Esaurimento per relazione nociva?
Buongiorno, Dottori.
Circa 3 settimane fa, dopo 5 mesi di frequentazione intensa col mio ragazzo, ho avuto improvvisamente un crollo e ho iniziato ad avvertire dei picchi di depressione, alternati a qualche momento buono.
Io e lui siamo andati in crisi per questa cosa e ho allora deciso di liberare entrambi da questo peso e quindi di separarci, pensando che ci avrebbe fatto del bene e che, malconcia come sono, non sarei riuscita a stare con nessuno, soprattutto con un ragazzo come lui.
Ci sono stati infatti molti problemi, nella nostra storia... lui ha avuto episodi di rabbia violenta (espressa fisicamente contro sè stesso), derivati da gelosie al limite dell'assurdo, ma per lui reali, purtroppo. Anche quando non sfociava in rabbia, la gelosia comunque si manifestava sotto forma di un lento logorio fatto di critiche e accuse nei miei confronti. Insomma, non andavo mai bene.
Sono rimasta per lui perché credevo in noi, ma poi ho avuto il crollo, che probabilmente mi ha salvata obbligandomi ad allontanarmi repentinamente. Nonostante ciò non riesco ad accettare la fine della nostra storia, visto che l'ha fatta terminare la testa ma non il cuore, e comunque sia continuo ad essere depressa anche dopo la sua conclusione. Continuo a pensare: "ma perché è successo?" "Non potevo essere più forte?", e mi dimentico dei motivi razionali che mi hanno portata qui.
Riuscite a dirmi perché addirittura un esaurimento?? Forse è proporzionale alle energie investite (ci credevo veramente tantissimo)? Cosa devo fare ora? Perché un esaurimento improvviso e non una lenta consapevolezza della situazione? Avete consigli?
Importante: negli ultimi mesi ho anche ridimensionato un percorso futuro che pensavo sarebbe stato il mio definitivo, invece mi ritrovo a casa senza nulla.
Io ho paura che avrò sempre queste crisi depressive e che non dipende solamente dalla mia relazione appena conclusa...
In più, è prestissimo ma ho appena conosciuto un ragazzo che sembra essere semplice e simpatico. Mi chiede di vederci, e io non so cosa fare, confusa come sono.
Vi prego, consigliatemi.
Circa 3 settimane fa, dopo 5 mesi di frequentazione intensa col mio ragazzo, ho avuto improvvisamente un crollo e ho iniziato ad avvertire dei picchi di depressione, alternati a qualche momento buono.
Io e lui siamo andati in crisi per questa cosa e ho allora deciso di liberare entrambi da questo peso e quindi di separarci, pensando che ci avrebbe fatto del bene e che, malconcia come sono, non sarei riuscita a stare con nessuno, soprattutto con un ragazzo come lui.
Ci sono stati infatti molti problemi, nella nostra storia... lui ha avuto episodi di rabbia violenta (espressa fisicamente contro sè stesso), derivati da gelosie al limite dell'assurdo, ma per lui reali, purtroppo. Anche quando non sfociava in rabbia, la gelosia comunque si manifestava sotto forma di un lento logorio fatto di critiche e accuse nei miei confronti. Insomma, non andavo mai bene.
Sono rimasta per lui perché credevo in noi, ma poi ho avuto il crollo, che probabilmente mi ha salvata obbligandomi ad allontanarmi repentinamente. Nonostante ciò non riesco ad accettare la fine della nostra storia, visto che l'ha fatta terminare la testa ma non il cuore, e comunque sia continuo ad essere depressa anche dopo la sua conclusione. Continuo a pensare: "ma perché è successo?" "Non potevo essere più forte?", e mi dimentico dei motivi razionali che mi hanno portata qui.
Riuscite a dirmi perché addirittura un esaurimento?? Forse è proporzionale alle energie investite (ci credevo veramente tantissimo)? Cosa devo fare ora? Perché un esaurimento improvviso e non una lenta consapevolezza della situazione? Avete consigli?
Importante: negli ultimi mesi ho anche ridimensionato un percorso futuro che pensavo sarebbe stato il mio definitivo, invece mi ritrovo a casa senza nulla.
Io ho paura che avrò sempre queste crisi depressive e che non dipende solamente dalla mia relazione appena conclusa...
In più, è prestissimo ma ho appena conosciuto un ragazzo che sembra essere semplice e simpatico. Mi chiede di vederci, e io non so cosa fare, confusa come sono.
Vi prego, consigliatemi.
[#1]
>>> Forse è proporzionale alle energie investite
>>>
Sì, è probabile. Ma la cosa migliore per ora è non fare nulla direttamente per superare il dolore. Si tratta solo di aspettare che il tempo faccia il suo corso.
Nel frattempo puoi iniziare frequentare questo nuovo ragazzo, se ti piace, mettendo le mani avanti e facendogli presente che sei appena uscita da una storia finita male, e che quindi vuoi fare le cose con calma.
Se è un ragazzo che vale la pena frequentare, vedrai che capirà.
>>>
Sì, è probabile. Ma la cosa migliore per ora è non fare nulla direttamente per superare il dolore. Si tratta solo di aspettare che il tempo faccia il suo corso.
Nel frattempo puoi iniziare frequentare questo nuovo ragazzo, se ti piace, mettendo le mani avanti e facendogli presente che sei appena uscita da una storia finita male, e che quindi vuoi fare le cose con calma.
Se è un ragazzo che vale la pena frequentare, vedrai che capirà.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Carissima, vede che la vita ci fa arrivare le soluzioni.. questo ragazzo tranquillo , simpatico si affaccia nella sua vita portando positività.. nell'altro caso forse lei ci è caduta a capofitto senza minimamente fare attenzione a caratteristiche di comportamento nettamente negative e problematiche.. L'ha lasciato , per fortuna.. consideri questo .. una tappa maturativa..lo fequenti, conoscetevi , parlate , per metter in piedi una storia con maggiore consapevolezza..
Auguri davvero..
Auguri davvero..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio moltissimo per la vostra, di positività :)
So che in breve forse è impossibile dirlo, ma vorrei soltanto chiedervi come fare per evitare di esaurirmi, perché è una cosa che tendo a fare spesso, mi spingo al limite senza considerare i miei parametri vitali! E, a proposito di consapevolezza: ho paura di ricadere negli stessi errori... come faccio per superarla? E' come se non mi fidassi di me stessa perché mi sembra di non riuscire a giudicare con lucidità le persone.
So che in breve forse è impossibile dirlo, ma vorrei soltanto chiedervi come fare per evitare di esaurirmi, perché è una cosa che tendo a fare spesso, mi spingo al limite senza considerare i miei parametri vitali! E, a proposito di consapevolezza: ho paura di ricadere negli stessi errori... come faccio per superarla? E' come se non mi fidassi di me stessa perché mi sembra di non riuscire a giudicare con lucidità le persone.
[#4]
Niente che non si possa imparare con un po' d'esperienza.
Sei ancora giovane, avrai tempo per capire come prendere le misure alle persone, e per imparare di investire in coloro che non lo meritano.
Nell'immediato, impara a concedere a te stessa di concederti un po' alla volta. Alle persone a ciò che fai. Questo ti eviterà di esaurirti inutilmente.
Sei ancora giovane, avrai tempo per capire come prendere le misure alle persone, e per imparare di investire in coloro che non lo meritano.
Nell'immediato, impara a concedere a te stessa di concederti un po' alla volta. Alle persone a ciò che fai. Questo ti eviterà di esaurirti inutilmente.
[#6]
<<ho paura di ricadere negli stessi errori... come faccio per superarla? <<
Quando si ricade negli stessi errori occorre fare una riflessione più approfondita su di sè, per riuscire a modificare gli schemi mentali e comportamentali che si utilizzano.
Rileggendo lo storico dei Suoi consulti qui, vedo anche un esaurimento per soggiorno all'estero solo di un anno fa.
In questi casi alcuni incontri di persona con uno psicologo della Sua zona possono essere di grande aiuto.
Quando si ricade negli stessi errori occorre fare una riflessione più approfondita su di sè, per riuscire a modificare gli schemi mentali e comportamentali che si utilizzano.
Rileggendo lo storico dei Suoi consulti qui, vedo anche un esaurimento per soggiorno all'estero solo di un anno fa.
In questi casi alcuni incontri di persona con uno psicologo della Sua zona possono essere di grande aiuto.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#7]
Utente
Grazie mille per la sua risposta, Dottoressa! Ma come faccio a scegliere lo psicologo "giusto"? Ho chiesto a parenti ed amici e nessuno sa consigliarmi. Anche se mi dessero una lista... come dovrei fare?
Anni fa andavo da uno psicologo dell'Ulss, ma ora sono fuori età per fare dei colloqui con lui!
Poi ho contattato un'altra psicologa: non diceva cose sbagliate, ma il metodo mi lasciava un pò perplessa! Perché 3 quarti d'ora di seduta in cui tra l'altro parla molto e si ripete per me erano pochi, sinceramente. Il primo non mi cacciava via e se stavo zitta, stava zitto anche lui!
Anni fa andavo da uno psicologo dell'Ulss, ma ora sono fuori età per fare dei colloqui con lui!
Poi ho contattato un'altra psicologa: non diceva cose sbagliate, ma il metodo mi lasciava un pò perplessa! Perché 3 quarti d'ora di seduta in cui tra l'altro parla molto e si ripete per me erano pochi, sinceramente. Il primo non mi cacciava via e se stavo zitta, stava zitto anche lui!
[#8]
Scelga un/a Psicologo/a con esperienza e - soprattutto - iscritto/a all'Albo.
La durata della seduta va concordata, oppure Le viene comunicata, all'inizio; e ne determina anche il compenso; la durata della seduta ha anche a che fare con la frequenza: settimanale? quindicinale? ecc.
Tuttavia si chieda anche se tutte queste domande sono reali domande, oppure se hanno un inconsapevole scopo difensivo, ovvero di fornirLe l'alibi per non trovare nessun professionista "all'altezza", al fine di togliersi dall'impiccio.
E dunque per togliersi dalla necessità di cambiare.
La durata della seduta va concordata, oppure Le viene comunicata, all'inizio; e ne determina anche il compenso; la durata della seduta ha anche a che fare con la frequenza: settimanale? quindicinale? ecc.
Tuttavia si chieda anche se tutte queste domande sono reali domande, oppure se hanno un inconsapevole scopo difensivo, ovvero di fornirLe l'alibi per non trovare nessun professionista "all'altezza", al fine di togliersi dall'impiccio.
E dunque per togliersi dalla necessità di cambiare.
[#9]
Utente
Grazie ancora per i suoi spunti!
Escludo l'ipotesi della fuga dal Dottore, per me potrebbe essere un pò il contrario in realtà: mi affido molto agli psicologi!! Solo che, appunto, vorrei cercare bene.
Sono andata dall'ultima psicologa per 3 anni, nessuna fretta di andarmene. Con quello precedente pure avevo colloqui settimanali, ma mi teneva finché non finivamo di parlare, da un'ora in su!!
Escludo l'ipotesi della fuga dal Dottore, per me potrebbe essere un pò il contrario in realtà: mi affido molto agli psicologi!! Solo che, appunto, vorrei cercare bene.
Sono andata dall'ultima psicologa per 3 anni, nessuna fretta di andarmene. Con quello precedente pure avevo colloqui settimanali, ma mi teneva finché non finivamo di parlare, da un'ora in su!!
[#10]
<<ma mi teneva finché non finivamo di parlare, da un'ora in su!!<<
Forse non aveva mai altri pazienti dopo di Lei?
Generalemente ogni persona ha il proprio tempo di durata di seduta, che le viene comunicato al momento dell'appuntamento... Se si sfora, la persona che segue aspetta, ritardando..
Voglio dire che sforare sul tempo fissato non è un merito, ma un'incapacità del terapeuta di gestire il tempo e il limite.
Oppure una grande disponibilità di tempo essendo Lei l'unica paziente di un intero pomeriggio...
Forse non aveva mai altri pazienti dopo di Lei?
Generalemente ogni persona ha il proprio tempo di durata di seduta, che le viene comunicato al momento dell'appuntamento... Se si sfora, la persona che segue aspetta, ritardando..
Voglio dire che sforare sul tempo fissato non è un merito, ma un'incapacità del terapeuta di gestire il tempo e il limite.
Oppure una grande disponibilità di tempo essendo Lei l'unica paziente di un intero pomeriggio...
[#11]
Utente
Aspettavo anche io, al massimo 10 minuti, un quarto d'ora. Però poi anche io avevo il diritto di parlare finché ce n'era bisogno (entro certi limiti ovviamente). Almeno un'ora mi era garantita! 3 quarti d'ora mi paiono pochetti. Durante quel lasso di tempo riesco a parlare di un solo argomento (es. amore), e non ho tempo per gli altri (famiglia, futuro...). Anche le mie amiche che sono state in cura hanno detto che 3 quarti d'ora sono pochi!! Quindi non è solo una mia opinione.
E poi un pò di flessibilità non mi pare male. Voglio dire... io l'ho concessa alla mia terapeuta, quelle volte in cui mi ha chiesto di spostare l'orario!! L'unica volta in cui l'ho chiesto io, per motivi scolastici, non è stato possibile. Così ho deciso di saltare lezioni per poter andare da lei. Scusi, ma non mi pare corretto...
Secondo me un pò di elasticità dovrebbe averla anche il terapeuta, oltre al paziente!!!
E poi un pò di flessibilità non mi pare male. Voglio dire... io l'ho concessa alla mia terapeuta, quelle volte in cui mi ha chiesto di spostare l'orario!! L'unica volta in cui l'ho chiesto io, per motivi scolastici, non è stato possibile. Così ho deciso di saltare lezioni per poter andare da lei. Scusi, ma non mi pare corretto...
Secondo me un pò di elasticità dovrebbe averla anche il terapeuta, oltre al paziente!!!
[#12]
Gentile utente,
in genere chi si impunta su flessibilità, orari, "diritto di parlare finchè ce n'è bisogno" ecc., è un paziente che vuole mantenere lui/lei il controllo della situazione.
E che dunque non riconosce e rispetta la a-simmetria della relazione che è una relazione di aiuto, o le regole che vengono stabilite nella prima seduta.
E in poco tempo la relazione si svuota, la terapia si interrompe da una parte o dall'altra.
in genere chi si impunta su flessibilità, orari, "diritto di parlare finchè ce n'è bisogno" ecc., è un paziente che vuole mantenere lui/lei il controllo della situazione.
E che dunque non riconosce e rispetta la a-simmetria della relazione che è una relazione di aiuto, o le regole che vengono stabilite nella prima seduta.
E in poco tempo la relazione si svuota, la terapia si interrompe da una parte o dall'altra.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 3k visite dal 13/05/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.