Quando cambiare il terapeuta? in cura con tbs

Salve dottori. Ho 26 anni e sto vivendo un incubo causato dagli attacchi di panico. Se leggerete il mio ultimo consulto in cardiologia avrete un veloce quadro della situazione.

Sono in cura da novembre da una terapeuta di terapia breve strategica. Cominciai per alcuni attacchi di panico ma al momento(sono alle decima seduta) mi sento peggio di quando iniziai.

Oramai ho ansia generalizzata tutto il giorno, ho costante paura di morire per colpa del cuore, mi sento inerme anche fisicamente perchè l''ansia mi fa sentire le gambe deboli tra le miriadi di sintomi che mi dà. Descrivere tutto a parole è impossibile, ma è davvero dura. Dovrei "mangiare" la vita a questa età e invece..

Chiedo un vostro parere a riguardo. Io eseguo tutti gli esercizi che la psicologa mi affida, e quando il panico mi coglie, cerco di peggiorare come mi dice lei, ma la paura di morire davvero è forte. A volte sto male proprio dopo i suoi esercizi. Forse il peggiorare la paura funziona solo quando si è certi che non accadrà niente? chiedo agli specialisti in TBS perché quando mi prende la paura per il cuore, cerco di peggiorare ma ho davvero paura che non sia ansia. quindi vorrei rivolgere alcune domande specifiche per gli specialisti in TBS:

1. Ma già il pensare che stia davvero per morire (anche se non lo faccio apposta, ma proprio perché convinto) non è un peggiorare che dovrebbe farmi stare meglio?

2. quando peggioro, devo farlo con la consapevolezza che poi starò meglio e che è solo ansia, o devo pensare davvero che sto per morire?

Quando iniziai non mi reputavo un caso grave, e alla decima seduta credevo che sarei guarito, invece mi sento in alto mare più che mai. Non so se ho bisogno di un aiuto farmacologico, proprio oggi pomeriggio ho avuto l''ennesimo attacco che mi ha portato in ospedale, ma la terapeuta mi dice di non prendere farmaci

Sono davvero al limite, non so dove sbattere la testa. A questo punto mi chiedo, è presto per cambiare terapeuta? La psicologa mi aveva detto che alla 10ima seduta avremmo visto come andavano le cose. Avevo avuto dei miglioramenti ma ritengo più dovuti al fatto che faccio una vita piatta che non mi mette alla prova, e difatti ho fatto un viaggio che non avrei voluto fare ma la psicologa ha insistito e sono stato malissimo.

Non so se sia la terapia breve strategica inefficace su di me, se sia "colpa" della terapeuta o colpa mia. Cosa dovrei fare? vedere uno psichiatra, passare alla cognitivo comportamentale, o continuare su questa strada?

il problema è che ormai ho ansia tutto il giorno quindi mi dico avrei bisogno di farmaci, però ho paura che anche facendo psicoterapia poi resti tutto merito dei farmaci. Nardone stesso dice che non si può delegare la paura ad un farmaco, ma io non so quanto riesco a continuare ad andare avanti così.

Se fossi un vostro paziente, cosa mi consigliereste? grazie in anticipo per il tempo che mi dedicherete
[#1]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
di norma per i disturbi non molto gravi, se al termine delle 10 sedute non si sono avuti miglioramenti significativi, lo psicologo strategico è tenuto ad inviare il paziente ad un collega, non perchè il caso sia irrisolvibile, ma perchè evidentemente qualcosa nella terapia non ha funzionato per motivi che possono essere diversi, non ultimo le conoscenze e l'abilità dello psicoterapeuta.

Nel suo caso mi domando come e da quando soffre di questa sintomatologia ansiosa; ha conosciuto qualcuno deceduto per morte improvvisa o casi analoghi? Se così fosse è probabile che piuttosto che curare gli attacchi di panico con le usuali strategie occorra prima di tutto curare il trauma derivato dall'episodio.

Le segnalo anche degli articoli su cause e terapia degli attacchi di panico che può trovare sul mio sito professionale. cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

come regola generale di qualunque trattamento psicoterapico, se non vede miglioramenti, se ha molti dubbi e perplessità e per capire che cosa fare è sempre opportuno chiarire con il terapeuta che attualmente La sta seguendo.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Ringrazio entrambe per le risposte

In realtà iniziai la terapia per attacchi di panico, ma in generale (non durante l’attacco) non avevo questo timore di morte improvvisa, quello è venuta dopo. Per caso ho letto di giovani ragazzi morti improvvisamente, alcuni anche calciatori, quindi si presume avessero un cuore sano. Ora è diventato un tormento. Tuttavia sono sempre stato un soggetto ansioso ma non ipocondriaco. Ho letto i suoi articoli che ho trovato interessanti, ma credo e spero che non ci sia un trauma scatenante.
A volte credo sia a causa mia, a volte a causa della terapeuta, ed è per questo che chiedo a chi conosce gli esercizi di terapia breve strategica di rispondere a queste 2 domande, gliene sarei molto grato:

1. Ma già il pensare che stia davvero per morire (anche se non lo faccio apposta, ma proprio perché convinto) non è un peggiorare che dovrebbe farmi stare meglio?

2. quando peggioro, devo farlo con la consapevolezza che poi starò meglio e che è solo ansia, o devo pensare davvero che sto per morire?

Inoltre volevo chiedere alla dr.ssa Sciubba se ritiene che ormai dopo 10 sedute è inutile forzare la mano con la stessa terapeuta.

L’altro punto è se cambio, non so se continuare sulla strada della TBS, orientarmi sulla cognitivo comportamentale o andare da uno psichiatra. In quest’ultimo caso ho paura di restare legato e di ottenere miglioramenti solo per mezzo dei farmaci. Non vi nascondo però che iniziare un nuovo percorso è già di per sé deludente dopo tutto il tempo e i soldi investiti (10 sedute ad 80 euro ciascuna).
[#4]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
l'esercizio cui lei si riferisce non è limitato alla sola paura di morire, per cui le domande mi appaiono già viziate in partenza.

Se non c'è un trauma rilevante, forse dovrebbe riconsiderare con la terapeuta se sia un disturbo con notevole e principale componente ipocondriaca che pertanto va presa in considerazione e ha tecniche di trattamento diverse.
Per quanto riguarda le 10 sedute credo di averle già risposto.
cordiali saluti


[#5]
Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Mi scusi dr.ssa ma non ho capito la sua risposta. Se l'esercizio è di peggiorare l'ansia che ho in quel momento, cosa sbaglio già in partenza? inoltre non credo che le tecniche di trattamento per l'ipocondria siano diverse, da quanto ho letto è sempre quello il punto: "la peggiore fantasia"

Inoltre cosa pensa di un eventuale cura psichiatrica: la psicoterapia fatta con uno psichiatra può essere diversa da quella con uno psicologo? ripeto, non vorrei appoggiarmi troppo all'aiuto dei farmaci anche se tra stare male ogni giorno e prendere un farmaco sceglierei la seconda opzione
[#6]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
L'esercizio consiste nel peggiorare tutte le possibili paure, non solo quella di morire. Poichè lei faceva riferimento solo a quest'ultima, ho scritto che la sua domanda era viziata in partenza.

Non è vero che il protocollo dell'ipocondria sia lo stesso, non so cosa abbia letto, controlli bene e ne parli con la psicoterapeuta.

I pazienti con disturbi d'ansia che vanno dallo psicoterapeuta molto spesso prendono degli ansiolitici prescritti dal medico di base o dallo psichiatra e non ci sono problemi per lo psicologo. Di norma col procedere della psicoterapia i farmaci vengono gradualmente ridotti fino alla sospensione.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Se fossi un vostro paziente, cosa mi consigliereste?
>>>

Ma lei non è un nostro paziente, non la conosciamo. Quindi non possiamo (non dobbiamo) consigliarle niente. Farlo signficherebbe contravvenire alla deontologia e ai regolamenti del sito.

Quali compiti ha ricevuto esattamente?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Intanto grazie per le risposte e per il tempo dedicatomi.

Lo so che non sono un vostro paziente, i punti che mi tormentano sono diversi:

da quando ho iniziato, il malessere si è evoluto, diventando vera e propria ipocondria. Ho avuto miglioramenti ma ora mi sento peggio dell'inizio ma nonostante ciò, abbandonare il percorso sarebbe ammettere a me stesso di aver buttato via 800 euro e mesi importanti, ma se si deve fare andrò avanti per la mia strada.

L'altro mio dubbio è la "paura" di rivolgermi ad uno psichiatra, non vorrei che basasse tutto sui farmaci, tuttavia forse al momento sono necessari perché se non ho attacchi di panico ho ansia generalizzata (sempre al cuore) che non mi fanno vivere tranquillamente.

Detto questo, i compiti sono stati diversi. La prima settimana di tenere un diario di bordo. Poi fare una mezz'ora di peggiori fantasie al giorno. Poi di fare 2 misurazioni del battito cardiaco ogni ora (se mi sale un attacco o anche solo ansia generalizzata, anche se il battito è regolare ho paura e comincio a farne un sacco di misurazioni). Ora unisco alla mezz'ora di peggiore fantasia, i 5 minuti ogni 3 ore. E infine peggiorare al bisogno, ma l'altro problema è quello, perché cerco di peggiorare ma se magari mi scema l'attacco, mi resta l'ansia generalizzata che non passa e ogni volta ho paura che sia davvero qualcosa al cuore (quindi deduco che non ci sia stato il famoso cambiamento di percezione). Ecco il perché delle mie domande precedenti

1. Ma già il pensare che stia davvero per morire (anche se non lo faccio apposta, ma proprio perché convinto) non è un peggiorare che dovrebbe farmi stare meglio?

2. quando peggioro, devo farlo con la consapevolezza che poi starò meglio e che è solo ansia, o devo pensare davvero che sto per morire?

Ho letto anche il libro Non c'è notte che non veda il giorno, e a differenza di quei pazienti, a me le misurazioni del battito cardiaco non fanno stare tranquillo e durante la mezz'ora di passione, invece di stare meglio e rilassarmi, ho conati di vomito dati dall'ansia
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il principio generale in TBS è che quando le prescrizioni non sbloccano il problema, devono però far capire meglio come funziona. Per poterle così sostituire con altre che riescano a sbloccarlo.

Ora le prescrizioni che ha ricevuto lei sembrano adatte (SEMBRANO, dato che non conosciamo né lei né il suo caso), ma se stanno producendo risultati negativi varie sono le possibilità: 1) o non le sta facendo nel modo corretto; 2) o non le sta facendo con abbastanza convinzione e per tutto il tempo necessario (può essere necessario un certo tempo, variabile da persona a persona); 3) oppure il suo problema è più spostato sul versante ossessivo che fobico. In questo caso dovrebbe ricevere compiti che trattino l'ideazione ossessiva e continua, più che la paura di poter morire o avere un attacco di per sé.

In ogni caso non possiamo suggerirle da qui cosa fare. La cosa migliore è che esponga tutti questi dubbi alla terapeuta e che facciate di nuovo insieme il punto.
[#10]
Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Proprio ieri pensavo che oramai il disurbo è sia fobico che ossessivo. Il dubbio che sia "colpa" mia nel senso che sbaglio gli esercizi c'è, ma dopo 10 sedute non saprei, ecco perché vi sarei grato se mi rispondeste a quelle 2 domande:

1. Ma già il pensare che stia davvero per morire (anche se non lo faccio apposta, ma proprio perché convinto) non è un peggiorare che dovrebbe farmi stare meglio?

2. quando peggioro, devo farlo con la consapevolezza che poi starò meglio e che è solo ansia, o devo pensare davvero che sto per morire?

voglio capire se sono io a sbagliare o ad approcciarmi in maniera sbagliata.
Grazie ancora
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non possiamo rispondere con esattezza alle sue domande, perché non possiamo valutare esattamente qual è il suo caso.

Se vuol capire se dipende da lei, deve parlarne con la sua terapeuta.
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