Rapporto difficile con i genitori nei confronti del mio rapporto di coppia
Sono Fidanzata da 6 anni e 3 mesi con un ragazzo. D. è un bravo ragazzo. Inizialmente era molto timido e quando veniva a casa mia era molto impacciato. Mio padre ha sempre avuto un tono autoritario con lui, commentando il suo modo di vestire, dicendogli di togliere i 2 piercing che portava e commentando qualsiasi cosa, davanti e alle spalle. D. ha sempre "obbedito" e assecondato i "comandi" di mio padre. In casa mia, D. non può salire. Non è un divieto esplicito, ma il momento prima di arrivare, mio padre si lamenta e anche di fronte a lui più volte lo esorta ad andarsene. D. è sempre stato disponibile: ha accompagnato mio padre in aeroporto, ci ha aiutato con i lavori di bricolage domestici, è sempre stato disponibile. Ogni volta che arriva a casa mia (solo per particolari occasioni) la mia famiglia lo commenta sempre quando se ne va. Mi sento sempre sotto osservazione (non posso abbracciarlo, non posso avvicinarmi, non posso dargli neanche un bacio sulla guancia). Ogni mossa che fa D. il giorno dopo è commentata dai miei genitori e da mio fratello. Ora, dopo 6 anni e 3 mesi di continue osservazioni, rimproveri, saluti mancati, D. si è stancato. Ora sono in mezzo a due fuochi. I miei genitori mi continuano a dire di lasciarlo senza un reale apparente motivo. Non ha mai fatto niente di male, ha solo avuto molti problemi di salute, e l'unico suo rimprovero è che ancora non possiamo sposarci, perche aspettiamo che lui trovi un lavoro fisso (ora lavora ma a contratto). I miei dicono che con D. non ho futuro. Eppure lui sta facendo di tutto per sistemarsi, concorsi pubblici, studi etc. Ha ancora qualche problema di salute, ma gliene si può fare una colpa? Anche lui vorrebbe stare bene. Io soffro molto, non so se sia il caso di andare da un professionista. Io sono sicura di volergli un bene immenso. Non riuscirei ad immaginarmi di lasciarlo. Tuttavia, a volte sembrerebbe essere la strada più facile per non soffrire più. Per non sentirsi più dire ogni giorno "PENSACI BENE" o per non sentirsi più dire "NON E ORA DI MOLLARLO?". Io sono davvero disperata. Vi ringrazio molto se mi poteste aiutare.
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<<I miei genitori mi continuano a dire di lasciarlo senza un reale apparente motivo. Non ha mai fatto niente di male, ha solo avuto molti problemi di salute, e l'unico suo rimprovero è che ancora non possiamo sposarci, perche aspettiamo che lui trovi un lavoro fisso (ora lavora ma a contratto). <<
I Suoi genitori credono magari di volere il Suo bene nel dirLe di lasciarlo, ma non mi sembra che Lei "senta" questo.
Nel frattempo lui ha un lavoro temporaneo. E Lei? Ha un lavoro fisso?
I Suoi genitori credono magari di volere il Suo bene nel dirLe di lasciarlo, ma non mi sembra che Lei "senta" questo.
Nel frattempo lui ha un lavoro temporaneo. E Lei? Ha un lavoro fisso?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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Infatti, cara ragazza, se lei lavorasse si sentirebbe meno dipendente dal giudizio dei suoi genitori , ai quali comunque spero lei sappia rispondere e con calma spiegare quello che pensa e quello che desidera..
Deve diventare più sicura di sè e più autonoma , i genitori penso che ad un certo punto debbano accettare che a 27 anni una ragazza è una donna che risponde alle proprie aspettative ed ai propri sentimenti.
Perchè non va al Consultorio familiare per diventare più sicura e più serena..?
Cosa ne pensa ?..
Deve diventare più sicura di sè e più autonoma , i genitori penso che ad un certo punto debbano accettare che a 27 anni una ragazza è una donna che risponde alle proprie aspettative ed ai propri sentimenti.
Perchè non va al Consultorio familiare per diventare più sicura e più serena..?
Cosa ne pensa ?..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Utente
Innanzitutto, grazie per la risposta Dott.ssa Brunialti.
No, io non credo che il mio bene sia "stare senza lui". So che sarà difficile per adesso...visto anche il periodo di "crisi" del mondo del lavoro e per i suoi problemi di salute. Ma, siamo ancora giovani (27 io e 26 lui) e ho fiducia in lui, anche se i miei genitori a volte mi mettono in crisi, e per questo io e D. litighiamo.
Io sì, ho un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Mio padre dice che tra me e D. c'è un divario molto elevato. Perchè io ho una laurea specialistica (che ho conseguito anche grazie alla vicinanza di D. nei momenti difficili, di duro studio e fatica), mentre D. ha conseguito il diploma dopo aver lasciato gli studi per due anni e, nel frattempo aver lavorato. Inoltre, io è da 3 anni che lavoro e ora mi hanno assunto a tempo indeterminato; mentre lui ora è a contratto e tra poco farà un concorso statale.
Ora, io dico? Cosa c'entra se una persona non ha potuto fare l'università? Non è un percorso che possono e vogliono affrontare tutti...ognuno può fare quello nella vita, non capisco perchè i miei genitori (che non sono genitori suoi) si permettano di dirgli come si deve comportare e quello che deve fare... Io l'ho sempre apprezzato, inizialmente per mantenersi ha fatto diversi lavori: muratore, serramentista, ha lavorato in un'azienda tessile -dove poi si è infortunato e da lì sono iniziati i "guai"-. Ora, dopo due anni di stampelle e dopo che i medici gli avevano detto che non poteva più camminare è (miracolosamente quasi) guarito. Ha fatto molte prove per poter raggiungere un suo sogno e ce l'ha fatta, è diventato Volontario in ferma prefissata nell'esercito. Mio padre lavora nel medesimo ambito e mai gli ha dato una mano, o gli è stato vicino; anzi, da quando D. ha intrapreso questa strada, sembra che mio padre sia ancora più arrabbiato.
Ancora grazie
No, io non credo che il mio bene sia "stare senza lui". So che sarà difficile per adesso...visto anche il periodo di "crisi" del mondo del lavoro e per i suoi problemi di salute. Ma, siamo ancora giovani (27 io e 26 lui) e ho fiducia in lui, anche se i miei genitori a volte mi mettono in crisi, e per questo io e D. litighiamo.
Io sì, ho un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Mio padre dice che tra me e D. c'è un divario molto elevato. Perchè io ho una laurea specialistica (che ho conseguito anche grazie alla vicinanza di D. nei momenti difficili, di duro studio e fatica), mentre D. ha conseguito il diploma dopo aver lasciato gli studi per due anni e, nel frattempo aver lavorato. Inoltre, io è da 3 anni che lavoro e ora mi hanno assunto a tempo indeterminato; mentre lui ora è a contratto e tra poco farà un concorso statale.
Ora, io dico? Cosa c'entra se una persona non ha potuto fare l'università? Non è un percorso che possono e vogliono affrontare tutti...ognuno può fare quello nella vita, non capisco perchè i miei genitori (che non sono genitori suoi) si permettano di dirgli come si deve comportare e quello che deve fare... Io l'ho sempre apprezzato, inizialmente per mantenersi ha fatto diversi lavori: muratore, serramentista, ha lavorato in un'azienda tessile -dove poi si è infortunato e da lì sono iniziati i "guai"-. Ora, dopo due anni di stampelle e dopo che i medici gli avevano detto che non poteva più camminare è (miracolosamente quasi) guarito. Ha fatto molte prove per poter raggiungere un suo sogno e ce l'ha fatta, è diventato Volontario in ferma prefissata nell'esercito. Mio padre lavora nel medesimo ambito e mai gli ha dato una mano, o gli è stato vicino; anzi, da quando D. ha intrapreso questa strada, sembra che mio padre sia ancora più arrabbiato.
Ancora grazie
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Gentile utente,
avete condiviso in questi sei anni molte vicende, anche dolorose e faticose. Che però non vi hanno diviso.
Rappresenta un elemento non secondario il fatto che Lei ora abbia un incarico a tempo indeterminato.
Quando potrete essere una famiglia autonoma sarete meno condizianati dai Suoi. Ma fin da ora, incominciare a "segnare i confini" della Vostra coppia è necessario.
Una consulenza o percorso di persona La aiuterà certamente.
Saluti cari.
avete condiviso in questi sei anni molte vicende, anche dolorose e faticose. Che però non vi hanno diviso.
Rappresenta un elemento non secondario il fatto che Lei ora abbia un incarico a tempo indeterminato.
Quando potrete essere una famiglia autonoma sarete meno condizianati dai Suoi. Ma fin da ora, incominciare a "segnare i confini" della Vostra coppia è necessario.
Una consulenza o percorso di persona La aiuterà certamente.
Saluti cari.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2k visite dal 27/04/2015.
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