Come capire se ho scelto la persona giusta?
Buongiorno, da quasi un anno e mezzo vivo una relazione con una donna. Questo rapporto arriva dopo una serie di delusioni che mi hanno reso più insicuro e timoroso nel lasciarmi andare. All'inizio ho impostato un rapporto un po' controllato, mantenendo la mia indipendenza. Le mie "paure" mi rendevano difficile comprendere i miei stessi sentimenti. Da un lato non provavo la classica emozione da innamoramento travolgente, da un altro sentivo di non dare alla mia compagna la giusta occasione, da un altro desideravo e desidero fortemente costruire una famiglia, da un altro ancora temevo il suo carattere impulsivo e possessivo. Dopo 4-5 mesi l'ho lasciata. Questo mi ha dato modo di riflettere. Ho compreso che provavo comunque affetto e desiderio verso la mia compagna e che volevo vivere questa relazione al 100%. Oggi, dopo un anno in cui da parte mia sono arrivati progetti, convivenza, impegno, gesti importanti e passi avanti concreti… Oggi mi chiedo se sto facendo la scelta giusta con la persona giusta. Lei si è rivelata sempre più una persona possessiva, insicura (forse anche a causa del nostro inizio prudente), ossessiva nel cercare conferme. Il mio aprirmi, lasciarmi andare e impegnarmi non ha prodotto un equilibrio sereno, ma un rapporto litigioso e fanno di continue alternanze di guerra e pace. Oggi sento che è venuto il momento di tirare le somme. La amo? Sì, anche se ho provato sentimenti più forti in passato e se ci sono lati del suo carattere che mi spaventano e mi allontanano da lei. Sono pronto a impegnarmi? Sì, lo sto già facendo da un anno e a 36 anni sento che è un po' la mia ultima occasione. Però… però è giusto buttarsi in un futuro insieme senza avere piena convinzione e serenità? Mi sento confuso... Grazie in anticipo per l'aiuto.
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Gentile Utente,
è normale avere dei dubbi e farsi domande rispetto ad un futuro insieme. L'ambivalenza verso una situazione o verso una persona non è mai una cosa negativa di per se, almeno fino a quando non diventa bloccante e non permette di evolvere. Se lei ama questa persona, è pronto ad impegnarsi con lei è giusto che lo faccia tenendo conto del fatto che anche la sua compagna deve avere voce in capitolo nella questione. Se ha dei dubbi verso questa persona, parlarne con lei può aiutare a chiarirli. Forse la cosa importante in questo momento è riuscire ad esprimere nella maniera più chiara possibile i propri sentimenti all'interno della coppia e magari si accorgerà che questi possono essere simili a quelli della sua compagna.
Resto in ascolto
è normale avere dei dubbi e farsi domande rispetto ad un futuro insieme. L'ambivalenza verso una situazione o verso una persona non è mai una cosa negativa di per se, almeno fino a quando non diventa bloccante e non permette di evolvere. Se lei ama questa persona, è pronto ad impegnarsi con lei è giusto che lo faccia tenendo conto del fatto che anche la sua compagna deve avere voce in capitolo nella questione. Se ha dei dubbi verso questa persona, parlarne con lei può aiutare a chiarirli. Forse la cosa importante in questo momento è riuscire ad esprimere nella maniera più chiara possibile i propri sentimenti all'interno della coppia e magari si accorgerà che questi possono essere simili a quelli della sua compagna.
Resto in ascolto
Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it
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Utente
Gentile Dr. Basile, grazie della risposta. Il confronto è sicuramente un ottimo spunto, che condivido. Purtroppo in passato i miei tentativi di parlare di come affrontare i nostri problemi e su come impostare il futuro si sono trasformati in litigi in cui mi veniva rinfacciato l'elenco delle mie "mancanze". La mia Lei continua a valutarmi come se non ci fossimo evoluti rispetto ad un inizio un po' prudente. Questo mi ferisce perché mi sembra che la mia presenza, i miei sentimenti e il mio impegno (che per altro mi sono "costati" un lavoro su me stesso per i problemi di cui parlavo nel primo messaggio) non vengano riconosciuti. Così anche io mi irrito e non si riesce a stabilire un dialogo costruttivo e orientato al futuro. Forse quello che vorrebbe la mia compagna sono degli impegni precisi, tipo: facciamo un figlio ora. Sposiamoci tra 3 mesi. Sono anche miei obiettivi, ma immaginarli nell'immediato mi spaventa. Non sono sicuro che una persona così possessiva possa rivelarsi la compagna giusta per la vita. Non sono sicuro che una persona così insicura e irascibile possa rivelarsi una madre capace di gestire una vita con figli.
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Esprimere le emozioni che si provano non è accusatorio o aggressivo nei confronti di un'altra persona, e non può essere messo in dubbio se è chiaro e sincero. Se lei crede che questa persona possa fare al caso suo deve darle fiducia sia sul fatto che non si comporterà come le altre e sia sul fatto che riesca a comprenderla.
Cerchi di vedere le particolarità della sua compagna allontanando i fantasmi che l'hanno preceduta.
In ogni caso prendere una posizione precisa l'aiuterà a fare la scelta migliore per lei.
Cerchi di vedere le particolarità della sua compagna allontanando i fantasmi che l'hanno preceduta.
In ogni caso prendere una posizione precisa l'aiuterà a fare la scelta migliore per lei.
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Utente
Buongiorno, ho scelto la strada del dialogo e la scorsa settimana ho espresso alla mia compagna la mia visione sul nostro futuro, il mio desiderio di costruire una famiglia con lei ecc. Ho anche parlato del mio essere spaventato dal suo lato possessivo/ossessivo che sovente ci fa litigare. Lei accoglie bene il tutto, passiamo 2-3 giorni sereni e poi... ieri sera mi pianta un muso perché ho detto che ha una sua amica in una foto aveva "una posa da diva". Ma è possibile rovinarsi le giornate per queste cose? E' l'ennesimo episodio in cui per uno sguardo o una frase o altre cose del genere vengo messo in croce. Io mi sono arrabbiato molto e le ho detto che non è giusto prendersela così e trattarmi in quel modo per una battuta di nessuna importanza. Io ormai vivo contando fino a 100 prima di fare qualsiasi battuta. Per strada devo camminare guardandomi i piedi per evitare che pensi che guardi le altre... Questo è il motivo per cui dubito delle mie scelte. Questo è il motivo perché temo mi aspetti una vita di litigi inutili e di accuse umilianti. Non so cosa fare.
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Non deve essere semplice avere la sensazione di sentirsi frenato nei comportamenti e nell'esprimere le sue emozioni. Credo però che possa darsi un po' più di tempo e possa concederlo anche alla sua compagna. La strada del dialogo non è sempre così facile e può mettere in conto che ci possano essere dei momenti di rottura a cui seguono dei tentativi di riparazione. Se queste rotture non sono così frequenti e le riparazioni rinsaldano il rapporto rappresentano una crescita per la coppia. Naturalmente se l'intensità e la frequenza di questi litigi aumenta valuti se vale la pena affrontarli. Il primo confronto però mi pare abbia portato serenità tra voi e forse quella può essere la strada più percorribile.
Non trascuri nel caso le cose possano peggiorare di rivolgersi ad uno specialista per una consulenza psicologica per la coppia che può aiutarvi a chiarire vari aspetti della vostra relazione.
Resto in ascolto.
Non trascuri nel caso le cose possano peggiorare di rivolgersi ad uno specialista per una consulenza psicologica per la coppia che può aiutarvi a chiarire vari aspetti della vostra relazione.
Resto in ascolto.
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Utente
Dr. Basile, ancora grazie.
Mi rendo conto di non riuscire più ad avere la giusta "pazienza" di fronte a questi atteggiamenti. Ma da un lato vengo da quasi un anno in cui il problema si ripresenta ciclicamente (per fortuna negli ultimi tempi più raramente), dall'altro la mia compagna assume in questi casi un atteggiamento che definirei di "violenza passiva". Rifiuta il dialogo, si chiude nella sua rabbia e sarebbe capace di passare giorni e giorni in "sciopero". Si generano situazioni per me esasperanti e molto dolorose. In passato far "finta di niente" ha persino peggiorato le cose. In definitiva solo le mie esplosioni di rabbia la riportano alla ragionevolezza. Ma mi sembra un meccanismo poco sano e in cui il dialogo e la crescita fanno molta difficoltà a trovare spazio...
Mi rendo conto di non riuscire più ad avere la giusta "pazienza" di fronte a questi atteggiamenti. Ma da un lato vengo da quasi un anno in cui il problema si ripresenta ciclicamente (per fortuna negli ultimi tempi più raramente), dall'altro la mia compagna assume in questi casi un atteggiamento che definirei di "violenza passiva". Rifiuta il dialogo, si chiude nella sua rabbia e sarebbe capace di passare giorni e giorni in "sciopero". Si generano situazioni per me esasperanti e molto dolorose. In passato far "finta di niente" ha persino peggiorato le cose. In definitiva solo le mie esplosioni di rabbia la riportano alla ragionevolezza. Ma mi sembra un meccanismo poco sano e in cui il dialogo e la crescita fanno molta difficoltà a trovare spazio...
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L'insicurezza che sembrerebbe rimproverarle implicitamente la sua partner è la stessa che Lei stesso ci rivela di provare ma di non poter condividere senza innescare "rappresaglie ", in questo modo ciascuno tiene per sé il proprio disagio perché parlarne è diventato un tabù. In realtà è l'unica opportunità che avete per scoprire le risorse di questa relazione di coppia, preferibilmente all'interno di uno "spazio protetto": un colloquio con uno psicoterapeuta.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
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Utente
Buongiorno, torno a scrivere perché la situazione è peggiorata. Ogni giorno la mia compagna legge nei miei comportamenti qualcosa che non va e mi rimprovera per episodi, alcuni totalmente frutto di fantasie. Sbatto la porta di casa troppo forte, rispondo a voce troppo bassa, guardo una donna per strada, sono troppo silenzioso, canto sotto la doccia in modo fastidioso... Il problema non è tanto essere rimproverato ma sentire il peso che queste cose hanno per lei. Diventa distante, accusatoria, sarcastica al limite della cattiveria. Fasi come questa si sono già presentate in passato e io ho sempre cercato di compensare con la pazienza, le attenzioni, i discorsi, cercando di calmarla e di convincerla che non si trattava di problemi concreti e importanti per cui rovinarsi le giornate. Purtroppo in un anno e mezzo questo mio atteggiamento non ha funzionato.
Ho riflettuto molto. Non voglio più stare al gioco. Il modo di chiudere una porta, il tono di voce, gli sguardi... non sono ragioni per cui valga la pena di tormentarsi e rovinarsi la vita. Io la mia non voglio più viverla ostaggio di tutto questo. Se alcune cose di me non piacciono, oltre un certo limite si tratta di accettarmi come sono o di non accettarmi. Oltre un certo limite il gioco del tira e molla, del fare gli offesi è un teatrino da ragazzini. Ognuno si assuma la responsabilità dei propri comportamenti e delle proprie scelte. Io non voglio più arrabbiarmi e soffrire per tutto questo. Se si vuole costruire una vita insieme ci sono, se ci si vuole tormentare no. Abbia il coraggio e la forza di smetterla o da me otterrà solo indifferenza, fino a quando non mi sarò stufato e tanti saluti.
Ho riflettuto molto. Non voglio più stare al gioco. Il modo di chiudere una porta, il tono di voce, gli sguardi... non sono ragioni per cui valga la pena di tormentarsi e rovinarsi la vita. Io la mia non voglio più viverla ostaggio di tutto questo. Se alcune cose di me non piacciono, oltre un certo limite si tratta di accettarmi come sono o di non accettarmi. Oltre un certo limite il gioco del tira e molla, del fare gli offesi è un teatrino da ragazzini. Ognuno si assuma la responsabilità dei propri comportamenti e delle proprie scelte. Io non voglio più arrabbiarmi e soffrire per tutto questo. Se si vuole costruire una vita insieme ci sono, se ci si vuole tormentare no. Abbia il coraggio e la forza di smetterla o da me otterrà solo indifferenza, fino a quando non mi sarò stufato e tanti saluti.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 5.1k visite dal 04/06/2015.
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