Reazione post diagnosi di cancro a mia madre

Ho 23 anni e sono una studentessa fuori sede di Giurisprudenza. Lo scorso 11 aprile a mia madre è stato diagnosticato un cancro al seno. Il 22 aprile è venuto a mancare un mio zio carissimo (lo definirei quasi un padre). Il 28 aprile mia madre si è operata e da quel giorno è cominciato il percorso oncologico che la vede protagonista. Da quel giorno mi sento ancor più responsabile verso la mia famiglia. Da un lato, voglio dare soddisfazioni a mia madre, vorrei che mi vedesse laureata; dall'altro, sono bloccata. Dormo male, non riesco a concentrarmi, ogni mio pensiero è rivolto a quella che sarà la vita di mia madre. Oggi avrei dovuto sostenere un esame ed ho avuto, per la prima volta, un crollo. Mi sono presentata all'appello e poi sono andata via, come se il mio corpo mi avesse implorato di non sottoporlo anche allo stress dell'esame. So che forse ho fatto la cosa giusta, ho dato ascolto alle mie esigenze, per una volta. Ma ora sento un senso di vuoto, come se avessi tolto, a mia madre soprattutto, un'occasione per gioire. Credo che stia perdendo di vista la mia vita perchè sono troppo impegnata a pensare e a progettare come sarà quella di mia madre. Mi sento bloccata e, al momento, non so come venirne fuori.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
la malattia oncologica mette a dura prova non solo chi ne è colpito, ma anche i famigliari, inoltre a questa si è sovrapposta una grave perdita familiare, già di per sé un lutto da elaborare.
E' comprensibile quanto sta provando, immagino che abbia con sua madre un legame speciale e che questo contribuisca ancora di più alla sofferenza che prova e al desiderio di sollevarla dal dolore dandole soddisfazioni, tanto più che probabilmente il fatto di studiare fuori sede può privarla di quella vicinanza che ora sente necessaria.

Certamente quanto sta accadendo non concilia con lo studio proficuo e le soddisfazioni che vorrebbe dare a sua madre poiché sta sostenendo un carico emotivo pesante.

Le pressioni che sente in questo senso contribuiscono, oltre al resto, a trattenerla in uno stato di malessere che sfocia poi con l'impossibilità di affrontare le prove che desidererebbe superare.
Forse ha bisogno di un momento di pausa, di elaborare la sua sofferenza, di darsi una tregua, credo che la più grande soddisfazione di una madre sia quella di vedere una figlia felice...
la laurea arriverà a tempo debito, prima una maggiore serenità.

Anche la sua vita è importante, per lei e per sua madre, non si trascuri... un supporto psicologico in questo momento le sarebbe di aiuto per i motivi che ho esposto e anche per vivere il rapporto con sua madre in modo più sereno...aiuterebbe entrambe.

Restiamo in ascolto e cari auguri per lei e per la sua mamma.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazza,

l'incotro col tumore - anche quello dei nostri famigliari più stretti - evoca angosce profonde, pensieri luttuosi.
E' naturale che la vita non possa continuare come prima.
Anche Lei - come Sua madre - dovrà fermarsi per affrontare e guardare in faccia questo evento. Se non altro per sostenerla e appoggiarla nel difficile cammino che le si prospetta.

Lo studio e il successo agli esami non sono l'unico appoggio che le può dare.

Tuttavia, per elaborare questa difficile situazione, un aiuto anche per Lei può essere necessario. Non c'è lo psicologo dell'università?


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
Aggiungo qualche nota a quelle delle Colleghe che condivido.

Una malattia come il tumore, spaventa, paralizza, obbliga a fare i conti con la vita che rimane e con la morte che verrà ..

Le reazioni sono differenti e tremendamente soggettive:
Chi si paralizza.
Chi intensifica la propria attività lavorativa per anestetizzarsi
Chi si separa.
Chi si innamora
Chi ride
Chi piange
Chi mangia
Chi smette di mangiare

Sono tutte strategie antidolorifiche per non affrontare la perdita

Si faccia aiutare, aiutando se stessa aiuterà anche sua madre, che sarà felice anche se non dovesse/potesse studiare.

Si goda ogni istante come se fosse l'ultimo, sarà un regalo che farà a se stessa!

Auguri per tutto e ci tenga aggiornati

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Gentili Dottoresse,
Vi aggiorno sulla situazione mia e di mia madre. Un paio di mesi fa mia mamma ha completato l'iter di terapie previste per il suo tumore. La situazione mia personale non è molto cambiata rispetto alla data del mio primo consulto.
Ho sostenuto 2 esami con ottimi voti, ma con estrema fatica e sempre con lo stesso stato d'animo. Vedo mia madre, cerco di godermi ogni momento con lei, cerco di darle il massimo, ma vivo col timore costante che la malattia possa ripresentarsi. Vedo mia madre come una "portatrice sana di eventuali e future metastasi", non saprei come meglio definire l'immagine che riesco a percepire di lei. In questi giorni di festa mi ripeto e cerco di convincermi a vivere al massimo e col massimo entusiasmo questo periodo perchè penso che potrebbe essere l'ultimo e non so se domani potrò godere della "felicità" dell'oggi. Vivo nell'attesa che accada qualcosa di brutto e questo mi spinge a voler vivere e ad immagazzinare bei ricordi con la mia famiglia, ma non riesco perchè sono imprigionata nella paura del cancro, dei suoi effetti e della sofferenza che ha portato a noi tutti. So che dovrei vivermi il presente e non pensare così negativamente al futuro, so molta teoria e conosco molte frasi fatte, ma non funzionano. Continuo a non avere voglia di fare alcun tipo di attività, mi sveglio per osmosi e per non far preoccupare la mia famiglia. Non riesco a svegliarmi per un motivo e niente mi da lo sprono per attivarmi. La concentrazione è sempre scarsissima, ma non mi sto imponendo dei ritmi di studio imponenti proprio perchè non voglio pretendere troppo e altro da me stessa. Ma così mi sento, oltre che infelice, insoddisfatta.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
È normale che si senta così è che abbia paura che arrivi il peggio...

Si faccia aiutare da un nostro collega per analizzare le emozioni e le paure sottostanti, fatto ordine anche la concentrazione dovrebbe migliorare.

Auguri per tutto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,
C'è la malattia; e poi c'è la paura della malattia, che è una malattia di per sè.
Se riteniamo di dover mettere a confronto i sentimenti anche con i dati di realtà, la percentuale di recidive per questo tipo di tumore è sempre meno elevata.
Tuttavia, Lei porebbe dire, ne basta una di ricaduta, quella di mia madre...

In maggio Le raccomandavo un supporto psicologico.
Lo ha poi fatto?
Se no, quali le resistenze che prova?






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Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Detto in tutta sincerità, ho provato ad affidarmi ad un supporto psicologico, ma economicamente era un impegno eccessivo. Considerando che la malattia di mia madre ha inciso in modo importante anche sulle finanze familiari. Ho cercato dei consultori gratuiti, ma tutti prevedevano massimo uno o tre incontri da mezz'ora ciascuno e ricordo che la psicologa con cui cominciai il percorso mi suggerì o di "addentrarmi" nella "terapia" ed essere consapevole del fatto che sarebbe stato un impegno di medio-lungo termine oppure evitare saltelli da un consultorio all'altro perchè avrebbero probabilmente solo peggiorato la situazione.