Sofferenza dopo aborto

Buongiorno,
ho 42 anni, una figlia di due anni e una settimana fa sono stata sottoposta a raschiamento per aborto interno gemellare. La seconda gravidanza è arrivata inattesa ma accolta con estrema gioia, perché concludeva un periodo di grande sofferenza: la morte di mia mamma dopo tredici anni di dolorosissima malattia. Mi sono occupata sempre da sola di lei perché, per varie vicissitudini, tutti gli altri componenti della mia famiglia di origine (padre, nonni, zii, cugini) sono morti da molti anni. Per me questa seconda gravidanza ha rappresentato la vittoria della vita sulla morte, così quando nel corso di un'ecografia di routine mi sono sentita dire che non si sentiva più il battito dei bambini sono sprofondata in un baratro di tristezza. Ora mi sento molto addolorata e confusa: il mio ginecologo mi esorta a riprovare presto a rimanere incinta, anche perché secondo lui, compatibilmente con l'età, l'attività ovarica è molto buona e questo è stato solo un incidente di percorso, imputabile al fatto che la gravidanza fosse gemellare monoamniotica; io però ho paura, perché temo che possa di nuovo succedere qualcosa di brutto visto anche che non sono certo giovane. Mi sento in colpa nei confronti della mia prima figlia, perché vorrei tanto regalarle un fratellino per evitare che si trovi così sola, senza parenti come sono io ora, ma nel contempo ho tanta paura all'idea di affrontare una nuova gravidanza. Il problema è, ovviamente, quello della mia età: se voglio riprovare ad avere figli non posso certo aspettare molto, quindi devo cercare di capire cosa è meglio fare, non solo per me ma anche per i miei cari. Mio marito mi è molto vicino, vuole solo che torni ad essere felice e secondo lui il modo migliore sarebbe cercare un'altra gravidanza. Io tento di reagire per la bambina, ma se fosse per me non uscirei più neanche di casa, non ho voglia di vedere nessuno, mi sento tanto confusa e sfortunata, perché questo evento va ad aggiungersi a tutti i lutti che io ho già dovuto affrontare fin da quando avevo solo cinque anni. E' normale sentirsi così confuse e in balia degli eventi? Come posso trasformare questo dolore in maniera positiva, anche per la mia bambina? In ogni caso domani tornerò al lavoro (insegno in un liceo) e cercherò di non pesare sugli altri col mio dolore. Grazie di cuore per l'attenzione.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102 45
Gentile Signora,
per prima cosa voglio esprimerle la mia solidarietà per quanto accaduto e, soprattutto visto il poco tempo trascorso, rassicurarla in merito alle sue attuali emozioni e stati d'animo.

Ciò che vorrei consigliarle è di non pensare alla sua età e non correre, di non cercare in fretta una risposta ai suoi interrogativi, ma di concedersi il tempo che le sarà necessario perché il suo corpo (...a proposito, è corretta la condizione di sottopeso segnalata nella sua scheda?), ma soprattutto la sua mente trovino rinnovate forza ed energia vitale.

Pensi eventualmente ad un secondo figlio per lui stesso e basta, senza caricarlo già prima del suo concepimento di responsabilità gravose quali il non lasciar sola al mondo la sua primogenita o essere un ripiego/sostituto di questa gravidanza andata male.

E' fortunata ad avere accanto un compagno comprensivo, ma in questi casi ciò potrebbe non essere sufficiente, poiché -seppur magari diverso- anche lui sta attraversando un momento doloroso.

La invito a rivolgersi al suo Consultorio di zona o ad un professionista privato per alcune sedute di sostegno psicologico, che l'aiutino ad elaborare in modo efficace quanto sta vivendo e gettino luce su quale direzione abbia voglia di seguire.

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
la ringrazio moltissimo dottoressa per la sua risposta tempestiva, saggia e molto rassicurante. Il mio essere sottopeso ha una ragione organica: soffro di morbo di Crohn e, anche quando sono in remissione completa come adesso, il mio peso più di tanto non riesce a salire. Il ginecologo e il gastroenterologo hanno escluso che la patologia possa aver causato l'aborto (anche perché la prima gravidanza è stata perfetta), però la convivenza ormai pluridecennale con questa malattia ha di certo contribuito a rendermi particolarmente sensibile e apprensiva. Grazie di cuore, le farò sapere come evolve la mia situazione. Le auguro buon lavoro e buona giornata
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67
Gentile utente,
comprendo la sua sofferenza per questo doloroso evento!
Fortunatamente può condividerlo con Suo marito.

Cercare un secondo figlio non è un compito, un dovere.. è solo un piacere. E dunque si dedichi ad esso attraverso una sessualità ritrovata e gioiosa.

<<se fosse per me non uscirei più neanche di casa, non ho voglia di vedere nessuno<<
Il dolore fa anche questi effetti.
Se però nel tempo di qualche settimana questi sintomi non dovessero regredire, si faccia aiutare. Dal medico di base. Da un/a psicologo/a.
E' inutile permanere nel dolore quando uno specialista può aiutare.

Saluti cari.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
grazie anche a lei dottoressa Brunialti.
Effettivamente è trascorso pochissimo tempo dall'evento (ho ricevuto la notizia della morte dei bimbi solo una settimana fa) e soprattutto questo è stato l'ultimo anello di una catena di vicende dolorose che hanno toccato me e la mia famiglia, compresa appunto la mia convivenza - per nulla semplice - con il morbo di Crohn, che mi accompagna fin dall'adolescenza e che ha limitato molte mie scelte personali di vita, ad esempio il fatto di avere la prima bambina tardi, a quarant'anni, poichè ho ritenuto meglio attendere di essere in remissione completa dalla malattia per non assumere farmaci in gravidanza.
La sensazione che provo ora è che la mia vita non sia veramente "mia", ma appunto in balìa di eventi tragici che io non posso in alcun modo prevedere né modificare. E sono anche stufa di continuare a dover fronteggiare problemi: sono forte, si, ma non sono fatta di ferro, e penso che mi meriterei anhce un po' di tranquillità e felicità finalmente!
Comunque oggi ho accompagnato la bimba al nido e, sebbene abbia provato molta tristezza, rabbia e invidia incontrando altre donne in dolce attesa in un qualche modo ce l'ho fatta; domani tornerò al lavoro, sarò impegnata con la conclusione dell'anno scolastico e gli esami di maturità quindi lentamente riuscirò ad elaborare anche questo lutto. Grazie davvero per l'attenzione e la disponibilità e cordiali saluti.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67
Noi ci siamo.
Saluti cordiali, e... buona conclusione di anno!


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Utente
Utente
buonasera dottoresse,
mi scuso se vi disturbo ancora ma la mia vicenda ha avuto alcuni sviluppi. Premetto che io sono nata e cresciuta a Milano e, nel bene e nel male, sono stata formata con l'idea che è bene che ognuno "si faccia gli affari suoi". Quando mi sono sposata dieci anni fa mi sono trasferita nel piccolo comune di mio marito, dove tuttora vivo e insegno, dove la mentalità sembra invece essere "ognuno deve farsi gli affari degli altri", cosa a cui non mi sono mai abituata. Oggi sono tornata al lavoro e, con mia amara sorpresa, ho scoperto che...tutti sapevano già tutto della mia vicenda. Tralasciando l'assoluta mancanza di professionalità della preside, la quale ha divulgato la notizia e dovrà chiarire il motivo per cui l'ha fatto, sono stata immediatamente avvicinata da colleghi, bidelli, allievi e persino loro genitori che volevano avere notizie circa quanto mi era accaduto.
In breve tempo mia disavventura è diventata nota in tutto il paese, così oggi pomeriggio quando sono uscita per portare mia figlia al parco giochi sono stata fermata da persone a me praticamente sconosciute che "volevano sapere" . Io sono veramente sconvolta da questa cosa. Fatico a vivere il mio dolore nell'intimità della mia famiglia e ora lo trovo, certamente non per mio volere, alla mercè di tutti. Se già prima non avevo voglia di uscire e di incontrare nessuno potete immaginarvi ora: la voglia di barricarmi in casa è tantissima, vorrei solo fuggire in un posto dove non mi conosce nessuno o magari semplicemente tornare a casa mia a Milano per elaborare, in solitudine e tranquillità, il mio dolore. E invece non posso: devo star qui, devo uscire e devo confrontarmi con questo sgradevolissimo imprevisto. Cosa posso fare per renderlo meno pesante? Mio marito dice di non badare a queste persone, ma a me da' fastidio la sola idea che tante persone siano a conoscenza di qualcosa di così intimo e che mi avvicinino per chiedermi notizie (non per cercare di darmi conforto, sia chiaro, ma solamente per la curiosità di sapere).
Grazie ancora di tutto, buona serata e buona domenica.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67
Cara Signora,

i piccoli paesi hanno vantaggi e svantaggi, Lei è capitata ora nei secondi.

E tuttavia vorrei suggerirLe che le domande che Le vengono rivolte non sempre hanno l'obiettivo di curiosare - questa è una interpretazione -, bensì talvolta per manifestare vicinanza; in fondo Lei come insegnante è un personaggio "pubblico" in questa piccola comunità.

Tra 20 giorni la scuola sarà finita e Lei potrà fare quanto ritiene giusto per sè.




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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Un'integrazione di gravidanza è un lutto a tutti gli effetti, che nel suo caso si allea - ed amplifica - il lutto per la perdita di sua mamma.

L’aborto va considerato sempre, anche quando è voluto, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.

La sintomatologia psicosomatica che insorge nelle donna che ha abortito, ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” (DSM IV), i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.
I disturbi comprendono:
disturbi neurovegetativi,
disturbi d’ansia,
del tono dell’umore,
del ritmo sonno veglia,
dell’affettività,
della sessualità,dell’alimentazione,
del flusso ideico e così via...

Il processo riproduttivo e procreativo deve essere considerato in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico.


Aspetti ancora un pò, è davvero troppo presto per tentare nuovamente , quando si tratta di bambini e gestazioni il famoso "chiodo scaccia chiodo" non funziona

Non insegua gli ovociti, ma si ascolti e soltanto quando e, soprattutto se, sarà pronta tenti nuovamente senza sensi di colpa nei confronti di nessuno.


Anche i figli unici sono sereni!

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#9]
Utente
Utente
grazie anche a lei dottoressa Randone per le belle parole confortanti.
Quello che mi colpisce particolarmente di questa esperienza è che si tratta di un dolore diverso rispetto a tutti quelli che ho vissuto precedentemente.
Quando è morto mio papà avevo cinque anni, e ricordo che la sensazione che provavo allora era quella di non essere più capace di inspirare, come se con lui se ne fosse andata via anche l'aria. Quando la scorsa estate è morta mia mamma ho provato per mesi una sensazione fortissima allo stomaco, come se fosse stretto in una morsa di metallo, e alle ossa, come se fossero state frantumate in seguito a forti percosse. Mi sembrava di sentire la loro scomparsa nel fisico oltre che nell'anima, ma ora posso affermare che subire un aborto è un'esperienza ancora più estrema, perché la morte entra per davvero nel nostro corpo.
La si sente, ci si deve confrontare e convivere con essa anche se è l'ultima cosa al mondo che si vorrebbe fare, ci si sente morire perché sembra tutto crudelmente e follemente contro natura e ci si sente beffate dal destino, perché se i nostri bambini dentro di noi dicono addio alla vita ecco invece che in maniera inspiegabile e intollerabile il nostro corpo continua a vivere, va avanti, non muore insieme a loro, e questo sembra veramente solo un assurdo scherzo del destino che si accanisce su di noi: la morte è dentro di noi, ma non è arrivata per noi, non è ancora il nostro turno ma quello dei nostri figli. Inaccettabile.
Mi permetto di usare il plurale, perché penso sia una sensazione comune a tutte le donne che attraversano questa linea di non ritorno tra luce e ombra.
E' questa compresenza di vita e morte dentro di sé, questo provare fisicamente il distacco dell'abbandono nel proprio corpo, nella propria carne oltre che nell'anima e il dover prendere atto che, nonostante tutto, noi non ce ne andiamo con i nostri figli - come forse inconsciamente desidereremmo e auspicheremmo - che rende questa esperienza veramente così tragica e oscura, proprio come se si vivesse in prima persona una tragedia greca, un dramma ancestrale e insondabile.
Grazie ancora a tutte voi, siete davvero di grande aiuto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Ogni dolore, come un domino, riacutizza i precedenti....per questo sta così male

Le auguro di cuore di fare ordine dentro di sé, tra le pieghe della sua sofferenza e di tornare a vivere..vedra' che la vita germogliera' dentro di lei..

Ancora auguri.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102 45
Cara Signora,
non scordi che il suo corpo è stato anche culla della vita, è stato l'insostituibile strumento che ha permesso che si rinnovasse il miracolo di una nuova esistenza. La sua (sono sicura!) meravigliosa bimba è un dono che la vita le ha fatto e che Lei ha fatto alla vita.

Ribadisco la necessità di concedersi, di regalarsi il tempo necessario per superare questo momento, pur continuando a portare avanti ciò che la vita le chiede. Non congeli questo dolore, lo sperimenti. Non lo tenga per sé, ma lo condivida e lo confronti con quello di suo marito.

Fortunati sono i suoi studenti ad avere una "prof" che il dolore non l'ha solo letto nelle tragedie, ma lo ha attraversato in prima persona e saprà dunque essere più saggia in virtù di questa sofferenza (...Eschilo, giusto?...).

Saluti.
[#12]
Utente
Utente
Si gentilissima dottoressa Scalco,
ha perfettamente ragione, sia citando Eschilo che affermando che la mia bambina è meravigliosa!
Sia io che mio marito stiamo lentamente metabolizzando il dolore per la recente perdita e ci stiamo rendendo conto di quanto siamo stati fortunati ad avere in dono la nostra Eleonora, che è vivacissima, piena di gioia, di amore, di luce e di vita. Quindi ora, anziché porci domande premature e tutto sommato inutili circa una possibile nuova gravidanza, ci stiamo concentrando su di lei, ringraziando il cielo per ciò che abbiamo e non più, come invece abbiamo fatto nei giorni immediatamente successivi all'aborto, imprecando per ciò che ci era stato sottratto.
Abbiamo deciso di attendere con calma e serenità l'esito del risultato istologico e citogenetico sui feti e, consigliandoci innanzitutto col ginecologo, capire se, vista la mia età, sarà consigliabile tentare di avere nuove gravidanze. Ma soprattutto vedremo se saremo pronti noi, se davvero ne avremo ancora il desiderio, perchè ci siamo resi conto del fatto che in realtà siamo già molto felici così, noi due con la nostra meravigliosa piccolina. Di sicuro questa tragica esperienza ha avuto il risvolto positivo di farci sentire ancor più uniti come coppia e come famiglia.
Grazie di cuore per il vostro aiuto, che è stato ed è davvero prezioso.
[#13]
Utente
Utente
buonasera dottoresse,
avrei gentilmente ancora bisogno di un vostro consulto.
Sono passate poco più di due settimane dall'aborto e io mi sento come uno yo-yo, alterno momenti di grande tristezza ad altri in cui mi sembra di essere in lenta ripresa; probabilmente il tutto è imputabile anche all'assestamento degli ormoni, in quanto in questi giorni sta riprendendo l'ovulazione.
Ieri una coppia di amici di mio marito (sono suoi amici intimi, non miei, perché come ho già spiegato mi sono trasferita dieci anni fa nel suo paese e i miei amici più cari sono nella mia città natale) ci ha comunicato con grande allegria (pur essendo a conoscenza del nostro dolore: un po' di tatto in più sarebbe stato decisamente auspicabile...) che aspettano il secondo figlio e, ironia della sorte, la data prevista per il parto è la stessa che era stata ipotizzata per i nostri gemelli. Io sono entrata in crisi: non posso dire di provare invidia nei loro confronti, perché non è vero, quanto piuttosto la sensazione di essere stata presa in giro dalla vita, che essa mi abbia tolto qualcosa mentre ad altri non abbia tolto -apparentemente, lo so, perché ognuno ha le proprie croci- nulla. Mi sento molto triste, inadeguata e a disagio, mi sento, nonostante abbia già una figlia, una donna a metà e mi è venuta una tremenda paura, vista la mia età, di non riuscire ormai più ad avere altri figli.
Mio marito, che finora si era sempre dimostrato molto calmo e rassicurante, dopo aver ricevuto la notizia dai suoi amici ha iniziato a manifestare molta tristezza e mi ha confidato che aveva già fatto tanti progetti per noi e per i nostri bambini; ha ammesso che anche lui è triste e arrabbiato, anche se mi ha ribadito più volte che non ritiene assolutamente che io abbia alcuna responsabilità in merito a quanto è accaduto; non mi aveva mai confessato di essere così colpito dalla perdita, e invece lo è davvero. Ma proprio a causa di questa ammissione ora io mi sento davvero in colpa nei suoi confronti, perché ho capito che anche lui desiderava moltissimo altri figli e l'ipotesi di non riuscire ad averne più mi fa temere anche per il futuro del nostro rapporto.
Come si può convivere con queste emozioni così forti e strane? Grazie ancora di cuore!
Ps per quanto riguarda alcuni suggerimenti precedenti avevate ragione: da quando la notizia della mia disavventura è stata divulgata in paese alcune persone mi hanno avvicinata solo per curiosità, mentre altre per dimostrarmi vicinanza, ad esempio raccontandomi che anche loro avevano vissuto un'esperienza simile.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non posso che ribadirle quello che le ho già detto:
Pazienza.
Tempo.
Elaborazione del lutto, con o senza un aiuto di tipo psicologico.


Si faccia aiutare se da sola non riesce a venirne fuori, online purtroppo non si può fare altro, se non ascoltarla ed indirizzarla
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Utente
Utente
Grazie ancora dottoressa Randone per la sua gentile risposta.
In passato ho effettuato un breve percorso di psicoterapia (due sedute due volte la settimana per un anno) che mi hanno aiutata moltissimo ad accettare la convivenza con il morbo di Crohn, che, nel bene e nel male, ha condizionato la mia vita, le mie scelte e soprattutto la mia giovinezza. E' stato molto difficile trovare la persona giusta con cui intraprendere questo cammino, ma dopo tanti tentativi sono stata indirizzata nel migliore dei modi e ne ho tratto grandissimo giovamento
Questa esperienza mi ha insegnato però che nella vostra specializzazione più ancora che in altre il terapeuta (la sua competenza, ma anche l'empatia che riesce a creare col paziente) determina veramente la differenza, ed è fondamentale creare questo rapporto positivo, che non sempre si instaura facilmente.
Attualmente purtroppo è impossibile pensare di tornare da questa dottoressa poiché si trova a più di 100km da casa mia e, per motivi familiari, io non posso assentarmi a lungo.
A causa del mio lavoro collaboro con molti psicoterapeuti che operano nella mia zona e so che tra questi nessuno è "adatto a me", quindi non mi sento di affidarmi a nessuno di loro.
Per ora quindi è un po' difficile pensare di riprendere un percorso di terapia psicologica, anche se magari in futuro la mia organizzazione familiare cambierà e io potrò tornare dalla dottoressa che tanto mi ha aiutata in passato e ricominciare un profondo cammino insieme. Speriamo.
Quindi a maggior ragione grazie, perché in questo momento l'ascolto e la comprensione da parte vostra sono aiuti preziosi. Le auguro buon lavoro, certa che il suo supporto sia davvero un faro di luce per tutti i pazienti che segue personalmente. Un caro saluto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Grazie a lei per avere usufruito del nostro portale.
Non demorda però, anche se non inizia nuovamente e non può ovviamente fruire degli psicoterapeuti che già conosce, può sempre effettuare qualche colloquio conoscitivo di sostegno con altri colleghi.

Metta il nome della sua città nel nostro portale, troverà svariati professionisti, scriva loro privatamente, qualche scambio preliminare, veda la loro foto, la loro simpatia e senta la loro empatia, legga i loro consulti....e decida.

Auguri per tutto.
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