Non so cosa pensare

Salve, scrivo perché da un po' di mesi sto vivendo una relazione che definirei soddisfacente. Il problema è che a un certo punto il mio ragazzo mi ha espresso i suoi dubbi sulla nostra relazione, a cui sono seguiti giorni di silenzio, non risposta ai messaggi, eccetera..che io (anche alla luce delle altre esperienze amorose) ho inerpretato come segnali della fine della storia. Dopo una settimana di tormento ho avuto un incontro con un amico che purtroppo si è concluso con una contatto fisico (abbastanza fugace per la verità, non ci siamo nemmeno baciati, è stata una cosa "di mano"...); dico "purtroppo" perché non avevo messo in conto che l'uscita potesse finire così. Il fatto è che, sebbene sentissi di essere in errore, non ho saputo oppormi alle sue avances a causa del senso estremo di abbandono che provavo. Devo dire che l'esperienza non è stata per nulla piacevole perché pensavo continuamente al mio ragazzo (tanto è che ho evitato i baci) ma dall'altra parte sentivo come il bisogno di una conferma, di sentirmi ancora desiderato. Questo è un tratto della mia personalità che ho individuato in questi ultimi anni, e cioè la tendenza alla paura ingiustificata dell'abbandono e il bisogno di conferme qualora si verifichi una situazione di assenza.
ora che le cose nella mia storia sembrano tornate a posto mi sento abbastanza in colpa e mi chiedo se ciò può essere considerato un tradimento, sebbene nel momento in cui l'ho fatto io credessi veramente che la storia fosse giunta al capolinea. mi chiedo se posso sentirmi autorizzato a non parlare di questa cosa e considerarla solo come un incidente dovuto ad una mia oggettiva debolezza di carattere, dal momento che provo un sincero sentimento verso il mio ragazzo e non sento nessun bisogno di cercare altre persone. grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<mi chiedo se posso sentirmi autorizzato a non parlare di questa cosa e considerarla solo come un incidente>>

Gentile Ragazzo,
l'"autorizzazione" ad omettere di raccontare al suo compagno quanto accaduto, non dovrebbe chiederla a noi (sembra quasi il desiderio di un'assoluzione...), ma a se stesso.
A tal fine le indico alcuni spunti di riflessione.
Per come sono andate le cose e per come Lei le ha vissute, a cosa gioverebbe la sua "confessione"? A chi? Probabilmente a Lei almeno un po' sì, perché si sentirebbe alleggerito di un peso...che però scaricherebbe triplicato sulle spalle del suo ignaro ragazzo...
Se nel medesimo periodo al suo compagno fosse accaduto qualcosa di simile, Lei vorrebbe venirne a conoscenza o preferirebbe di no?
Sente di aver in qualche modo tradito la fiducia del suo ragazzo?

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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