Ansia depressione
Buondì. Sono un uomo di 27 anni. Al termine del mio percorso universitario ebbi una crisi nervosa con diversi sintomi (inappetenza, grastrite nervosa, senso di smarrimento, lieve depressione ecc.) che il mio medico curante mi consigliò di curare con Daparox (20mg al mattino) e Anseren (15 mg alla sera). Pian piano ho migliorato la situazione ma non gradivo lo stordimento datomi dagli ansiolitici. Questi problemi non mi hanno comunque impedito di completare gli studi, specializzarmi e iniziare la mia carriera lavorativa nel settore che io ho scelto e che più mi aggrada. Molti dei problemi però non sono scomparsi. Sono una persona molto nervosa e i momenti più difficili della giornata sono quelli dei pasti. Inspiegabilmente (forse per fobie che ancora non ho del tutto individuato, tranne quella della paura di vomitare dopo aver pranzato) e con frequenza del tutto casuale, a meno di situazioni particolari per le quali il mio pensiero si prepara negativamente già da prima, ho dei blocchi durante il momento del pranzo che non mi permettono di continuare a mangiare. Questo ovviamente mi provoca un senso di sconfitta, impotenza e senso di malessere generale. Al di la di situazioni particolari mi capita anche a volte quando son da solo. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, da circa 2 anni e mezzo non prendo più l'anseren, mentre continuo a prendere 5mg di daparox saltuariamente. Circa un anno e mezzo fa iniziai una terapia presso una psicologa che mi aiutò molto. Avevo ridotto questi momenti di difficoltà al minimo. Poi è successo che ho dovuto interrompere la terapia perché ho cambiato città per inseguire obiettivi di carriera lavorativa. Ero stato avvisato del fatto che un cambiamento avrebbe rotto qualche equilibrio che avevo raggiunto, ma determinato come lo sono sempre stato, ho fatto i bagagli e son partito. Ovviamente puntuali son tornati tutti i miei problemi, ma in un modo o nell'altro sono fino ad ora riuscito a tenerli a bada (con alti e bassi). Ho un nuovo medico curante nella città in cui risiedo che mi ha prescritto lo xanax senza molti indugi (comprato ma non ancora utilizzato). Ora, veniamo al punto. Cinque giorni fa sono stato operato in una zona delicata (testicoli). Mi sono presentato al momento del ricovero spavaldo e sicuro ma dopo l'intervento sono ricaduto in depressione. Premetto che vivo da solo e nella città in cui sono non ho gente alla quale appoggiarmi (e poi per i miei problemi con il cibo tendo a evitare situazioni di compagnia che mi bloccano un po le amicizie!). In questi giorni di degenza in cui sono in casa ho i miei problemi alimentari (oltre i dolori lancinanti che quasi mi impediscono di camminare). Ieri sera ad esempio dopo cena son stato malissimo, con sensi di vomito, brividi, frustrazione e malessere generale. Ho evitato in tutti i modi lo xanax e ci son riuscito ma questa mattina al risveglio ero messo peggio di ieri sera. Ora sono un po calmo, ma questo andazzo mi demoralizza. Chiedo consigli. Grazie
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Gentile Utente,
sarebbe il caso di rivolgersi nuovamente a uno specialista per una rivalutazione della sua condizione e un'eventuale ripresa del percorso terapeutico, forse interrotto troppo precocemente.
I cambiamenti affrontati hanno contribuito a destabilizzarla e al riacutizzarsi della sua sintomatologia che sembrerebbe legata a una problematica di natura ansiosa.
Dati poi i condizionamenti sul suo benessere e sulla sua qualità di vita che la paura del vomito le procura, è davvero opportuno che lei si prenda cura della sua salute in modo opportuno.
Dovrebbe per il momento, visto lo stato di convalescenza in cui si trova, almeno seguire la prescrizione del suo medico di base. Magari gli chieda informazioni sul farmaco prescritto, se questo può facilitare la sua assunzione.
Quando starà meglio si attivi per la ricerca di un altro terapeuta nella città in cui si trova, in modo di poter considerare l'opportunità di una ripresa della cura.
Molti auguri
sarebbe il caso di rivolgersi nuovamente a uno specialista per una rivalutazione della sua condizione e un'eventuale ripresa del percorso terapeutico, forse interrotto troppo precocemente.
I cambiamenti affrontati hanno contribuito a destabilizzarla e al riacutizzarsi della sua sintomatologia che sembrerebbe legata a una problematica di natura ansiosa.
Dati poi i condizionamenti sul suo benessere e sulla sua qualità di vita che la paura del vomito le procura, è davvero opportuno che lei si prenda cura della sua salute in modo opportuno.
Dovrebbe per il momento, visto lo stato di convalescenza in cui si trova, almeno seguire la prescrizione del suo medico di base. Magari gli chieda informazioni sul farmaco prescritto, se questo può facilitare la sua assunzione.
Quando starà meglio si attivi per la ricerca di un altro terapeuta nella città in cui si trova, in modo di poter considerare l'opportunità di una ripresa della cura.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
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Le consiglio di non trascurarsi causa impegni lavorativi, il benessere psicofisico è importante.
Quando si sarà ripreso dall'intervento sarebbe bene dare una cadenza regolare agli incontri con la sua curante, così come lei stesso pensa.
Cordialità
Quando si sarà ripreso dall'intervento sarebbe bene dare una cadenza regolare agli incontri con la sua curante, così come lei stesso pensa.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 02/06/2015.
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