Collega potenziale stalker dopo breve storia

Gentili specialisti, mi rendo conto che un consulto on line non sia risolutivo, ma mi rivolgo a voi sia per sfogarmi che per ricevere consigli su una situazione che mi crea ansia e disagio. Riassumo: qualche mese fa inizia un'amicizia con un collega, cinquantenne sposato e con figli, inizialmente sporadica, via via più intensa e confidenziale. Io, reduce da tre anni di solitudine sentimentale intervallati da delusioni e rifiuti, trovo una persona che finalmente mi ascolta, mi dedica attenzione, apprezza e cerca la mia compagnia e insomma, senza rendermene conto, mi lascio coinvolgere sempre più. Lui inizia a manifestare attenzioni sempre maggiori, comincia a telefonare, fino a che una sera non propone di vederci, complice assenza della moglie. So che non avrei dovuto, ma accetto: per farla breve, ci baciamo. Da allora i problemi: sensi di colpa, discussioni fino a che non decidiamo di vederci per chiarire, io non volevo far nulla e così è stato fino alla fine quando, al momento di andare, lui mi bacia e non riesco a opporre resistenza. Da quel momento, impazzisce: dice che sono la donna della sua vita, parla di lasciare la famiglia, che non aveva mai provato sensazioni simili, che la moglie non lo soddisfa, che non sa stare senza di me, ecc. Io, spaventata e preda di rimorsi e sensi di colpa, decido di chiudere e allontanarmi; lui, però, ad ogni mia richiesta di distacco, reagisce in modo aggressivo, scrive messaggi lunghissimi, non accetta di avermi lontana, sostiene che io lo abbia usato, poi si calma e ragiona, dice che mi vuole bene, che tiene anche alla mia amicizia, che non vuole perdermi, ma si tranquillizza solo se io gli prometto che non sparirò e che manterrò un rapporto con lui. Non mi minaccia personalmente ma tende ad offendermi, a svalutarmi e poi fa ricatti morali del tipo "mi suicido, mi hai rovinato la vita" e cose del genere. Io non so cosa fare: vorrei chiudere, ma ho paura che respingendolo possa diventare aggressivo, vivo nel terrore che possa rivelare tutto ai miei colleghi e crearmi problemi grossi sul lavoro, così cerco di tenerlo buono ma in realtà vorrei uscirne e non sentirlo più. So che ho commesso un grave errore, anche se c'è stato solo qualche bacio e nulla di più quindi non è stata una vera e propria storia ma più frutto di suoi "film" mentali, ma adesso ho paura che questo possa costituire un pericolo per la mia incolumità e anche a livello professionale. Cosa devo fare? Come devo comportarmi? Devo interrompere ogni comunicazione o è peggio? Lui ora non si sta facendo sentire dopo che ieri gli ho chiesto di stare lontani per un po', ma ha accettato solo perché pensa che io comunque tornerò a cercarlo, e non escludo che possa farsi sentire perché basta che mi veda connessa su Facebook, ad esempio, che non resiste e mi contatta. Quello che mi spaventa è il suo cambiamento totale di atteggiamento, si trasforma completamente, un attimo tranquillo, quello dopo aggressivo. Cosa faccio? Peraltro sono una persona già di mio molto ansiosa e catastrofista e mi sto lasciando travolgere da questa storia.
Grazie per l'eventuale aiuto.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

la situazione è molto delicata perchè lei ha a che fare con una persona che potrebbe essere psicologicamente disturbata, o quanto meno piuttosto manipolatoria.

In questi casi è necessario muoversi con cautela: cercare di non alimentare fraintendimenti, magari chiudendo del tutto i contatti, è una strategia spesso risolutiva, ma nel suo caso parliamo del rapporto con un collega e quindi di una persona alla quale non può semplicemente smettere di dare corda.

E' preferibile che lei parli di persona di tutta questa storia con uno psicologo della sua zona, eventualmente rivolgendosi al consultorio familiare, perchè le risposte che cerca richiedono un livello di approfondimento della trattazione della questione che da qui non è possibile raggiungere.

Le suggerisco sentitamente di farlo, perchè i potenziali sviluppi negativi della situazione richiedono a mio avviso che tutta la faccenda sia considerata e trattata seriamente.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
" non accetta di avermi lontana, sostiene che io lo abbia usato, poi si calma e ragiona, dice che mi vuole bene, che tiene anche alla mia amicizia, che non vuole perdermi, ma si tranquillizza solo se io gli prometto che non sparirò e che manterrò un rapporto con lui. Non mi minaccia

Gentile Utente,
Quello che scrive è tipico chi soffre di un disturbo affettivo, cioè lo stalker.

Dal punto di vista psicologico, lo stalker attua dei comportamenti molto simili a quelli messi in atto da chi soffre di dipendenza affettiva; è infatti intrusivo ed insistente, non regge la distanza, il rifiuto, necessita di “dosi di presenza” dell’altro sempre maggiori, nega la realtà perché troppo dolorosa e nega la mancanza d’amore.

Solitamente però c'è sempre una Componente relazionale:
Chi perseguita e chi si fa perseguitare
Chi domina e chi si sottomette
Chi ha fame d'amore e chi nutre e così via....

Rifletta anche e soprattutto sul " suo" sentire e sul suo volere




Aggiungo qualche lettura che spero la possa aiutare a capire, alle riflessioni della collega che condivido

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1734-stalker-se-lo-conosci-lo-eviti.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4988-donna-decapitata-amore-e-violenza-non-e-proprio-un-buon-connubio.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4449-i-figli-del-femminicidio-chi-pensera-a-loro.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

le svalutazioni di cui parla, alternate a corteggiamento e promesse, ma soprattutti i timori che Lei ha per questa situazione mi fanno pensare che sia opportuno rivolgersi personalmente ad uno psicologo psicoterapeuta presso un Centro Anti-violenza della Sua città.

Il ciclo della violenza, di solito, funziona così: corteggiamento, svalutazione e maltrattamento (fisico o psicologico o entrambi), cui seguono promesse di cambiamento quando la donna decide di troncare e allontanarsi. Non appena però la donna cede e non si allontana, riparte il ciclo della violenza.

A me Lei sembra piuttosto consapevole della situazione, ma per sapere cosa fare è preferibile chiedere aiuto ad un Centro Anti-violenza, proprio per evitare errori in buona fede e pensando di fare la cosa giusta.

Ha attorno a Lei persone che possono sostenerla ed accompagnarla in questo momento (amici, parenti, ecc...)?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Gentili dottori, grazie per le risposte. In effetti io finora non sono mai stata risoluta e determinata nel chiudere, in quanto ogni volta, di fronte alle sue manifestazioni di angoscia e dolore rispetto al distacco, mi impietosisce e mi porta a promettere che sarà solo una cosa temporanea, che tornerò ecc. In più è come se un residuo di affetto sia rimasto, stranamente, come se paradossalmente mi dispiaccia per lui, mi fa pena. Potreste indicarmi dei centri o consultori a Catania dove possa recarmi per avere aiuto? Vorrei sapere come muovermi per evitare di sbagliare ancora. Ho parlato a una amica della situazione ma lei sostiene che io esageri e che non ci sia rischio; con le colleghe ne ho accennato ma chiaramente non posso dire che fra me e lui c'è stata qualcosa di più che un'amicizia, vorrei che in ufficio non si sappia proprio. Ho un po di paura in effetti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Invii una email a "doppia difesa", il sito dell'avv Buongiorno e della Hunziker, le diranno a chi rivolgersi
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Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Grazie.