Vaginismo
[#1]
Gentile Ragazza,
per prima cosa -se non l'ha già fatto- sarebbe importante incontrare un/a ginecologo/a, che possa valutare la situazione dal punto di vista fisico e chiarire se effettivamente di vaginismo si tratti.
In seguito, si può affrontare la questione dal punto di vista psicologico, rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta (che, se Lei preferisce, può avere una formazione specifica in Sessuologia Clinica).
Tenga presente che nel nostro Paese non è ancora riconosciuta la professione di sessuologo, perciò faccia attenzione che il professionista a cui si rivolgerà sia iscritto all'Ordine degli Psicologi e possieda una specializzazione in Psicoterapia.
Mi spiace, ma non le so rispondere in merito al suo ultimo quesito, dal momento che non ho sufficienti informazioni su quella specifica specializzazione. Potrebbe comunque contattare la collega in questione per domandare se si occupa anche di questo tipo di problematiche.
Saluti.
per prima cosa -se non l'ha già fatto- sarebbe importante incontrare un/a ginecologo/a, che possa valutare la situazione dal punto di vista fisico e chiarire se effettivamente di vaginismo si tratti.
In seguito, si può affrontare la questione dal punto di vista psicologico, rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta (che, se Lei preferisce, può avere una formazione specifica in Sessuologia Clinica).
Tenga presente che nel nostro Paese non è ancora riconosciuta la professione di sessuologo, perciò faccia attenzione che il professionista a cui si rivolgerà sia iscritto all'Ordine degli Psicologi e possieda una specializzazione in Psicoterapia.
Mi spiace, ma non le so rispondere in merito al suo ultimo quesito, dal momento che non ho sufficienti informazioni su quella specifica specializzazione. Potrebbe comunque contattare la collega in questione per domandare se si occupa anche di questo tipo di problematiche.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile utente,
Una psicologa psicoterapeuta perfezionata in sessuologia clinica sarebbe l'ottimo.
Abbia fiduacia, è un disturbo risolvibile in tempi anche brevi (v. Brunialti vaginismo e cure efficaci)
Una psicologa psicoterapeuta perfezionata in sessuologia clinica sarebbe l'ottimo.
Abbia fiduacia, è un disturbo risolvibile in tempi anche brevi (v. Brunialti vaginismo e cure efficaci)
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Cara Ragazza,
Scelga lei vanno bene entrambe, i percorsi sono differenti
Nelle letture che le sto allegando avrà modo di fugare i suoi dubbi, se desidera inoltre nella home del mio sito personale troverà delle testimonianze di pazienti che hanno già risolto e che si raccontano...
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/110-vaginismo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1995-donne-e-sessualita-vergini-adulte-vaginismo-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4106-l-intimita-impossibile-donne-vergini-adulte-e-matrimoni-bianchi.html
Scelga lei vanno bene entrambe, i percorsi sono differenti
Nelle letture che le sto allegando avrà modo di fugare i suoi dubbi, se desidera inoltre nella home del mio sito personale troverà delle testimonianze di pazienti che hanno già risolto e che si raccontano...
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/110-vaginismo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1995-donne-e-sessualita-vergini-adulte-vaginismo-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4106-l-intimita-impossibile-donne-vergini-adulte-e-matrimoni-bianchi.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Grazie dottoresse.
Dottoressa Randone che differenza troverò tra le due specialiste? Io faccio già psicoterapia, dove faccio terapia sia individuale che di gruppo, ma la mia dottoressa si concentra soprattutto in psicoterapia di gruppo anche perchè dice che io ho soprattutto difficoltà relazionali. Però in quest' ultima nn mi trovo molto bene sia per la mia riservatezza che per il costo. La sessuologa come opera? Non credo che la sessuologa preveda terapia di gruppo, giusto? E poi mi interesserebbe sapere il tempo. Io faccio già terapia da un anno e mezzo, e nn ne sono uscita fuori quasi per niente. Sembra sia per un fattore fisico in quanto ho una vagina rigida, poco elastica, che sto curando e sia perchè sono resistente alla terapia psicologica. Grazie
Dottoressa Randone che differenza troverò tra le due specialiste? Io faccio già psicoterapia, dove faccio terapia sia individuale che di gruppo, ma la mia dottoressa si concentra soprattutto in psicoterapia di gruppo anche perchè dice che io ho soprattutto difficoltà relazionali. Però in quest' ultima nn mi trovo molto bene sia per la mia riservatezza che per il costo. La sessuologa come opera? Non credo che la sessuologa preveda terapia di gruppo, giusto? E poi mi interesserebbe sapere il tempo. Io faccio già terapia da un anno e mezzo, e nn ne sono uscita fuori quasi per niente. Sembra sia per un fattore fisico in quanto ho una vagina rigida, poco elastica, che sto curando e sia perchè sono resistente alla terapia psicologica. Grazie
[#6]
La "sessuologa" non è altro che uno psicologo o psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica
La terapia di gruppo non è indicata per la terapia del vaginismo, che è ben altra: individuale e di coppia
Non posso dirle quanto durerà, non si può parlare di tempi e terapie senza pazienti...ed io non la conosco, le dico solo che, solitamente, non sono terapie lunghe anche perché spesso "combinate"
Ha letto le letture ed il canale?
Li trova tutto.
La terapia di gruppo non è indicata per la terapia del vaginismo, che è ben altra: individuale e di coppia
Non posso dirle quanto durerà, non si può parlare di tempi e terapie senza pazienti...ed io non la conosco, le dico solo che, solitamente, non sono terapie lunghe anche perché spesso "combinate"
Ha letto le letture ed il canale?
Li trova tutto.
[#7]
<<Io faccio già psicoterapia>>
Allora quella è la sede per affrontare l'argomento.
<<la mia dottoressa si concentra soprattutto in psicoterapia di gruppo anche perchè dice che io ho soprattutto difficoltà relazionali>>
Anche se ciò può essere vero, Lei può sempre esprimere le sue esigenze di occuparsi anche di questo aspetto. In questo anno e mezzo di psicoterapia individuale è riuscita a fare qualche progresso su questo specifico problema?
<<ho una vagina rigida, poco elastica, che sto curando>>
In che modo?
<<sono resistente alla terapia psicologica>>
Questa è una sua convinzione?
Allora quella è la sede per affrontare l'argomento.
<<la mia dottoressa si concentra soprattutto in psicoterapia di gruppo anche perchè dice che io ho soprattutto difficoltà relazionali>>
Anche se ciò può essere vero, Lei può sempre esprimere le sue esigenze di occuparsi anche di questo aspetto. In questo anno e mezzo di psicoterapia individuale è riuscita a fare qualche progresso su questo specifico problema?
<<ho una vagina rigida, poco elastica, che sto curando>>
In che modo?
<<sono resistente alla terapia psicologica>>
Questa è una sua convinzione?
[#9]
Utente
Dottoressa Randone che vuol dire "combinate"? Immagino combinare psicoterapia individuale e di coppia. Purtroppo non posso fare psicoterapia di coppia, perchè il mio ragazzo non abita vicino a me. E ho letto le letture ed il canale, molto interessanti.
Dottoressa Scalco su questo specifico problema non ho visto miglioramenti, ho capito solo come mai ho il vaginismo e la mia dottoressa mi ha convinta a fare una visita ginecologica che prima credevo non fosse necessaria. Ma aver capito "come mai ho il vaginismo" non mi aiuta ad uscirne da questa brutta condizione. E comunque esprimo spesso il bisogno di uscirne fuori. Mi sto curando con il Vialigor, un integratore che rende più elastico il corpo, e devo pure allargare manualmente la vagina. Per quanto riguarda la resistenza alla terapia, me lo ha detto la mia dottoressa ed effettivamente mi sono accorta in un' occasione che è vero.
Dottoressa Scalco su questo specifico problema non ho visto miglioramenti, ho capito solo come mai ho il vaginismo e la mia dottoressa mi ha convinta a fare una visita ginecologica che prima credevo non fosse necessaria. Ma aver capito "come mai ho il vaginismo" non mi aiuta ad uscirne da questa brutta condizione. E comunque esprimo spesso il bisogno di uscirne fuori. Mi sto curando con il Vialigor, un integratore che rende più elastico il corpo, e devo pure allargare manualmente la vagina. Per quanto riguarda la resistenza alla terapia, me lo ha detto la mia dottoressa ed effettivamente mi sono accorta in un' occasione che è vero.
[#11]
Gentile utenet,
riprendo da capo l'argomento.
Il vaginismo consiste in uno spasmo involontario della vagina che proprio, qui sta il punto, non si sottomette alla buona volontà della donna, ai suoi sforzi razionali; e neanche al suo dolore, alla rabbia.
Semplicemente la vagina si blocca, si irrigidisce, e qualsiasi sforzo per "addomesticarla", per forzarla, causa dolore. Il dolore è proprio il contrario del piacere, e dunque, mese dopo mese, anche il desiderio sessuale della donna di avere un "normale" rapporto sessuale scende a picco e da idea piacevole inizia a rivestire connotati di attesa ansiosa.
Generalmente questo tipo di coppia ha una sua vita sessuale fatta di petting superficiale, di petting spinto, di rapporti orali; tutte cose che risultavano molto gratificanti prima, prima di capire che di lì non si riesce a proseguire; che oltre a questo non si può andare. Ed allora, quando si capisce che oltre l'antipasto non si avrà altro, anche quello risulta pesante e frustrante, soprattutto per la donna che si vive come "la persona con problema"..
La donna vaginistica non ne parla con nessuno, neanche con la propria madre, ascolta con vera sofferenza i racconti delle colleghe riguardanti la loro vita intima e talvolta inventa la sua, rifugge le amiche che rimangono incinte. tutto concorre a rammentarle il suo problema. Non avendo una "vera" vita sessuale (intesa come penetrativa), non ritiene neanche necessaria la visita ginecologica, e dunque non riceve indicazioni per risolvere. Rimane così sospesa in un limbo di attesa, di infelicità, mentre la relazione col partner perde via via il calore e la passione e diventa quasi un rapporto di amicizia.
Più fortunate le vaginistiche giovani, spesso universitarie: all'emergere del problema, il ricorso ad Internet permette loro di documentarsi, di capire di cosa si tratta e dunque di chiedere aiuto in modo corretto e veloce. Non di rado è il loro compagno a "spingerle" e/o ad aiutarle. E dunque consultano quando è intercorso un tempo breve. Ed è un grande vantaggio, se si pensa che il tempo di risoluzione del problema è direttamente proporzionale al tempo di permanenza nel problema.
Nel vaginismo sono quasi presenti sempre componenti psichiche (mentali, affettive, emozionali); oppure le cause psichiche rappresentano una parte rilevante di un evento multifattoriale, altre volte sono il versante interiore di patologie fisiche precoci, quale ad esempio l'endometriosi. E' pur vero che un'imene particolarmente spesso - disturbo puramente fisico - può dare gli stessi disturbi ma, da mia esperienza, l'intervento chirurgico - peraltro necessario - non è determinante ad eliminare il vaginismo.
La presenza di tale forte componente psichica porta la ragazza o donna che ne soffre a rivolgersi allo psicologo, che fiducioso utilizza i suoi strumenti classici al fine di rimuovere blocchi, elaborare traumi, rendere accettabile l'ansia. Io stessa, giovane laureata operante in un consultorio, trattavo il vaginismo attraverso un approccio psicoanalitico, quello di cui allora si disponeva; peraltro con risultati incerti e imprevedibili, pur a fronte di una terapia prolungata.
Alla base stava un implicito: "capire, capirsi, porta a risolvere".
Questo postulato non risulta sempre vero: capire non equivale automaticamente a risolvere, cioè a cambiare; ogni giorno ce ne rendiamo conto sulla nostra pelle nelle cose piccole e grandi; ciò accade maggiormente quando il disagio interiore ha imboccato una strada somatica, al punto tale che nemmeno rimuovendo la situazione scatenante si risolve il problema fisico prodotto, perché nel frattempo il sintomo fisico - che sia l'ulcera, la cefalea, l'insonnia o altro (ad es. il vaginismo) - ha preso una sua strada autonoma, vive ormai di vita propria, si è strutturato in percorsi fisici ed interiori specifici.
Ecco i motivi per cui un approccio sessuologico è il più efficace, direi altamente efficace nel caso del vaginismo. Perché si rivolge contemporaneamente al corpo e alla psiche, all'organo malato e ai conflitti che lo hanno fatto ammalare, alla malattia e alla persona, alla donna e alla coppia; e perché invita tutti questi numerosi attori non solo a capire, ma a mettere in atto strategie di cambiamento. Tali strategie, prescritte dal terapeuta, sono ormai consolidate ed ampiamente collaudate, considerato che le utilizziamo dalla metà degli anni '80.
Auspico che le possa esserLe stato utile, anche per valutare il percorso che sta facendo.
riprendo da capo l'argomento.
Il vaginismo consiste in uno spasmo involontario della vagina che proprio, qui sta il punto, non si sottomette alla buona volontà della donna, ai suoi sforzi razionali; e neanche al suo dolore, alla rabbia.
Semplicemente la vagina si blocca, si irrigidisce, e qualsiasi sforzo per "addomesticarla", per forzarla, causa dolore. Il dolore è proprio il contrario del piacere, e dunque, mese dopo mese, anche il desiderio sessuale della donna di avere un "normale" rapporto sessuale scende a picco e da idea piacevole inizia a rivestire connotati di attesa ansiosa.
Generalmente questo tipo di coppia ha una sua vita sessuale fatta di petting superficiale, di petting spinto, di rapporti orali; tutte cose che risultavano molto gratificanti prima, prima di capire che di lì non si riesce a proseguire; che oltre a questo non si può andare. Ed allora, quando si capisce che oltre l'antipasto non si avrà altro, anche quello risulta pesante e frustrante, soprattutto per la donna che si vive come "la persona con problema"..
La donna vaginistica non ne parla con nessuno, neanche con la propria madre, ascolta con vera sofferenza i racconti delle colleghe riguardanti la loro vita intima e talvolta inventa la sua, rifugge le amiche che rimangono incinte. tutto concorre a rammentarle il suo problema. Non avendo una "vera" vita sessuale (intesa come penetrativa), non ritiene neanche necessaria la visita ginecologica, e dunque non riceve indicazioni per risolvere. Rimane così sospesa in un limbo di attesa, di infelicità, mentre la relazione col partner perde via via il calore e la passione e diventa quasi un rapporto di amicizia.
Più fortunate le vaginistiche giovani, spesso universitarie: all'emergere del problema, il ricorso ad Internet permette loro di documentarsi, di capire di cosa si tratta e dunque di chiedere aiuto in modo corretto e veloce. Non di rado è il loro compagno a "spingerle" e/o ad aiutarle. E dunque consultano quando è intercorso un tempo breve. Ed è un grande vantaggio, se si pensa che il tempo di risoluzione del problema è direttamente proporzionale al tempo di permanenza nel problema.
Nel vaginismo sono quasi presenti sempre componenti psichiche (mentali, affettive, emozionali); oppure le cause psichiche rappresentano una parte rilevante di un evento multifattoriale, altre volte sono il versante interiore di patologie fisiche precoci, quale ad esempio l'endometriosi. E' pur vero che un'imene particolarmente spesso - disturbo puramente fisico - può dare gli stessi disturbi ma, da mia esperienza, l'intervento chirurgico - peraltro necessario - non è determinante ad eliminare il vaginismo.
La presenza di tale forte componente psichica porta la ragazza o donna che ne soffre a rivolgersi allo psicologo, che fiducioso utilizza i suoi strumenti classici al fine di rimuovere blocchi, elaborare traumi, rendere accettabile l'ansia. Io stessa, giovane laureata operante in un consultorio, trattavo il vaginismo attraverso un approccio psicoanalitico, quello di cui allora si disponeva; peraltro con risultati incerti e imprevedibili, pur a fronte di una terapia prolungata.
Alla base stava un implicito: "capire, capirsi, porta a risolvere".
Questo postulato non risulta sempre vero: capire non equivale automaticamente a risolvere, cioè a cambiare; ogni giorno ce ne rendiamo conto sulla nostra pelle nelle cose piccole e grandi; ciò accade maggiormente quando il disagio interiore ha imboccato una strada somatica, al punto tale che nemmeno rimuovendo la situazione scatenante si risolve il problema fisico prodotto, perché nel frattempo il sintomo fisico - che sia l'ulcera, la cefalea, l'insonnia o altro (ad es. il vaginismo) - ha preso una sua strada autonoma, vive ormai di vita propria, si è strutturato in percorsi fisici ed interiori specifici.
Ecco i motivi per cui un approccio sessuologico è il più efficace, direi altamente efficace nel caso del vaginismo. Perché si rivolge contemporaneamente al corpo e alla psiche, all'organo malato e ai conflitti che lo hanno fatto ammalare, alla malattia e alla persona, alla donna e alla coppia; e perché invita tutti questi numerosi attori non solo a capire, ma a mettere in atto strategie di cambiamento. Tali strategie, prescritte dal terapeuta, sono ormai consolidate ed ampiamente collaudate, considerato che le utilizziamo dalla metà degli anni '80.
Auspico che le possa esserLe stato utile, anche per valutare il percorso che sta facendo.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 5.8k visite dal 05/06/2015.
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