Aiuto. Che devo fare? Crisi in psicoterapia
Che devo fare? Non so prendere una decisione da sola.
Come faccio a sapere che devo cambiare terapeuta? Non so valutare.
E' professionalmente bravo. Ma ho già un sacco di problemi miei, non posso permettermene altri. Non vederlo solo come il mio terapeuta per me è un grandissimo problema. So di essere gelosa dei suoi figli ed anche della moglie. So che casa e studio sono appiccicate. Ma in queste ultime tre settimane ho beccato tutta la sacra famiglia, un incontro a settimana. Moglie (visti baciarsi), figlio, figlia. La figlia mi ha chiesto se dovesse tenermi il portone, che eravamo arrivate contemporaneamente. Le ho detto no, sono pure stata scortese, ma non la sopporto. Non la conosco lo so, ma mi ha suscitato antipatia, probabilmente originata da gelosia e le altre volte l'ho sempre vista sorridente ed anche questa cosa non l'ho mai sopportata e mi ha disturbata.Tutto questo mi condiziona poi la seduta. Non parlo, ho difficoltà a parlare, sono arrabbiata con lui.
Che devo fare?
Non mi va di dirgli queste cose, sono antipatiche da dire e da sentirsi dire.
Dovrei chiudere la terapia?
Ho davvero tanti problemi non posso permettermi poi questo tipo di distrazione. Certo lo so che queste mie reazioni sono collegate a mie problematiche ma così è tutto più difficile per me.
Scusatemi...........
Come faccio a sapere che devo cambiare terapeuta? Non so valutare.
E' professionalmente bravo. Ma ho già un sacco di problemi miei, non posso permettermene altri. Non vederlo solo come il mio terapeuta per me è un grandissimo problema. So di essere gelosa dei suoi figli ed anche della moglie. So che casa e studio sono appiccicate. Ma in queste ultime tre settimane ho beccato tutta la sacra famiglia, un incontro a settimana. Moglie (visti baciarsi), figlio, figlia. La figlia mi ha chiesto se dovesse tenermi il portone, che eravamo arrivate contemporaneamente. Le ho detto no, sono pure stata scortese, ma non la sopporto. Non la conosco lo so, ma mi ha suscitato antipatia, probabilmente originata da gelosia e le altre volte l'ho sempre vista sorridente ed anche questa cosa non l'ho mai sopportata e mi ha disturbata.Tutto questo mi condiziona poi la seduta. Non parlo, ho difficoltà a parlare, sono arrabbiata con lui.
Che devo fare?
Non mi va di dirgli queste cose, sono antipatiche da dire e da sentirsi dire.
Dovrei chiudere la terapia?
Ho davvero tanti problemi non posso permettermi poi questo tipo di distrazione. Certo lo so che queste mie reazioni sono collegate a mie problematiche ma così è tutto più difficile per me.
Scusatemi...........
[#1]
Gentile Utente,
Dovrebbe discuterne con il suo terapeuta, anche questa gelosia ha un significato ed andrebbe adoperata in seduta.
Se cambia terapeuta anche un eventuale altro potrebbe avere moglie e figli o fidanzata o amante....
Il problema non è il terapeuta, ma quello che sta provando - giustamente - per lui
Dovrebbe discuterne con il suo terapeuta, anche questa gelosia ha un significato ed andrebbe adoperata in seduta.
Se cambia terapeuta anche un eventuale altro potrebbe avere moglie e figli o fidanzata o amante....
Il problema non è il terapeuta, ma quello che sta provando - giustamente - per lui
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Buongiorno Dott.ssa Randone e la ringrazio della Sua risposta.
Ma non c'è, per esempio, un tipo di indirizzo psicoterapeutico in cui il paziente non sa nulla del terapeuta? A me pesano tutti gli elementi che riguardano la sua vita personale e professionale anche. Sono cose brutte da provarsi, sempre gelosia: la casa, lo studio, la famiglia, il lavoro.
E poi, dopo l'incontro con la figlia ho pensato che lui lo stesse facendo apposta; nel senso che la figlia ha spaccato il minuto davanti il portone e forse la volta scorsa lui mi ha notato dopo che si è incontrato con la moglie (dato sempre tutto a ridosso al mio orario di seduta).
Quello che dico io è che tutta questa faccenda mi sta remando contro.
Arrivare in seduta, con tanti problemi che ho, poi cambiare stato d'animo e idea e non parlarne e avere difficoltà, è chiaro che ci rimetto io.
Sto male, non ce la faccio più.
Forse dovrei cambiare approccio terapeutico.
Tra l'altro le volte che sono ricorsa a questo sito, credo siano troppe in considerazione che "un terapeuta io già ce l'ho" (come spesso mi è stato fatto notare in sede di consulto). O sbaglio?
E seriamente, mi dispiace anche tanto, perchè sento che sto rovinando e peggiorando il rapporto (difficile da sempre) con il mio terapeuta. Ma mi sono stufata di avere problemi con lui. Ne ho una caterba dei mei.
Il paradosso della psicoterapia è che funziona con chi sa comunicare, sa esprimersi ed i problemi maggiori li hanno proprio, invece, quelli che non sanno parlare e comunicare.Tipo me.
Ieri, cercando tra i vecchi consulti del sito sull'argomento della interruzione della terapia, ne ho trovato uno in cui si consigliava al paziente di stampare il consulto che stava richiedendo e mostrarlo alla propria terapeuta.
Lei o i Suoi Colleghi, mi sconsigliereste di fare una cosa simile? Ne ho scritti diversi, ribadisco, anche "troppi" (credo) per chi già ha un terapeuta. Ci rimarrebbe male? Sarebbe controproducente?
Forse che non so più niente. Non so se non so farmi aiutare da lui o non so proprio farmi aiutare.
Come posso orientarmi? Nuovamente grazie.
Ma non c'è, per esempio, un tipo di indirizzo psicoterapeutico in cui il paziente non sa nulla del terapeuta? A me pesano tutti gli elementi che riguardano la sua vita personale e professionale anche. Sono cose brutte da provarsi, sempre gelosia: la casa, lo studio, la famiglia, il lavoro.
E poi, dopo l'incontro con la figlia ho pensato che lui lo stesse facendo apposta; nel senso che la figlia ha spaccato il minuto davanti il portone e forse la volta scorsa lui mi ha notato dopo che si è incontrato con la moglie (dato sempre tutto a ridosso al mio orario di seduta).
Quello che dico io è che tutta questa faccenda mi sta remando contro.
Arrivare in seduta, con tanti problemi che ho, poi cambiare stato d'animo e idea e non parlarne e avere difficoltà, è chiaro che ci rimetto io.
Sto male, non ce la faccio più.
Forse dovrei cambiare approccio terapeutico.
Tra l'altro le volte che sono ricorsa a questo sito, credo siano troppe in considerazione che "un terapeuta io già ce l'ho" (come spesso mi è stato fatto notare in sede di consulto). O sbaglio?
E seriamente, mi dispiace anche tanto, perchè sento che sto rovinando e peggiorando il rapporto (difficile da sempre) con il mio terapeuta. Ma mi sono stufata di avere problemi con lui. Ne ho una caterba dei mei.
Il paradosso della psicoterapia è che funziona con chi sa comunicare, sa esprimersi ed i problemi maggiori li hanno proprio, invece, quelli che non sanno parlare e comunicare.Tipo me.
Ieri, cercando tra i vecchi consulti del sito sull'argomento della interruzione della terapia, ne ho trovato uno in cui si consigliava al paziente di stampare il consulto che stava richiedendo e mostrarlo alla propria terapeuta.
Lei o i Suoi Colleghi, mi sconsigliereste di fare una cosa simile? Ne ho scritti diversi, ribadisco, anche "troppi" (credo) per chi già ha un terapeuta. Ci rimarrebbe male? Sarebbe controproducente?
Forse che non so più niente. Non so se non so farmi aiutare da lui o non so proprio farmi aiutare.
Come posso orientarmi? Nuovamente grazie.
[#3]
Si, lo penso anche io che siano troppi, non perché noi non vogliamo risponderle, anzi, ma se è già in terapia non dovrebbe sento il bisogno di scrivere a noi.
L'orientamento analitico, solitamente, è molto rigido e riservato.
Io, per esempio, pur non essendo una psicoanalista ma un sessuologo clinico, sono molto rigida ed il mio privato non passa mai in seduta.
Dipende dal terapeuta e dalla formazione ricevuta
L'orientamento analitico, solitamente, è molto rigido e riservato.
Io, per esempio, pur non essendo una psicoanalista ma un sessuologo clinico, sono molto rigida ed il mio privato non passa mai in seduta.
Dipende dal terapeuta e dalla formazione ricevuta
[#7]
Può dipendere da - ma siamo online lo prenda con le pinze :
Dalle sue resistenze.
Dalla sua paura del cambiamento.
Dalla relazione tra voi.
Da cosa le evoca il terapeuta
Dalla sua necessità, inconscia, di rallentare..
Se state correndo troppo.
Se ha toccato corde emotive scoperte e dolenti
Da quali copioni antichi...sta rivisitando
Dalla sua vita relazionale extra/terapia
...e da tantissimo altro..
Dalle sue resistenze.
Dalla sua paura del cambiamento.
Dalla relazione tra voi.
Da cosa le evoca il terapeuta
Dalla sua necessità, inconscia, di rallentare..
Se state correndo troppo.
Se ha toccato corde emotive scoperte e dolenti
Da quali copioni antichi...sta rivisitando
Dalla sua vita relazionale extra/terapia
...e da tantissimo altro..
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.4k visite dal 28/05/2015.
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