Attaccamento distanziante vs ambivalente
Buongiorno,sono un uomo di 37 anni e ho una storia (in pausa da pochi giorni) con un ragazzo di 27 anni.
Io perdutamente innamorato con un attaccamento di tipo incline all' ambivalente-preoccupato, lui freddo e distanziante pronto a denigrarmi con scherzo e dolcezza, svalorizzando e sminuendo ogni crescita del nostro rapporto, pronto a fare un passo avanti e subito 3 indietro.
un rapporto incentrato sempre sulla difensiva pronto a fuggire e a barricarsi dietro un muro, spesso privo di empatia neanche comprende lontanamente il tipo di sofferenza che crea in me.
Inutile dire che mi sento triste, ferito e abbandonato e pur sapendo che è un amore sbagliato continuo a cercare un suo contatto.
Posto che , in preda a rabbia, gli ho descritto ciò che penso del nostro rapporto , lui ha ammesso di avere questo problema (da piccolo ha avuto una madre poco empatica e molto rigida attenta ai bisogni primari e basta) , ma non gli scatta la molla di mettersi in discussione o affrontare un percorso terapeutico.
La mia domanda è come posso (senza manipolarlo) portarlo ad una visione chiara del suo problema , a "sgonfiare" quel pieno di se e metterlo sul piano comunicativo epatico con me ?
Qual'è secondo lei la chiave per entrare in questa dimensione ?
Grazie per una Sua eventuale risposta
Io perdutamente innamorato con un attaccamento di tipo incline all' ambivalente-preoccupato, lui freddo e distanziante pronto a denigrarmi con scherzo e dolcezza, svalorizzando e sminuendo ogni crescita del nostro rapporto, pronto a fare un passo avanti e subito 3 indietro.
un rapporto incentrato sempre sulla difensiva pronto a fuggire e a barricarsi dietro un muro, spesso privo di empatia neanche comprende lontanamente il tipo di sofferenza che crea in me.
Inutile dire che mi sento triste, ferito e abbandonato e pur sapendo che è un amore sbagliato continuo a cercare un suo contatto.
Posto che , in preda a rabbia, gli ho descritto ciò che penso del nostro rapporto , lui ha ammesso di avere questo problema (da piccolo ha avuto una madre poco empatica e molto rigida attenta ai bisogni primari e basta) , ma non gli scatta la molla di mettersi in discussione o affrontare un percorso terapeutico.
La mia domanda è come posso (senza manipolarlo) portarlo ad una visione chiara del suo problema , a "sgonfiare" quel pieno di se e metterlo sul piano comunicativo epatico con me ?
Qual'è secondo lei la chiave per entrare in questa dimensione ?
Grazie per una Sua eventuale risposta
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Gentile utente,
in una relazione spesso i comportamenti dell'uno possono essere favoriti da quelli dell'altro, per cui se lei riuscisse a cambiare qualcosa nel suo modo di porsi, quasi sicuramente otterrebbe cambiamenti anche nel comportamento del partner.
Sembra un ragionamento un po' scontato, ma ne discende che più che concentrare l'attenzione sul comportamento dell'altro, conviene porre attenzione e modificare qualcosa del proprio sentire e comportarsi.
Non le consiglio di provarci da solo: per ottenere tali cambiamenti è opportuna e probabilmente indispensabile altra idonea e competente "relazione" terapeutica con un professionista psicologo. La psicoterapia della Gestalt dovrebbe essere particolarmente indicata.
Detto ciò potrebbe essere dato qualche suggerimento on line come ad esempio adottare delle comunicazioni in cui si fanno presenti i propri sentimenti, ma dei colloqui con uno psicoterapeuta possono essere molto più efficaci.
cordiali saluti.
in una relazione spesso i comportamenti dell'uno possono essere favoriti da quelli dell'altro, per cui se lei riuscisse a cambiare qualcosa nel suo modo di porsi, quasi sicuramente otterrebbe cambiamenti anche nel comportamento del partner.
Sembra un ragionamento un po' scontato, ma ne discende che più che concentrare l'attenzione sul comportamento dell'altro, conviene porre attenzione e modificare qualcosa del proprio sentire e comportarsi.
Non le consiglio di provarci da solo: per ottenere tali cambiamenti è opportuna e probabilmente indispensabile altra idonea e competente "relazione" terapeutica con un professionista psicologo. La psicoterapia della Gestalt dovrebbe essere particolarmente indicata.
Detto ciò potrebbe essere dato qualche suggerimento on line come ad esempio adottare delle comunicazioni in cui si fanno presenti i propri sentimenti, ma dei colloqui con uno psicoterapeuta possono essere molto più efficaci.
cordiali saluti.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 03/06/2015.
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