Ansia cronica in estate
Salve,
mi chiamo Alessandra, ho 35 anni e ormai da diversi anni soffro di attacchi di panico...a più riprese "tamponati" grazie alla terapia psicologica e in parte anche con l'aiuto di farmaci.
L'ultimo episodio 2 anni fa' dopo la nascita della mia bambina: delle complicazioni nella gravidanza e nel post e molto stress dovuto ad un ricovero forzato successivo, mi hanno resa molto vulnerabile ed è bastato un episodio importante, la morte di una vecchia amica della mia famiglia, ma comunque non direttamente collegato a me, per innescare gli attacchi di panico con alcuni giorni di depressione (paura di morire e lasciare sola la mia bambina - sensazione provata in ospedale durante il mio complicato ricovero; paura di dover venire a mancare a breve per qualche malattia...ecc.ecc.).
Il mese di AGOSTO non mi ha aiutata (medico di base in ferie, così come psicologa che 10 anni prima mi aveva seguita sempre per attacchi di panico) e quindi un medico sostituto del mio mi ha subito appioppato CITALOPRAM.
Nei giorni a seguire mi sono appoggiata ad un servizio della mia AO di riferimento in aiuto delle neomamme e mi è stato diagnosticata una sorta di ansia post trauma non una depressione post partum. Sono stata seguita psicologicamente (anche tramite EMDR) e da una psichiatra che, pur non condividendo tale farmaco, ha continuato a prescrivermi Citalopram e Alprazolam...di fatto, dato che l'effetto degli antidepressivi parte dopo qualche settimana, direi che mi ha molto aiutato la psicoterapia.
In breve, a novembre 2014, in seguito ai benefici delle terapie e del mio buono stato di salute, ho iniziato la sospensione dei farmaci: dopo qualche settimana di assestamento, mi sono trovata a mio agio...fino ad ora.
Da qualche giorno avverto peso allo stomaco, il sopraggiungere di ansia e in concomitanza del ciclo una forte voglia di pianto; inutile dire che comunque una base di ipocondria è rimasta...so che è per via dell'estate e del fatto che in questa stagione sono stata male e anche per via della decisione di avere un altro figlio che, benchè desiderato, corrisponde col mettermi in contatto con le paure relative alla precedente esperienza...
Eppure non so come comportarmi: periodicamente mi vedo ancora con la psicologa e una volta uscita da lì mi sento sempre molto baldanzosa e serena...ma poi col tempo...tendo a stare non troppo bene.
Ne uscirò mai? dato che l'EMDR ha funzionato in parte, con un vecchio trauma dell'infanzia, ma mi pare poco, con quello attuale e che la psicologia cognitivista mi ha aiutato in passato, ma ora molto meno, c'è qualcos'altro da tentare? mi scuso per la domanda infantile ma a volte mi sento in un tunnel senza uscita.
Ringrazio e porgo i miei più cordiali saluti,
Ale
mi chiamo Alessandra, ho 35 anni e ormai da diversi anni soffro di attacchi di panico...a più riprese "tamponati" grazie alla terapia psicologica e in parte anche con l'aiuto di farmaci.
L'ultimo episodio 2 anni fa' dopo la nascita della mia bambina: delle complicazioni nella gravidanza e nel post e molto stress dovuto ad un ricovero forzato successivo, mi hanno resa molto vulnerabile ed è bastato un episodio importante, la morte di una vecchia amica della mia famiglia, ma comunque non direttamente collegato a me, per innescare gli attacchi di panico con alcuni giorni di depressione (paura di morire e lasciare sola la mia bambina - sensazione provata in ospedale durante il mio complicato ricovero; paura di dover venire a mancare a breve per qualche malattia...ecc.ecc.).
Il mese di AGOSTO non mi ha aiutata (medico di base in ferie, così come psicologa che 10 anni prima mi aveva seguita sempre per attacchi di panico) e quindi un medico sostituto del mio mi ha subito appioppato CITALOPRAM.
Nei giorni a seguire mi sono appoggiata ad un servizio della mia AO di riferimento in aiuto delle neomamme e mi è stato diagnosticata una sorta di ansia post trauma non una depressione post partum. Sono stata seguita psicologicamente (anche tramite EMDR) e da una psichiatra che, pur non condividendo tale farmaco, ha continuato a prescrivermi Citalopram e Alprazolam...di fatto, dato che l'effetto degli antidepressivi parte dopo qualche settimana, direi che mi ha molto aiutato la psicoterapia.
In breve, a novembre 2014, in seguito ai benefici delle terapie e del mio buono stato di salute, ho iniziato la sospensione dei farmaci: dopo qualche settimana di assestamento, mi sono trovata a mio agio...fino ad ora.
Da qualche giorno avverto peso allo stomaco, il sopraggiungere di ansia e in concomitanza del ciclo una forte voglia di pianto; inutile dire che comunque una base di ipocondria è rimasta...so che è per via dell'estate e del fatto che in questa stagione sono stata male e anche per via della decisione di avere un altro figlio che, benchè desiderato, corrisponde col mettermi in contatto con le paure relative alla precedente esperienza...
Eppure non so come comportarmi: periodicamente mi vedo ancora con la psicologa e una volta uscita da lì mi sento sempre molto baldanzosa e serena...ma poi col tempo...tendo a stare non troppo bene.
Ne uscirò mai? dato che l'EMDR ha funzionato in parte, con un vecchio trauma dell'infanzia, ma mi pare poco, con quello attuale e che la psicologia cognitivista mi ha aiutato in passato, ma ora molto meno, c'è qualcos'altro da tentare? mi scuso per la domanda infantile ma a volte mi sento in un tunnel senza uscita.
Ringrazio e porgo i miei più cordiali saluti,
Ale
[#1]
Cara Alessandra,
vista la situazione che descrive è importante che lei segua un piano di trattamento continuativo e serio per risolvere il suo problema, e che non si limiti a ricorrere alla psicologa solo saltuariamente, nei periodi più critici come può essere quello attuale.
Se ho capito bene ha seguito solo una psicoterapia cognitiva, anche se in maniera non continuativa: è così? L'EMDR faceva parte di quel percorso?
Tenga presente che esistono diversi altri tipi di psicoterapia, come per esempio quella psicodinamica, che possono aiutarla ad effettuare quel pezzo di strada che non ha ancora percorso con i trattamenti precedenti.
Al di là di sentirsi "baldanzosa e serena" quando esce da una singola seduta, infatti, ciò che conta è che consegua dei risultati duraturi e che li consolidi con un percorso di terapia adeguato.
vista la situazione che descrive è importante che lei segua un piano di trattamento continuativo e serio per risolvere il suo problema, e che non si limiti a ricorrere alla psicologa solo saltuariamente, nei periodi più critici come può essere quello attuale.
Se ho capito bene ha seguito solo una psicoterapia cognitiva, anche se in maniera non continuativa: è così? L'EMDR faceva parte di quel percorso?
Tenga presente che esistono diversi altri tipi di psicoterapia, come per esempio quella psicodinamica, che possono aiutarla ad effettuare quel pezzo di strada che non ha ancora percorso con i trattamenti precedenti.
Al di là di sentirsi "baldanzosa e serena" quando esce da una singola seduta, infatti, ciò che conta è che consegua dei risultati duraturi e che li consolidi con un percorso di terapia adeguato.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Mille grazie per la tempestività.
Mi sono spiegata male: la terapia la seguo ancora, con una cadenza all'incirca mensile. Domani infatti ho un nuovo incontro.
L'EMDR ha fatto parte di tale percorso.
Ne parlo infatti con la psicologa che mi segue: e in questo periodo in cui mi pare di non essere in forma (più che una parvenza è una realtà), vedendo tutti gli elementi collegati, conveniamo che sia anche normale provare una "sana" ansia. In realtà io ho sempre più spesso la sensazione di girare intorno senza trovare la strada giusta.
Grazie ancora.
Mi sono spiegata male: la terapia la seguo ancora, con una cadenza all'incirca mensile. Domani infatti ho un nuovo incontro.
L'EMDR ha fatto parte di tale percorso.
Ne parlo infatti con la psicologa che mi segue: e in questo periodo in cui mi pare di non essere in forma (più che una parvenza è una realtà), vedendo tutti gli elementi collegati, conveniamo che sia anche normale provare una "sana" ansia. In realtà io ho sempre più spesso la sensazione di girare intorno senza trovare la strada giusta.
Grazie ancora.
[#3]
Gentile signora,
mi pare che il lavoro terapeutico che ancora manca è quello relativo al riconoscimento e alla gestione delle Sue emozioni (ansia, paura, ecc...), nel senso che Lei percepisce il peso allo stomaco, ma non riesce a riconoscere di che si tratta né a modulare quell'emozione.
Giustamente chiede che cosa fare ("Eppure non so come comportarmi..."): ci sono psicoterapie più attive e prescrittive, come ad es. la cognitivo-comportamentale che forniscono prescrizioni precise al pz proprio per fare in modo che il pz. riesca a modificare partendo dal proprio comportamento tutto il resto (convinzioni disfunzionali ad esempio).
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
mi pare che il lavoro terapeutico che ancora manca è quello relativo al riconoscimento e alla gestione delle Sue emozioni (ansia, paura, ecc...), nel senso che Lei percepisce il peso allo stomaco, ma non riesce a riconoscere di che si tratta né a modulare quell'emozione.
Giustamente chiede che cosa fare ("Eppure non so come comportarmi..."): ci sono psicoterapie più attive e prescrittive, come ad es. la cognitivo-comportamentale che forniscono prescrizioni precise al pz proprio per fare in modo che il pz. riesca a modificare partendo dal proprio comportamento tutto il resto (convinzioni disfunzionali ad esempio).
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 08/06/2015.
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