Il mio amore..è "giusto"?
Buona sera dottori, vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e fin da subito mi scuso per questo titolo poco chiaro, ma non sapevo come altro esprimere la mia domanda in poche parole.
Ho 25 anni, sono fidanzata da un anno e mezzo, e non capisco se il mio modo di vivere l'amore è...dico giusto, ma solo perchè non trovo un termine migliore. Corretto, sano.
La mia prima relazione duratura, ovvero quella precedente all'attuale, è stata qualcosa che ora come ora mi inquieta. Mi rendo conto che io e il mio ex vivevamo un amore sbagliato, ossessivo, di dipendenza l'uno dall'altra. Non uscivamo se non insieme, non stavamo separati mai, in due anni non abbiamo mai dormito soli una notte (se non costretti da qualche evento particolare) non sono mai uscita con i miei amici/amiche, mai. E non posso dare la colpa solo a lui, anche se di sicuro era quello che spingeva questa cosa. Io ho accettato ogni sua richiesta fino al punto di considerarla quasi naturale, di non notare la stranezza del nostro rapporto, pensando che "ci amavamo tanto e stavamo sempre insieme per questo".
Quando poi l'ho lasciato -alla fine non reggevo più la sensazione di essere in gabbia- mi sono sentita spaesata e sola, quasi non più capace di camminare senza un sostegno. Ci ho messo un pò a stare di nuovo bene, e allora ho conosciuto il mio nuovo fidanzato, che vive le relazioni in maniera opposta a quello del mio ex...un caso? non so. Sicuramente ero dell'idea che avendo ritrovato la libertà non l'avrei più lasciata.
Solo che sono cominciati i problemi, per me. Quello che la mia mente diceva un'altra parte di me non l'accettava, e voleva di nuovo averlo sempre con me.
I primi tempi sono stati terribili. Soffrivo tantissimo ogni volta in cui non potevo vederlo, in cui mi diceva che avrebbe fatto altro,che lavorava o solo che era stanco e andava a casa. Cercavo di far si che lui non lo capisse - mi sentivo pazza - ma ogni sera in cui non era con me andavo a dormire piangendo, arrabbiatissima con lui e, dentro di me, incolpandolo di non tenerci. Poi a mente lucida capivo che ero io a sbagliare, non lui.
Ho cercato tanto di risolvere il mio problema, e adesso devo dire che sto molto meglio.
Quando non siamo insieme sono cmq tranquilla...la vivo meglio.
Ma i dubbi non mancano, perchè lui continua a mancarmi, e ogni volta che mi dice che non ci sarà una parte di me soffre. Come oggi, ad esempio. La mia serata, pur uscendo con amici e divertendomi, rimane avvolta da un filo di insoddisfazione,e quando vado a dormire penso a lui e mi spiace molto che non sia con me, ci sto male. E mi dico..stare così è normale?
Voler andare a vivere insieme, sentirne la mancanza, aver voglia di dormire accanto a lui ogni notte..è sbagliato? Non sento sempre la sua mancanza...durante il giorno sto bene, ho il lavoro, la scuola..o anche se non faccio niente, sto bene.
Ma poi...mi manca.
Questo è normale? o sono ancora "matta"?
Ora che ho sperimentato l'eccesso non capisco dove sta la normalità.
Grazie!
Ho 25 anni, sono fidanzata da un anno e mezzo, e non capisco se il mio modo di vivere l'amore è...dico giusto, ma solo perchè non trovo un termine migliore. Corretto, sano.
La mia prima relazione duratura, ovvero quella precedente all'attuale, è stata qualcosa che ora come ora mi inquieta. Mi rendo conto che io e il mio ex vivevamo un amore sbagliato, ossessivo, di dipendenza l'uno dall'altra. Non uscivamo se non insieme, non stavamo separati mai, in due anni non abbiamo mai dormito soli una notte (se non costretti da qualche evento particolare) non sono mai uscita con i miei amici/amiche, mai. E non posso dare la colpa solo a lui, anche se di sicuro era quello che spingeva questa cosa. Io ho accettato ogni sua richiesta fino al punto di considerarla quasi naturale, di non notare la stranezza del nostro rapporto, pensando che "ci amavamo tanto e stavamo sempre insieme per questo".
Quando poi l'ho lasciato -alla fine non reggevo più la sensazione di essere in gabbia- mi sono sentita spaesata e sola, quasi non più capace di camminare senza un sostegno. Ci ho messo un pò a stare di nuovo bene, e allora ho conosciuto il mio nuovo fidanzato, che vive le relazioni in maniera opposta a quello del mio ex...un caso? non so. Sicuramente ero dell'idea che avendo ritrovato la libertà non l'avrei più lasciata.
Solo che sono cominciati i problemi, per me. Quello che la mia mente diceva un'altra parte di me non l'accettava, e voleva di nuovo averlo sempre con me.
I primi tempi sono stati terribili. Soffrivo tantissimo ogni volta in cui non potevo vederlo, in cui mi diceva che avrebbe fatto altro,che lavorava o solo che era stanco e andava a casa. Cercavo di far si che lui non lo capisse - mi sentivo pazza - ma ogni sera in cui non era con me andavo a dormire piangendo, arrabbiatissima con lui e, dentro di me, incolpandolo di non tenerci. Poi a mente lucida capivo che ero io a sbagliare, non lui.
Ho cercato tanto di risolvere il mio problema, e adesso devo dire che sto molto meglio.
Quando non siamo insieme sono cmq tranquilla...la vivo meglio.
Ma i dubbi non mancano, perchè lui continua a mancarmi, e ogni volta che mi dice che non ci sarà una parte di me soffre. Come oggi, ad esempio. La mia serata, pur uscendo con amici e divertendomi, rimane avvolta da un filo di insoddisfazione,e quando vado a dormire penso a lui e mi spiace molto che non sia con me, ci sto male. E mi dico..stare così è normale?
Voler andare a vivere insieme, sentirne la mancanza, aver voglia di dormire accanto a lui ogni notte..è sbagliato? Non sento sempre la sua mancanza...durante il giorno sto bene, ho il lavoro, la scuola..o anche se non faccio niente, sto bene.
Ma poi...mi manca.
Questo è normale? o sono ancora "matta"?
Ora che ho sperimentato l'eccesso non capisco dove sta la normalità.
Grazie!
[#1]
Gentile ragazza, col primo amore , eravate tanto giovani, eravate fusionali ,soddisfacendo in tal modo anche i bisogni di sicurezza, cosa molto frequente in coppie giovani. Ora , che è passato del tempo vedo che in generale , pur essendo innamorata , vive bene anche da sola, ma alla sera lui le manca , anche fisicamente, perchè l'amore è appunto anche intimità, contatto.. si domandi se in linea generale ha l'impressione di essere amata, corrisposta , se c'è intimità dei cuori che è il prerequisito dell'intimità dei corpi.
Si domandi se avete delle aspettative simili per quel che riguarda la vostra relazione, a volte c'è timore di parlarne ,ma è anche importante capire a che punto si è .
Del resto la sconsiglio di pressarlo, lui cosa fa, con chi vive ...?
Sento che vive meglio questo rapporto, anche se noto una certa ansia di fondo, parlate ragazzi, di sentimenti, progetti, sogni, più vi capite, meglio starete..Leggendo i suoi post precedenti sembra che lui abbia difficoltà a lasciarsi andare, perchè è difeso.. una psicoterapia di coppia , a partire da Lei , sarebbe ottima cosa, intanto le sue attenzioni, mia cara e giudizi gentili sarebbero consigliabili.
Restiamo in ascolto..
Si domandi se avete delle aspettative simili per quel che riguarda la vostra relazione, a volte c'è timore di parlarne ,ma è anche importante capire a che punto si è .
Del resto la sconsiglio di pressarlo, lui cosa fa, con chi vive ...?
Sento che vive meglio questo rapporto, anche se noto una certa ansia di fondo, parlate ragazzi, di sentimenti, progetti, sogni, più vi capite, meglio starete..Leggendo i suoi post precedenti sembra che lui abbia difficoltà a lasciarsi andare, perchè è difeso.. una psicoterapia di coppia , a partire da Lei , sarebbe ottima cosa, intanto le sue attenzioni, mia cara e giudizi gentili sarebbero consigliabili.
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
<<Voler andare a vivere insieme, sentirne la mancanza, aver voglia di dormire accanto a lui ogni notte..è sbagliato?<<
Non è sbagliato in assoluto.
Talvolta coincide però con una dipendenza affettiva.
Talaltra con il controllo.
Altre volte con il desiderio di vivere una coppia fusionale, nella quale si sta bene solo se c'è..."la fusione".
Queste tre forme con sono certo il massimo per l'altro, a meno che anche l'altro non ami la gabbia.
Non è sbagliato in assoluto.
Talvolta coincide però con una dipendenza affettiva.
Talaltra con il controllo.
Altre volte con il desiderio di vivere una coppia fusionale, nella quale si sta bene solo se c'è..."la fusione".
Queste tre forme con sono certo il massimo per l'altro, a meno che anche l'altro non ami la gabbia.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Utente
Gentile Dr. Fregonese, grazie mille per la sua risposta, e per aver letto anche i post precedenti. Si, lui è molto frenato, e chiuso, anche se devo dire che col tempo sta molto migliorando. Abbiamo parlato tanto, tantissimo, ma probabilmente doppiamo parlare ancora di più, all'infinito. D'altronde a me piace molto parlare con lui, credo che sia l'unico modo di conoscerlo davvero, alla fine.
Lui...non sono certa si senta pronto a vivere con me, e l'unica volta che ho azzardato la domanda direttamente ha risposto di si, ma che comunque non c'erano le condizioni (economiche, lui vive ancora coi genitori)..questa sua risposta, da una parte molto razionale, mi è sembrata un pò di comodo. Una sorta di risposta-scusa, ma anche un modo per rimandare la discussione.
Con l'arrivo dell'estate io rimarrò sola in casa per tre mesi, e vorrei provare a chiedergli di venire a stare da me per qualche settimana. Non come richiesta pressante però, solo se ne ha voglia. Se mi dicesse di no, ci rimarrei senz'altro male, ma capirei, perchè infondo voglio rispettare anche i suoi tempi.
Non so se quella che sento è dipendenza affettiva, o se invece lui non mi da abbastanza in termini reali.
Però è una domanda che mi pongo spesso,e che mi rimbalza in mente.
Ciò che vorrei più di tutto, è capire se IO riesco a vivere in modo sano le relazioni, e se è da parte sua quindi il problema (anche se dire da parte "sua" o "mia" non mi piace, ma per capirci è utile).
L'ansia di non essere in grado di vivere una relazione matura ed equilibrata c'è, e Dr. Brunialti (grazie mille anche per la sua risposta!) ciò che lei elenca è proprio ciò che io temo. Non tanto perchè possano non essere il massimo per l'altro, ma perchè io non primis non voglio essere quel tipo di persona che mette in gabbia la gente. E a volte ho paura di esserlo.
Proprio per questo cerco di crescere e di rendermi il più autonoma possibile, e in parte sento di riuscirci. Come diceva la Dr Fregonese, io sto bene sola! ...ma sto meglio con lui.
Sto prendendo seriamente in considerazione una psicoterapia, almeno per me (lui non so se lo farebbe mai...)
Grazie ancora delle risposte, buona giornata!
Lui...non sono certa si senta pronto a vivere con me, e l'unica volta che ho azzardato la domanda direttamente ha risposto di si, ma che comunque non c'erano le condizioni (economiche, lui vive ancora coi genitori)..questa sua risposta, da una parte molto razionale, mi è sembrata un pò di comodo. Una sorta di risposta-scusa, ma anche un modo per rimandare la discussione.
Con l'arrivo dell'estate io rimarrò sola in casa per tre mesi, e vorrei provare a chiedergli di venire a stare da me per qualche settimana. Non come richiesta pressante però, solo se ne ha voglia. Se mi dicesse di no, ci rimarrei senz'altro male, ma capirei, perchè infondo voglio rispettare anche i suoi tempi.
Non so se quella che sento è dipendenza affettiva, o se invece lui non mi da abbastanza in termini reali.
Però è una domanda che mi pongo spesso,e che mi rimbalza in mente.
Ciò che vorrei più di tutto, è capire se IO riesco a vivere in modo sano le relazioni, e se è da parte sua quindi il problema (anche se dire da parte "sua" o "mia" non mi piace, ma per capirci è utile).
L'ansia di non essere in grado di vivere una relazione matura ed equilibrata c'è, e Dr. Brunialti (grazie mille anche per la sua risposta!) ciò che lei elenca è proprio ciò che io temo. Non tanto perchè possano non essere il massimo per l'altro, ma perchè io non primis non voglio essere quel tipo di persona che mette in gabbia la gente. E a volte ho paura di esserlo.
Proprio per questo cerco di crescere e di rendermi il più autonoma possibile, e in parte sento di riuscirci. Come diceva la Dr Fregonese, io sto bene sola! ...ma sto meglio con lui.
Sto prendendo seriamente in considerazione una psicoterapia, almeno per me (lui non so se lo farebbe mai...)
Grazie ancora delle risposte, buona giornata!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.3k visite dal 28/05/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.