Continuo a mangiare, non mi pento, ingrasso a vista d'occhio
Gentili Dottori
Ho 25 anni e abito a Milano.
Non sono mai stata magra,anzi,fin da piccola fra le compagne di scuola ero sempre la più grossa,(o una delle),dalle elementari fino al liceo,però fino ai 16-18 anni ho sempre fatto sport e nonostante la mia corporatura ero molto brava,agile,mi piaceva muovermi e non è che faticassi di più rispetto agli altri (qui mi preme una precisazione:il grasso in questione si trovava - e da un po' di anni va sempre in aumento - zona fianchi/cosce,però ripeto,sempre stata molto soda).
Da 3-5 anni,complice probabilmente il fatto di essere andata a vivere da sola e di fare un lavoro molto sedentario,non faccio che ingrassare continuamente,ovviamente è perchè continuo a mangiare:a lavoro perchè è noioso e la noia è per me un nemico,a casa durante i pasti cerco di contenermi con cose light ma questa cosa in un certo senso mi distrugge perchè mi dico "ok ho mangiato un'insalatina,adesso posso finirmi questa tavoletta intera di cioccolato" e tempo 5 minuti contati non c'è più,quando faccio la spesa non riesco a non comprare schifezze perchè secondo il mio pensiero "me le merito",quando esco con gli amici penso al cibo anche se usciamo per bere qualcosa e spero sempre che ordinino da mangiare così da non essere l'unica a farlo e sentirmi una mangiona,il mio stomaco in questi anni si è allargato e se prima mi bastava un piatto di pasta a saziarmi,ora è un pozzo senza fondo,mangio più dei maschi.
vorrei volermi bene ma non ci riesco.
per me non esiste il concetto di fare shopping perchè qualsiasi cosa non mi sta o comunque mi sento male se me le provo e non mi entrano.se già prima, "grossa" ma in forma e con muscoli era un problema,ora che il grasso non è solo su fianchi e cosce ma anche pancia,braccia,gambe e sedere non riesco nemmeno a vedermi nuda.quando devo fare la doccia e/o vestirmi aspetto sempre all'ultimo per farlo per evitare di guardarmi fino all'ultimo.ho rotoli ovunque,il doppio mento,cellulite.sono proprio appesantita,goffa,ormai anche presa di mira con battute varie.
ammetto che non riesco a non pensare al cibo e non capisco perchè,non capisco come gli altri riescano a seguire una dieta normale e io invece mangerei sempre,spesso mi trovo a fare due colazioni,una a casa e una quando arrivo a lavoro.mi piace l'idea del cibo,del mangiare fuori,del mangiare cose pesanti,fritte. ma questa cosa mi sta deteriorando e mi fa sentire male,esco meno volentieri, anche se devo fare una commissione di 10 minuti la rimando sempre.e quando devo tornare a casa il pensiero ovviamente va al cibo, "quando torno a casa mi mangio questo", "non vedo l'ora di arrivare", ecc.. il fatto è che spesso non è fame vera e propria,è più uno sfizio,che però ho tutti i giorni.
mi da fastidio pure sapere che quando penso al cibo sono contenta,come se fosse l'unica cosa bella del mondo.vorrei poter dire che non è vero,ma ho pochi amici,poche distrazioni,genitori inesistenti che non mi conoscono,lavoro noioso.il cibo purtroppo mi fa felice
Ho 25 anni e abito a Milano.
Non sono mai stata magra,anzi,fin da piccola fra le compagne di scuola ero sempre la più grossa,(o una delle),dalle elementari fino al liceo,però fino ai 16-18 anni ho sempre fatto sport e nonostante la mia corporatura ero molto brava,agile,mi piaceva muovermi e non è che faticassi di più rispetto agli altri (qui mi preme una precisazione:il grasso in questione si trovava - e da un po' di anni va sempre in aumento - zona fianchi/cosce,però ripeto,sempre stata molto soda).
Da 3-5 anni,complice probabilmente il fatto di essere andata a vivere da sola e di fare un lavoro molto sedentario,non faccio che ingrassare continuamente,ovviamente è perchè continuo a mangiare:a lavoro perchè è noioso e la noia è per me un nemico,a casa durante i pasti cerco di contenermi con cose light ma questa cosa in un certo senso mi distrugge perchè mi dico "ok ho mangiato un'insalatina,adesso posso finirmi questa tavoletta intera di cioccolato" e tempo 5 minuti contati non c'è più,quando faccio la spesa non riesco a non comprare schifezze perchè secondo il mio pensiero "me le merito",quando esco con gli amici penso al cibo anche se usciamo per bere qualcosa e spero sempre che ordinino da mangiare così da non essere l'unica a farlo e sentirmi una mangiona,il mio stomaco in questi anni si è allargato e se prima mi bastava un piatto di pasta a saziarmi,ora è un pozzo senza fondo,mangio più dei maschi.
vorrei volermi bene ma non ci riesco.
per me non esiste il concetto di fare shopping perchè qualsiasi cosa non mi sta o comunque mi sento male se me le provo e non mi entrano.se già prima, "grossa" ma in forma e con muscoli era un problema,ora che il grasso non è solo su fianchi e cosce ma anche pancia,braccia,gambe e sedere non riesco nemmeno a vedermi nuda.quando devo fare la doccia e/o vestirmi aspetto sempre all'ultimo per farlo per evitare di guardarmi fino all'ultimo.ho rotoli ovunque,il doppio mento,cellulite.sono proprio appesantita,goffa,ormai anche presa di mira con battute varie.
ammetto che non riesco a non pensare al cibo e non capisco perchè,non capisco come gli altri riescano a seguire una dieta normale e io invece mangerei sempre,spesso mi trovo a fare due colazioni,una a casa e una quando arrivo a lavoro.mi piace l'idea del cibo,del mangiare fuori,del mangiare cose pesanti,fritte. ma questa cosa mi sta deteriorando e mi fa sentire male,esco meno volentieri, anche se devo fare una commissione di 10 minuti la rimando sempre.e quando devo tornare a casa il pensiero ovviamente va al cibo, "quando torno a casa mi mangio questo", "non vedo l'ora di arrivare", ecc.. il fatto è che spesso non è fame vera e propria,è più uno sfizio,che però ho tutti i giorni.
mi da fastidio pure sapere che quando penso al cibo sono contenta,come se fosse l'unica cosa bella del mondo.vorrei poter dire che non è vero,ma ho pochi amici,poche distrazioni,genitori inesistenti che non mi conoscono,lavoro noioso.il cibo purtroppo mi fa felice
[#1]
Gent. utente,
ho letto con molta attenzione il Suo racconto e ritengo sia utile focalizzare il comportamento alimentare dal punto di vista psicologico piuttosto che dietologico.
Le farebbe piacere se spostassi il consulto nell' Area Psicologia/Psicoterapia per affrontare meglio questo Tuo disagio?
In attesa di un Suo riscontro La saluto cordialmente.
ho letto con molta attenzione il Suo racconto e ritengo sia utile focalizzare il comportamento alimentare dal punto di vista psicologico piuttosto che dietologico.
Le farebbe piacere se spostassi il consulto nell' Area Psicologia/Psicoterapia per affrontare meglio questo Tuo disagio?
In attesa di un Suo riscontro La saluto cordialmente.
Dott. Serafino Pietro Marcolongo
Dietologia - Medicina Estetica
IL CONSULTO ONLINE NON SOSTITUISCE LA VISITA DIRETTA!
[#2]
Utente
Buongiorno Dott. Marcolongo
La ringrazio per la risposta, in effetti il mio problema alimentare è molto più psicologico che dietologico, anche se una cattiva educazione alimentare di base c'è, quindi ho provato ad inserire la mia richiesta qui, però sono d'accordo con Lei nel spostarla in altre aree.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione
Cordiali saluti
La ringrazio per la risposta, in effetti il mio problema alimentare è molto più psicologico che dietologico, anche se una cattiva educazione alimentare di base c'è, quindi ho provato ad inserire la mia richiesta qui, però sono d'accordo con Lei nel spostarla in altre aree.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione
Cordiali saluti
[#5]
" la noia è per me un nemico..."
Gentile Utente,
spesso alla base di condotte del genere ci sono emozioni e stati mentali che sono intercettate dal pz ma non gestite e anche abitudini scorrette che possono essere corrette con programmi psicoeducativi.
Il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta direttamente per venire a capo del problema che La riguarda.
Un cordiale saluto,
Gentile Utente,
spesso alla base di condotte del genere ci sono emozioni e stati mentali che sono intercettate dal pz ma non gestite e anche abitudini scorrette che possono essere corrette con programmi psicoeducativi.
Il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta direttamente per venire a capo del problema che La riguarda.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Utente
Buongiorno Dottori, vi ringrazio immensamente per le risposte.
Sì mi rivolgerò sicuramente a chi di dovere, oggi almeno per cominciare ho una visita dal dietologo, visita che è in ballo da tempo ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato.
Non sarà in linea con le cose che mi avete detto fino adesso ma è almeno per incominciare a rimettermi in sesto, so che il problema è altrove.
ah, una domanda... come lo si sceglie lo psicoterapeuta? insomma, una volta identificato il "tipo" di specializzazione, poi con che criterio lo si sceglie? partendo dal presupposto che non conosco nessuno che ha iniziato percorsi del genere (quindi si esclude il passaparola)...
Sì mi rivolgerò sicuramente a chi di dovere, oggi almeno per cominciare ho una visita dal dietologo, visita che è in ballo da tempo ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato.
Non sarà in linea con le cose che mi avete detto fino adesso ma è almeno per incominciare a rimettermi in sesto, so che il problema è altrove.
ah, una domanda... come lo si sceglie lo psicoterapeuta? insomma, una volta identificato il "tipo" di specializzazione, poi con che criterio lo si sceglie? partendo dal presupposto che non conosco nessuno che ha iniziato percorsi del genere (quindi si esclude il passaparola)...
[#7]
Un criterio può essere la fiducia che si instaura con il professionista.
Le suggerisco di fare un giro di telefonate per poter porre le domande allo psicoterapeuta. Poi, certamente anche il metodo utilizzato in terapia.
Intanto consiglio anche questa lettura: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Cordiali saluti,
Le suggerisco di fare un giro di telefonate per poter porre le domande allo psicoterapeuta. Poi, certamente anche il metodo utilizzato in terapia.
Intanto consiglio anche questa lettura: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Cordiali saluti,
[#8]
Gentile Ragazza,
Aggiungo qualche nota a quelle già ricevute.
Leggendola ho avuto la netta sensazione di una deriva comportamentale ed emozionale di cui lei stessa sembra essere più osservatrice che partecipante...
come se non potesse fare altrimenti....
come se il cibo fosse nutrimento per la sua anima sofferente....
come se servisse per lenire ferite o una profonda solitudine...
Si descrive con questo grasso depositato ovunque, che sembra rappresentare una vera " corazza difensiva"
Mi chiedo da cosa?
Dalle sue emozioni?
Dalle relazioni?
Dall'amore?
Dalla paura di amare?
Dalla paura della sessualità?
Da rapporti familiari conflittuali....
Ed inoltre il " pensiero consolatorio "- a casa mangio questo o quello....- che tipo di piacere le da?
È stata amata a sufficienza da bambina e se si, come?
Un nostro Collega potrà aiutarla nella decodifica delle emozioni ambivalenti e conflittuali, al fine di restituire al cibo il significato di nutrimento del corpo, non dell'anima....ed al fine di liberarla da questa prigione di grasso che ha costruito lentamente , ma costantemente.
Coraggio, cambiare è possibile....si metta in cammino, verso la vera se.
Aggiungo qualche nota a quelle già ricevute.
Leggendola ho avuto la netta sensazione di una deriva comportamentale ed emozionale di cui lei stessa sembra essere più osservatrice che partecipante...
come se non potesse fare altrimenti....
come se il cibo fosse nutrimento per la sua anima sofferente....
come se servisse per lenire ferite o una profonda solitudine...
Si descrive con questo grasso depositato ovunque, che sembra rappresentare una vera " corazza difensiva"
Mi chiedo da cosa?
Dalle sue emozioni?
Dalle relazioni?
Dall'amore?
Dalla paura di amare?
Dalla paura della sessualità?
Da rapporti familiari conflittuali....
Ed inoltre il " pensiero consolatorio "- a casa mangio questo o quello....- che tipo di piacere le da?
È stata amata a sufficienza da bambina e se si, come?
Un nostro Collega potrà aiutarla nella decodifica delle emozioni ambivalenti e conflittuali, al fine di restituire al cibo il significato di nutrimento del corpo, non dell'anima....ed al fine di liberarla da questa prigione di grasso che ha costruito lentamente , ma costantemente.
Coraggio, cambiare è possibile....si metta in cammino, verso la vera se.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4k visite dal 05/05/2015.
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