Come superare una situazione difficile
Buongiono, ho scritto già una volta per chiedere un consulto. Ho seguito dei vostri consigli e ad aprile sembrava che le cose si stessero risolvendo. https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/462209-non-so-come-aiutarlo.html questo è il link del mio consulto precedente. A marzo il mio fidanzato voleva lasciarmi, diceva di essere depresso, di non riuscire più a gestire una storia a distanza e non sapeva se provasse gli stessi sentimenti per me. Ci siamo visti ad aprile per 7-8 giorni, sono andata a trovarlo per parlare un po' di persona e chiarire tutto. Lui era tranquillissimo, molto affettuoso con me, mi ha detto che non mi avrebbe più detto quelle brutte cose, sul fatto di lasciarmi etc. Abbiamo passato una settimana bellissima, è stata serena, lui ha detto di essere innamorato di me anche davanti ad alcuni suoi amici, mi ha chiesto di andare a vivere insieme e mi ha detto di desiderare un figlio. Io già mi stavo organizzando per trasferirmi da lui a marzo dell'anno prossimo e lui sembrava felice di questa cosa. A due settimane dalla mia partenza, mi chiama e mi lascia per telefono (voleva farlo per SMS), dice di non provare più quello che provava per me un anno fa, dice che non pensa più a me quando immagina il giorno del suo matrimonio, quando pensa che dovrò andare a trovarlo non si ritrova a pensare a me con la testa tra le nuvole e il mio arrivo gli è quasi indifferente (invece giorni prima diceva che non vedeva l'ora di vedermi) e conclude dicendo che è lui il problema, che io sono una ragazza splendida. Cerco di farlo ragionare nei giorni successivi, anche perchè avevo un biglietto prenotato per giugno, gli chiedo perchè e lui non sa rispondermi, vuole solo che lo lasci in pace, che non vada a trovarlo e mi dice che sta già uscendo con una ragazza...a me è crollato il mondo addosso, dopo due giorni esce già con un'altra! Vengo a sapere sempre da lui che questa ragazza è una sua collega di lavoro, più piccola di lui di 10 anni, arrivata da circa un mese. Mi ricordo che all'arrivo di questa collega io feci una battuta, facendo la gelosa, e lui mi rispose di non preoccuparmi perchè lei è lesbica e ha una ragazza. Lui mi ha raccontato tanti particolari di questa ragazza, che non si aspettava che lei si facesse avanti (lei l'ha baciato ma non so se prima o dopo esserci lasciati), che è particolare, che l'ha notata appena arrivata, che ha i capelli rossi-arancioni, che lui si diverte tanto con lei, ridono, lui canta mentre lavora e sta con la testa tra le nuvole. Tutto questo mi ha distrutto, mi sono sentita usata perchè lui ha fatto l'amore con me per tutto il tempo in cui ero a casa sua e lui probabilmente era già in dubbio se lasciarmi o meno. Mi sento tradita, delusa, non riesco ad andare avanti neanche dopo un mese, mi ha disarmato la sua tranquillità nel dirmi le cose, la freddezza dopo quasi 7 anni di storia. Ho deciso di chiudere i rapporti da un mese. Come mi devo comportare?
[#1]
Cara Utente,
anche alla luce di quanto ha scritto nel precedente consulto sembra piuttosto chiaro che il suo ragazzo tende spesso a cambiare idea e anche ad incolpare lei per ogni cosa, dall'andamento della vostra storia al suo malessere personale, fino a scelte che ha compiuto in passato.
Quando ci ha scritto era probabilmente "distrutta" quanto lo è adesso, ma ha fatto ugualmente il possibile per recuperare la situazione illudendosi di esserci riuscita, per poi scoprire che siete tornati al punto di prima.
Questo la sta facendo nuovamente disperare, come è comprensibile, ma non decidere di chiudere del tutto i rapporti.
Ha valutato complessivamente quanto è accaduto fra voi negli anni?
Ritiene realistico che la situazione possa cambiare?
Si sente responsabile per i comportamenti che lui ha tenuto? Si sente in colpa per il suo malessere e ritiene che lui abbia ragione ad incolparla di non essergli stata d'aiuto?
anche alla luce di quanto ha scritto nel precedente consulto sembra piuttosto chiaro che il suo ragazzo tende spesso a cambiare idea e anche ad incolpare lei per ogni cosa, dall'andamento della vostra storia al suo malessere personale, fino a scelte che ha compiuto in passato.
Quando ci ha scritto era probabilmente "distrutta" quanto lo è adesso, ma ha fatto ugualmente il possibile per recuperare la situazione illudendosi di esserci riuscita, per poi scoprire che siete tornati al punto di prima.
Questo la sta facendo nuovamente disperare, come è comprensibile, ma non decidere di chiudere del tutto i rapporti.
Ha valutato complessivamente quanto è accaduto fra voi negli anni?
Ritiene realistico che la situazione possa cambiare?
Si sente responsabile per i comportamenti che lui ha tenuto? Si sente in colpa per il suo malessere e ritiene che lui abbia ragione ad incolparla di non essergli stata d'aiuto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
<<mi sono sentita usata perchè lui ha fatto l'amore con me per tutto il tempo in cui ero a casa sua e lui probabilmente era già in dubbio se lasciarmi o meno.<<
Gentile ragazza,
presumere di intuire le pregresse intenzioni dell'altro non Le serve, anche perchè sono pure supposizioni.
Ora resta da fare i conti con il presente. Gli stimoli di riflessioni che la collega Massaro Le ha fornito sono importanti.
Per quanto riguarda l'elaborazione dell'accaduto, le suggerisco questa lettura, molto interessante
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html
Saluti cari.
Gentile ragazza,
presumere di intuire le pregresse intenzioni dell'altro non Le serve, anche perchè sono pure supposizioni.
Ora resta da fare i conti con il presente. Gli stimoli di riflessioni che la collega Massaro Le ha fornito sono importanti.
Per quanto riguarda l'elaborazione dell'accaduto, le suggerisco questa lettura, molto interessante
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html
Saluti cari.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Utente
Grazie tante per le vostre risposte. Nell'ultima conversazione che abbiamo avuto un mese fa, lui ha cambiato versione. Ha detto che ero stata io a spegnere il suo amore, quando l'ho lasciato un anno fa, quindi non si è preso la responsabilità neanche di questa scelta. Ho riflettuto in questo mese, ho pensato che io sono sempre stata molto protettiva con lui in tutti questi anni, l'ho seguito molto, spesso ho messo da parte me stessa per dedicare più tempo a lui, ai suoi momenti di tristezza e di abbandono. Anche se a volte avrei tanto voluto essere io a lasciarmi andare ed essere sorretta da lui nei momenti difficili per me. Ora sto passando un brutto periodo perchè ne sta risentendo anche il mio fisico. Vorrei anche andare da uno psicologo ma rimando sempre e non so dove andare, soprattutto per motivi economici. Soffro di insonnia, di ansia, ho paura a restare da sola in casa, a volte capita di avere nausea e vomito dopo aver pianto, mi sono mangiata tutta la pelle delle mani, ho i polpastrelli distrutti, poi la cosa più grave è che sto trascurando lo studio e purtroppo gli esami si avvicinano.
[#4]
Utente
Ho sempre vissuto nella speranza che qualcosa potesse cambiare. In questi anni ho sentito anche la responsabilità di rendere migliore la sua vita, portata dalle aspettative che sua madre aveva nei miei confronti. La sentivo dalle frasi che mi diceva, "cerca di convincerlo a lavorare", "parlagli perchè ascolta solo te", "aiutalo a capire che sta sbagliando, che deve fare qualcosa della sua vita", "tu sei una brava ragazza con la testa sulle spalle e la tua presenza gli farà bene". Non sono riuscita a fare niente di tutto questo. Sì, mi sento in colpa, perchè lui si deve essere sentito davvero solo ed io ero il suo unico punto di riferimento e mi chiedo in che cosa possa aver sbagliato nel non essere riuscita a fargli capire che la sua vita è preziosa e non deve sprecare così la sua intelligenza, che se si impegna potrebbe fare molto di più e lamentarsi non serve a niente. Non ci sono riuscita...forse non ero una motivazione abbastanza forte, per questo, quando l'ho lasciato non mi ha cercato per tanto tempo, non ha lottato per non perdermi e sono stata io a farmi avanti per recuperare il rapporto. Sono stata io il collante in tutti questi anni, senza di me lui si sentiva perso, ero io che lo incoraggiavo. La nostra storia è sempre stata incentrata sui suoi problemi perchè erano più gravi dei miei. Io penso di aver messo tanto per lui, ma lui non vede questo sforzo da parte mia, anzi...dice che di aver fatto molti sacrifici per me. Ora ripensandoci, mi chiedo quali siano. Penso anche che se una persona non voglia essere felice e non voglia farsi aiutare, l'altro può fare tutto il possibile ma non riuscirà a cambiare la sua condizione.
[#5]
Penso che lei si sia caricata di una responsabilità eccessiva, anche a causa dell'atteggiamento della madre di lui che ha cercato di convincerla che è la sola fonte di un possibile cambiamento nelle abitudini e nel modo di pensare di questo ragazzo.
Come sta correttamente dicendo, se lui non vuole cambiare e non vuole farsi aiutare non è nelle possibilità di nessun altro fare in modo che i problemi e le difficoltà che incontra si risolvano.
Offrirsi a lui come capro espiatorio e accettare di essere colpevolizzata per i suoi malesseri e fallimenti lo deresponsabilizza ulteriormente e non serve a nulla.
Dal momento che riferisce di stare piuttosto male in questo periodo è importante che si rivolga di persona ad un nostro collega per farsi aiutare a superare quanto sta accadendo.
Può prendere un appuntamento al Consultorio familiare, al Centro di salute mentale o allo Sportello psicologico della sua università (se presente) e iniziare così a prendersi cura anche di sè stessa.
Come sta correttamente dicendo, se lui non vuole cambiare e non vuole farsi aiutare non è nelle possibilità di nessun altro fare in modo che i problemi e le difficoltà che incontra si risolvano.
Offrirsi a lui come capro espiatorio e accettare di essere colpevolizzata per i suoi malesseri e fallimenti lo deresponsabilizza ulteriormente e non serve a nulla.
Dal momento che riferisce di stare piuttosto male in questo periodo è importante che si rivolga di persona ad un nostro collega per farsi aiutare a superare quanto sta accadendo.
Può prendere un appuntamento al Consultorio familiare, al Centro di salute mentale o allo Sportello psicologico della sua università (se presente) e iniziare così a prendersi cura anche di sè stessa.
[#6]
Utente
A me dispiace che lui mi incolpi di tante cose perchè ho agito sempre con amore, mentre lui vede certi atteggiamenti come un attacco, mi ha detto di stare zitta perchè tanto non ho ragione, l'ho abbandonato e basta. Lui ha sempre ragione, non chiede mai scusa e non prova a mettersi nei panni degli altri. Ho agito per il suo bene, se secondo me ha sbagliato glielo dico, non parlo in maniera ipocrita solo per avere consenso da parte sua. Non riesco a staccarmi completamente perchè sono molto preoccupata per lui, lì è solo e so che si sente solo perchè me l'ha detto altre volte, è in un paese straniero, ha amicizie superficiali, non ha contatti con la famiglia, guadagna poco, si trascura nel mangiare, nel dormire e nel vestirsi, beve troppo e si ubriaca, questo per lui fa parte del divertimento. Quando stavamo insieme, fisicamente vicini, lui non faceva questa vita sregolata. Cercherò di rivolgermi ad un vostro collega, anche perchè non ho parlato con la mia famiglia di questa situazione, sono lontani e non voglio farli preoccupare, non voglio neanche mettere lui in cattiva luce davanti a loro, ho parlato solo con qualche amica ma non voglio continuamente assillare gli altri con i miei problemi e i miei pianti continui.
[#7]
"Quando stavamo insieme, fisicamente vicini, lui non faceva questa vita sregolata"
Anche se le cose stanno così è lui a scegliere come vivere e se condurre o meno un'esistenza sregolata: lei non può assumersi la responsabilità degli errori che lui commette e di comportamenti che è lui a decidere di attuare.
Se all'estero si trova male e si sente solo può ritornare a casa e cercare un'altra strada: anche senza dubitare di quello che lui le racconta, è probabile che glielo racconti proprio per farla sentire in colpa e tenerla legata a sè.
Se è una persona che crede di avere sempre ragione è comprensibile che cerchi qualcun altro da incolpare per i propri errori, mentre probabilmente la possibilità che riesca a cambiare è legata a quella assunzione di responsabilità per la propria vita che per ora parrebbe rifiutare.
Anche se le cose stanno così è lui a scegliere come vivere e se condurre o meno un'esistenza sregolata: lei non può assumersi la responsabilità degli errori che lui commette e di comportamenti che è lui a decidere di attuare.
Se all'estero si trova male e si sente solo può ritornare a casa e cercare un'altra strada: anche senza dubitare di quello che lui le racconta, è probabile che glielo racconti proprio per farla sentire in colpa e tenerla legata a sè.
Se è una persona che crede di avere sempre ragione è comprensibile che cerchi qualcun altro da incolpare per i propri errori, mentre probabilmente la possibilità che riesca a cambiare è legata a quella assunzione di responsabilità per la propria vita che per ora parrebbe rifiutare.
[#8]
<<Vorrei anche andare da uno psicologo ma rimando sempre e non so dove andare, soprattutto per motivi economici. <<
Andare da uno psicologo sarebbe una scelta opportuna. Rimandare è perdere tempo e rimanere nel malessere più a lungo, rimuginando su tutto quanto Lei ha detto e fatto nel tempo. (Del resto può starci che , per essere talmente accudente , Lei sia risultata anche piuttosto pesante...).
Se Lei si trova attualmente nella città indicata nei "Dati riservata", può ricorrere ai Consultori. Se frequenta l'Università, si rivolga al Servizio psicologico della sua università. Queste due opportunità prevedono un esborso minimo o nullo.
Non occorre inoltre che informi i Suoi; è una decisione e percorso personali.
Andare da uno psicologo sarebbe una scelta opportuna. Rimandare è perdere tempo e rimanere nel malessere più a lungo, rimuginando su tutto quanto Lei ha detto e fatto nel tempo. (Del resto può starci che , per essere talmente accudente , Lei sia risultata anche piuttosto pesante...).
Se Lei si trova attualmente nella città indicata nei "Dati riservata", può ricorrere ai Consultori. Se frequenta l'Università, si rivolga al Servizio psicologico della sua università. Queste due opportunità prevedono un esborso minimo o nullo.
Non occorre inoltre che informi i Suoi; è una decisione e percorso personali.
[#9]
Utente
Si, non posso controllare tutto, è ciò che mi rimproverava spesso anche lui, che voglio controllare e programmare e che mi preoccupo troppo per tutto. Ora mi sono fatta da parte, un mese è già passato, è dura non sentirlo per così tanto tempo, non sapere come stia. Non vorrei che pensi che io l'abbia abbandonato di nuovo, perchè l'ultima volta che abbiamo discusso e gli ho lasciato i suoi spazi e non ho risposto mi ha detto: non dirmi che hai già gettato la spugna...Non sto gettando la spugna, ci ho provato i primi giorni a farlo riflettere ma era irremovibile così gli ho dato quello che voleva, il silenzio, sono sparita. Lui non mi ha più cercato e non so se lo farà mai più, nel profondo spero di sì. Forse è questa speranza che mi blocca nel superare l'ansia e la tristezza.
[#10]
<<Forse è questa speranza che mi blocca nel superare l'ansia e la tristezza.<<
Se lui si farà vivo e la troverà senza ansia e tristezza, bensì sorridente e lieve, forse ne sarà più contento. Ma in ogni caso Lei non lo amerebbe meno, se sarà.
Se lui si farà vivo e la troverà senza ansia e tristezza, bensì sorridente e lieve, forse ne sarà più contento. Ma in ogni caso Lei non lo amerebbe meno, se sarà.
[#11]
Penso che le sia necessaria una riflessione sui motivi per i quali si è legata ad un partner di questo tipo e, nonostante tutto l'accaduto, non riesce a prendere le distanze da lui.
Probabilmente avere accanto un ragazzo bisognoso di attenzioni, che le attribuiva un ruolo centrale per il proprio benessere, ha risposto alle sue esigenze di controllo e al desiderio di sentirsi utile e "potente": il rovescio della medaglia però è che lui le attribuisce ogni colpa e che la mette nelle condizioni di non poterlo mai accontentare, visto che si lamenta sia della sua eccessiva presenza che della sua assenza.
Questo potrebbe averla spinta ad impegnarsi ancora di più per farlo contento e per dimostrare di essere all'altezza, ma in tal modo si può essere innescato un circolo vizioso che la porta a sperare che lui le dia un'altra occasione, riconfermando quindi la disponibilità sia a impegnarsi per farlo felice e per aiutarlo, sia ad essere da lui giudicata.
Probabilmente avere accanto un ragazzo bisognoso di attenzioni, che le attribuiva un ruolo centrale per il proprio benessere, ha risposto alle sue esigenze di controllo e al desiderio di sentirsi utile e "potente": il rovescio della medaglia però è che lui le attribuisce ogni colpa e che la mette nelle condizioni di non poterlo mai accontentare, visto che si lamenta sia della sua eccessiva presenza che della sua assenza.
Questo potrebbe averla spinta ad impegnarsi ancora di più per farlo contento e per dimostrare di essere all'altezza, ma in tal modo si può essere innescato un circolo vizioso che la porta a sperare che lui le dia un'altra occasione, riconfermando quindi la disponibilità sia a impegnarsi per farlo felice e per aiutarlo, sia ad essere da lui giudicata.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.4k visite dal 13/06/2015.
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