Conversione.
Gentili dottori, a seguito di una serie di disturbi apparentemente neurologici l'anno scorso ho effettuato una serie di visite e accertamenti che hanno escluso qualsiasi patologia (a parte ,forse,una leggera fibromialgia).
Tutto è iniziato con un attacco di panico che mi ha portato a chiudermi in casa per 2 mesi. Ovviamente ho creduto subito opportuno l'intervento di uno psicoterapeuta (pur essendo una persona molto riservata e timida).
E' quindi un anno che faccio una terapia psicologica (non prendo farmaci di alcun tipo) e solo da poco mi è stata fatta diagnosi di disturbo da conversione. Sinceramente la cosa non mi ha molto spaventato.
Ciò che però vorrei sapere è se si riesce ad uscire da questo fastidiosissimo stato.
Non intendo sapere la tempistica perchè so che dipende da molti fattori,ma solo se è un disturbo che con l'adeguata pazienza e l'adeguata terapia possa essere debellato.
Chiedo a voi perchè non conosco nessuno nè tra amici nè tra parenti che abbia mai sofferto ,almeno apparentemente,di questo problema e quindi non posso confrontarmi con nessuno in tal senso.
Cordiali saluti.
Tutto è iniziato con un attacco di panico che mi ha portato a chiudermi in casa per 2 mesi. Ovviamente ho creduto subito opportuno l'intervento di uno psicoterapeuta (pur essendo una persona molto riservata e timida).
E' quindi un anno che faccio una terapia psicologica (non prendo farmaci di alcun tipo) e solo da poco mi è stata fatta diagnosi di disturbo da conversione. Sinceramente la cosa non mi ha molto spaventato.
Ciò che però vorrei sapere è se si riesce ad uscire da questo fastidiosissimo stato.
Non intendo sapere la tempistica perchè so che dipende da molti fattori,ma solo se è un disturbo che con l'adeguata pazienza e l'adeguata terapia possa essere debellato.
Chiedo a voi perchè non conosco nessuno nè tra amici nè tra parenti che abbia mai sofferto ,almeno apparentemente,di questo problema e quindi non posso confrontarmi con nessuno in tal senso.
Cordiali saluti.
[#2]
Utente
gentile dott. ssa Pileci,
lei ha ragione nel pormi questa domanda.
E le dico anche che al curante ho esposto questi miei dubbi però ho sempre quel briciolo di paura che sia ingappata in qualche guaio più grosso di me. (il mio aver paura di non riuscire nelle cose è ,peraltro, alla base di questo mio percorso e ahimè è un punto sul quale c'è ancora da lavorare perchè la mia insicurezza non è sparita)
lei ha ragione nel pormi questa domanda.
E le dico anche che al curante ho esposto questi miei dubbi però ho sempre quel briciolo di paura che sia ingappata in qualche guaio più grosso di me. (il mio aver paura di non riuscire nelle cose è ,peraltro, alla base di questo mio percorso e ahimè è un punto sul quale c'è ancora da lavorare perchè la mia insicurezza non è sparita)
[#3]
E' sempre importante esprimere questi dubbi col curante nel corso delle sedute.
Per quanto riguarda l'etichetta "disturbo da conversione" è utile avere una diagnosi esplicativa che deve richiedere al curante.
Quanto alle perplessità... un anno è un periodo notevole di psicoterapia. Quali obiettivi avete fissato lo scorso anno e quali di questi sono stati raggiunti?
Per quanto riguarda l'etichetta "disturbo da conversione" è utile avere una diagnosi esplicativa che deve richiedere al curante.
Quanto alle perplessità... un anno è un periodo notevole di psicoterapia. Quali obiettivi avete fissato lo scorso anno e quali di questi sono stati raggiunti?
[#4]
Utente
Sinceramente non abbiamo definito insieme degli obiettivi.
E' più un percorso di riscoperta di mie parti mai uscite fuori tipo rabbia,aggressività. E' un riconoscere e gestire le emozioni.
Compiti pratici non ne ho mai avuti.
Certo riuscire ad uscire di casa e fare una passeggiata per me è stato un grande passo avanti,oppure bloccare l'attico di panico riconoscendolo e non facendomi spaventare,riprendere a seguire lezioni all'università,guidare la macchina,relazionarmi con la gente.
Tutte cose che per due mesi non sono riuscita a fare e che adesso faccio anche se con qualche difficoltà e qualche periodo di "ricaduta" (mi lasci passare il termine).
E' più un percorso di riscoperta di mie parti mai uscite fuori tipo rabbia,aggressività. E' un riconoscere e gestire le emozioni.
Compiti pratici non ne ho mai avuti.
Certo riuscire ad uscire di casa e fare una passeggiata per me è stato un grande passo avanti,oppure bloccare l'attico di panico riconoscendolo e non facendomi spaventare,riprendere a seguire lezioni all'università,guidare la macchina,relazionarmi con la gente.
Tutte cose che per due mesi non sono riuscita a fare e che adesso faccio anche se con qualche difficoltà e qualche periodo di "ricaduta" (mi lasci passare il termine).
[#6]
Utente
Non saprei, è il mio primo approccio a una psicoterapia.
Ma la mia domanda non era stata inserita per "giudicare" il mio lavoro o quello della persona che mi sta seguendo,ma semplicemente per capire se è un problema dal quale si può "uscire o no".
La ringrazio comunque per la sua disponibilità.
Cordiali saluti.
Ma la mia domanda non era stata inserita per "giudicare" il mio lavoro o quello della persona che mi sta seguendo,ma semplicemente per capire se è un problema dal quale si può "uscire o no".
La ringrazio comunque per la sua disponibilità.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.5k visite dal 01/06/2015.
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