Instabilità affettiva, incapacità di vivere le relazioni
Vorrei spiegarvi la mia situazione sentimentale e cercare di capire quale sia il problema alla base delle relazioni che instauro.
A fine 2010 ho avuto una relazione di sei mesi con una ragazza, non credo di aver mai provato sentimenti né lei li provava per me. Poi ho capito di essere omosessuale e ho avuto la mia relazione con un ragazzo a 17 anni; litigavamo sempre, ero convinto che per dimostrarmi amore dovesse fare qualsiasi cosa volessi. Grazie a lui ho fatto coming out, ma ne ero dipendente, non riuscivo a non sentirlo, ci vedevamo due volte a settimane e appena ci lasciavamo scoppiavo in una valle di lacrime. Poi mi ha lasciato per le troppe discussioni.
Un mese dopo ho avuto una seconda relazione, un semplice 'chiodo schiaccia chiodo' che avevo già programmato di lasciare dopo un paio di mesi.
Estate del 2012: nuova relazione di qualche settimana, mi sentivo trascurato, l''ho semitradito e mi ha lasciato (anche questa volta avevo cominciato a piangere quando non stavamo insieme).
Estate del 2013 frequentazione di un paio di mesi, pianti continui anche questa volta.
Ho sempre creduto che i pianti significassero sentire la mancanza, fin quando non mi sono reso conto che erano paura di perdere il ragazzo da un giorno all''altro.
Il boom del mio malessero l''ho avuto a fine 2013, quando mi sono fidanzato e ho iniziato a star male, a piangere frequentemente, ad avere costantemente sensi di colpa, fino a sperare di essere lasciato perchè da single non avrei più pianto nè sarei stato male.
Si è trattato del peggior momento della mia vita, come se la mia mente avesse iniziato a dividersi in due: da una parte c'era una metà che sapeva di provare dei sentimenti, dall'altra c'era quella che trovava ogni singolo pretesto per andargli contro e per far sì che mi lasciasse.
La mia mente iniziava ad immaginare in atteggiamenti intimi chiunque vedessi per strada, indipendente da sesso o età, e cominciavo ad avere fortissimi sensi di colpa.
Glielo dissi e lui ci passò su, ma non riuscivo a spiegarmelo, perchè mi capitava costantemente. Dopo ciò, un giorno facemmo discussione e in mente iniziai ad attaccarlo per il suo aspetto fisico (era un po' robusto di corporatura), era come se in quel momento lo odiassi e dovessi inveire contro di lui. Anche in quella occasione glielo dissi e ci passò su.
Una sera vidi un ragazzo e pensai "Ad avelo un fidanzato così" e anche lì forti sensi di colpa, pianti e necessità di dirglielo, ma la relazione finì perchè lui mi lasciò con la scusa della lontananza (poi scoprì che aveva un altro).
Dopo di lui due relazioni di 1 settimana con lo stesso ragazzo a distanza di 6 mesi, entrambi le volte lui ha cambiato atteggiamento da un giorno all''altro e mi ha lasciato, anche questa volta forte dipendenza e pianti.
Infine, relazione di 10 gg tre mesi fa, anche questa volta cambio di comportamento da un giorno all''altro.
Ps: non riesco ad instaurare relazioni con ragazzi che non siano finalzzate alla sfera sentimentale o sessuale.
A fine 2010 ho avuto una relazione di sei mesi con una ragazza, non credo di aver mai provato sentimenti né lei li provava per me. Poi ho capito di essere omosessuale e ho avuto la mia relazione con un ragazzo a 17 anni; litigavamo sempre, ero convinto che per dimostrarmi amore dovesse fare qualsiasi cosa volessi. Grazie a lui ho fatto coming out, ma ne ero dipendente, non riuscivo a non sentirlo, ci vedevamo due volte a settimane e appena ci lasciavamo scoppiavo in una valle di lacrime. Poi mi ha lasciato per le troppe discussioni.
Un mese dopo ho avuto una seconda relazione, un semplice 'chiodo schiaccia chiodo' che avevo già programmato di lasciare dopo un paio di mesi.
Estate del 2012: nuova relazione di qualche settimana, mi sentivo trascurato, l''ho semitradito e mi ha lasciato (anche questa volta avevo cominciato a piangere quando non stavamo insieme).
Estate del 2013 frequentazione di un paio di mesi, pianti continui anche questa volta.
Ho sempre creduto che i pianti significassero sentire la mancanza, fin quando non mi sono reso conto che erano paura di perdere il ragazzo da un giorno all''altro.
Il boom del mio malessero l''ho avuto a fine 2013, quando mi sono fidanzato e ho iniziato a star male, a piangere frequentemente, ad avere costantemente sensi di colpa, fino a sperare di essere lasciato perchè da single non avrei più pianto nè sarei stato male.
Si è trattato del peggior momento della mia vita, come se la mia mente avesse iniziato a dividersi in due: da una parte c'era una metà che sapeva di provare dei sentimenti, dall'altra c'era quella che trovava ogni singolo pretesto per andargli contro e per far sì che mi lasciasse.
La mia mente iniziava ad immaginare in atteggiamenti intimi chiunque vedessi per strada, indipendente da sesso o età, e cominciavo ad avere fortissimi sensi di colpa.
Glielo dissi e lui ci passò su, ma non riuscivo a spiegarmelo, perchè mi capitava costantemente. Dopo ciò, un giorno facemmo discussione e in mente iniziai ad attaccarlo per il suo aspetto fisico (era un po' robusto di corporatura), era come se in quel momento lo odiassi e dovessi inveire contro di lui. Anche in quella occasione glielo dissi e ci passò su.
Una sera vidi un ragazzo e pensai "Ad avelo un fidanzato così" e anche lì forti sensi di colpa, pianti e necessità di dirglielo, ma la relazione finì perchè lui mi lasciò con la scusa della lontananza (poi scoprì che aveva un altro).
Dopo di lui due relazioni di 1 settimana con lo stesso ragazzo a distanza di 6 mesi, entrambi le volte lui ha cambiato atteggiamento da un giorno all''altro e mi ha lasciato, anche questa volta forte dipendenza e pianti.
Infine, relazione di 10 gg tre mesi fa, anche questa volta cambio di comportamento da un giorno all''altro.
Ps: non riesco ad instaurare relazioni con ragazzi che non siano finalzzate alla sfera sentimentale o sessuale.
[#1]
Caro ragazzo,
ho riletto anche il suo precedente consulto e credo che le due situazioni siano strettamente connesse tra loro.
Tuttavia, rispondere in modo preciso alla sua richiesta di "capire quale sia il problema alla base delle relazioni che instaura", non è possibile, on line, senza una conoscenza diretta della persona e della sua storia di vita.
Quello che si può solo ipotizzare, dal suo racconto, è che ci possa essere una inconsapevole paura ad entrare in relazione con l'altro in modo intenso.
I suoi tentativi di "distruggere" i rapporti, i suoi pianti, la sua dipendenza, da quanto ci racconta hanno sempre portato, come esito finale, ad una rottura della relazione.
Se il suo obiettivo inconscio (e badi che si tratta solo di ipotesi) fosse proprio quello di difendersi da una relazione troppo intensa, con questi suoi comportamenti non fa che raggiungere l'obiettivo e rimanere di nuovo solo per poi ricominciare a disperarsi...
<<La mia mente iniziava ad immaginare in atteggiamenti intimi chiunque vedessi per strada, indipendente da sesso o età>>
Anche questo è un aspetto che mi fa pensare ad una sua paura delle relazioni troppo intense; il fatto di focalizzare l'attenzione verso gli altri solo in termini di interesse sessuale potrebbe essere una modalità per difendersi dal vero coinvolgimento emotivo che una relazione sentimentale inevitabilmente richiede.
Per quanto attiene il suo p.s. credo che le considerazioni siano le medesime.
Che ne pensa?
Un caro saluto
ho riletto anche il suo precedente consulto e credo che le due situazioni siano strettamente connesse tra loro.
Tuttavia, rispondere in modo preciso alla sua richiesta di "capire quale sia il problema alla base delle relazioni che instaura", non è possibile, on line, senza una conoscenza diretta della persona e della sua storia di vita.
Quello che si può solo ipotizzare, dal suo racconto, è che ci possa essere una inconsapevole paura ad entrare in relazione con l'altro in modo intenso.
I suoi tentativi di "distruggere" i rapporti, i suoi pianti, la sua dipendenza, da quanto ci racconta hanno sempre portato, come esito finale, ad una rottura della relazione.
Se il suo obiettivo inconscio (e badi che si tratta solo di ipotesi) fosse proprio quello di difendersi da una relazione troppo intensa, con questi suoi comportamenti non fa che raggiungere l'obiettivo e rimanere di nuovo solo per poi ricominciare a disperarsi...
<<La mia mente iniziava ad immaginare in atteggiamenti intimi chiunque vedessi per strada, indipendente da sesso o età>>
Anche questo è un aspetto che mi fa pensare ad una sua paura delle relazioni troppo intense; il fatto di focalizzare l'attenzione verso gli altri solo in termini di interesse sessuale potrebbe essere una modalità per difendersi dal vero coinvolgimento emotivo che una relazione sentimentale inevitabilmente richiede.
Per quanto attiene il suo p.s. credo che le considerazioni siano le medesime.
Che ne pensa?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Utente
Penso che Lei abbia ragione, e un elemento di conferma potrebbe essere il mio voler cercare di relazionarmi con persone coetanee o più piccole, e la mia conseguente paura di avere a che fare con ragazzi più grandi.
Mi chiedo: perchè alla fine cerco sempre una relazione, ne divento dipendente, penso che durerà eternamente, ma poi crollo e faccio sì che si distrugga?
Un saluto e un infinito ringraziamento a Lei!
Mi chiedo: perchè alla fine cerco sempre una relazione, ne divento dipendente, penso che durerà eternamente, ma poi crollo e faccio sì che si distrugga?
Un saluto e un infinito ringraziamento a Lei!
[#3]
Caro ragazzo,
in parte credo di avere già risposto alla sua domanda.
Potrebbe cercare una relazione semplicemente perché è nella natura umana; noi tutti siamo esseri sociali e non siamo adatti a vivere in solitudine.
Quando poi la trova, forse, la idealizza a tal punto da divenirne dipendente ma, allo stesso tempo, ne è talmente spaventato da mettere in atto comportamenti che spingono l'altro a lasciarla.
Queste sono solo ipotesi ma credo che trarrebbe grandi benefici da un consulto con un collega di persona.
Lei è ancora tanto giovane e ha molte possibilità davanti a sè; si prenda cura di sè e si faccia aiutare se non riesce da solo a uscire da questo circolo vizioso (ricerca di relazione/dipendenza/distruttività/nuova ricerca di relazione....).
Nella sua città potrebbero esserci sportelli di ascolto, consultori per giovani o unità di psicologia all'interno delle strutture ospedaliere pubbliche. Si informi.
Ha già fatto un piccolo passo a scrivere a noi per un parere. Il mio consiglio è di non fermarsi qui e di cercare un supporto di persona.
Un caro saluto
in parte credo di avere già risposto alla sua domanda.
Potrebbe cercare una relazione semplicemente perché è nella natura umana; noi tutti siamo esseri sociali e non siamo adatti a vivere in solitudine.
Quando poi la trova, forse, la idealizza a tal punto da divenirne dipendente ma, allo stesso tempo, ne è talmente spaventato da mettere in atto comportamenti che spingono l'altro a lasciarla.
Queste sono solo ipotesi ma credo che trarrebbe grandi benefici da un consulto con un collega di persona.
Lei è ancora tanto giovane e ha molte possibilità davanti a sè; si prenda cura di sè e si faccia aiutare se non riesce da solo a uscire da questo circolo vizioso (ricerca di relazione/dipendenza/distruttività/nuova ricerca di relazione....).
Nella sua città potrebbero esserci sportelli di ascolto, consultori per giovani o unità di psicologia all'interno delle strutture ospedaliere pubbliche. Si informi.
Ha già fatto un piccolo passo a scrivere a noi per un parere. Il mio consiglio è di non fermarsi qui e di cercare un supporto di persona.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.6k visite dal 25/04/2015.
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