Ansia, paura, derealizzazione etc
salve,
cercherò di spiegare in sintesi la mia storia. nel febbraio del 2013, nella pausa appena dopo la sessione di esami del primo anno di università e dopo essere stata lasciata per le quinta volta in 4 anni dal mio ex ragazzo con consegente ritorno disperato da pate sua, ho iniziato ad avere ansia e attacchi di panico legati a dubbi che avevo sul mio ex ragazzo. non sapevo se l amavo, se volevo stare con lui, non mi sentivo più come prima con lui e cosi via. Questo mi faceva stare male e ho iniziato ad andare dalla psicologa nel marzo 2013. li sono venuti fuori un sacco di problemi che ora vi elenco in sintesi: insicurezza, problemi in famiglia per aver ricevuto poco affetto in termini di abbracci e calore, mente razionale ovvero in un disegno è come se io avessi una testa gigante e dal collo in giu tutto si restringesse, metaforicamente parlando, paura dell incertezza etc.
a luglio 2013 ho lasciato il mio ex ragazzo perchè mi dava fastidio pure la sua presenza. luglio e agosto sono stata mediamente bene, piu che altro ho sviato i problemi che erano venuti fuori. poi diciamo che io e il mio ex siamo usciti insieme da ottobre a dicembre 2013 di nascosto perchè i miei genitori pensavano che fosse lui a scatenare gli stati ansiosi ( anche se la psicologa ripeteva di no). poi da dicembre ho chiuso perchè sentivo che era solo un rivivere il passato, l'abitudine ma che ormai non c'era nulla. nel frattempo continuavo ad andare dall psicologa una volta al mese. da marzo ho iniziato a frequentarmi con un ragazzo meraviglioso. io presa dall euforia dell innamoramento, vedendo che stavo bene ho interrotto la psicoterapia. ho passato l estate lavorando al mare quindi ero parecchio stressata e questo lo sfogavo nel cibo, ero ingrassata 8kg. da settembre 2014 in concomitanza con la fine del lavoro e il ritorno dell università ho iniziato ad avvertire l ansia e dal di li di nuovo i pensieri negativi. paura folle che il ritorno dell ansia comportasse la fine della relazione attuale (io ho sempre collegato l ansia alla fine della mia storia purtroppo, come i miei genitori). da settembre fino a dicembre ho lottato da sola parlando con il mio ragazzo di quello che mi succedeva, ma ciò non bastava infatti non appena mi trovavo a casa mia con i miei genitori avevo forti attacchi di panico, pianto, tremori e crisi respiratorie. da dicembre 2014 ho ricominciato la psicoterapia dalla mia psicologa e vado ogni settimana. lo psichiatra mi aveva prescrito zoloft e gocce ma non le ho volute prendere perche la mia psicologa dice che lei vede tanta forza in me e che devo lottare per farcela con le mie forze. tuttavia quando rimango sola la mente a volte parte con le fobie 'se fossi lesbica? se mi piacessero persone brutte? se mi piacesse un parente o mio babbo? pensieri trasgressivi egodistonici che mi generano ansia e crisi di pianto. cosa ne pensate della mia situazione? è vero che le fobie, doc son irreali? il tutto può essere causato da mancanza di affetto genitoriale?
cercherò di spiegare in sintesi la mia storia. nel febbraio del 2013, nella pausa appena dopo la sessione di esami del primo anno di università e dopo essere stata lasciata per le quinta volta in 4 anni dal mio ex ragazzo con consegente ritorno disperato da pate sua, ho iniziato ad avere ansia e attacchi di panico legati a dubbi che avevo sul mio ex ragazzo. non sapevo se l amavo, se volevo stare con lui, non mi sentivo più come prima con lui e cosi via. Questo mi faceva stare male e ho iniziato ad andare dalla psicologa nel marzo 2013. li sono venuti fuori un sacco di problemi che ora vi elenco in sintesi: insicurezza, problemi in famiglia per aver ricevuto poco affetto in termini di abbracci e calore, mente razionale ovvero in un disegno è come se io avessi una testa gigante e dal collo in giu tutto si restringesse, metaforicamente parlando, paura dell incertezza etc.
a luglio 2013 ho lasciato il mio ex ragazzo perchè mi dava fastidio pure la sua presenza. luglio e agosto sono stata mediamente bene, piu che altro ho sviato i problemi che erano venuti fuori. poi diciamo che io e il mio ex siamo usciti insieme da ottobre a dicembre 2013 di nascosto perchè i miei genitori pensavano che fosse lui a scatenare gli stati ansiosi ( anche se la psicologa ripeteva di no). poi da dicembre ho chiuso perchè sentivo che era solo un rivivere il passato, l'abitudine ma che ormai non c'era nulla. nel frattempo continuavo ad andare dall psicologa una volta al mese. da marzo ho iniziato a frequentarmi con un ragazzo meraviglioso. io presa dall euforia dell innamoramento, vedendo che stavo bene ho interrotto la psicoterapia. ho passato l estate lavorando al mare quindi ero parecchio stressata e questo lo sfogavo nel cibo, ero ingrassata 8kg. da settembre 2014 in concomitanza con la fine del lavoro e il ritorno dell università ho iniziato ad avvertire l ansia e dal di li di nuovo i pensieri negativi. paura folle che il ritorno dell ansia comportasse la fine della relazione attuale (io ho sempre collegato l ansia alla fine della mia storia purtroppo, come i miei genitori). da settembre fino a dicembre ho lottato da sola parlando con il mio ragazzo di quello che mi succedeva, ma ciò non bastava infatti non appena mi trovavo a casa mia con i miei genitori avevo forti attacchi di panico, pianto, tremori e crisi respiratorie. da dicembre 2014 ho ricominciato la psicoterapia dalla mia psicologa e vado ogni settimana. lo psichiatra mi aveva prescrito zoloft e gocce ma non le ho volute prendere perche la mia psicologa dice che lei vede tanta forza in me e che devo lottare per farcela con le mie forze. tuttavia quando rimango sola la mente a volte parte con le fobie 'se fossi lesbica? se mi piacessero persone brutte? se mi piacesse un parente o mio babbo? pensieri trasgressivi egodistonici che mi generano ansia e crisi di pianto. cosa ne pensate della mia situazione? è vero che le fobie, doc son irreali? il tutto può essere causato da mancanza di affetto genitoriale?
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Gentile Utente,
ha fatto benissimo a riprendere con la sua curante, si affidi a lei, ogni intervento da qui che non la conosciamo direttamente rischierebbe di essere fuorviante rispetto al suo percorso.
Più che concentrarsi sui perché e sulle cause, sarebbe importante capire il come affrontare in modo efficace i suoi disagi, la sua tendenza all'ossessività, in questo la può accompagnare la sua psicologa. Il percorso in atto è una psicoterapia?
Intanto in merito alle sue domande legga qui
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
Un caro saluto
ha fatto benissimo a riprendere con la sua curante, si affidi a lei, ogni intervento da qui che non la conosciamo direttamente rischierebbe di essere fuorviante rispetto al suo percorso.
Più che concentrarsi sui perché e sulle cause, sarebbe importante capire il come affrontare in modo efficace i suoi disagi, la sua tendenza all'ossessività, in questo la può accompagnare la sua psicologa. Il percorso in atto è una psicoterapia?
Intanto in merito alle sue domande legga qui
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
grazie mille per la sua risposta.
Attualmente sto svolgendo con la mia psicologa sistemica una terapia strategico-individuale abbinata a sedute con la mia famiglia che mi sono molto d'aiuto, nonostante ancora nel rapporto ci siano tanti passi da fare. io purtroppo ancora sono molto bloccata, se ho bisogno di un abbraccio non riesco a chiederlo, fatico a chiedere aiuto, lo chiedo solo quando ho delle crisi forti di ansia. sin da piccola ho nascosto il mio lato sensibile mostrandomi come una persone forte e sicura di me. infatti i miei genitori solo ora hanno imparato a conoscermi meglio per come sono davvero. avevo pensato di iniziare anche un percorso con il mio moroso per avere un sostegno anche da quel lato, perchè non voglio che il mio stato influisca negativamente sulla storia. ancora devo riuscire ad accettarmi, perchè spesso rifiuto di essere come sono: sensibile, ansiosa, ossessiva e così via. pensare che sono lati di me che porterò avanti per sempre, nonostante imparerò ad averne il controllo e a temperarli, ancora non lo accetto e mi fa male.
Attualmente sto svolgendo con la mia psicologa sistemica una terapia strategico-individuale abbinata a sedute con la mia famiglia che mi sono molto d'aiuto, nonostante ancora nel rapporto ci siano tanti passi da fare. io purtroppo ancora sono molto bloccata, se ho bisogno di un abbraccio non riesco a chiederlo, fatico a chiedere aiuto, lo chiedo solo quando ho delle crisi forti di ansia. sin da piccola ho nascosto il mio lato sensibile mostrandomi come una persone forte e sicura di me. infatti i miei genitori solo ora hanno imparato a conoscermi meglio per come sono davvero. avevo pensato di iniziare anche un percorso con il mio moroso per avere un sostegno anche da quel lato, perchè non voglio che il mio stato influisca negativamente sulla storia. ancora devo riuscire ad accettarmi, perchè spesso rifiuto di essere come sono: sensibile, ansiosa, ossessiva e così via. pensare che sono lati di me che porterò avanti per sempre, nonostante imparerò ad averne il controllo e a temperarli, ancora non lo accetto e mi fa male.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 27/04/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.