vostro parere e un consiglio su che tipo di aiuto cercare. Grazie
Sono stata una bambina molto timida e suggestionata da mio padre. Ho quasi sempre un espressione triste e impaurita, e sono una persona estremamente emotiva, in particolare non riesco a parlare di me senza piangere.
L'adolescenza, come tanti, è stata caratterizzata da scontri continui con i miei genitori, ma nonostante il mio risentimento e il mio rifiuto nei confronti di mio padre e delle sue idee , raggiunta la maggiore età decido di intrapendere la carriera che tanto voleva e che ha cercato di inculcarmi sin da piccolissima. Questo sono riuscita ad elaborarlo dopo qualche anno, perchè a quei tempi credevo fosse quello che volevo io.
All'età di 23 mi fermo un attimo e mi chiedo cosa veramente voglio fare, e decido di iscrivermi all'università senza ricevere nessun sostegno ne emotivo ne economico dai miei. Sono riuscita a darmi 20 materie su 30 con il minimo sforzo passando molti momenti di stasi; e ad oggi sono in uno di questi dove mi trovo insoddisfatta delle cose fatte e ad aver paura del futuro, di non riuscire in niente. In questi momenti la mia mente si distrae fantasticando.
Sò di avere delle capacità ma ho come un blocco dentro di me che mi impedisce di dare il meglio di me e di esprimermi per quello che sono. In questi anni ho sempre pensato di dover riuscirci da sola lavorando su di me, ma non ci riesco.
Vorrei un vostro parere e un consiglio su che tipo di aiuto cercare. Grazie
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Cara Utente,
da quanto ci scrive le sue difficoltà risalgono all'infanzia e agli anni della crescita, nei quali si è sentita poco o per nulla sostenuta dai suoi genitori e non è stata probabilmente aiutata a superare la timidezza, oltre che a costruire una solida autostima e un'immagine di sè positiva.
Per quanto sia riuscita meritoriamente a prendere e concretizzare scelte impegnative, come quella di iscriversi all'università senza alcun aiuto da parte della famiglia, non tutto è risolvibile in autonomia e con lo sforzo e l'impegno.
E' probabilmente arrivato il momento che lei si lasci aiutare da un professionista: le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per approfondire il discorso e farsi aiutare a lavorare su sè stessa per riuscire a cambiare e a sentirsi più forte e soddisfatta della sua vita e dei risultati che ha sicuramente raggiunto, come i 2/3 degli esami universitari che ha sostenuto senza fatica.
Un caro saluto,
da quanto ci scrive le sue difficoltà risalgono all'infanzia e agli anni della crescita, nei quali si è sentita poco o per nulla sostenuta dai suoi genitori e non è stata probabilmente aiutata a superare la timidezza, oltre che a costruire una solida autostima e un'immagine di sè positiva.
Per quanto sia riuscita meritoriamente a prendere e concretizzare scelte impegnative, come quella di iscriversi all'università senza alcun aiuto da parte della famiglia, non tutto è risolvibile in autonomia e con lo sforzo e l'impegno.
E' probabilmente arrivato il momento che lei si lasci aiutare da un professionista: le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per approfondire il discorso e farsi aiutare a lavorare su sè stessa per riuscire a cambiare e a sentirsi più forte e soddisfatta della sua vita e dei risultati che ha sicuramente raggiunto, come i 2/3 degli esami universitari che ha sostenuto senza fatica.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Senza conoscerla non posso darle certezze, ma se non ha trovato nei suoi genitori un supporto valido per la costruzione di una solida autostima è comprensibile che abbia paura di non riuscire in niente e che non riesca ad apprezzare i successi che ha conseguito.
Immagino che l'inquietudine e l'insoddisfazione cronica derivino da questo.
Immagino che l'inquietudine e l'insoddisfazione cronica derivino da questo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 13/06/2015.
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